Work in progress - piccoli tentennamenti creativi.


Se poniamo a confronto il fiume e la roccia, il fiume vince sempre.
Non per la sua forza, ma per la sua perseveranza.
(Buddha)

Come ho evidenziato nel post di lunedì scorso "L'ego dello scrittore frainsicurezza e vanagloria", la percezione del mio valore di scrittrice è ancora sostanzialmente altalenante. Probabilmente ciò dipende dal fatto che sto facendo molto esercizio. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo. Non faccio in tempo a sviluppare una nuova competenza tecnica che subito è rimpiazzata da qualche altro concetto meritevole di essere studiato e approfondito, in un eterno meccanismo hegeliano di tesi, antitesi e sintesi.
Da buona bilancia – e operatrice reiki – cerco l’equilibrio. Ciò nonostante, a volte trovarlo è una vera utopia.
In particolare, nell’ultimo periodo mi sento decisamente confusa, non solo sotto il profilo creativo. Mi sto impegnando al massimo nel mio lavoro (quello “vero”, intendo) perché mi sono resa conto di essermi fatta fagocitare da alcune problematiche relazionali che hanno tolto verve al mio operato. Sto cercando di trovare una mia collocazione e di darmi degli obiettivi. Arrivo la sera stanca morta e spesso non riesco a scrivere perché, dopo otto ore al computer, ho una sorta di rifiuto. Ieri ho addirittura guardato la tv, perché ero stremata. I miei processi mentali erano lenti come quelli di un bradipo. Anche un film sarebbe stato troppo impegnativo. E oggi anche il mio corpo mi ha tradito: ho preso l’influenza e sto scrivendo dal letto.
Non è il momento migliore, vero, per parlare di Bauman post-modernità? Qui vicino a me c’è la mia tesi di laurea, con la sua bella copertina rossa. Ieri sera, mentre spolveravo, mi sono messa a sfogliarla e ho trovato uno spunto interessante per un articolo. Però sono un po’ stravolta e non c’è niente di meglio che un libero sfogo per fare un po’ di chiarezza. La serietà è rimandata a data da destinarsi: voglio parlarvi di nuovo del cantiere aperto sulla prima stesura, nella speranza che possiate darmi qualche consiglio utile per risolvere alcune problematiche e procedere a passo più spedito.
 La mia impressione è questa: nella stesura del mio romanzo, sto facendo un po’ di casino. Il problema è che non si tratta più della stessa opera che avevo progettato. È qualcosa di diverso; migliore rispetto a prima (di questo sono assolutamente convinta) ma che ha bisogno di una riorganizzazione. In questo momento ho troppa carne al fuoco. È come se due diversi romanzi convivessero in un unico progetto. Da  un lato il romanzo corale pensato all’inizio, dall’altro il percorso individuale del nuovo e unico protagonista emerso in fase di stesura.

In particolare, sento un gran bisogno di novità. Non di nuove storie, sia chiaro; ma di un nuovo modo per raccontare quella che ho per le mani. Ho voglia di idee nuove che portino una ventata di aria fresca e diano respiro alla mia trama, valorizzando il materiale  a mia disposizione e prendendo il posto di ciò che non mi è utile. In fondo, avviene così anche nella vita: ciò che ostacola la nostra evoluzione, va eliminato e rimpiazzato con qualcosa di meglio.  
La struttura di base del romanzo è già definita e questo mi fa sentire profondamente sollevata. Come accennavo qui, ho una suddivisione in quattro parti, una trama delineata nei suoi snodi fondamentali, con un “cuore” (un’unica frase che la riassume) e un’ “anima” (un quesito a cui rispondere). Ora occorre scendere nel particolare e capire cosa mi serve per rendere il percorso entusiasmante. Sia il mio, sia quello del lettore. Dal momento che ogni sezione ha un tema preciso, occorre domandarmi se gli episodi che ho scelto lo valorizzino al meglio o se sia meglio tagliare i rami secchi. Ottimizzare: questo è il mio diktat.  

In poche parole, ho voglia di rinnovare parte della scaletta e di inserire accadimenti nuovi,  perché sento che alcune vecchie idee si stanno arrugginendo, specialmente per quanto riguarda la prima sezione, momentaneamente in stand-by. La seconda invece mi esalta da morire, tant’è che mi sto dedicando a quella. Sto fissando lo scheletro, raccontando ciò che accade al protagonista e ai due comprimari. Poi mi collegherò al prima e al dopo, integrando le sotto-trame e limando ciò che non serve.
So che qualcuno potrebbe dirmi “non si lavora così”. Probabilmente ha anche ragione. Ma che ci posso fare se non vedo l’ora di avere un momento libero per poter scrivere? Questo desiderio ha la meglio sulla necessità di seguire l’ordine prestabilito. Dopo tutto, queste scene sono previste dalla scaletta e non credo saranno epurate. Per questo motivo, vale la pena di scriverle. Questo non mi eviterà un bagno di sangue in revisione, ma le mattanze non mi hanno mai spaventato.

Per quel che riguarda i personaggi, ne ho alcuni assolutamente intoccabili. Altri, invece, potrebbero essere sostituiti con qualcuno di più stimolante. L’altro giorno mentre cercavo di visualizzare il “cast” sono comparsi due volti nuovi ancora senza nome e senza ruolo. Ho osservato la loro espressione, il loro taglio di capelli, il loro modo di vestire. Ho ascoltato le parole che avevano da dirmi. Sento che hanno un compito da svolgere nella mia storia, ma non so ancora quale.
So che queste potrebbero sembrare forse le farneticazioni di una pazza, ma io credo molto nella mia intuizione. Ogni post per il blog e ogni scena che scrivo – compreso il racconto in 1000 caratteri – nasce dal lampo di un momento. Se rimugino su qualcosa troppo a lungo, significa che l’idea è sbagliata in partenza.
Ho anche chiaro chi dovrebbe/potrebbe essere licenziato dal suo lavoro di personaggio ma voglio trovare un sostituto valido. Forse dovrei prima decidere cosa succede e poi chi lo fa succedere. L’abitudine di partire dal fondo non sempre è utile. Questo è stato forse l’errore che ho fatto all’inizio: scegliere i personaggi prima di definire la storia. Ma, come si sul dire, sbagliando si impara. (Che alibi del menga!)

Vi faccio una confessione: a volte ho davvero paura di non farcela, ma continuo a scrivere.
Mi spaventa il tempo che impiegherò per concludere il romanzo. So che la stesura è ancora in alto mare e che dopo arriverà la revisione, e poi un’altra revisione, e poi… insomma, questa cosa mi fa venire le fregole, perché non sopporto la lentezza e i ritardi.
E mi spaventano i dubbi che periodicamente mi assalgono, anche se non riesco a considerarli del tutto negativi. Ogni crisi porta con sé un’opportunità; il progressivo passaggio dal caos all’ordine mi esalta e mi stimola ad andare avanti. È una cosa buona, no?
Scrivere. Scrivere. Scrivere.
Questa è l’unica strada che conosco per non bloccarmi. Solo in questo modo mantengo la confidenza con la storia e  il contatto telepatico con i miei personaggi.
Più volte ho pensato di congelare il mio lavoro e parcellizzare la trama con il metodo del fiocco di neve, prendendomi se è il caso anche due mesi di pausa dalla stesura vera e propria. Però mi conosco fin troppo bene: non servirebbe. E poi, parliamoci chiaro, ho voglia di scrivere. Quindi userò questo stratagemma ma, nel frattempo, proseguirò la redazione delle scene a cui sto lavorando. Non voglio fermarmi e non ne ho motivo. Progettazione e stesura, per me, possono proseguire di pari passo. Anzi, devono: è l’unico modus operandi che conosco, l’unico che si adatti al mio modo di essere. Se parcellizzo a priori l’intera trama, compresa la suddivisione in scene e capitoli, mi incaglio come il Titanic contro l’iceberg.
La mia creatività ha sempre tratto la propria forza dall’ improvvisazione. So che devo arrivare da A e B ma non so ancora come ci arriverò. E il non saperlo, tutto sommato, mi piace. È in questa nebbia scura che mi gioco la possibilità di inserire novità che mi facciano venire i brividi. E la mia creatività porta la luce.

Nonostante questo… che ansia, ragazzi miei!


Oggi, dal mio letto di dolore, farò un po’ di brain-storming. Probabilmente quando risponderò ai vostri commenti alcune risposte alle mie mille domande saranno già sorte. Nonostante ciò, sono disponibile ad accogliere qualunque tipo di consiglio, non tanto a livello di trama (visto che solo due persone sanno a grandi linee di cosa tratti il mio romanzo) ma più sul piano… umano, ecco! Il vostro sostegno e il vostro incoraggiamento sono sempre utilissimi. Se non ci foste voi, forse avrei già smesso.  

Commenti

  1. L'ansia fa parte della scrittura. È normale essere preoccupati, avere dubbi, pensare di non farcella. Ma alla fine scrivere un romanzo è solo portare avanti un puzzle, un pezzo per volta e poi tutto torna - o dovrebbe tornare - a posto.
    Secondo me chi scrive dovrebbe armarsi di una bella dose di menefreghismo. Cosa ha di diverso la scrittura creativa dalla costruzione di un veliero in scala? Niente, si tratta di seguire una traccia, un disegno, e di montare tutto.
    Se poi qualcosa va storto, se hai messo una vela di trinchetto dove ci andava una vela di boma (nomi esistenti, ma presi a caso), lavori in più per rimettere le cose a posto.

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    1. Sì forse hai ragione. Proprio oggi rileggendo la mia tesi di laurea di 294 pagine ho pensato : se ho fatto questo lavoro INCREDIBILE (perché credimi, era una ricerca sociologica veramente grossa) cosa vuoi che sia il romanzo? In fondo è solo questione di costanza e di volontà.Occorre fare un passo per volta e prendersi le giuste pause quando serve, ma con gli occhi ben puntati verso l'obiettivo.

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  2. Come raccontavo, da tre settimane non sto più scrivendo. La stesura della tesi di abilitazione mi ha succhiato ogni energia, perché si è sommata al lavoro e alla preparazione del corso di scrittura. In pratica a succhiato proprio quelle energie mentali che di solito dedicavo alla narrativa. Pace. Passerà. Quest'anno parteciperò a meno concorsi e credo che non pubblicherò nessun romanzo. Non ho intenzione di farne un dramma.
    Quando mi trovo nella tua situazione con un romanzo, invece, lo accantono per un attimo e mi dedico a un racconto diverso, con altri personaggi. Magari uno di questi vorrà entrare nel cast del romanzo, magari si prenota per una storia tutta sua. Intanto stacco, mi diverto, magari recupero autostima (se il racconto poi risulta pubblicabile da qualche parte o comunque piace ai miei lettori). Intanto mi sono ricaricata e di solito dopo lo stacco sono pronta a ripartire.

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    1. Ma il romanzo che hai scritto la scorsa estate è in stand-by o l'hai già revisionato? Ho perso il filo. :)
      Comunque, tornando in topic, anche io avevo pensato di dedicarmi anche ad altre scritture. Fossero anche lavori che posso buttar giù in un' ora, possono comunque aprire la mente e aiutare a vedere oltre. Un esempio stupido: quando ho scritto il raccontino del prete ho trovato uno snodo interessante per una scena un po' ostica. Il giorno dopo ho scritto 4000 parole!
      Potrei scrivere un racconto basato sui due personaggi che ho visualizzato. Chissà: magari riesco a scoprire chi sono e decido di buttarli dentro. :)
      Anche cambiare capitolo a volte è utile. Non importa se si fa un balzo in avanti assurdo nella storia. L'importante è evitare che la mente si blocchi e smetta di creare. Ora sto scrivendo alcune scene che ho in testa da qualche settimana e poi si vedrà. In linea di massima sto saltando di palo in frasca, dalla progettazione alla stesura, senza però staccare le dita dalla tastiera. Mi consola però vedere che - nonostante i miei mille tentennamenti - il lavoro del romanzo procede.
      P.S. Mi piacerebbe partecipare a qualche concorso per non rimaner bloccata su un unico progetto. :)

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  3. Non sono adatta a dare consigli, visto che anch'io sono alla ricerca di aiuto. Posso solo dirti quel che ho fatto io, nella mia unica esperienza di prima stesura terminata: ho lasciato perdere tutto e segnato le domande a cui non davo risposta, in una sorta di corsa al traguardo. Non avrei potuto fermarmi e riflettere, in quel momento. Dovevo solo andare avanti, col paraocchi. Il risultato è che ora mi trovo con un mare di dubbi e il panico di non riuscire a rispondere a tutti i quesiti irrisolti, però almeno ho un inizio e una fine e questo mi dà coraggio.
    A che punto sei della prima stesura? Sono tanti mesi che ci lavori, diresti che hai superato la metà? Sei a tre quarti dell'opera?

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    1. Eh, magari... purtroppo non sono nemmeno a metà a causa di un metodo di lavoro sbagliato all'inizio, che mi faceva procedere troppo lentamente. Inoltre per molti mesi ho scritto pochissimo, per mancanza di tempo. Non che adesso ne abbia, sia chiaro, ma almeno ho trovato un metodo che mi consente di procedere più velocemente. Ero inesperta e dovevo ancora trovare un metodo di lavoro adeguato. Ora va meglio, decisamente.
      Oggi che ero a casa sono andata un po' avanti un po' e ho anche definito meglio un po' di cose... rispetto a quando ho scritto il post (circa sette ore fa) mi sento leggermente più tranquilla. I dubbi ci sono ancora, ma anche la voglia di andare avanti. :)
      Il bello della scrittura è che, aprendo la mente, ogni dubbio si può sciogliere. Anche i tuoi. Quindi non aver paura! :)

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    2. Beh hai scelto una storia molto lunga se ricordo bene... quindi ci vuole il suo tempo. Ho visto che sei a caccia di concorsi, anch'io mi sto guardando intorno, se troviamo qualcosa di buono scambiamoci i link, please? :=)

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    3. Sì, la storia è lunga. E sento anche il bisogno di semplificarla un po'. Ma non è tanto questo a rallentarmi. Quando ho iniziato a scrivere ero piuttosto insicura e perdevo un sacco di tempo a leggere e rileggere ogni singola frase, rischiando di impoverire il testo. Ora fortunatamente non è più così. E sono sicura che i ritmi accelereranno.
      Okay per lo scambio di link: volentieri. :)

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  4. L'unico consiglio che posso darti è la massima "writing is rewriting". La stessa cosa può dover essere riscritta decine di volte, editata, corretta. Quindi, non spaventarti, anzi, adotta la tecnica del viaggio senza una meta: tu non devi avere una data prefissata di arrivo (almeno finché non diventi una professionista ;-), la stesura deve essere vissuta come una passeggiata rilassante :-)

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    1. Penso sia un consiglio valido, anche perché una delle cose più pericolose, secondo me, è mettersi a leggere e rileggere la prima stesura mille volte. :)

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  5. Il tuo post mi ha fatto venire in mente il lavoro che ho fatto io ai tempi della revisione del mio romanzo. Avevo buttato giù la trama, la storia filava, i personaggi mi erano chiari, poi ho messo il lavoro da parte per un lungo periodo e ,sai, l'ispirazione è una virtù che si autoalimenta ed il fatto di avere trascurato per parecchio tempo la storia mi ha messo molto in difficoltà. Mi sono trovata a fare i conti con personaggi poco coerenti, la vicenda si snodava in modo asimmetrico, un disastro! Con pazienza e volontà ho ripreso in mano la situazione e piano piano ho dato giusta collocazione al disordine che si era creato. La mia è una storia complessa, se e quando avrai il tempo di leggere il mio romanzo ti accorgerai che sono più storie che si incrociano, due realtà che si mescolano ed era facile, in questa occasione, perdere il filo.
    Però, se posso permettermi, non devi stressarti, non vale la pena: non hai scadenze, nessuno ti insegue; asseconda ogni tua esigenza nel revisionare la storia, lascia riposare le idee quando non ti senti di metterci mano, quando hai l'energia giusta ricomincia: scrivere un romanzo non è una passeggiata, è un viaggio! Per una passeggiata ti servono solo scarpe comode, per un viaggio devi attrezzarti con valigie piene di roba!
    Buona guarigione! Però, nel frattempo, come già ti ho scritto altrove... riposati alla grande!

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    1. Hai ragione, ma in questo momento non sento il bisogno di staccarmi dal romanzo e di metterlo in stand-by. Le idee per la seconda parte ci sono, e anche se è un modo un po' sbrindellato di procedere mi aiuta a tenere l'attenzione focalizzata sulla storia.
      Per quel che riguarda il mio rapporto con il tempo, purtroppo è un problema che abbraccia ogni settore della mia vita. Ho sempre fretta, ho sempre mille cose da fare e paura di non riuscire, o di fare tardi. Sono anche piuttosto rigida per quel che riguarda la puntualità ed è un aspetto del mio carattere che vorrei correggere, perché lo trovo veramente stressante.

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  6. Vogliamo parlare di tempi lunghi? Avevo in programma, per quest'anno, di portare a termine due racconti lunghi (o romanzi brevi, a seconda del risultato) e almeno metà di un romanzo fantasy che ho in testa un po'. Siamo a marzo e ancora sto alla prima bozza. Va meglio?
    Ho letto molte volte di scrittori che, pur di non fermarsi, saltavano da una parte all'altra della propria scaletta e anche se non è un metodo ordinato di lavoro l'importante è il risultato. Adesso non devi rendere conto ad altri eccetto te stessa, quindi finché scrivi e migliori il tuo lavoro non mi preoccuperei.
    Prendo spunto dalla citazione iniziale per farti una domanda: hai mai visto un fiume procedere in linea retta? Un fiume cambia direzione migliaia di volte, se serve torna persino indietro! Ma finché c'è acqua ad alimentarlo prima o poi arriverà a sfociare nel mare. Buon viaggio!

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    1. Anche io procedo utilizzando il metodo "disordinato", e ti devo dire che il fatto di andare avanti è alquanto rincuorante. Certo si devono prendere piccoli accorgimenti. Occorre avere la consapevolezza del fatto che tutto potrebbe cambiare, non essendo ancora definito adeguatamente ciò che accadrà prima. Pertanto non ha senso perdere troppo tempo con micro-dettagli che rischierebbero di essere messi in discussione. è meglio quindi focalizzarsi sul plot principale, su ciò che è già adeguatamente definito. Tutto il resto poi verrà di conseguenza. :)

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  7. Parto con un'osservazione che spero ti conforti: anch'io ieri sera ho guardato la tv e più precisamente una trasmissione dove riparano auto tipo land rover, roba inglese insomma IO che manco guido e non so distinguere una Ferrari da un'alfa 164. Tanto per dirti, capisco quando si arriva a casa stremate, la voglia ci sarebbe, i neuroni un po' meno. La mia editor dice che chi ha vite incasinate come noi, sostanzialmente chi lavora a tempo pieno, manda avanti case e relazioni dà il massimo perchè è davvero interessato, ruba tempo non è un passa tempo per riempira la noia. Il mio consiglio è di tentare di arrivare alla fine della prima stesura non dico a breve, ma insomma ci siamo capite :D poi affidarlo a un editor esterno, tipo la mia, nel senso professionista ed esterna. In ultimissima analisi ti chiedo un po' di pazienza perchè intendo scrivere un post su Smontare e rimontare una storia. Credo ti sarà utile. Bacio Sandra

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    1. Leggerò molto volentieri il tuo post.
      Io pensavo di scrivere due stesure, passarlo ai lettori cavia, registrare le loro osservazioni e solo alla fine farlo valutare a un editor professionista, magari legato a qualche agenzia.
      Pensa che io volevo avere l'opera conclusa e revisionata entro la fine del 2015. Se riuscirò a concludere la prima stesura, sarà già un successo!
      P.S. Io invece sono scesa ancora più in basso: ho guardato "The voice". E tutto sommato mi sono anche divertita. I cantanti sono molto bravi. :)

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  8. Ecco perché si raccomanda di scrivere la prima bozza più in fretta che si riesce. Forse dovresti tagliare definitivamente i rami morti e non pensarci più. Poi ti concentrerai su quelle cose che invece ti danno piacere quando le racconti. Comunque capisco benissimo il tuo punto di vista, io stesso ne sono una vittima predestinata.

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    1. Infatti per ora sto facendo quello. Mi sto confrontando con le parti su cui ho già le idee chiare (divertendomi tantissimo, tra l'altro) e il resto verrà di conseguenza. I rami secchi si possono tagliare però evitando di lasciare dei buchi e impoverire. Purtroppo il rischio è quello. Ieri sera ho avuto delle idee, la considero una ripartenza. Il resto si vedrà. :)

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  9. La ricerca del metodo è un tema che affronterò nel prossimo post, perché lo sento molto anche io in questo periodo.
    Quello che dici all'inizio è importante, cioè che impari ogni giorno qualcosa di nuovo. Ora ti sembra di procedere lentamente, ma non è di certo tempo perso.
    Sono convinta che la prima stesura debba servire proprio a capire su cosa focalizzarsi e cosa invece tagliare, cercando sempre più il cuore di quello che vogliamo trasmettere.

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    1. Esatto ! Comunque la storia sta venendo fuori e questa è la cosa importante. Un'altra cosa che dovrò decidere é se narrare in ordine o inserire quegli inserti di cui ti ho parlato, ma propendo più per la seconda possibilità :)

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  10. Ciao. Dovremmo essere come l'acqua per far scorrere meglio le cose... ;)
    Una meditazione su questo elemento? Tu capisci cosa intendo...

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    1. Ciao! :)
      Ci sono molte meditazioni su questa elemento. La mia preferita è una visualizzazione guidata in cui le tensioni e lo stress vengono affidati ad un fiume che li porta via!
      Però il mio elemento dominante credo sia il fuoco anche se il mio tema astrale ha uno stellium di cinque pianeti in un segno d' aria.
      Cavolo! Mi hai dato un'idea per un post! :-D

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  11. Una meditazione si può anche inventare, personalizzandola. Comunque avevo in mente qualcosa di simile a quella da te indicata, ma per il concetto di fluidità, che in questo caso si potrebbe associare alla scrittura. Spesso io mi sono ispirata a questi temi per alcuni post, così, a dire la verità, non mi sorprende che anche a te sia venuto in mente di scriverne uno: gli elementi sono fonte inesauribile. ;)
    Sono felice di averti dato un'idea per un articolo: sono sicurache ne verrà fuori qualcosa di interessante.

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    1. Sì lo so, io ne ho inventate tante, ma è un periodo in cui a causa della stanchezza ho difficoltà a staccarmi dalla realtà, dunque ho bisogno delle guide. Sono solo piccole fasi! :)
      P.S. tutta la categoria "scrivere zen" contiene articoli dall'approccio spirituale. Se ti va dai un'occhiata.

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    2. Immaginavo che lo sapessi. :) Ci sentiamo ispirate da simili temi, a quel che vedo!
      Darò certo un'occhiata!

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  12. Secondo me è controproducente, anche se giusto e normale, pensare di dover tirare fuori qualcosa di ottimo dal primo lavoro in cui ci si imbarca. Ci si mette sotto pressione troppo presto! Quando sei agli inizi, cambi e migliori molto in fretta, prendi le misure su come sei, sugli argomenti che ti piacciono e su come affrontarli. La storia a un certo punto ti sta stretta per forza, anche quando ti piace, perché è come un involucro in cui stai crescendo. Non è facile mantenere l'armonia, un po' come quando ci si mette insieme a un ragazzo a quindici anni. Al mio primo romanzo ho rimesso mano almeno cinque volte. E' migliorato molto, d'accordo, ma a un certo punto ho dovuto dire basta, perché le continue rielaborazioni stavano rallentando la mia crescita. Sono passata al romanzo successivo, ed è stato un sollievo, anche se pure lui è ancora lì nel cassetto. E' fondamentale portare a termine ciò che si scrive, o non si impara fino in fondo dall'esperienza; ma vale la pena di scrivere tranquilli finché si può, senza pretendere da se stessi risultati sovrumani. Se poi succede - e te lo auguro di tutto cuore - che il risultato sia subito buono, si brinda! ;) (Spero di non essere stata troppo antipatica... la mia esperienza mi induce a pensare questo, ma non è detto che valga per tutti.)

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    1. Tranquilla, non sei antipatica. Anzi, ti dirò di più: qualche mese fa, leggendo il tuo blog, quello di Tenar e quello di Aislinn, e apprendendo di quanti romanzi sono rimasti nel cassetto prima del grande salto, mi sono domandata se forse non stessi riversando troppe speranze in questa prima opera, non mi stessi facendo troppe illusioni. Tuttavia da qualche parte si deve pur cominciare e, sebbene abbia bisogno di un po' di palestra, non voglio rinunciare all'obiettivo di fare un buon lavoro. Magari non sarà abbastanza professionale da essere pubblicato, ma sarà stato un allenamento importante per le mie capacità tecniche.
      Poi sai, noi scrittori siamo volubili: ho scritto questo post l'altro ieri e oggi mi sento pronta a spaccare i muri a testate per il semplice motivo di aver scritto cinquemila parole. :-D
      In linea di massima, penso che quanto fatto fino ad ora sia piuttosto discreto discreto. Ci sono altri tentativi di romanzi, alle mie spalle. Un briciolo di gavetta l'ho fatta. Sto imparando molte cose e sono felice di questo, perché credo di aver fatto dei passi da gigante nell'ultimo anno. Poi è vero: sono eccessivamente perfezionista e questo è dannoso. Quando abbandono la presa e scrivo in uno stato di relax, i miei risultati sono decisamente migliori. Ed è quanto sto cercando di fare. Ora cercherò di finire la prima bozza il prima possibile, e poi si vedrà. :)

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    2. Proprio questo intendevo: fare le cose al proprio meglio, sempre e comunque, ma prendere un attimo le distanze quando la tensione aumenta. Parlo prima di tutto per me, perché sto cercando di convivere con la scrittura avendo meno pretese.

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    3. Ti capisco: come accennavo ieri nel mio commento al tuo post, io ho una mania del controllo molto accentuata, che a volte genera tensione e che crea molti ostacoli alla creatività pura. Forse ne parlerò nel mio post di domani. Forse, perché nel frattempo sono venute fuori altre idee...
      Ho diversi argomenti da affrontare a breve: per tenere il ritmo, dovrei pubblicare un post al giorno! Ops... stavo controllando di nuovo! :-D

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  13. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  14. Secondo me le cose ad un certo punto vanno anche lasciate un po' a sedimentare. La stanchezza è cattiva consigliera, come la fretta. Come quando continui ad impastare una forma di pane, alla fine tira di qua e tira di là, ti si appiccica tutto alle dita e non riesci più a capire se hai esagerato con la farina, il lievito, le uova o l'acqua o chissà che altro. Marguerite Yourcenar diceva che scrivere è come fare il pane, ad un certo punto la pagnotta va messa a riposo.

    Per quanto mi riguarda, alle volte sono costretta a prendermi delle pause sull'attività di scrittura vera e propria (come in questo periodo, in cui non sto scrivendo quasi niente, ma sto lasciando a sedimentare un romanzo dopo una revisione molto pesante), alle volte è necessario per la mia pace mentale.

    Ti auguro comunque una pronta guarigione! :-)

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    1. Sono già guarita, comunque grazie! :)
      Quanto alla creatività, per fortuna è tornata, sebbene non abbia ancora trovato idee per la parte che mi dà tanti pensieri. Ma mi occupo di altre scene, e la risposta arriverà. Bisogna date tempo al tempo, e le energie riprendono a scorrere.

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  15. Ciao Chiara, il tuo post è una bella dimostrazione che scrivere
    costa sangue e lacrime. Anche per me vale lo stesso. Ho appena terminato
    l'ennesima revisione e non sono ancora soddisfatta. Forse a un certo punto
    dovremmo avere il coraggio di lasciare andare la nostra creatura per il mondo
    e non considerarla più. Quello che potevamo fare per lei, l'abbiamo fatto.
    Che cammini con le sue gambe! A presto

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  16. Ciao Rosalia, grazie per il tuo commento e benvenuta!
    Beata te che sei all' "ennesima revisione"! :)
    Io sto ancora arrancando con la prima stesura, però non demordo.
    Quando la mia creatura sarà pronta, inizierà il suo viaggio fra le mani dei lettori, che mi auguro siano tanti. Ora continuo a scrivere, e non demordo.

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