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Visualizzazione dei post da dicembre, 2015

Farneticazioni di fine e inizio anno.

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Alcuni cambiamenti sono così lenti che non te ne accorgi. Altri sono così veloci che non si accorgono di te. (Ashley Brillant)   Mi sarebbe piaciuto scrivere un post un po’ più corposo per salutare un anno strano come il 2015, ma le circostanze nell’ultima settimana non sono state molto favorevoli. Sicuramente vi siete accorti che nell’ultima settimana sono scomparsa dalla blogosfera e solo oggi mi sono degnata di scendere dal trono per lasciare qualche saluto in giro. Dopo aver spento le luci nel bunker, mi sono accorta di voler trascorrere davanti al computer solo il tempo necessario per procedere con la stesura del romanzo. Per il resto ho comprato regali, visto gli amici, partecipato a una quantità infinita di pranzi e cene in famiglia, trascorso il mio tempo con il marito e la cognatina tredicenne arrivata da Milano. Ho praticato un po’ di sport e svolto mille faccende domestiche, riordino dell’armadietto in bagno compreso. In alcuni momenti ho addirittura pensato

Gli aspetti della mia scrittura che voglio lasciare nel 2015

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Ascolta il tuo cuore: esso conosce tutte le cose. (Paulo Coelho) Per l’ultimo aggiornamento prima di Natale, avevo anticipato l’arrivo di un post dedicato all’evoluzione dei personaggi, in programma giovedì scorso e poi slittato a causa di esigenze contingenti. Tuttavia, il clima festoso mi ha reso pigra: non sono entusiasta all’idea di cimentarmi con argomenti impegnativi.  Proporrò quindi un pezzo più soft, ispirato all’articolo “ 7 cose che ho deciso di lasciar andare nel nuovo anno ”, pubblicato da Andrea Giuliodori sul blog Efficacemente. Mi sento piuttosto fiduciosa riguardo al 2016: dopo un 2014 terribile e un 2015 frignone, penso che finalmente potrò raccogliere i frutti dei molti sacrifici fatti. Sento che sarà un anno pieno di novità positive nella vita privata, nel lavoro e forse anche nella scrittura; o almeno me lo auguro. Per lasciare spazio al cambiamento, devo prima fare un po’ di pulizia. Già da tempo sto cercando di tagliare i rami secchi e di allonta

Guest post - Essere scrittori o tentare di diventarlo (seconda parte)

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Oggi, dietro vostra stessa richiesta, pubblico la seconda parte del post più controverso dell’anno. Come anticipato, si parlerà di self-publishing. Credo non sia necessario dilungarsi troppo nelle presentazioni: abbiamo già avuto modo di fare la conoscenza dell’autore. E io mi sento oppressa da tutte le parole che mi sono trovata addosso. Del resto una persona scrive il suo commento, e poi si dedica ad altro. Ma quando gli interventi sono ottanta (mettendo insieme sia la prima parte dell’articolo, sia quello scritto da me che ne è seguito), e quasi tutti di attacchi personali, l’energia all’interno del blog cambia. Solo una persona, fra tutte quelle che hanno commentato, si è presa la briga di chiedermi scusa per la gogna mediatica in cui mi sono trovata coinvolta. Pazienza, è andata così. Giovedì (o forse mercoledì sera) pubblicherò un post più natalizio, per ripristinare la positività perduta. Intanto, vi lascio in compagnia di Gaspare. Fate i bravi, mi raccomando! Anch

Guest-post e criteri di scelta - chi merita di essere pubblicato.

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Facile è essere buoni. Difficile è essere giusti. (Victor Hugo) Secondo il mio grossolano calendario editoriale, oggi avrei dovuto presentarvi un nuovo punto di vista sull’evoluzione psicologica del personaggi, da me maturato durante la stesura del romanzo. Mi incuriosiva il risultato dell’unione fra le tecniche narrative a noi note e la legge del karma, ma dovrò aspettare la vigilia di Natale, perché c’è una questione più spinosa da affrontare. Per lunedì è in programma la seconda parte del guest-post di Gaspare Burgio “Essere scrittori o cercare di diventarlo” . Alcuni lettori non l’hanno gradito, mi sento in dovere di spiegare le ragioni per cui ho deciso di pubblicarlo nonostante i toni aggressivi e l’atteggiamento (per sua stessa ammissione) un po’ borioso dell’autore. Non voglio giocarmi la fiducia ottenuta in questo anno e mezzo di blogging per un banale scivolone: prima di decidere come procedere, voglio confrontarmi con voi e con Gaspare.

Guest post - Essere scrittori o tentare di diventarlo (prima parte)

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Qualche giorno fa, ho ricevuto da Gaspare Burgio una riflessione sulla propria esperienza di scrittura e sulla decisione di auto-produrre le proprie opere. Ho divorato le sue 3300 parole in un batter d’occhio, facendo “sì” con la testa: inevitabile che abbia deciso di pubblicarle il suo articolo, seppur in due diversi appuntamenti per agevolarne la lettura. Nella metà che leggerete oggi, Gaspare pone un interrogativo interessante: a chi spetta stabilire la qualità di un’opera letteraria? A un editore, o all’autore stesso? Il fatto che qualcuno ci dica “bravi” legittima il nostro valore, o esso esiste a prescindere? “Arrivò poi il self-publishing”… Questa è la frase di raccordo che lunedì prossimo ci trasporterà nel fantastico mondo della produzione Indie. Non anticipo nulla, se non che alcuni dei miti più duri a morire saranno sfatati in pochi colpi sulla tastiera. Ringrazio quindi Gaspare Burgio, che ospito sempre volentieri. Per quanto non ami le espressioni offensive, h

Libertà di espressione - Limiti etici

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La libertà è il potere di fare ciò che è bene, non ciò che piace. (Anonimo) Diverse volte in passato mi è capitato di proclamare sul blog il diritto inalienabile alla libertà di espressione. Ho sempre creduto che ciascun individuo debba avere la possibilità di dire ciò che pensa, senza censure. Ma nell’ultimo periodo, in seguito ai fatti di cronaca che hanno scosso il mondo e ad alcuni problemi di convivenza professionale, questa convinzione ha un po’ vacillato. Scontrarsi con la dura realtà, a volte, rischia di spegnere anche l’ideale più nobile.

Umane fissazioni - le mie pignolerie da lettrice

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I libri sono un piacere che non crea dipendenza ma indipendenza. (Achille Mauri) Nella vita sono una persona alla mano, ma quando si tratta di libri la mia pignoleria scivola nel maniacale. Pur essendo una scrittrice alle prime armi, sono molto esigente nei confronti dei miei testi: se una parola o un passaggio mi sembrano troppo elementari, sputo il sangue finché non mi convinco del loro valore o non mi viene l’esaurimento, più probabile la seconda ipotesi. Questo eccesso di critica si estende anche alle opere altrui. Cerco sempre il pelo nell’uovo e ho l’occhio di lince per refusi e magagne tecniche, al punto che un amico mi ha soprannominato beta-radar .   La quantità delle mie osservazioni non implica un giudizio negativo sul romanzo: le opere che mi piacciono spesso sono le più bacchettate. Il punto è che amo la letteratura e vorrei che ogni pagina potesse esprimersi al 100% delle proprie possibilità, quindi punto il dito anche sugli aspetti che potrei tra