I miei anni '90



Gli anni d'oro del Grande Real,
gli anni di Happy Days e di Ralph Malph,
gli anni delle immense compagnie,
gli anni in motorino, sempre in due.
(883)

Qualche giorno fa è comparso sulla blogosfera un meme: Miki Moz invitava i blogger a elencare i loro ricordi relativi agli anni ’80. Avrei voluto partecipare anch’io, ma tutti i prodotti culturali che mi venivano in mente risalivano al decennio successivo. Ho quindi chiesto all’ideatore il permesso di modificare la sua iniziativa, e lui, dopo un doveroso “argh!”, me l’ha accordato. La struttura dell’articolo rimane la stessa: manterrò quasi tutte le categorie da lui proposte e nominerò cinque persone per proseguire il gioco.

Sono nata a Sanremo, il 19 ottobre 1981. Gli anni ‘90 mi hanno visto passare dalle elementari alla maggiore età. È stato un periodo storico fondamentale per la mia esistenza e per la mia formazione, quindi è scontato che ricordarlo susciti un po’ di nostalgia. E anche un certo imbarazzo: alcuni dei miei consumi erano decisamente pop. Oggi sono cult, e non so cosa sia peggio: questa definizione mi fa sentire vecchia.

LIBRI
La mia passione per gli autori italiani è nata nell’adolescenza. Era il 1997 quando al mio fratellastro Carlo, a scuola, diedero da leggere Di noi tre di Andrea di Carlo. Sbirciai la quarta di copertina e mi incuriosii. Gli chiesi di prestarmelo, e lui lo fece. Inutile dire che non è mai tornato al mittente. Ho ancora la sua copia, con tanto di dedica da parte di sua nonna. E credo di averlo ormai imparato a memoria. Seguono tutti gli altri romanzi dello stesso autore, che ho tanto amato e che oggi è diventato la copia di se stesso: Due di due, Uto, Arcodamore, ecc. Ricordo con grande affetto anche Alessandro Baricco: nessuno come chi vive sulla costa può comprendere fino in fondo il significato di Oceano mare. E Nessun luogo è lontano, di Richard Bach, regalatomi per il diciottesimo compleanno da un’amica di mia mamma, è diventato il mio piccolo tesoro. Ai tempi, però, non disdegnavo nemmeno la letteratura commerciale d’oltreoceano: le romanticherie di Danielle Steel, e le trame al cardiopalma di Ken Follet o di John Grisham.
Tra i libri letti per la scuola, ricordo volentieri Delitti fatti in casa di Gianni Farinetti: lo recensii per un concorso nazionale e vinsi il primo premio (libri!). Ho amato poi: Il signore delle mosche, Narciso e Boccadoro, Il gattopardo e persino I promessi sposi e I malavoglia, ai quali i miei compagni avrebbero dato volentieri fuoco. Ricordo invece di aver detestato con tutta me stessa: Il deserto dei tartari di Buzzati e La Novelle Eloise di Rousseau, letti entrambi, mi pare, durante le vacanze estive del 1998.

MUSICA
Gli adolescenti degli anni ‘90 erano musicalmente suddivisi in: metallari, grunge, fricchettoni, punkabbestia, discotecari e neomelodici. Esisteva però un gruppo italiano che fungeva da trait-d’union tra tutte queste sub-culture: eccolo lì, alla vostra destra. Se in un locale qualunque il deejay faceva partire Nord Sud Ovest Est, ogni barriera veniva abbattuta e ci si ritrovava a cantare tutti insieme. Credo che buona parte delle mie coetanee associno il primo amore a Come Mai (o, in alternativa, a Se tu non torni di Miguel Bosé) e si siano trovate, almeno una volta, a inveire contro una storia finito male cantando a squarciagola: nessun rimpianto, nessun rimorso. Allo stesso modo, so che molti giovani sanremesi si rispecchiavano in Con un deca, perché la provincia italiana è uguale un po’ ovunque: ne parlavamo tanto tanti anni fa, di quanto è paranoica questa città, con la sua gente con le sue manie, due discoteche, centosei farmacie. E su Gli anni è meglio che non mi pronunci…
Spostandomi dal piano generazionale a quello personale, ammetto con rammarico di aver conosciuto  Freddie Mercury solo dopo la sua dipartita. La mia migliore amica possedeva un’audio-cassetta, probabilmente pubblicata postuma, che ascoltavamo per interi pomeriggi. A dodici anni conoscevamo a memoria Living on my own e una trentina di brani dei Queen. Chiedemmo ai prof di farci cantare Time durante la recita scolastica, ma il massimo che riuscimmo a ottenere fu il suo inserimento tra le esercitazioni di musica. Andammo avanti per un mesetto. Alcuni compagni di classe suonavano la diamonica (una specie di flauto con la tastierina incorporata) e sputacchiavano sui cantanti. Altri, tra cui la sottoscritta, emettevano suoni tipo:  “Taaaaaim! Ueitz for nobadi”. Una roba agghiacciante, lo giuro!
Al liceo, passai alla fase grunge, che in un certo senso perdura ancora oggi. Dunque, Nirvana. Ma anche Foo Fighters, Soundgarden (RIP, Chris), Smashing Pumpkins e Alice in Chains. Non disdegnavo nemmeno il punk-rock: dagli Off-Springs, ai Blink 82, passando per i Greenday. Essendo una romanticona, inoltre, mi sono sparata a manetta tutte le ballate più celebri: da quelle degli U2 e degli Aereosmith (I don’t want to miss a thing in primis) ad Always di Bon Jovi. In zona lacrimosa, colloco November rain dei Guns and Roses. Tra le colonne sonore, My heart will go on di Celine Dion e Iris dei Goo goo dolls (v.voce: cinema). Infine, gli Oasis.
Tra i miti adolescenziali che mi sono scaduti crescendo: Ligabue, Vasco Rossi ed Eros Ramazzotti. Jovanotti si trova in una zona di purgatorio, perché alcuni dei brani pubblicati nell’ultimo decennio non mi dispiacciono affatto. Ai tempi, comunque, stava attraversando una fase sinistroide e politicamente impegnata:  La mia casa, L’ombelico del mondo, ecc. Andai a un suo concerto, allo stadio di Sanremo, dove fu accusato di catto-comunismo (concetto molto di moda ai tempi, ora soppiantato da “buonista”). A questi artisti si accodano gli Articolo 31: dissacranti, tamarrissimi (anzi: funqi-tarri), ma troppo divertenti. Adoravo J-Ax. Ora lo guardo come si fa con gli ex: non è più parte della mia vita e mi dà un po’ sui nervi, ma in fondo gli sono affezionata.
Essere cresciuta a Sanremo mi lega inevitabilmente al Festival. La mia memoria storica comincia nel 1990 con il trottolino amoroso di Mingi e Mietta e si consolida nel 1993 con La solitudine. Seguono un paio d’anni di “bimbominkiaggine” fuori dagli hotel e di passeggiate mattutine sul red-carpet. Io e le mie amiche vivevamo l’evento come una festa, perché i nostri genitori ci consentivano di uscire tutti i pomeriggi e non solo al sabato. A quattordici anni eravamo delle accanite collezioniste di autografi, con la Kodak usa e getta sempre appesa al collo. Un anno inseguimmo Gianluca Grignani (noi a piedi, lui in macchina) per un chilometro e mezzo. Nel 1995, quando furono ospitati i Take That, convinsi mia mamma a farmi saltare la scuola per attendere l’arrivo di Mark Owen. Tra i miei trofei più imbarazzanti c’è è una foto con Nek, e mi ricordo persino di Caparezza quando si faceva chiamare Miki Mix. Questa dedizione alla causa festivaliera mi ha portato a conoscere canzoni bellissime, che oggi sono finite nel dimenticatoio. Tra queste, Padre nostro e Quando ti senti sola degli Oro (1996 e 1997, mi pare): qualcuno sa che fine hanno fatto?

CINEMA
Era un sabato pomeriggio del febbraio 1997 quando andai a vedere Titanic con le mie amiche Micaela e Silvia: ricordo di essere uscita dall’Ariston singhiozzando come se avessero appena sterminato la mia famiglia. Un episodio simile si era verificato qualche anno prima con Free Willy, Il Re leone e Casper, e si sarebbe ripetuto il giorno del mio diciottesimo compleanno con Notting Hill. Non ricordo invece dove abbia visto City Of Angels ma, quando nel 1999  andai a Los Angeles, mi arrampicai sul Planetario con il walkman e spalancai le braccia come Nicholas Cage, ascoltando Iris (v. voce: musica).
Ai tempi la fantascienza mi piaceva più di adesso, quindi citare kolossal come Independence Day, Armageddon e Matrix è doveroso. C’è poi tutto il filone di Brad Pitt: In mezzo scorre il fiume, Vento di passioni e l’immancabile Sleepers (sono un caso disperato: mi ha fatto piangere anche quello).
Non posso infine tralasciare uno dei nostri cult generazionali: Mamma ho perso l’aereo. Quando uscì avevo dieci anni, l’età di Kevin. Ora, invece, ho circa l’età di Marv, il ladro più giovane: no comment!

TELEVISIONE
Siccome sono in fase di coming-out, vi faccio una confessione che mi imbarazza ancor più della caccia ai cantanti. Quando frequentavo le medie, dopo la scuola, guardavo Non è la Rai: credo sia la trasmissione più trash mai andata in onda sulla televisione italiana.  Il  Karaoke di Fiorello invece mi divertiva moltissimo. E Ultimo minuto, la trasmissione di Rai3 (probabilmente fake) sui salvataggi in extremis, era un distributore automatico di adrenalina. Ricordo poi:  Sarabanda, Stranamore e il Festivalbar. Ma il mio programma preferito era senz’ombra di dubbio Pippo Kennedy Show. Qui, voglio aprire una parentesi: qualche anno fa mi è capitato di trovare una vecchia videocassetta e l’ho guardata insieme ad alcuni amici. Sapete che l’umorismo dei Guzzanti era davvero profetico? Corrado e le sue sorelle erano riusciti ad anticipare l’Italia degli anni zero. Oltre a Quelo (foto a sinistra), che intercettava la nascita della spiritualità usa e getta di Occidentali’s Karma, e ad Ale e Franz chiusi in ascensore, ho trovato fantastico Neri Marcoré nei panni di Pacco-Man, il “cubista vanesio”. Ai tempi sembrava un emarginato sociale, ma nel giro di qualche anno ci siamo trovati tra i piedi il Grande Fratello, i tronisti della De Filippi e… niente, avevate ragione voi!
Per quanto riguarda le serie tv, adoravo Beverly Hills 90210: non ne perdevo nemmeno un minuto, avevo persino l’album delle figurine, ed ero “innamorata” di Brandon. Successivamente, a questo telefilm accodarono Merlose Place, ma mi piaceva meno. Il rituale della domenica sera prevedeva pizza d’asporto e X-Files; durante la pausa pomeridiana, seguivo nell’ordine: Willy il Principe di Bel Air, Bayside School e Genitori in Blue Jeans, dove compariva un giovanissimo Leonardo Di Caprio.

VIDEOGAMES
Sebbene non sia mai stata un’appassionata di giochi elettronici, credo di aver speso miliardi in monete da cinquecento lire per il Tetris: in spiaggia, dopo pranzo, non potevo fare il bagno né prendere il sole e venivo spedita al bar. A casa avevo il Sega Mega-Drive, ma l’unico gioco che di cui conservo memoria è Sonic, il riccio spaziale, regalatomi nel 1992 in occasione del mio undicesimo compleanno insieme a un cucciolo di Breton, che fu chiamato con lo stesso nome e visse con me fino al 2008.


LOOK
Nei primi anni ‘90 andavano di moda i colori accesi. Ricordo di aver posseduto un paio di pantaloni giallo canarino della Benetton e una maglietta a chiazze arcobaleno che sembrava avesse perso colore in lavatrice. Ai piedi, le Stan-Smith o le Chickers, sia in versione invernale (blu con le stringhe) sia in versione estiva (rosa, con gli “occhi”). I tamarri dell’epoca, invece, indossavano i “largoni” della NRG e le Cult con la punta di ferro;  le ragazze più grandi, scarpe in tela con la zeppa di corda.
Quelli del liceo sono stati gli anni dei Levi’s 501 e del Barbour, giubbotto semi-plastificato che emanava una gradevole essenza di ratto in decomposizione. D’estate indossavo magliette che lasciavano scoperto l’ombelico e vestitini a fiori. A quel periodo risale anche l’acquisto dei miei primi stivali con il tacco, per una festa di capodanno: erano scamosciati, elegantissimi, e ne andavo orgogliosa. Li utilizzai al massimo tre o quattro volte, perché ai piedi avevo sempre i Dr Marteens (anche con la gonna, sebbene stessero malissimo e facessero apparire le mie gambe ancora più secche di quanto non fossero già) o le Nike, abbinate con la tuta dell’Adidas, rossa o nera, con le bande bianche ai lati della casacca e dei pantaloni. Ho infine attraversato una breve fase dark, ma non ne voglio parlare: mi avevano soprannominato Morticia.

IMMAGINI EMBLEMATICHE           

Il mio primo motorino:








I miei primi esperimenti di scrittura:










Per concludere, nomino: il mio compagno Beppe, e i miei quasi coetanei: Miki-Moz, Aislinn, Tenar e Riccardo Giannini

Commenti

  1. grazie per la citazione :D

    Ma quindi io devo fare gli anni '90 o gli '80? :D Dal fatto che tu citi il Moz, deduco i '90.

    ps domani leggo bene e commento le tue scelte :D

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  2. Sì, i 90, se ti va, sennò fai come preferisci. :)
    A domani
    P.s. ho provato a cercarti su Facebook per citarti anche lì ma hai millemila omonimi. Casomai aggiungimi tu. ;)

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    1. ahahahah ho millemila omonimi ma manca l'originale...cioè me XD

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    2. Ma tu non dovevi tornare a commentare le mie scelte?
      Guarda che ti aspetto! :-D

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    3. Faccio un altro commento, non rispondo a questo: sarò lungo :D

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  3. Eccomi qui! Di fatto si può dire che ho già pronto il post, perché dopo l'estate sarebbe partito come secondo tag... quindi ora mi invento qualcosa di particolare, oppure per non fare doppioni a settembre/ottobre ne faccio uno unico citandoti come... esploratrice preventiva che ha già sparso gli anni '90 nella blogosfera! Ci penso su e ti faccio sapere!
    Grazie mille per la (doppia) citazione!!

    Moz-

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    1. Fai come ti senti. E se serve collaborazione per veicolare quel "qualcosa di particolare", qualunque cosa sia, io sono qui. :-)

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    2. Basta che non parliamo degli anni 2000....muahhaha

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    3. Fammi uscire dal mood twinpeaksiano di questi giorni e vediamo come possiamo divertirci alla grandissima con gli anni '90 :)

      Moz-

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  4. Cavoli, negli anni '90 avevo già superato i 20 anni e mi avvicinavo inesorabilmente ai 30. Una cosa in comune, a parte molti dei libri che hai citato, sono i Levi's 501. Ancora oggi li porto, in realtà li porto da sempre. Li adoro. Avrei scommesso una cifra che ti dilettavi con la smemoranda, credo sia appartenuta a molte ragazze dell'epoca, spesso un rifugio.

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    1. Me lo aspettavo. Probabilmente saprai che i Jeans non sono nati negli USA come molti credono, ma nella tua città, Genova. :-)
      La Smemoranda era sempre con me. Oltre a scrivere, ci appiccicavo di tutto. Nel giro di pochi mesi diventava spessa come "il signore degli anelli" e pesava 20 kg.

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    2. Sì certo, perbacco, un tessuto con cui si facevano gli abiti da lavoro dei "camalli". Ci sono addirittura dipinti su tela di genova al museo civico risalenti al XVI° ,secolo. La lingua commerciale dei secoli passati era il francese (a differenza dell'inglese che si usa oggi), infatti Jeans è una storpiatura di Genes.

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  5. Ehhh... mia cara... si vede che sono della generazione precedente, ma mi ha fatto piacere leggere dei tuoi "miti"

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    1. Forse certi miti sono universali, a prescindere dall'età. :-)
      Grazie mille, Giulia.

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  6. Mamma mia che tuffo nei ricordi! Appena ho un momento provvedo ^_^

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  7. Sto piangendo... Sono nato qualche anno dopo di te ma ho una buona memoria. Sto piangendo ancora :)

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    1. Non piangere ma condividi i tuoi ricordi, o qui o in un post a parte. :)

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    2. Hehehe, troppo da scrivere, e poi sono timido :)

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  8. Hai battuto sul tempo Moz, comunque davvero bello questo post, soprattutto perché mi ci rivedo tantissimo, d'altronde il mio cantante preferito è Max dai tempi degli 883, la mia canzone preferita è Come Mai, in tv vedevamo le stesse cose, avevo un Sega Mega Driver e mi piaceva tanto Sonic ed infine ho portato le cult per tanto tempo ;)

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    1. Le Cult erano scarpe molto maschili, io non le ho mai avute, però le ricordo molto bene, nei primi anni '90. I Dr Marteens ne erano la versione elegante. :)

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    2. 883 non male nel simbolizzare quel periodo musicalmente parlando... Mi piacevano "Con un deca", "Sei un mito" (versione estesa), "Come mai", "Senza averti qui", "Rotta per casa di Dio"... Però io ero più orientato verso gli Audio 2, prima che un'amica mi facesse scoprire i Litfiba al di là dei soliti singoli che passavano sui jukebox.

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  9. Altra decade importante, ma ci vorrà un nuovo post. Mi preparo per il tag dopoferie estivo di Moz.
    Negli anni '90 tu hai cominciato e io finivo, si può dire: sono stati gli anni della mia università, della mia laurea, del mio incontro sentimentale decisivo 😋, anni importantissimi. Hai citato un sacco di cose che ricordo molto bene: Andrea de Carlo, che te lo dico a fare, nella musica nasce in quell'epoca il mio odio profondo per Ligabue, mentre i tempi del Vasco che mi piaceva ascoltare erano già tramontati (io ero quella di Albachiara). Beverly Hills me lo vedevo anch'io, ma ero una fan di quel tamarrone di Dylan. Ti vedo nei panni di Morticia darkettona, io lo sono stata per anni, dark intendo, che di Morticia manco il capello liscissimo avevo. 😂

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    1. La mia "storia" con Vasco e Ligabue è stata diversa. Di Ligabue ho visto, in un certo senso, la nascita. L'ho ascoltato più o meno fino al 2005, ma poi mi sono accorta che non si evolveva, e mi sono stufata. Vasco, invece, in quegli anni aveva già un bel curriculum alle spalle. L'ho conosciuto ai tempi di "Sally", e sono andata a spulciarmi le sue canzoni più vecchie, che a mio avviso rimangono le migliori. A parte "Un senso" e qualche altro brano, penso che non abbia fatto molte cose buone dopo il 2000, anche lui è diventato il clone di se stesso.
      Ultimamente Ligabue ha fatto un nuovo cd, una cosa un po' diversa, più "sociale", infatti piace a quelli che lo odiano e non piace a quelli che lo amano. Io non l'ho ascoltato. :-)

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    2. P.S. Dimenticavo: a me non piacevano gli uomini "mainstream", quindi se tutte apprezzavano Dylan, io preferivo Brandon; se le amiche sbavavano dietro a Robbie Williams, io adoravo Mark. Però i due "sfigati", ovvero David di Beverly Hills e Howard dei Take That oggi si sono presi la propria rivincita, perché sono quelli invecchiati meglio. :D

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    3. Mark Owen? Oh signur. :D

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    4. Mi piaceva tanto, anche ora mi piacciono solo uomini più alti di me, e penso che lui mi arrivi a malapena alle spalle. :-D

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  10. Come te gli anni della mia adolescenza sono stati i '90. Ci farò sicuramente un post, anche se li ho vissuti un po' a modo mio...

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    1. Sì, lo immaginavo. Infatti ho voluto nominare persone che sì avessero la mia età, ma fossero anche particolari. Io pur essendo un'outsider per molti aspetti, e sicuramente non main-stream ero comunque dentro un contesto, ragion per cui certe situazioni hanno finito per coinvolgermi. Ci sono poi consumi trasversali a tutte le epoche, per esempio De André e Gianna Nannini li ho sempre ascoltati, però proprio per questo motivo non li considero tipici degli anni '90, come altri artisti che ho citato.

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    2. Aspetta, io e miki siamo i cazzarI XD mi serve che mi delinei le caratteristiche di base degli altri nominati :D

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    3. Siete tutti persone di qualità. :)

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    4. troppo buona :D verso il sottoscritto

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  11. Sticavoli, io "Padre nostro" la suonavo al pianoforte e la cantavo. Bellissima. E molto inusuale come canzone (oggi, poi...). Ma una volta Sanremo era migliore anche per questo: c'era comunque SPERIMENTAZIONE. Oggi è tutto un "cuore amore".

    Chiara, a leggere il tuo post, sotto molti aspetti sei più vicina a mia sorella ('77), che al sottoscritto ('83). Anche lei adorava e adora Baricco, per esempio...Gli 883 per tutti e tre sono stati un cult assoluto e mi fa estremamente piacere la citazione di Living on my Own e di Time del compianto Freddy (ma di remixes era strepitosa anche Love Kills; penso sia appunto questa la cassetta della tua amica). Leggendo della tua fase grunge, allora già ti riavvicino alla nostra generazione :D. La parte del look è la più sconvolgente :D e per fortuna hai glissato sulla tua fase dark. Alcune cose ho dovuto cercarle su google (tipo il barbour, dalle mie parti non era arrivato ahha). Comunque sì, in definitiva probabilmente quei due anni di differenza tra di noi sono molto rilevanti: effettivamente ti tagliano fuori dalla generazione "clockers" del Moz :D.

    Ma comunque eri già una ragazzina matura, o sbaglio? O comunque nel post ti sei sbilanciata più verso la seconda-ultima parte del decennio, che verso la prima.

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    1. Sì, la cassetta era proprio quella. La ascoltavo alle medie, intorno al 92,23. E sì, ero matura, soprattutto per le letture. Lo ero anche alle elementari, se è per questo.

      Poi, come ho detto a Tenar, ho dovuto selezionare dei consumi rappresentativi dell'epoca, e tagliarne fuori altri anche per non dilungarmi. Per esempio avrei voluto citare la disco-music di Gigi D'Agostino, che però mi ha sfiorata appena.

      Non credo, comunque, che la differenza stia in quei due anni. Forse è più nella differenza uomo-donna, perché molte delle mie amiche, ne sono sicura, hanno consumi simili ai miei. Una di quelle che ho citato nell'articolo, Silvia, è nata nel 1983, eppure facevamo le stesse cose. è stata lei, tra l'altro, a farmi conoscere i libri di Ken Follett.

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    2. Terribile la disco Music di gigi D'Agostino, unica degna di nota era gigi's violin o qualcosa del genere.

      Insomma eri già un Jolly pronto a sbocciare, bloccata solo da qualche vizietto mainstream tipo Beverly Hills XD

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    3. Va beh,dai, avevo dodici anni. E c'è da dire che BH mi piaceva più i primi anni, quando affrontava temi sociali. Poi è diventato una soap-opera e l'ho mollato. :)

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    4. a 12 anni infatti potevi iniziare a pianificare come conquistare il mondo :D invece di guardare beverly Hills :D

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    5. Non mi è mai interessato conquistare il mondo; solo cambiarlo. ;)

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  12. Ah, i mitici '90... Io discotecare e jacksoniana, poi anche thatters. Celo tutti gli album degli 883, celo anche i Queen scoperti però dal primo Greatest, celo anche un po' di musica grunge, ma nemmeno mi ricordo di chi ho i cd e di chi ho ora tutto in digitale. Celo anche l'album di figurine di Beverly Hills 90210 che all'epoca spopolò in classe (ma mi piaceva di più Melrose Place), e pure quello di Baywatch. Willy il principe di Bel Air piaceva a mio padre, che lo vedeva come un nuovo I Robinson. Giochi direttamente sul primo computer, un 386, già con il primo Tomb Raider.
    Del Barbour non ho memoria all'epoca... spero bene non puzzi più di ratto, ad oggi il suo global ambassador è anche uno dei miei allenatori virtuali al My Peak Challenge...spero bene per lui! :P

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    1. Io non guardavo Baywatch però negli USA ho fatto ugualmente una foto sulla torretta. E ricordo una parodia, ambientata sulle spiagge italiane, però non ricordo chi la facesse. :-D

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  13. Nonostante io appartenga al decennio precedente mi ritrovo in molti tuoi miti, adoravo il Pippo Kennedy Show e X-files, mi capitava anche di vedere qualche puntata di Beverly hriller, leggevo i libri di Andrea De Carlo e Danielle Steel. Mi ritrovo anche nei cantanti, quasi tutti...e giocavo perfino a Tetris, ma sul pc di casa.

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    1. Io lo avevo anche sul game-boy, però lo associo automaticamente al bar. Mio cugino, nato nel 99, non l'ha mai visto...

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  14. Ciao.
    Allora, i miei anni Novanta...

    Musicalmente ne ho ascoltata parecchia, la radio è stata una compagnia fissa un'ora dopo pranzo, prima di iniziare a studiare, e alcune sere dopo cena. In quegli anni si affermò Mietta, che divenne la mia cantante preferita, e iniziai ad apprezzare e collezionare un bel po' di musica, in parte registrata dalla radio: Renato Zero, Elton John, Queen, Lucio Battisti, Mia Martini, Fiorella Mannoia, Whitney Houston... Organizzavo anche dei tornei tra canzoni: ne ascoltavo due e valutavo la migliore che passava il turno, sulla base di testo, musica e interpretazione.
    Ho anche assistito ad alcuni concerti gratuiti organizzati dalla pro loco nel mio paesello: Mariella Nava, Camaleonti, Riccardo Fogli, Maurizio Vandelli... Quello di Spagna me lo persi per motivi di salute, e tra l'altro durò poco per via di un black-out, quello di Gilda Giuliani perché ero appena tornato da una vacanza e volevo riposare (tuttavia si sentiva da casa).

    Cinema: non sono un grande frequentatore delle sale cinematografiche, ma ricordo "Guardia del corpo", "Heat - La sfida", "Casper", "Mrs Doubtfire"...

    Televisione: avvicinandomi all'ascolto della radio, mi allontanai progressivamente dalla televisione, tuttavia seguivo con piacere "Friends", il quiz preserale di Canale 5, il tennis (possibilmente su Tele Capodistria).
    Ricordo anche una seconda serata su Raitre quando vidi in prima visione quello che è rimasto il mio film preferito in assoluto: "Prima dell'alba".

    Libri: in quegli anni manbassa di tascabili Newton! E ho detto tutto! ;)

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    1. Anch'io ascoltavo moltissimo la radio, specialmente la sera dopo aver finito i compiti (sulla stazione che ascoltavo c'erano le dediche, registrate su una segreteria, dalle 18:30 in poi) e la domenica mattina dalle 10:30 alle 12:30, con una trasmissione che si intitolava: "filo diretto". Uno poteva telefonare e chiedere la propria canzone in diretta. Io e le mie amiche chiamavamo sempre. Ovviamente, chiedevamo la canzone che volevamo registrare. ;)

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    2. Ho riletto con maggiore calma il tuo articolo. Hai citato gli O.R.O. (Onde Radio Ovest): li ho persi di vista anche io, sebbene risultino in attività... A me piacciono tutt'ora un paio di loro brani, "Vivo per..." (poi riscritta per Bocelli e Giorgia, e non il contrario come crede qualche detrattore degli O.R.O.!) e soprattutto "Per te, per noi".

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    3. Ricordo "vivo per...", ma non l'altra canzone da te citata. Sempre rimanendo in zona "Festival di Sanremo", a me piacevano anche i "Neri per caso", che ora vengono ricordati come una roba trash, ma che secondo me erano veramente bravi. Peccato che siano durati solo un paio di stagioni.

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    4. "Per te, per noi" la trovi facilmente su Youtube, anche in una versione dal vivo...
      Neri per caso trash?? Non che mi facessero impazzire ma sempre meglio di altra roba salita sul palco dell'Ariston...

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    5. A me piacevano molto, avevo anche una loro cassetta, ma l'opinione pubblica li considerava trash, mentre oggi sono cult. E questo dimostra come evolve la percezione delle persone, con il passare del tempo. :)

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  15. Non è la Rai la trasmissione più trash? E le ultime stagioni di Sarabanda dove le vogliamo mettere? Ho ancora moti di disgustorama a distanza di anni! :)

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    1. Ho perso le ultime serie di Sarabanda (quando una trasmissione diventa ripetitiva), ma le prime erano divertenti. Comunque una delle icone del trash, che non ho citato perché non lo seguivo con costanza, era sicuramente Ciao Darwin, con Bonolis e Laurenti. :-D

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    2. Mi è capitato di seguire Sarabanda perché gli ultimi minuti capitavano all'ora di cena e lo guardavano i miei genitori... Diciamo che finché ci sono stati campioni/personaggi tipo Coccinella, Protocolla, Allegria, Valentina... la conduzione di Papi (che mi è sempre stato cordialmente odioso...) era sopportabile essendoci dei campioni "decenti"... Quando poi è arrivato L'Uomo Gatto, lì più che icona del trash, era proprio tutto un sistema operativo del crash!
      Preferivo di gran lunga il format Passaparola, anche per i campioni che si sono avvicendati, soprattutto Carfagna, Sallustio, Mariani... Campioni che avrebbero militato con successo anche nei quiz del giovedì sera di Mike Bongiorno!

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