Tre parole per il 2017


A chi crede nei sogni, basta un gradino per raggiungere le stelle.
(Antonio Aschiarolo)

Da quando Appunti a Margine è nato, è mia consuetudine inaugurare l’anno virtuale con il post delle Tre parole. L’idea originale è di Chris Brogan, ma io ho conosciuto questo gioco grazie a Daniele Imperi, che dal 2010 lo propone sul suo blog. Quest’anno anche Silvia Algerino è stata della partita.

Se qualcuno di voi desidera unirsi al meme, è il benvenuto. Mi permetto però di darvi un consiglio: non limitatevi a scrivere un articoletto di cui vi dimenticherete subito dopo aver risposto ai commenti, altrimenti l’esercizio non servirà a nulla. Scrivete i vostri concetti chiave su un post-it da tenere sempre a portata di sguardo, e lavorate su questi obiettivi nei mesi che verranno, perché è così che si innescano i cambiamenti. Diversamente, tutti i buoi propositi finiranno nel cestino della carta straccia.

Per quel che mi riguarda, è tempo di bilanci: com’è andata con le parole del 2016? Difficile dirlo. Fiducia, leggerezza e amore non si comprano al supermercato. Se avessi scritto: “desidero perdere 10 kg” non avrei avuto alcun dubbio sul raggiungimento dello scopo. Comprendere se un concetto astratto è stato integrato nel proprio carattere, invece, richiede un profondo lavoro di auto-analisi. Sicuramente queste qualità vivono dentro di me in misura maggiore rispetto a un anno fa, ma la loro presenza non è ancora diventata una costante: tendo spesso a demoralizzarmi, a prendermi troppo sul serio e a sostituire la passione con un profondo senso di stanchezza. Mi concedo, dunque, ancora un po’ di tempo per concretizzarle. Noto invece con piacere che le parole del 2015 (Intuizione, Libertà e Costanza), anche se ho impiegato più tempo del previsto, sono state adeguatamente valorizzate. E lo saranno ancora di più, in futuro.

Ora, la mia nuova missione!


REALIZZAZIONE
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un profondo senso di inutilità. Purtroppo nella società post-moderna il lavoro divora buona parte delle nostre giornate. Un tempo c’era il mito del posto fisso e una maggior propensione al sacrificio. Oggi lo stipendio non basta più: le nuove generazioni hanno bisogno di gratificazioni psicologiche e di stimoli, di veder concretizzate le proprie ambizioni.
Non conosco un solo lavoratore dipendente mio coetaneo che sia soddisfatto di quello che fa. Viviamo in un paese vecchio, che non valorizza le nuove leve e mantiene sul trono i propri Kapò anche quando hanno un piede nella fossa. Se sei donna, poi, il titolo di segretaria ti spetta di default. E la timbratura del cartellino è sempre più difficile da accettare, quando vedi che altre aziende si sono evolute, hanno ormai adottato orari flessibili e telelavoro. Non siamo impiegati, ma animali in gabbia. E la creatività lentamente muore.
Ho tenuto duro a lungo, in una situazione frustrante che giorno dopo giorno distruggeva la mia autostima. Dopo l’ennesimo crollo emotivo, ho capito che non posso più vivere la vita di qualcun altro: siccome i compromessi che ho accettato per anni mi hanno danneggiato nel corpo e nella psiche, ora devo rassegnarmi al fatto che i pesci non potranno mai volare. Quindi, troverò il modo per stare nell’acqua. Poco importa se qualcuno mi darà dell’ingrata: a lungo mi sono lasciata condizionare da chi mi ripete continuamente che una persona fortunata. È vero, lo sono. Ma non per i motivi che pensano loro.
Io sono fortunata perché la vita mi ha dotato di una creatività sopra le righe, perché i miei genitori mi hanno dato la possibilità di studiare, perché ho una buona cultura e un’intelligenza intuitiva. Sono fortunata perché sono nata perfettamente sana e perché non ho mai dovuto preoccuparmi di difetti fisici debilitanti. E poi, perché ho una bella famiglia, un uomo che mi ama, delle amicizie quasi eterne. E perché la vicinanza alla filosofia orientale mi rende più profonda e consapevole di molte altre persone.
Io non voglio mandare all’aria tutto ciò che ho e tutto ciò che so per adeguarmi a una mentalità che non mi appartiene: la mezz’ora che trascorro in ufficio oltre il mio orario (senza segnarmi lo straordinario) la rubo alle cose importanti. E se ogni domenica sera piango per un’ora all’idea della settimana che mi attende, permetto al virus di contaminare ogni ambito della mia vita. Me la prendo con me stessa per aver permesso che in passato accadesse tutto ciò, anche se penso fosse inevitabile: quando la filosofia dominante nella società ti fa credere che le persone meritevoli chinano il capo, e che siamo “una repubblica fondata sul lavoro”, tutto il resto viene avvolto dall’ombra scura de dovere e dell’aspettativa. Così io, che in ufficio rendevo poco, non gioivo più nel coltivare i miei talenti e li consideravo superflui. Mi ero imbruttita, non mi prendevo cura del mio aspetto. Avevo smesso di frequentare gli amici ed ero così nervosa che litigavo sempre con il mio compagno. Tutto il tempo libero trascorreva in uno stato di torpore da esaurita quando le cose andavano bene, in ansia e crisi di pianto quando andavano male. D’ora in poi, col cazzo!
Io desidero costruire un futuro che renda giustizia al sangue che ho sputato per laurearmi. Desidero che le mie qualifiche siano valorizzate e non considerate un handicap. Ma soprattutto desidero che la mia quotidianità rispecchi il mio modo di essere: nessuno, lo giuro, avrà più il potere di farmi sentire una nullità. Io voglio avere degli obiettivi chiari e darmi da fare per realizzarli. Se per riuscirci dovrò litigare con qualcuno, pazienza. L’importante è che quest’anno ci sia una svolta professionale ed esistenziale. Affinché ciò avvenga, devo mantenere la centralità e non farmi corrompere dai cattivi pensieri. Dedicherò più tempo ai miei progetti e alle persone care. Farò yoga, farò reiki, mediterò. Praticherò sport, smetterò di fumare. Terminerò il romanzo e parteciperò a qualche concorso. Ristrutturerò il blog e lo aggiornerò più spesso. Valorizzerò tutto il mio tempo libero e non consentirò a nessuno di rubarmelo. Cercherò di essere felice, solo questo. E taglierò fuori dalla mia esistenza tutto ciò che me lo impedisce.

PERSONALITÀ
Tutti ne hanno una, ma pochi riescono a esprimerla, se non addirittura a conoscerla. Io ho trovato un ideale a cui fare riferimento: il Jolly. O forse è meglio dire che lui ha trovato me. Man mano che scrivevo i post a lui dedicati, prendevo progressivamente coscienza di ciò che sono, e di ciò che desidero diventare. Ora non ho più dubbi al riguardo, e desidero essere me stessa al 100%.
L’ego non c’entra nulla, con la volontà di essere un Jolly. E non c’entra nemmeno il bisogno posticcio di fare l’alternativa. A farmi sposare metaforicamente questo ideale sono invece altre tre esigenze:

1 – So chi sono.  
Ho delle qualità che per lungo tempo sono rimaste chiuse in un cassetto pieno di ragnatele, e che, come ho scritto anche prima, in ambiente lavorativo erano fatte passare come difetti: se sono altruista e ho coscienza sociale non sono competitiva, e questo non piace al Sistema; se sono fantasiosa e creativa ho difficoltà ad adeguarmi al lavoro di routine; se ho un’indole indipendente il dover sottostare a un capo mi fa fremere le budella, e così via. Ho anche alcune delle caratteristiche elencate nel post Le qualità del Jolly, mentre altre le sto ancora sviluppando. So che questo modo di essere può non piacere a tutti, però è mio, e non voglio più permettere che sia messo in discussione.

2 – Io non scrivo per me stessa.
Quando abbiamo delle qualità naturali e/o delle competenze acquisite con lo studio, è giusto metterle a disposizione degli altri attraverso il proprio lavoro. Pertanto, ho sempre considerato la scrittura una sorta di missione. Desidero che i miei post sul blog e le storie che racconto portino qualcosa nella vita di chi legge, che sia un insegnamento, un’emozione, o solo un attimo di svago.
Se il Jolly si è assunto il compito di risvegliare i nani, io non ho tale pretesa. Mi basta trasmettere contenuti significativi e originali, nei quali il lettore possa rispecchiarsi. Oppure stimolare una riflessione, donare un sorriso e una lacrima, veicolare un valore. Cambiare la vita, come ha fatto Natalie Goldberg con me.

3 – Nel mondo c’è troppa omologazione.
Ogni individuo è unico per il suo aspetto, per il suo carattere, per i suoi interessi, per il modo in cui decide di impostare la propria vita. Eppure molti rinunciano a esprimersi, perché l’ostracismo sociale fa paura. In questa società non è importante essere felici ma essere conformi. Quindi, il mondo è pieno di persone insoddisfatte. E la frustrazione fa chinare la testa. Ecco perché le cose non cambiano mai…
L’editoria e la discografia rispecchiano le caratteristiche della contemporaneità. Sempre più spesso mi imbatto in opere dal valore artistico discutibile, meri pacchettini all inclusive finalizzati a soddisfare le esigenze del marketing. Ormai i libri e le canzoni si clonano a vicenda, perché gli autori hanno sacrificato la verità in virtù del politically correct: l’aura tanto cara a Walter Benjamin è andata a farsi friggere da tempo.
Io non voglio questo per i miei romanzi, né per il blog. Ho sempre cercato di far sì che i miei contenuti e il mio stile rispecchiassero fino in fondo le mie esigenze comunicative. Se qualcuno mi chiede di cancellare una parola per non turbare un lettore benpensante io non lo faccio, perché l’onestà per me è un valore importantissimo. Nella scrittura come nella vita, desidero che ogni mia azione parli di me. Sarebbe bello se, cambiando il layout e il dominio, voi foste ugualmente in grado di riconoscermi. E sarebbe ancora più bello se ciò accadesse anche con il mio romanzo. Perché io sono io, e non un’altra persona.  

OTTIMISMO
“Aiutati che il ciel ti aiuta”, si dice. E il cielo mi sta aiutando, visto che quest’anno avrò dei transiti astrologici davvero interessanti. Tuttavia, come ho ripetuto più volte nei miei post sui segni zodiacali, i pianeti possono influenzare il nostro umore e rendere alcuni accadimenti più possibili di altri, ma non determinano alcunché. Quindi, per dare una mano a me stessa, devo mantenere un atteggiamento positivo e propositivo. Solo in questo modo potrò portare nella mia vita circostanze favorevoli.   
Le energie che riceviamo (non solo dagli astri ma anche dal reiki, dalla meditazione, dalle persone e dai loro discorsi) non vanno subite passivamente ma trasformate in azione e utilizzate per cogliere tutte quelle opportunità che, se siamo tristi e depressi, non riusciamo nemmeno a notare. Una  mente pessimista seleziona la realtà al fine di confermare inconsciamente tutto il nero che ha dentro. Io voglio un destino diverso. Anche se molte cose ancora non girano come dovrebbero, in questi anni ho seminato bene. So che presto raccoglierò i frutti delle mie fatiche, ma devo predisporre la mia mente a riceverli. Il paradigma occidentale del “vedere per credere” non funziona, per le filosofie orientali. È valido, invece, il principio contrario: quando l’allievo è pronto, il maestro compare (cit).

Il lancio della patata bollente.

Quali sono le vostre parole del 2017?

Commenti

  1. Ciao Chiara, ho appena finito di leggere il tuo post. Molto interessante. Anche io non conoscevo questo gioco. Ma ho voluto rimediare. Eh sì: questo anno ho aderito anche io con le mie tre parole: Presenza, Progettualità, Costanza. Comunque, al di là delle parole, è sempre una sfida con noi stessi che ci vede impegnati a metterci in gioco sempre e a migliorarci. Ti auguro un 2017 pieno di tante belle soddisfazioni.

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    1. Anche le tue parole sono interessanti. Non so come tu intenda presenza, ma è uno dei cardini delle filosofie orientali. La costanza era una delle mie parole del 2015. La progettualità invece è fin troppa, e non mi fa bene perché tendo a diventare maniacale: una delle parole scartate (dovevano essere solo tre) era improvvisazione. :)
      Buon anno a te!

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    2. Nel post intendo una presenza più assidua e costante su internet, come avrai avuto modo di leggere. Ma ovviamente mi piace molto pensare ad una presenza con un significato molto più profondo. Presenza a se stessi: questo lo faccio ogni giorno attraverso dei momenti di meditazione. Che non è estraniarsi o un fuggire dalla realtà, ma scoprire se stessi, un prendere consapevolezza dei propri limiti nel tempo e nello spazio, un modo per ricaricare le proprie energie.

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    3. Conosco molto bene la meditazione perché la pratico da molti anni. Per questo, quando sento parlare di presenza, penso al rimanere focalizzati sull'attimo, senza farsi sviare da pensieri estranei. :)

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  2. Ho scritto già il post, non so se tu sia passata a leggerlo. Una mia parola del 2017 è una tua del 2016 cioè leggerezza. Mi sto impegnando molto in tal senso, certo 6 giorni sono nulla, ma c'è da dire che ho finito l'anno con un'influenza cattivissima che oltre ad avermi rovinato le feste mi ha messa di pessimo umore, la malinconia ha trovato una corsia preferenziale per entrare in me e fare danni. Ma tutto si è concluso il 31, ottimo, quindi vento in poppa e 4 parole per il 2017, che ripeto sono da me, passate se siete curiosi.
    Ottima la parola realizzazione: è molto complessa, ma tu hai preso coscienza di tante cose, ti auguro che tutto si concretizzi. Io parto col part time definitivo, ragazza mia lavoro 12 giorni al mese! Un abbraccio

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    1. Perdonami Sandra, non ho visto il tuo post. Purtroppo come accennavo anche in un altro commento sono stata a lungo lontano dalla blohosfera. Aggiornavo qui, ma leggevo poco o nulla. Comunque passerò da te,e appena possibile (ora sono con lo smartphone) metterò il link al tuo articolo. :)

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    2. Figurati, il bello dei post è che non scadono! Un bacione Sandra

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  3. Ciao Chiara, bell'idea la tua!
    Ci avevo provato lo scorso anno con una parola sola e sinceramente così a memoria non ricordo nemmeno più quale era.
    So quale è diventata nel corso del 2016.... sfortuna, incasinamento all'ennesima potenza.... quest'anno quindi, per scaramanzia, non cercherò una parola guida per il 2017. Vivrò alla giornata.
    A te auguro di riuscire a portare a termine i tuoi progetti fisici e non lla grande.
    Un bacio e buona epifania

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    1. Io non credo nella scaramanzia, ma se non avevi voglia di scrivere questo articolo hai fatto benissimo: che senso ha scrivere, senza libertà creativa? :)
      Un abbraccio a te!

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    2. Non si tratta di non averne voglia Chiara. Si tratta di ben altro. Casini a iosa che speravo finissero nel 2016 e invece continuano e anzi ne son nati altri nuovi.
      La parola scaramanzia era anche una battuta. Il fatto è che non programmo più nulla visto che anche i sogni ultimamente vanno a gambe all'aria :(
      Ciooooo

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    3. Capisco. Quando ci sono problemi seri, tutto passa in secondo piano. E io non posso certo impicciarmi nella faccenda. Mi permetto solo di dirti (e lo so bene, perché ci sono passata) che un atteggiamento positivo può risolvere le questioni sospese molto più in fretta di quanto non si pensi. Un sogno è diverso da un obiettivo. Nel primo caso, si aspetta la manna dal cielo. Nel secondo, ci si dà da fare per realizzare il proposito.

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    4. Sogno per dire che niente va per il verso giusto.
      K'ultima del5 gennaio, sera, un tubo dell'acqua rotto in cortile. Eravamo a -8,1 stamani, sai cosa significa dover chiamare muratori e idraulico?
      Il pensa positivo nonserve granchè, purtroppo

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  4. Davvero, non riesco a trovarne. So solo cosa non chiedere a questo nuovo anno: non gli chiederò di regalarmi tempo per le cose cui tengo di più. Devo solo organizzare quello che già ho a disposizione. Non gli chiederò di nuovo le cose che speravo accadessero nel 2016, perché ho capito che non sono in fondo così importanti.
    Delle tue parole, a te auguro soprattutto l'ottimismo, una molla fondamentale per portare a termine i progetti.

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    1. è vero: se non lavori, la questione "tempo" è legata soprattutto all'organizzazione. Se il lavoro ti piace, senti che le ore a tua disposizione sono utilizzate in modo costruttivo. è quando stai in gabbia, che devi trovare degli stratagemmi per salvare le chiappe. E qui, il concetto di "creatività simbolica" tanto decantato da Willis capita a fagiolo! ;)

      P.S. Dopo che ho risposto ai commenti mi metto a scrivere. Quando ho finito, ti rimando quel vecchio file, e un messaggio vocale riepilogativo.

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  5. Leggerezza, cambiamento e libertà, sono queste le tre parole del mio 2017. Ho scritto un post che verrà pubblicato la prossima settimana dove spiegherò meglio i singoli concetti. Condivido quanto affermi in merito alla realizzazione e capisco il tuo punto di vista, il mondo del lavoro è una vera giungla e nessuno è davvero contento, siamo numeri che girano nel vortice del capo del momento, per salvarsi bisogna credere in se stessi a prescindere dagli altri e da chi ti circonda sul lavoro e vorrebbe sminuirti per elevarsi. Ti auguro un fantastico 2017!

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    1. Leggerezza era una delle mie parole del 2016; libertà del 2015. Avrei voluto scrivere "cambiamento", per quest'anno, ma poi ho pensato che il raggiungimento di questi tre obiettivi porterà un cambiamento di default, quindi il concetto può permettersi di rimanere implicito. :)

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  6. Sei giovane, decisa e piena di buone intenzioni. Le tre parole sono un'ottima pista da seguire e non ho dubbi che ti porteranno esattamente dove vuoi arrivare. Le mie tre le ho incollate dove le posso leggere di continuo per non scordarle: risultati; soddisfazioni; serenità. Ovviamente un percorso lungo un anno!

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    1. Lungo un anno, o anche di più. Come scrivevo anche nel post, se il concetto è "immateriale" è più difficile verificare la sua conquista. Occorre guardare dentro di sé, ed analizzarsi con la massima onestà. In bocca al lupo. :)

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  7. Sento tanta energia nelle tue parole, specialmente al primo punto. Spero che tu riesca davvero a trovare una soluzione per convivere pacificamente col tuo lavoro, o che tu abbia la forza di lasciarlo. È come un fidanzato poco adatto che ti devi tener stretto perché in giro non si trova di meglio. Che brutta situazione. :(

    Le cose che hai elencato tra le tue fortune, come la famiglia, gli amici, l'amore, non dovrebbero essere viste come "va be queste le ho però non ho..." andrebbero inserite in un'altra categoria, più vicina al cuore, più importante. Se tu non avessi famiglia, educazione, bellezza, soldi, amore... credimi non staresti a piangere per il lavoro. Non sto dicendo che tu non lo sappia, ti conosco abbastanza da sapere che ne sei ben consapevole, ma visto che ne hai parlato voglio augurare a te, a me e a tutti i tuoi lettori di riuscire sempre ad apprezzare appieno quel che abbiamo.
    Ho letto proprio oggi che un italiano, in media, fa parte del 1% della popolazione più ricca al mondo. Molti italiani rientrano addirittura nel 0,1%. Fa impressione a pensarci!

    Buon 2017! (Quindi le bilance hanno un buon oroscopo? Yuppie! Io sono un cavallo secondo i cinesi, 5 stelline su 5 per i prossimi mesi! Dai dai che finisco il romanzo e riesco a pubblicarlo!)

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    1. Le mie fortune sono importantissime, e io provo una gratitudine fortissima per la loro presenza nella mia vita. Purtroppo però ero talmente risucchiata dall'insoddisfazione professionale che non le vedevo più. Ora invece, almeno finché non ci sarà una svolta, devo imparare a trovare la serenità nel luogo in cui mi trovo, e a valorizzare tutto il resto. Il lavoro sarà solo un dettaglio superfluo della mia vita, quello che mi dà da mangiare, e non il perno attorno cui ruota tutto il resto, come è stato negli ultimi cinque anni. Se non guadagnassi bene, non sarei più lì già da un bel pezzo...

      La Bilancia ha il transito bellissimo di Giove, e la terza decade anche l'opposizione di Urano (che tu hai già vissuto negli anni scorsi), tuttavia facevo riferimento al mio tema natale individuale, che ha diversi pianeti nell'asse Bilancia - Sagittario, e quindi è molto coinvolto dal passaggio di Giove. Prossimamente si scioglierà anche la quadratura tra Plutone e la mia Luna di nascita, che ha rotto i coglioni (scusa il francesismo) per un bel po'. :-)

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  8. Parole da non prendere alla leggera, spero però che riuscirai nei tuoi intenti, buon 2017! ;)

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    1. Io non prendo mai nulla alla leggera, purtroppo...
      Grazie per l'augurio. :)

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  9. Immutabilità
    Vicinanza
    Cane

    Non inorridire. il fatto è che, avendo una certa età, non ho più progetti personali e non ho molti desideri:
    Il cane? Non potrei vivere in un mondo senza cani, come Schopenhauer, e la brevità della loro vita mi ha sempre tenuta in apprensione.
    Bella idea la tua! A presto.
    Cristiana

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    1. Ogni persona è diversa dalle altre e ha i propri obiettivi, come ho scritto al punto due. Ci sono anche diverse età e diverse fasi della vita. Quindi io non posso permettermi di giudicare i desideri altrui. E un cane piacerebbe anche a me: magari chissà, quando il mio stile di vita cambierà...

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  10. L'ottimismo m'è sempre stato sconosciuto, sono un pessimista patentato :D
    Grazie per la partecipazione e auguri anche per le tue parole.

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    1. Anche a me: per questo l'ho scelto come parola dell'anno.
      A volte, occorre essere pronti alle sfide. ;)

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  11. Mi sembrano ottime parole le tue. Io non ho scelto parole per quest'anno, devo imparare a vivere più l'attimo, invece che essere sempre protesa al poi. Programmare e guardare oltre va bene, ma non se serve solo a far vivere con ansia l'oggi. Se ad esempio a fine mese c'è una cosa che mi preoccupa (un'operazione a un mio caro), questo non deve rovinarmi il bello di oggi. Per me non è facile e in questi primi giorni dell'anno ci sto provando con alterni risultati...

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    1. Anche a me in passato (e anche recentemente) molto spesso è capitato di non riuscire a focalizzarmi sul presente perché ero troppo focalizzata sul domani. Ora riesco a separare le cose. Mantenere la presenza, in fondo, non significa non avere progetti e obiettivi, ma dar loro il giusto peso senza che diventino, come dicono i buddhisti, un "honzon", ovvero un oggetto di culto, un'ossessione. :)

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  12. In queste tue parole ho visto molto di me, del mio passato. Grazie al mio maestro di scrittura ho potuto vedere il mio mondo da un punto di vista allargato, migliore. Come dici tu, forse ero arrivata al momento giusto e ho incontrato la persona giusta che mi ha guidato verso il sentiero che volevo percorrere.
    Ti auguro di riuscire a seguire le tue parole guida di quest'anno e di ricevere tutto il meglio dalle esperienze che farai, cosa di cui sono molto convinta.
    Io ho deciso due parole: Coraggio e Amore, sulla terza sono indecisa...Impegno, pianificazione o fiducia... ci dormirò sopra, vedremo.
    Un caro abbraccio

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    1. Se posso darti un consiglio, per scegliere la terza parola ascolta le tue vibrazioni. Sono sicura che l'intuizione ti aiuterà a scegliere quella giusta. :)

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    2. I tuoi consigli sono sempre benvenuti Chiara, e questo mi pare di grande buon senso.

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  13. Serenità, coraggio, connessione. Sono le prime tre parole che mi sono venute in mente, e mi sembrano corrispondere abbastanza al mio momento personale. Ti auguro, insieme alla realizzazione dei tuoi tre obiettivi, di trovare anche il tipo di serenità che trabocca dall'ambito strettamente spirituale per addolcire il quotidiano. Ho sempre l'impressione che tu sia in guerra! Buon anno, Chiara. :)

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    1. Davvero? Io non mi sento in guerra, per niente. :-)
      Ammetto di essere un po' incazzata per alcune circostanze della mia vita, ma yoga e meditazione mi stanno aiutando a generare e mantenere la giusta serenità. Tutto sommato mi ritengo una persona pacata e amorevole. Forse si tratta di un ribollio interiore che mi aiuta a essere determinata, più che un controproducente desiderio di rivalsa.

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    2. Sono felice che la mia sia solo un'impressione. Di sicuro il ribollio può produrre effetti molto positivi. :)

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    3. Me lo auguro. Tutto sta nella mia capacità di trasformazione...
      Buon anno a te! :)

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  14. challenge, straight e achieve
    Queste le mie tre, la cui spiegazione c'è nell'ultimo mio post. Quest'anno in inglese, perchè una delle mie avventure, il My Peak Challenge, è (ahimè) in inglese.
    Sulle lungo discorso della Realizzazione mi trovi assolutamente d'accordo. Il mio lavoro di per sè mi piace, è come viene gestito e mal retribuito in Italia che non mi piace (all'estero lo stipendio sarebbe triplo). Vedo colleghi rischiare l'infarto seguendo la chimera del riconoscimento, che non arriverà mai, per principio. Anche quando ho fatto grandi cose, sono state scantonate nell'ordinario. Vale la pena? No. Il mio mantra tutte le mattine: "E' solo lavoro." E quando torno a casa lo lascio in ufficio.

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    1. Io dico sempre che il mio stipendio è il chiavistello dorato che tiene chiusa la porta della gabbia. Guadagno bene, per gli standard impiegatizi italiani. Bonus e riconoscimenti economici non mancano. Il problema si pone sul piano intellettuale e sulla realizzazione delle mie ambizioni: non ho la possibilità di muovere un dito senza il consenso del capo, ed essendo intraprendente la cosa mi rode alquanto...

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  15. Grazie, cara, della citazione. Belle impegnative le tue parole, come del resto dev'essere se si tratta di propositi.
    Ottimismo fa parte della mia vita, per cui è una parola che sposo in pieno. Belle anche realizzazione e personalità, soprattutto per i motivi che indichi tu. Ti faccio i miei migliori auguri affinché ti guidino in questo 2017. :)

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  16. "Ottimismo" è un buon punto di partenza, spero per te che non sarà troppo duro mantenerlo vivo!

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    1. Non credo lo sarà, perché negli ultimi anni ho lavorato molto sulla fiducia (come scrivevo prima, tendo al pessimismo...). Un auguro, però, fa sempre molto comodo. :)

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