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Visualizzazione dei post da maggio, 2014

La nascita di un'idea

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  Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida visionaria follia. (Erasmo da Rotterdam)  Secondo il mio intento iniziale, questo post avrebbe dovuto trattare il tema delle idee da un punto di vista tecnico: come riconoscerle, farle emergere, annotarle e gestirle. Tuttavia, negli ultimi giorni, si sono verificati alcuni episodi capaci di farmi acquisire maggior consapevolezza sulle potenzialità inespresse del mio sesto senso, che mi hanno spinta a scegliere un diverso approccio, forse più soggettivo, ma ugualmente valido. Nella bellezza di un’idea, c’è qualcosa che sfugge alla razionalità. È un richiamo silenzioso e magico. Una voce flebile che ti danza nelle orecchie e chiede di essere seguita. Nel momento in cui la mente entra in gioco, la magia è compromessa.

Personaggi: i sette archetipi

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Quando mi confronto con altri aspiranti scrittori relativamente alla definizione dei personaggi, spesso noto una confusione di fondo fra due concetti fondamentali. Se il primo è da rifuggire come la peste, il secondo invece offre un aiuto importante ed è talmente radicato nella nostra psiche da essere utilizzato quasi automaticamente. Lo stereotipo porta con sè una visione semplificata e largamente condivisa della realtà.   È lì, pronto, a portata di mano. Dunque rappresenta un rischio oggettivo, per qualunque scrittore. La secchiona con gli occhiali, il belloccio a cui le donne si appiccicano addosso come mosche, il poliziotto divorziato e dal passato misterioso...

Questione di stile

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“La scrittura è un’esplorazione. Inizi dal nulla ed impari man mano che avanzi.” (E.L. Doctorow)   Scrittori si nasce o si diventa?   Questa è una delle domande da un milione di dollari che da anni impesta il mondo degli aspiranti narratori, diventando talvolta un pretesto per creare alibi e giustificazioni ai propri insuccessi, o per disegnare un alone di falsa modestia intorno ad un improvviso best-seller. Personalmente, ho sempre ritenuto valido il detto latino “In medio stat virtus”. È indubbio: per scrivere, occorre una propensione naturale. Senza una passione sincera, una fantasia galoppante ed una congenita facilità nell’espressione, l’idea di buttare giù una sola riga nemmeno ci sfiora. Sono qualità individuali delle quali non si può fare a meno, per portare avanti il progetto di un racconto, o di un romanzo. Ma, purtroppo, non bastano.

Vorrei scrivere, ma... Come vincere le resistenze iniziali

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“Come quando grattiamo una carota per dare colore ad un’insalata, così dobbiamo dare alla carta il colore della nostra consapevolezza” (Natalie Goldberg) Lo spunto per il primo post del mio blog mi è stato fornito la settimana scorsa da una mia amica, durante una lunga conversazione notturna in una macchina parcheggiata sotto casa mia. Mi ha raccontato che desidera scrivere una storia autobiografica, relativa ad un’esperienza molto particolare del suo passato. Il problema è che ha molti timori al riguardo: pensa di non essere abbastanza brava, di dover “romanzare” dei fatti che vorrebbe raccontare così come sono avvenuti, di non riuscire a scrivere una storia abbastanza interessante. Credo che la sua situazione accumuni moltissimi esordienti - io stessa ho impiegato molto tempo per demolire le mie arzigogolate architetture di paranoia - e per questo motivo ritengo valga la pena spendere due parole sull’argomento.