Gli aspetti della mia scrittura che voglio lasciare nel 2015


Ascolta il tuo cuore: esso conosce tutte le cose.
(Paulo Coelho)

Per l’ultimo aggiornamento prima di Natale, avevo anticipato l’arrivo di un post dedicato all’evoluzione dei personaggi, in programma giovedì scorso e poi slittato a causa di esigenze contingenti.
Tuttavia, il clima festoso mi ha reso pigra: non sono entusiasta all’idea di cimentarmi con argomenti impegnativi.  Proporrò quindi un pezzo più soft, ispirato all’articolo “7 cose che ho deciso di lasciar andare nel nuovo anno”, pubblicato da Andrea Giuliodori sul blog Efficacemente.
Mi sento piuttosto fiduciosa riguardo al 2016: dopo un 2014 terribile e un 2015 frignone, penso che finalmente potrò raccogliere i frutti dei molti sacrifici fatti. Sento che sarà un anno pieno di novità positive nella vita privata, nel lavoro e forse anche nella scrittura; o almeno me lo auguro.
Per lasciare spazio al cambiamento, devo prima fare un po’ di pulizia. Già da tempo sto cercando di tagliare i rami secchi e di allontanarmi da persone e situazioni che danneggiano la mia autostima, ma ora è giunto il momento di comprendere anche quali zavorre mi sto portando dietro nella stesura del romanzo e nella gestione del blog: se non me ne libererò, non diventerò mai un’autrice competente e capace.
Stilando questa lista, mi sono accorta che nella maggior parte dei casi si tratta di convinzioni limitanti e paturnie psicologiche che non dipendono da circostanze esterne ma soltanto da me e da un modo di pensare ancora vincolato alla paura di non essere abbastanza. Sono stata io ad alimentare emozioni negative con pensieri e atteggiamenti che non sono di reale utilità; ora devo voltare pagina. Prendere consapevolezza di questi errori è il primo passo per sconfiggerli e cambiare.
Ci diamo una mano a vicenda, che ne dite?

Abitudini mentali anti-creatività.
In ufficio, lavoro al fianco di un Ingegnere. Grazie a lui sono diventata più precisa e rigorosa di com’ero un tempo, ma se queste qualità sono utili per il mio lavoro ufficiale, nonché per la progettazione e revisione del romanzo, possono diventare causa di blocchi nella fase propriamente creativa.
Rileggere mille volte, per esempio, mi fa diventare matta. O perdere minuti preziosi a spostare le virgole dentro una frase finché non suona bene, cambiare una parola con trecento sinonimi e maneggiare il testo come se dovesse andare in stampa dopo dieci minuti...
Sono atteggiamenti inconsci, strettamente legati al metodo di lavoro che uso in azienda, ma che non hanno alcuna utilità per la stesura del mio romanzo, anzi: mi stressano e basta.
Vorrei essere un po’ più brava a far convivere la Chiara impiegata con la Chiara scrittrice. Vorrei riconoscere entrambe queste anime come parte di me, ma non sempre ci riesco. Io so quale fra queste due nature mi appartiene davvero, l’altra è una costruzione sociale, soltanto un peso per il mio romanzo.

Eccesso di perfezionismo.
“Chiaretta bella, devi farti entrare in testa tre concetti fondamentali:
1) i romanzi che compri in libreria e su Amazon hanno un editor;
2) puoi rileggere un testo anche duecento volte, ma avrà sempre bisogno di essere revisionato a freddo;
3) quando scrivi il romanzo, l’ingegnere non c’è.”
Ecco: ripetermelo davanti allo specchio servirà a qualcosa?
Sono consapevole del fatto che, durante la prima stesura, un testo non si esprimerà mai al 100% delle proprie possibilità: serve un passo indietro per riuscire a valutare oggettivamente ciò che si è scritto.
Lo scorrere del tempo, inoltre, consente allo scrittore di sciogliere i nodi mentali che l’hanno inchiodato a soluzioni ready to use e di costruire nuovi schemi. L’accanimento terapeutico non resuscita i morti, ma una mente libera è terreno fertile per nuove idee.

Senso di inadeguatezza.
Sebbene non abbia ancora pubblicato alcun romanzo, in quest’anno e mezzo nessun follower mi ha fatto sentire “meno scrittrice degli altri”; la mia opinione è sempre stata ascoltata e rispettata come quella di chi ha alle spalle una carriera più lunga e proficua. La vostra stima mi lusinga molto, ma al contempo mi fa sentire un po’ in colpa: ho paura di non esserne all’altezza.
Il grillo parlante che mi passeggia sui neuroni a volte blatera che:
1) io non merito la vostra fiducia perché la stesura del mio romanzo sta diventando un mutuo;
2) ho progettato un’opera troppo ambiziosa per le mie capacità;
3) se non mi do una mossa, pubblicherò la mia prima opera quando sarò già nella tomba;
4) a causa dei miei impegni di lavoro, il calendario editoriale del blog è incostante;
5) per questo motivo, AAM è gestito un po’ à la belin di cane, come dicono qui in Liguria.
Se esistesse un Nobel per l’autocommiserazione lo vincerei: a cosa mi serve questo mugugno?
non ho mai cercato di vendervi il mio blog o il romanzo che ho in cantiere come qualcosa di diverso da ciò che sono, ovvero gli esperimenti di una principiante che timbra il cartellino tutti i giorni e a volte non ha nemmeno il tempo per mangiare. Non ho mai fissato dead-line o fatto promesse a lungo termine e sono sempre stata  onesta sulla mia reale situazione. Nonostante ciò, voi siete ancora qui perché mi apprezzate: forse dovrei smetterla di sentirmi in debito e rinforzare il mio senso di gratitudine.

Paura di sembrare vanagloriosa.
Questo punto rappresenta l’altro lato della medaglia quello precedente.
Sono una persona piuttosto lunatica.  A volte tendo a sminuirmi; altre invece penso che il mio lavoro abbia un valore, ma non lo dico per paura di sembrare “una che se la tira”.
Come reagireste davanti all’entusiasmo sincero che nutre il rapporto con il mio romanzo?
Come reagireste se dicessi che penso si tratti di una storia molto bella?
E se dicessi che, nonostante lo stile ancora un po’ acerbo, penso di non scrivere proprio malissimo?
Non c’è niente di male nel riconoscere di avere delle capacità. Le mie devono essere ancora nutrite, però esistono e voglio farle fiorire. Non mi considero una professionista, ma lo voglio diventare. Convincermi di poterlo fare è il primo passo per riuscirci (ricordate il metodo del “vivere come se”?), quindi non devo vergognarmi dei miei barlumi di autostima: se non ci fossero, non potrei andare da nessuna parte.

Inquietudine per la mia lentezza.
Ne parlavo proprio oggi con una mia amica: il fatto che mi ci voglia ancora del tempo prima di concludere il romanzo è causa di grande agitazione. Non mi sono mai demoralizzata a tal punto da mollare tutto, ma spesso ho considerato l’eventualità di dedicarmi a un’opera più soft, per rimandare un progetto così importante a quando avrò più tempo da dedicarvi e più esperienza per poterlo gestire. Sono ancora qui, però: tengo moltissimo a questa storia e non voglio abbandonarla.
Mi piacerebbe avere un carattere un po’ più paziente e non farmi spaventare dallo scorrere del tempo. Dopo tutto, come dice il mio maestro reiki, l’erba cresce senza fretta, e se mi concentro sulla meta rischio di perdere di vista il percorso. D’ora in poi cercherò di godermi il viaggio.

Lamentele per la carenza di tempo.
Da quando ho iniziato a lavorare al romanzo e ho aperto il blog, il mio rapporto con il tempo è diventato ossessivo. Sono sempre di corsa per poter trovare mezz’ora da dedicare alla scrittura, ogni rallentamento mi fa impazzire: una volta mi sono messa a piangere in macchina perché un cantiere mi ha obbligato a cambiare strada e sono arrivata a casa mezz’ora dopo... Se mi sento troppo stanca per stare al pc e preferisco cazzeggiare, mi rimprovero: “ecco, avresti potuto farlo e non lo fai”. E se qualcuno mi telefona durante uno dei miei momenti creativi rischia di essere trattato in malo modo.
 Sono un po’ stufa di vivere in balia delle onde, sempre schiacciata fra forze contrastanti. Da un lato, c’è una storia che sgomita dentro di me e chiede attenzioni; dall’altro, la realtà che ricaccia indietro le idee alla ricerca del momento opportuno per poterle esprimere. Mi piacerebbe poter gestire autonomamente la mia creatività senza farmi manovrare dall’orologio, scrivere quando mi sento ispirata e non quando ho dieci minuti liberi. Ma autocommiserarmi a causa dei miei tremila impegni mi serve ad avere più tempo? Ovviamente no. Al contrario, fra sembrare la routine ancor più pesante di quella che è.

Il lancio della patata bollente.
Qualcuno di questi punti ci accomuna, o sono l’unica paranoica?
Quali sono gli aspetti della vostra scrittura che vorreste lasciare nel 2015?


COMUNICAZIONE DI SERVIZIO. 
Il prossimo aggiornamento sarà mercoledì 30 dicembre, perché giovedì tutti i lettori saranno immersi nei preparativi per il capodanno. 
Dal 7 gennaio, riprenderà sicuramente la pubblicazione ogni giovedì; mentre per il lunedì sto studiando una rubrica da alternare ai guest-post. 
Nel frattempo, BUONE FESTE A TUTTI

Commenti

  1. Nel 2016 devo assolutamente cercare di vendere i miei prodotti. Non sono capolavori, né diventeranno dei classici, ma non ho più voglia di vedere opere di scarso valore, superarmi. Certo, ci vuole tempo e non è che io ne abbia molto, e inoltre devo scrivere la terza raccolta di racconti. Ma alle mie storie devo dare ciò che meritano. Staremo a vedere...

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    1. Giustissimo! :-)
      Quindi cosa lasci? L'inerzia? La paura?
      Sembra un giochino stupido, ma comprendendo la natura degli impedimenti l'obiettivo è meglio indirizzato! Buon Natale!

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  2. E se ti dicessi che tutte queste tue preoccupazioni ti rendono simile, se non identica, a tutti noi? Anch’io ho un rapporto ossessivo con il tempo; anch’io non amo sprecarlo se posso dedicarlo alla scrittura e tratto malissimo chiunque si interponga tra me e i miei momenti “creativi”; anch’io vorrei poter dedicare più tempo alla scrittura... Non cado in auto-commiserazione, ma è l’unico tratto caratteriale che ci distingue. Buon Natale Chiara, e buone feste. :)

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    1. Ecco, hai individuato la differenza: io in autocommiserazione ci cado. É lì che nasce il problema. :)
      Buon Natale a te!

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  3. Forse potresti valutare serenamene se qualcosa nella tua vita che può essere ridimensionato se non eliminato. Del resto siamo tutti fagocitati da orari e stress. Un mio caro amico era stressatissimo dal percorso casa-lavoro, che per me non era così lungo, ma lui lo viveva malissimo. Morale c’era sfitto un appartamento sopra l’ufficio e si è trasferito, wow ora ha solo una scala da fare, durante la pausa pranzo può persino fare una lavatrice, eh, no c’è un problema. Poteva fare queste cose, è durata qualche anno, ma da poco ha cambiato lavoro, è più lontano di prima.
    Insomma tutti studiamo strategia guadagna tempo. Io non sono meglio di altri, ma ho scritto un romanzo di 300 pagine con un editore che mi stressava tantissimo mentre accompagnavo mio padre all’ultimo viaggio. Durissima? Sì. Fattibile? Be’ l’ho fatto. Per il 2016 ho in programma di pubblicare 3 romanzi, o forse 2 se il primo uscirà entro la fine di quest’anno. Sì, hai letto bene, se troverò un editore bene, altrimenti non si aspetta più, e il self sarà la mia via. Perché il bello, cara Chiara, è quando le storie vengono lette, giusto essere precisi, sappiamo bene quanto la sciatteria nei testi abbia ammazzato la buona narrativa, ma forse hai bisogno di una svolta nella stesura del romanzo. In ogni caso ti auguro di stare bene a Natale, col romanzo, con il blog e insomma in ogni scampolo e angolo di giornate. Auguri auguri festosi Sandra

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    1. Esiste una serena via di mezzo fra pigboleria e sciatteria. In questo momento ho bisogno di scrivere e basta, senza troppe paturnie: questa é la sola svolta che mi serve per la stesura di un romanzo che ha buone possibilità (pareri esterni, non mio) anche a livello editoriale. Il problema non è fuori, é dentro. Dipende da quanto uno crede in se stesso: è questo che consente l'abbattimento di ogni limite.
      Hai fatto bene a considerare l'idea del self. Nemmeno io l'ho mai completamente esclusa.
      Auguri anche a te! :)

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  4. 1) Chiara, scrivi di seguito fregandotene della punteggiatura. Fa come faccio io: la scrittura è come un gomitolo di spago che tieni in mano. Tu lancialo in avanti e seguilo; quando si ferma raccoglilo in un nuovo gomitolo e guarda dove è arrivato e se il traguardo corrisponde a quello che ti proponevi tu. Se è così bene, altrimenti ritorna indietro e rilancialo. Una volta toccato il lido da te voluto, scaglialo di nuovo lontano e inseguilo. Finché arrivi alla fine della tua storia.
    Dopo piantala lì per una settimana o due, poi lo riprendi dalla prima riga e fai le correzioni che vuoi e curi la punteggiatura.
    2) Ci sarà sempre bisogno di un editor, uno che dal di fuori vede meglio ciò che tu non riesci a vedere.
    3) Il senso di ineguatezza è il senso critico che ognuno di noi scriventi -non ho apposta detto scrittori- dobbiamo avere per non gonfiarci troppo.
    4)Vanagloria? La chiamerei sana coscienza dei propri valori, Chiara. E poi una certa arroganza, quella buona, che fa tanto bene e che ci occorre per superare certe paure.
    5)Lentezza? Per concludere il mio primo romanzo io ci ho messo quattro anni, per 200 pagine dattiloscritte. Ma quale lentezza.
    6)Non trovo mai il tempo di scrivere né quello di dipingere. Allora sai che faccio? Me ne frego del tempo. Butto via l'orologio e faccio tutto quello che mi va di fare, cioè scrivere o dipingere e che AnnaMaria strilli quello che vuole, che quando sono al lavoro non mangio, non bevo e non faccio pipì.

    Come vedi parecchi sono i punti che ci accomunano.
    Io non ne voglio lasciare nessuno, mi vanno bene tutti e me li tengo.

    Buone feste a te e alla tua famiglia.

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    1. Ciao Vincenzo, grazie dei suggerimenti. A dire il vero, faccio la prima stesura di ogni scena esattamente come te: di getto e senza curarmi neanche della punteggiatura. Però subito dopo ne faccio una seconda più meditata... e li iniziano i dolori! Ora sto cercando di essere più flessibile e demandare tutto alla revisione finale, oppure aspettare una settimana o due come suggerisci tu. Essendo una pivellina devo ancora trovare un buon metodo.

      Tanti auguri di cuore a te e famiglia. :)

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    2. In un abbraccio vigoroso ti esprimo tutta la mia solidarietà, cara la mia neofita, e ti faccio i miei più sentiti auguri per il Natale.

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  5. Paura di sembrare vanagloriosa.

    Ecco: in settembre, rileggendo il romanzo che ho riscritto quest'estate (terza riscrittura) ho pensato che era uno dei libri più belli che avessi letto negli ultimi dieci anni. Se tu sei vanagloriosa, io sono... No, non dirmelo. Non lo voglio sapere :)

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    1. Secondo me al quarto o quinto romanzo uno può permettersi di tirarsela un po'. Io invece devo ancora macinare un po' di strada.
      Buone feste a te! :)

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  6. La tua consapevolezza di te stessa ti sarà di grande aiuto nella vita, perché qualsiasi ostacolo troverai saprai sempre affrontarlo apertamente, armata dei tuoi pregi e in guardia dalle tue debolezze.

    Anch'io soffro sempre del tempo che non c'è, sono quattro giorni che non riesco a scrivere e ho già la fregola, sono irritabile e mi sento incompleta. Temo che sia il destino di ogni scrittore. L'anno scorso riuscivo a ritagliarmi uno spazio mentale in cui pensare alla trama e ai personaggi mentre facevo qualsiasi cosa, in questo modo non perdevo tempo e mi sentivo meglio. Ultimamente il mio povero cervellino è troppo fritto per pensare a cosa fare da cena, figuriamoci se riesco a concentrarmi sul romanzo!

    Auguri e incrociamo le dita che il 2016 sia un anno pieno di scrittura e soddisfazioni! Un abbraccio

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    1. Questa capacità di autoanalisi è il frutto di un lavoro su me stessa che dura ormai da anni. Non è cosa semplice perché il mentale ci vincola all'ego e alle nostre paure; però molto importante per crescere e riuscire a stare bene.

      Per quel che riguarda il tempo, se io non lavorassi sarei prolifica come Stephen King. Se ho tre giorni di mutua, sono già sufficienti a far avanzare il romanzo. É per questo che mi incazzo tanto! :)

      Auguri di cuore, Lisa!

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  7. Nel 2016 voglio dedicare più tempo a scrivere e basta (e a leggere). Se si trova il tempo per fare le cose, il resto viene da sé... E poi, voglio lasciarmi alle spalle le ansie e la sfiducia degli ultimi mesi

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    1. Per vincere l'ansia e ritrovare fiducia occorre concentrarsi su ciò che c'è di buono. Io ci sono passata. Nei momenti di malinconia facevo un elenco degli aspetti positivi nella mia vita, e ora sto molto meglio. In bocca al lupo! :)

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  8. Guarda, a meno che uno non abbia un'autostima così elevata da vantarsi che Dio gli chiede consiglio prima di fare qualcosa, in genere noi scribacchini abbiamo tutti, chi più chi meno, le incertezze che hai descritto. La difficoltà nell'editare "in autarchia", la paura di essere troppo pieno di me se rileggendolo penso "Beh, sta venendo bene"... Sono tutti mali tipici della nostra categoria, credimi.
    Quindi, buon natale, buon anno e... ad maiora!

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  9. Bella l'idea di liberarsi dei pesi inutili. I punti 2 e 3 sono anche i miei. A volte il grillo parlante è proprio fastidioso, ma ci provo a scacciarlo :)
    Buon Natale e un caro abbraccio!

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    1. Ho sempre pensato che io e te abbiamo una base caratteriale simile. Siamo due insicure! :)

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  10. I tuoi mi sembrano ottimi propositi!
    Io nel 2016 vorrei concludere tante cose, al punto che ho paura di mettere troppa aspettativa in quest'anno che verrà. Dovrà esserci il concorso per entrare di ruolo come prof, il romanzo di cui deve fare la seconda stesura (inizierò il 27, credo) e l'altra cosa tanto tanto importante. Potrebbe non concretizzarsi niente e solo il pensiero mi paralizza, sopratutto l'impressione che per molte cose la mia parte l'ho più o meno fatta, il resto sta al caso e al giudizio altrui... Quindi il buon proposito è essere un po' più buona con me stessa e affidarmi al flusso delle cose senza sensi di colpa.

    Un caro augurio di buon Natale e buone feste a te e ai tuoi cari!

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    1. Farai una nuova stesura del romanzo? A me piaceva molto anche così. Spero che tu mi voglia ancora come lettrice! :)

      In bocca al lupo per entrambe le cose, soprattutto la seconda! L'importante è essere consapevoli di aver fatto del proprio meglio, a prescindere sai risultati. Un caro abbraccio

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  11. Auguri, Chiara, di buon Natale e buona scrittura.

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  12. Buon Natale e goditi questo periodo di meritato riposo insieme a coloro che ami!

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  13. Condivido quasi tutti i punti, eccetto il primo: io forse di creatività ne ho anche troppa e vorrei sfogarla tutta velocemente, ma non avendo tantissimo tempo, ed essendo anche un po' pigro, non ce la faccio, ed è frustrante. Ho invece tutte le altre ansie, e anche di più: guardando avanti, ho paura che il mio romanzo rimarrà nel metaforico cassetto perché nessuno vorrà pubblicarlo, oppure che sarà pubblicato ma non valorizzato, e nessuno lo leggerà. Sarebbe bello lasciarmi tutte queste angosce dietro, ma temo proprio che mi accompagneranno anche nel 2016 :) .

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    1. Anche io ho creatività da vendere, ma a volte è la mia mente che non riesce a esprimerla come si deve, specie nei momenti di maggiore stanchezza.

      Se nessuno vuole pubblicarti, c'è sempre il self! Ci hai mai pensato? Piuttosto che lasciare il romanzo nel cassetto opterei per quella soluzione.

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    2. Ovviamente so che c'è il self, e ci ho pensato molto bene. Sarebbe stata la mia prima scelta, ma non ho i soldi per l'editing e per una promozione professionale, e senza questi ha poco senso pubblicare, almeno a mio avviso :) .

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  14. Non sei l'unica paranoica. La paranoia è la mia più fedele amica. Peccato che io la trovi alquanto irritante. Ecco, nel 2016 mi piacerebbe creare un bel rapporto con la stima. E la fiducia. E lo sbattersene le cosiddette un po' di tutto.
    Auguri cara. :)

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    1. Tre propositi che condivido appieno. Chi nasce tondo può diventare quadrato. Eccome se può ;)

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  15. Il rapporto ossessivo con il tempo ci accomuna, del resto visto che per la maggior parte della giornata lavoriamo e dobbiamo scrivere quando tutte le nostre migliori energie sono già state utilizzate penso sia inevitabile. Tu sei brava perché scrivi molto anche sul blog con dei post molto ben strutturati. Io ho scelto di pubblicare un solo post a settimana e senza un filo conduttore obbligatorio, seguire il mio blog mi piace ma cerco di dare priorità alla scrittura del romanzo (che tra l'altro in questo momento langue un po' sempre per mancanza di tempo). Nel 2016 voglio strutturare meglio le mie giornate per scrivere con più costanza e metodicità. Unico proposito non ne faccio altri. Buon Natale Chiara con affetto sincero

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    1. Scusami se la mia risposta arriva con un po' di ritardo, ma sono state giornate molto impegnative.

      Anche io aggiorno in media una volta a settimana. Avere una scadenza mi aiuta a organizzare meglio il mio tempo. I post sono approfonditi e strutturati perché non posso farne a meno: o una cosa è fatta come si deve, oppure preferisco non farla. (e questo spiega anche la voce "minor pignoleria":-D)

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    2. P.S. Ormai il Natale è passato, ma Buone feste!

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  16. Cara Chiara, il tuo blog è un posto molto accogliente, dove sento di avere spazio e tranquillità... anche se non sei ancora una scrittrice ufficializzata dalla pubblicazione di un romanzo, hai sicuramente degli assi nella manica per esser riuscita a creare e mantenere un blog così ;-). Il tempo è un problema, la pigrizia pure, che dire? Anch'io parto la mattina, se ce l'ho in teoria libera, e dico stamattina scrivo, poi pigrizia o mancanza di tempo che sia succede qualcosa per cui mi siedo a scrivere verso le otto... di sera! X l'autostima non ci provo neanche più... anche perchè la prosa non è la mia materia, sono stata sempre per piccoli componimenti brevi. Comunque io scrivo, se penso che qualcosa debba restare lo scrivo, pubblicare è un problema che forse non affronterò mai! L'importante è scrivere... cerco di ripetermelo per autosuggestionarmi, provate anche voi, funziona anche in medicina... Buone feste!!

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    1. "L'importante è scrivere".. sarebbe bello riuscire a pensare così. Io forse ho troppe aspettative. Per me l'importante non è scrivere, ma raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata, riguardo la scrittura. Non si tratta di ego, ma di un sogno profondo che nasce dall'anima... :)

      Ti ringrazio di cuore per i complimenti. Sono contenta che tu creda possa avere delle possibilità.

      Un abbraccio e buone feste!

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  17. Ti faccio tutti i miei auguri, Chiara, per i tuoi propositi e per tutto il resto! Un abbraccio. :)

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  18. Credo mi possa accomunare un eccesso di perfezionismo (sono uno di quelli che limano molto sia racconti che post, ma in fondo solo nelle ultime stesure) e il senso di inadeguatezza (ma poi mi rispondo sempre che in fondo si vede di peggio, e che anche nel lavoro diciamo che se non sono bravo almeno ho i miei momenti buoni).
    Sereno Natale e buone festività.

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    1. Anche io mi consolo quando in giro leggo certe boiate, ma ciò non mi rende meno pignola, anzi... A volte penso: "magari anche loro pensavano di aver fatto bene"!
      Buon anno a te! :)

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  19. Non ci ho pensato a cosa lasciare della mia scrittura, però forse rientra nei buoni propositi che ho scritto. Del tuo elenco credo ci siano aspetti comuni a tutti, alla fine, quindi non mi preoccuperei.
    Buone feste :)

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    1. Sì, forse hai ragione. Siamo molto più simili agli altri di quanto non pensiamo! :)

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