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Visualizzazione dei post da novembre, 2014

La storia della mia scrittura - imparare sbagliando

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Iniziare un nuovo cammino spaventa.  Ma dopo ogni passo ci rendiamo conto di quanto era pericoloso rimanere fermi.  (R.Benigni) Dopo aver letto i due articoli “ Gli errori della scrittura ” di Daniele Imperi e “ La mia esperienza con la scrittura ” di Lisa Agosti, ho deciso di accettare la sfida e raccontarvi le fasi principali del mio percorso letterario e gli insegnamenti che ciascuna di esse mi ha portato. Probabilmente sono ancora all’ inizio del mio viaggio. La strada che devo percorrere per arrivare a risultati concreti  è così lunga da apparire quasi infinita. Ma ci sono delle impronte alle mie spalle che, seppur appena abbozzate, meritano di essere guardate con rispetto e gratitudine. Dopo tutto, è merito di delle mie esperienze passate, comprese quelle fallimentari, se oggi sono riuscita ad impegnarmi in un progetto a lungo termine e a portarlo avanti con costanza e serietà.  Alle storie che ho raccontato in questi anni, devo moltissimo.   La mia identità non

Letture che ispirano - La trilogia del male di Roberto Costantini

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Italia era lì, davanti a me. Mi voltava le spalle e guardava il mare, i suoi piedi a solo mezzo metro dall'orlo del precipizio. Quel mezzo metro spaccava in due la sua vita e la mia. Un passo indietro o in avanti avrebbe cambiato tutto.  (R. Costantini, incipit di "Il male non dimentica") Dovete sapere che, quando un'idea per un articolo fa capolino nella mia mente, creo un post in bozza con un titolo-promemoria basato su due o tre parole chiave.  Di volta in volta scelgo poi quale tema approfondire, a seconda dell'ispirazione e dell'umore del momento. Attualmente il mio archivio virtuale conta ben  nove  pagine bianche, destinate a rimanere incomplete almeno fino a lunedì. Ieri sera è infatti successa una cosa che ha mandato al diavolo tutti i miei propositi creativi:   ho terminato la lettura di " Il male non dimentica" , capitolo conclusivo della Trilogia del male di Roberto Costantini, un romanzo di cui ho atteso l'uscita per cir

La descrizione fisica dei personaggi

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Quando non hai niente da dire, non dire niente.  (Charles Colton) È opportuno descrivere l’aspetto fisico dei personaggi di un romanzo ? Questa è una delle questioni in cui mi capita di imbattermi più spesso quando gironzolo sui blog altrui. Al riguardo ci sono posizioni differenti che oscillano fra due estremi: c’è chi ritiene importante garantire al lettore un’immagine il più possibile precisa e chi invece preferire lasciare carta bianca alla sua immaginazione. Ovviamente ognuno opera la propria scelta coerentemente con i propri fini narrativi. Non esistono dogmi o regole inviolabili, quindi mi limiterò a raccontarvi ciò che sto facendo io. Sentitevi liberissimi di concordare o dissentire. Qualunque descrizione, che sia ambientale o fisica, porta molto spesso un rallentamento del flusso narrativo. Se non è gestita con sapienza, rischia di appesantire il racconto o di spezzarlo. Per questo motivo, occorre comprendere se il nostro inserimento è pertinente con l

Sondaggio: quali articoli vi piacciono maggiormente?

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Ho deciso di fare una piccola indagine di "customer satisfaction" per i miei lettori, per capire quali sono gli argomenti maggiormente gettonati sul blog. Talvolta, infatti, mi sento domandare "perché non parli di...?" e mi rendo conto di quanto sia difficile accontentare tutti, soprattutto quando la tematica richiede una documentazione che non sempre ho il tempo di reperire. Le vostre risposte mi aiuteranno a pianificare meglio gli argomenti da affrontare nei prossimi mesi, nonostante la mia incapacità di accettare imposizioni e forzature. L'ispirazione gioca sempre un ruolo fondamentale, ma se posso accontentarvi perché no? Per rispondere, clickate una delle risposte che vedete in alto a destra.  Se avete voglia, potete motivare la vostra risposta nei commenti a questo mini-post, approfondirla e suggerirmi qualche tematica che vi piacerebbe veder affrontata. Non garantisco che avrò tempi brevi, ma cercherò di accontentare tutti. Dopo tutto, io scriv

Show don't tell: quando il romanzo sembra un film

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Rendete visibile quello che, senza di voi, forse non potrebbe mai essere visto. (Robert Bresson) Credo che negli ultimi dieci giorni sia nato un mostro. Dopo aver vissuto alcuni momenti di incertezza che mi hanno bloccata, ho deciso di approfondire determinate tematiche. Questo studio è stato il preludio alla stesura di alcune scene molto più mature delle precedenti. Sono ancora ben lontana dalla meta, ma soddisfatta di ciò che sto imparando durante il tragitto. Ciascuna tappa ha portato con sé degli insegnamenti importanti che concernono gli argomenti affrontati negli ultimi tre articoli. Sto infatti lavorando per: - Incrementare i meccanismi di identificazione tramite il punto di vista in terza persona limitata, il che rende necessario mantenere aggiornate le schede dei personaggi con le nuove idee maturate in sede di stesura. È sempre meglio tenere sotto controllo ogni possibile evoluzione. -Ridurre al minimo l’infodump per non essere costretta a revisioni e tagli

Creatore, revisore e censore: tre anime in conflitto

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Ciò che il pubblico ti rimprovera, tu coltivalo: è il tuo io. (Jean Coucteau) Il rientro in ufficio dopo una settimana di influenza è stato tutt'altro che soft. La quantità di materiale accumulatosi sulla mia scrivania, anche in vista di una scadenza importante, farebbe rabbrividire il re degli stakanovisti.  S ono a dir poco stravolta.  Durante il weekend, però, ho avuto modo di lavorare un po' con i miei due nemici. Li ho messi in fila come soldatini, li ho guardati in faccia e, prendendo consapevolezza del loro aspetto mostruoso, ho cercato di limitarne il potere.  Credo che i risultati possano definirsi soddisfacenti. Mi sto allenando a prevenire l' infodump e cerco di eliminare quei piccoli blocchi che ogni tanto ancora mi legano le mani. La giornata di ieri è stata molto soddisfacente. Ho scritto alcune scene che mi hanno emozionata e divertita. Sono riuscite piuttosto bene, sono dinamiche ed intense. Dopo la demoralizzazione della scorsa settimana, ho ri

L'info-dump e le sue insidie.

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Il rimangiarmi le mie parole non mi ha mai dato l'indigestione. (W.Churchill) Sono al quarto giorno di influenza ed ormai mi rassegno a passare la settimana nel mio loculo. Al mio malessere fisico si aggiunge la partenza di mio marito, che dovrà trascorrere un po'di tempo a Milano per motivi di lavoro.  Oggi il mio umore è sotto le scarpe. Sono chiusa in un silenzio spettrale, al centro di un' esperienza che credevo di aver rimosso dalla mia vita: mi sento un po' sola e non mi capitava da anni. Sono sempre stata bene, in pace con me stessa. Forse, quando si è ammalati, si ritorna un po' bambini e le nostre antiche paure tornano a galla.  Bando ai miei sfoghi personali: ora è meglio entrare nel vivo del discorso letterario.  Speravo che questa clausura forzata potesse aiutarmi a portare avanti il romanzo. Purtroppo, fino a ieri  stavo troppo male per concentrarmi. Poi ho scritto qualcosina, ma la mia creatività ha incontrato un muro.  Ho riletto il mio po

Punto di vista - le caratteristiche della terza persona limitata

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Dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse.  E il mondo appare diverso.  (John Keating) Questo è il primo post esplicitamente "on demand" che mi trovo a scrivere, o almeno ci provo: ho trentotto di febbre e sono a letto con due cuscini dietro la schiena, il computer sulle ginocchia. Mi sto annoiando a morte, per questo motivo ho deciso di svegliarmi dal mio torpore e provare a buttar giù il mio articoletto. Incrocio le dita, nella speranza di non scaricare troppi refusi sulla pagina.  Qualche giorno fa, in un commento ad un post di Salvatore sul punto di vista, ho proclamato il mio amore per la  terza persona limitata . Lui mi ha chiesto di approfondire il discorso, quindi eccomi qui. Chi narra in terza persona limitata, adotta il punto di vista di uno o più personaggi, pertanto vincola la propria visuale a ciò che il soggetto sa, vede e conosce. Il narratore, quindi, non può esprimere il proprio pensiero né fare digressioni, a meno che que