Farneticazioni di fine e inizio anno.
Alcuni cambiamenti sono così lenti che non te ne accorgi.
Altri sono così veloci che non si accorgono di te.
(Ashley Brillant)
Mi sarebbe piaciuto scrivere un post un po’ più corposo per salutare un anno strano come il 2015, ma le circostanze nell’ultima settimana non sono state molto favorevoli.
Sicuramente vi siete accorti che nell’ultima
settimana sono scomparsa dalla blogosfera e solo oggi mi sono degnata di
scendere dal trono per lasciare qualche saluto in giro. Dopo aver spento le
luci nel bunker, mi sono accorta di voler trascorrere davanti al computer solo
il tempo necessario per procedere con la stesura del romanzo. Per il resto ho
comprato regali, visto gli amici, partecipato a una quantità infinita di pranzi
e cene in famiglia, trascorso il mio tempo con il marito e la cognatina tredicenne
arrivata da Milano. Ho praticato un po’ di sport e svolto mille faccende
domestiche, riordino dell’armadietto in bagno compreso. In alcuni momenti ho
addirittura pensato: “potrei anticipare il rientro in ufficio, così mi riposo
un po’!”
Poi, il giorno di Santo Stefano mi sono ammalata,
sapete?
Non avevo preso freddo, però. Non avevo fatto indigestione
o contratto qualche virus. I picchi di febbre alta apparentemente privi di
causa rappresentano l’autodifesa dell’organismo quando il legittimo
proprietario lo maltratta, dice il mio manuale di psicosomatica. Solo costretta
a letto mi sono accorta che negli ultimi mesi (o anni) ho tirato troppo la corda.
Mentre ero svaccata in mezzo ai cuscini, pensavo che da tempo non riuscivo a
concedermi qualche ora di assoluto riposo. Anche nei weekend o durante le
vacanze avevo sempre qualcosa da fare, in una costante corsa contro il tempo. La
mia mente laboriosa non andava mai in vacanza, mangiavo poco, dormivo male, e cinque
giorni fa ho tirato il botto.
Ora va un po’ meglio. Ho trasformato tre giorni di ferie
in tre giorni di mutua per poterli recuperare in seguito. Ho pensato A ME, solo
a me e nient’altro che a me e alla tachipirina. Per fortuna da qualche ora sono
senza febbre. Domani, imbacuccata come l’omino Michelin, mi trasferirò nella
mia casa in Piemonte dove intendo trascorrere qualche giorno al calduccio, con
gli amici prima e con il mio romanzo poi (il medico ha detto che posso). Nel
frattempo rifletterò un po’ sulla mia situazione sperando di riuscire a
prendere decisioni concrete.
Sto studiando un modo per uscire da una galera le cui
sbarre sono rafforzate dalla mia stessa mente.
È inevitabile che nel 2016 ci saranno dei cambiamenti:
altri rami secchi, potati senza pietà.
Non posso continuare a soffrire per situazioni che
non cambieranno mai. E non posso nemmeno condannarmi a una routine che
costantemente umilia le mie ambizioni. Ho impiegato un po’ di tempo per trovare
la mia strada. Sono caduta, mi sono rialzata, ho accumulato rimpianti e
rimorsi. Ora però l’obiettivo è chiaro: non devo far altro che preparare lo
zaino e mettermi in marcia.
È giunto il momento per concedermi il lusso di essere
chi sono.
Noi umani perdiamo un sacco di tempo a desiderare
qualcosa che non c’è, senza renderci conto che il futuro è già qui. Spesso
associamo la felicità alla meta, non alla strada. Ma la felicità è dentro di
noi: se vogliamo possiamo sperimentare quotidianamente una sensazione di
benessere e appagamento. Per riuscirci però dobbiamo rinunciare a una fetta di riconoscimento
sociale e assecondare la nostra vera natura.
Cosa ci sta chiedendo la nostra anima?
Qual è il nostro scopo, qui sulla terra?
Quale attività può portare gioia a noi e aiutare gli
altri?
Insegnare? Giocare a calcio? Guarire i malati? Costruire
case?
Qualunque cosa sia, facciamola! Facciamola senza il
timore di deludere qualcuno!
Viviamo in un sistema che pretende di far volare i
pesci. Le mete ambite sono le stesse per tutti: ce le fanno desiderare fin da
quando siamo bambini. Il contratto a tempo indeterminato, la poltrona da
dirigente, le ferie ad agosto. Se qualcuno prova a ribellarsi a ciò che il senso comune ritiene buono e giusto è accusato di essere un frignone o un viziato: la lamentela è considerata un affronto alla fortuna di essere nati nel mondo occidentale. L'ansia da frustrazione è socialmente ostracizzata.
Ma vogliamo davvero arrivare là, dove tutti
ambiscono a stare? Non sarebbe molto meglio creare dei traguardi su misura che
rispecchino i nostri reali desideri?
Abituati come siamo ad accettare la realtà, essere felici costa una fatica immensa. Ci vuole coraggio per inseguire un
sogno. E non tutti sono pronti. Neanch'io, forse. Ma ci voglio provare. E voi?
BUON ANNO, cari follower!
La tachipirina ringrazierà...! :)
RispondiEliminaLa mia situazione ultimamente è pericolosamente simile. Per la prima volta in dodici anni non ho voglia di rientrare in ufficio. Non mi era mai successo prima. Ma non lo vedo come un sintomo di malessere, ma di maturità. La nostra presenza in un dato luogo (posizione, ambiente, eccetera) ha fatto il suo corso e adesso siamo pronti per andare da qualche altra parte.
Nei film è sempre tutto molto facile: decidi e vai. Nei romanzi, il narratore si premura di rendere questo travaglio un po’ più problematico, ma poi rispetta la scaletta preconfezionata. Nella vita vera, invece, è tutto più difficile.
Quale cambiamento può portare felicità nella nostra vita? Questa è una bella domanda, Chiara. Come sempre, hai il dono di sintetizzare le domande più importanti. Non so ancora rispondere, ma un’idea me la sono fatta... Anch’io voglio provarci!
Buon 2016, Chiara. Che ti conceda quei cambiamenti di cui senti il bisogno.
Arrivo un po' in ritardo, stavolta, con i commenti perché ero fuori Sanremo. Ti ringrazio per i complimenti.
EliminaAnche io penso che le crisi siano necessarie, perché ci mettono davanti alla necessità di un cambiamento finalizzato ad avvicinarci un po' di più al nostro scopo di vita. Al giorno d'oggi è impensabile l'idea di trascorrere trent'anni nello stesso posto: la postmodernità ci rende liquidi e costantemente bisognosi di esperienze nuove. Io non so dove mi porterà la vita, ma so che non voglio ammuffire più. Questo è già un punto di partenza, forse!
Buon anno di nuovo! :)
Buon 2016 intanto. Proviamoci, orsù ;)
RispondiEliminaBuon anno! :)
EliminaAZZ. Mi spiace assai per la malattia, però dai, Natale e Capodanno sono salvi. Ti auguro di realizzare ciò che vuoi in questo nuovo anno che ormai è già sulla soglia. Sono Sandra quella dei libri, ho ritrovato il mio vecchio account Google, sperduto. Un abbraccione e grazie per la telefonata. Dai che nel 2016 ci vedremo di sicuro. E prendiamoci il presente, è solo nostro
RispondiEliminaSapevo che eri tu: se non ricordo male, avevi già utilizzato questo account in passato.
EliminaAnche a me ha fatto piacere sentire te e Marina; sono stata io a proporglielo. Spero di venire presto a Milano. Quando sarà, ci vedremo sicuramente. :)
Tanti auguri!
Un bacio, Chiara!
RispondiEliminaUN OTTIMO INIZIO DI ANNO NUOVO... senza tachipirina! :)
Ricambio il bacio.
EliminaA breve ti arriverà qualcosa... ;)
Buon anno a te e un abbraccio forte :-*
RispondiEliminaBuon anno! :)
EliminaLa felicità è dentro di noi, dici bene, solo che a volte ci manca il coraggio per afferrarla. Ti auguro di realizzare nel 2016 quello che sogni e che ti sei prefissa. Nella vita è davvero importante provarci, solo così vale la pena di essere vissuta, lo credo fermamente. In bocca al lupo Chiara :)
RispondiEliminaè l'aspettativa (nostra, degli altri, del sistema) a tenerci lontano dalla felicità. Quando ci preoccupiamo più di essere conformi che di essere felici nascono i problemi... anche molto seri! :-)
EliminaCrepi il lupo!
Buon 2016, Chiara!
RispondiEliminaBuon anno! :)
EliminaBuon anno e buona realizzazione di sogni!
RispondiEliminaBuon anno e... speriamo bene!
EliminaRudolf Steiner dice che molto differenti sono le azioni compiute sotto l'impulso dell'amore; tutt'altra cosa agire semplicemente per senso del dovere, per convenzione o decoro. Io penso che molto spesso ci dimentichiamo di questa semplice verità.
RispondiEliminaBuona guarigione e buon 2016!
Verissimo! Sulla scia di questo pensiero, Marchesi sostiene che il contrario dell'amore non è l'odio ma la paura, perchè ci tiene lontano dalla verità e dalla nostra vera natura. :-)
EliminaUn abbraccio, buon anno!
Un augurio favoloso per il 2016:
RispondiEliminasalute, salute, salute, serenità, serenità, serenità e tanta felicità.
E i soldi dove li mettiamo? :-)
EliminaScherzo! Grazie di cuore!
Io lo dico sempre, per scherzo ma un po' anche sul serio, che un giorno i miei famigliari troveranno un biglietto in cui spiego che mi sono preso una settimana di vacanza "da tutto".
RispondiEliminaBuon anno!
Una settimana è poco... mi ci vorrebbero tre mesi, minimo! :)
EliminaBuon anno!
Buon 2016
RispondiEliminaE proviamo, tutti insieme, ad essere chi vorremmo essere!
Siamo un team: ci daremo una mano a vicenda! :)
EliminaDomande profonde... stimolanti... impossibili da soddisfare! :D
RispondiEliminaBuon anno cara! E buona guarigione!
Nothing is impossible!!!! :-D
EliminaBuon anno!
Mi sembra che ammalarti ti abbia fatto bene, Chiara! O avevi le idee così chiare anche prima? Mi sembra che tu abbia detto delle grandi verità: la scelta tra essere ciò che davvero siamo e accontentarci di quello che passa (o impone) il convento non si lascia mettere da parte facilmente. Il coraggio può cambiare tante cose. Tanti auguri, per tutto! :)
RispondiEliminaLe idee chiare forse ci sono da mesi: dovevo solo renderle tangibili e comprendere i miei desideri reali. Ringrazio solo di essere ancora in tempo! :)
EliminaAuguri di cuore anche a te!
Qui tutti che si ammalano... :)
RispondiEliminaAuguri per i tuoi progetti e buon anno. Concordo che bisogna seguire la propria strada fregandosene delle delusioni degli altri. La vita appartiene a chi la vive.
è inverno: normale ammalarsi, forse. :)
EliminaGrazie per gli auguri... contraccambio!
Ciao Chiara, auguri a te e a tutti gli altri followers per l'anno nuovo. Che dilemma più che amletico... anzi, è proprio amletico. Essere o non essere, in un certo senso... Mi colpisce che intitoli questo blog "farneticazioni", e che poi definisci "lusso" essere ciò che si è... Sia chiaro che concordo parecchio, ma mi sarebbe piaciuto, anche per incoraggiamento, che "lusso" fosse stato "diritto", e che non ti sembrassero farneticazioni, le riflessioni che hai fatto... Ma ahimè, credo tu abbia azzeccato parecchio entrambi i sostantivi! Comunque anch'io faccio spesso di questi propositi... a volte li seguo, e non saprei come definire le situazioni in cui vado a incastrarmi. Mica facile la vita. Mah, speriamo nel 2016!
RispondiElimina"Essere ciò che si è" non sarebbe un lusso se la gente non lo rendesse tale. Lo è diventato, perché fin da piccoli ci insegnano a soddisfarre le aspettative anziché le nostre esigenze.
EliminaParlo di "farneticazioni" non con un'accezione negativa, ma perchè il post è stato scritto di getto e non riletto. Ascoltando la mia voce interiore, mi vedevo come Beppe Grillo sul pulpito! Ciò nonostante, credo fortemente in ciò che ho scritto! :-)
Buon anno!