Show don't tell - Gli elementi che compongono la scena.
Abbiamo tutti una storia da raccontare, una pagina da scrivere, un libro da ultimare.
(Giorgio De Luca)
Oggi voglio fare outing: il file excel che utilizzo per tenere sotto controllo la storia ha, fra le sue funzioni, anche quella di ovviare a un mio limite oggettivo, forse legato all'inesperienza: a volte tendo a farmi prendere la mano dall'ispirazione e a uscire dai confini della storia.
Prima di progettare la trama nel dettaglio, ho scritto diverse pagine che probabilmente saranno eliminate. Mi sono state utili per creare un contatto con i personaggi e per rafforzare il mio stile, ma se voglio arrivare alla fine della stesura senza le ossa rotte devo avere una traccia da seguire, pena un bagno di sangue in fase di revisione. Certamente la pianificazione non mi rende immune da tagli e cambiamenti, né blocca le intuizioni momentanee che ogni tanto mi fanno cambiare rotta, ma mi consente di incanalare meglio la narrazione, comprendere la funzionalità di ogni scena e gestirla in modo costruttivo.
Nel post di oggi ho deciso di dettagliare le voci riportate nel foglio 2 del mio documento-guida, ovvero gli elementi che tengo in considerazione prima di scrivere una scena. So che a molti questo lavoro potrebbe sembrare eccessivo, ma ho per le mani una trama complessa, con tanti punti di vista e due time-line parallele: ho provato a scrivere di getto, ma non ce la faccio. Anche se non consulto il file in modo maniacale, sapere che è lì e aggiornarlo man mano che procedo mi dà sicurezza.
- Capitolo.
Considerando che inserisco due o tre scene per ogni capitolo, questa colonna mi serve a stabilire la loro collocazione e a ricordarmi l’ordine narrativo. Quando dovrò revisionare il romanzo completo, avrò diversi vantaggi grazie a una panoramica generale di tutta la trama e alla possibilità di spostare le righe a mio piacimento per sperimentare soluzioni diverse.
-Data.
Le date non sono importanti per tutte le storie, ma per la mia sì.
Innanzi tutto, la trama copre un arco di tempo molto ampio. Ho bisogno di verificare che le distanze fra un evento e l’altro siano realistiche e che non si presentino incongruenze relative alle condizioni climatiche, al ciclo delle stagioni, all’età dei personaggi e ad altri elementi puntuali come la durata di un percorso di studi, di una detenzione o di una gravidanza. Gli anni che passano devono avere un senso.
In secondo luogo, cito spesso eventi realmente accaduti per dare maggiore concretezza all’ambientazione post-moderna e voglio che ci sia coerenza: per esempio, nessun personaggio festeggerà la vittoria dei Mondiali con sciarpa e giacca a vento o aprirà i regali di Natale in costume da bagno, a meno che non si trovi in qualche paese esotico. A tal proposito può essere utile ricordarmi che lo tsunami è stato nel 2004…
-Scena.
In questa colonna cerco di sintetizzare la scena in una sola frase per rimanere focalizzata sugli accadimenti senza andare fuori tema e capire se ho le idee chiare su ciò che intendo scrivere.
Quando non riesco a fare il riassunto, c’è qualcosa che non va a priori: magari quell’evento non è utile come sembra, oppure non riesco a entrare in sintonia con il tema dominante… Meglio lasciar perdere!
-Obiettivo della scena.
L’elenco pubblicato qui sotto arriva da qualche blog, non ricordo quale. Grazia, è possibile che si tratti del tuo? Chiedo all’autore di palesarsi, affinché possa menzionarlo adeguatamente. Comunque, circa sei mesi fa l’ho copiato sulla Moleskine, per consultarlo quando necessario.
Tendenzialmente, una scena può servire a:
-Far avanzare la trama;
-Approfondire la conoscenza di un personaggio principale;
-Evidenziare il conflitto;
-Incrementare la tensione;
-Introdurre indizi su un evento futuro (e, aggiungo io, su episodi passati che devono essere svelati al lettore);
-Modificare il ritmo;
-Creare contrasto con la scena precedente/seguente;
-Chiarire il contesto;
-Introdurre personaggi/elementi utili alla storia;
Solitamente, se non riesco a definire l’obiettivo, la scena non serve a niente e va tagliata.
-Personaggi.
Questa colonna potrebbe sembrare superflua perché i nomi dei personaggi compaiono già nel riassunto, tuttavia mi aiuta a quantificare la loro presenza e ad accorgermi se qualcuno scompare improvvisamente o ruba il palcoscenico ai protagonisti.
-Ambientazione.
L’ambientazione è fondamentale per inquadrare l’atmosfera della scena e va scelta coerentemente con le emozioni che vogliamo suscitare nei personaggi e nel lettore.
Radunare tutte le location nella stessa colonna mi aiuta a evitare ripetizioni (la prima idea spesso puzza di cliché) e a scatenare la fantasia per trovare soluzioni originali. Troppi episodi in sala da pranzo potrebbero essere noiosi, soprattutto perché al chiuso i personaggi sono tendenzialmente più statici.
-Punto di vista.
Secondo una regola che condivido appieno, con la terza persona limitata e la focalizzazione multipla è necessario mantenere il medesimo focus per tutta la durata della scena. Far rimbalzare il lettore da uno sguardo all’altro è considerato un tipico errore da principiante.
Per questo motivo, definisco a priori quali occhi siano più adatti per filtrare la narrazione: se so che un personaggio riceverà una manganellata in testa e perderà i sensi, eviterò di assumere il suo sguardo.
Dei miei criteri di scelta ho già parlato qui.
Per concludere.
Prima di lanciarvi la patata bollente, voglio fare altre due precisazioni:
-Questo file non avrebbe alcun valore senza la visualizzazione mentale della scena. Immaginarla come se fosse tratta da un film mi consente di entrare in contatto con i personaggi, immedesimarmi con loro e scriverla con il cuore, non solo con la tecnica;
-Non ho ancora trovato il modo per integrare nel documento le parti raccontate, perché non tutto può essere mostrato, pena un eccessivo rallentamento della storia. Se qualcuno di voi ha consigli al riguardo, li accetto volentieri.
Il lancio della patata bollente.
Quali sono gli elementi che tenete in considerazione quando scrivete una scena? Ogni risposta può generare riflessioni interessanti.
Premesso che pianifico prima di iniziare a scrivere, scrivendo la scena parto dai personaggi e dai loro sentimenti. So in quale stato d'animo devono entrare e in quale devono uscire, anche se capita che i dialoghi facciano prendere una piega diversa alla situazione, e magari mi suggeriscano un cambiamento rispetto alla pianificazione. Comunque la mia prima stesura prescinde da tutto il resto, anche se l'ambientazione è già abbozzata. Durante la revisione mi guardo intorno e vedo cosa serve alla scena, e vado a rimpolpare. :)
RispondiEliminaAnche a me capita di cambiare rispetto alla pianificazione, che comunque è fatta in modo piuttosto intuitivo. A volte in fase di stesura la tastiera mi guida verso nuove soluzioni; altre volte, invece, mi trovo ad accorgermi che una scena non rende come avevo pensato e decido di eliminarla e cambiare tutto, oppure è troppo lunga e la spezzo in due scene distinte... insomma, la pianificazione non vince mai sulla creatività.
Eliminaè stato che, pur essendo una persona emotiva, non definisca a priori lo stato d'animo del personaggio. Inizierò a farlo perché mi sembra utile. :)
Al contrario di te, io scrivo una scena molto di più d'istinto, pensando soltanto a renderla il più plausibile possibile, cercando di immedesimarmi nei personaggi e pensando al contesto. Con questo però non voglio dire che il mio metodo sia più valido, anzi sono sicuro che con più pianificazione la mia storia migliorerebbe: purtroppo però ho un carattere troppo particolare per farcela in questo modo, preferisco scrivere l'intera prima stesura senza pensarci troppo, per poi fare il grosso del lavoro in fase di revisione in una maniera simile alla tua, cambiando anche intere scene se serve. Non posso fare altrimenti: se usassi i tuoi metodi, probabilmente starei scrivendo ancora il primo capitolo, in preda alle mie manie di perfezionismo :D !
RispondiEliminaAnche io all'inizio procedevo come te. In passato, mi ero trovata bene con questo metodo, che è molto utile ma purtroppo non adatto al tipo di storia che sto scrivendo, troppo complessa per poter essere scritta "di getto" senza il rischio di dover poi cancellare mezzo romanzo. Purtroppo in questo momento non posso permettermi di perdere altro tempo...
EliminaTuttavia, non sono così fiscale come potrebbe sembrare leggendo l'articolo: la progettazione è comunque rapida e intuitiva e se voglio fare dei cambiamenti li faccio senza troppe paturnie. :)
Stai facendo un ottimo lavoro!
RispondiEliminaIo ragiono a capitoli, più che a scene. Le domande che mi faccio prima di scrivere sono, più o meno in ordine, questo:
– Qual è lo scopo? Cos'è che non può non capitare in questo capitolo per il bene della storia? Scrivendo gialli, spesso un capitolo corrisponde a un indizio fondamentale che bisogna far saltar fuori.
– Chi sono i personaggi coinvolti, quando e dove si svolge?
– Qual è il punto di vista? Nella storia che sto scrivendo, ho due punti di vista, magari entrambi i personaggi sono in scena, ma a seconda della focalizzazione le cose cambiano parecchio.
– Condizioni ambientali (clima, arredo...)?
– C'è un'immagine ricorrente, una sensazione, una similitudine, una suggestione che può caratterizzare il capitolo, una parola chiave?
Stabilite queste cose vado abbastanza a braccio.
Scrivendo gialli mi trovo meglio a lavorare banalmente dal primo all'ultimo capitolo, perché non voglio perdere il conto dei pezzettini di pane già sistemati. Ovviamente, a monte ci sta una sinossi che segnala, spesso, anche cosa accade fuori scena (ad esempio le mosse dell'assassino), in modo da avere un quadro completo della situazione.
Bello il discorso della parola chiave! Io cerco di sintetizzare il tutto in una sola frase perché i riassunti troppo dettagliati sono vincolanti, ma anche questo strumento mi sembra efficace. è da provare! :)
EliminaSpero davvero di fare un buon lavoro... grazie della fiducia! :)
Sei molto scientifica e organizzatissima. Se tutto questo ti è utile sfruttalo al massimo. Io descrivo le scene come se le vedessi in un film, quello che fai anche tu, solo che le visualizzo e le scrivo senza passaggi intermedi, schemi, elenchi, così di getto. Poi leggo la parte centomila volte e se ci sono cose che non quadrano le evidenzio con colori diversi: rosso, se è da rivedere in toto, celeste se i vocaboli sono da sostituire (ricerca di sinonimi o di termini più adatti) e giallo se ho dubbi di coerenza. Però non vado avanti in attesa di revisione, faccio gli aggiustamenti subito, il giorno dopo, se no, no riesco a proseguire.
RispondiEliminaP.S.
Questo week-end mi dedicherò al tuo nuovo capitolo! :)
Anche io all'inizio facevo subito le modifiche, però poi mi sono accorta che non procedevo più: se mi metto a leggere e sistemare vado in paranoia e rallento troppo il lavoro, che già di per sé non è celere. è per questo che ho deciso di far tutto alla fine... :)
EliminaAltro che lavoro maniacale... Sulle scene hai ragione, anche se io non faccio così. Scrivo una trama del capitolo, ho paura che a dettagliare troppo non si finisca più.
RispondiEliminaBeh, ma scrivendo la trama vai molto più nel dettaglio che non redigendo questo schemino, no? Alla fine, definisco solo gli elementi di base e poi vado avanti piuttosto libera...
EliminaAnch'io sono maniacale su date e condizioni meteo. I siti di meteorologia sono tra quelli che consulto di più durante la stesura. Per fortuna anche il più realista dei romanzi si svolge pur sempre in un mondo parallelo al nostro, magari contiguo, e se invece che alle 14,30 comincia a nevicare alle 15 va bene lo stesso ;)
RispondiEliminaIo presto attenzione alle condizioni meteo solo per eventi davvero eclatanti: sicuramente, se ambientassi negli anni 60, non sposterei l'alluvione di Firenze! Per le singole giornate cerco di non essere troppo fiscale. Però guardo il giorno della settimana, questo sì.
EliminaPenso parecchio, e poi cerco di immaginare la scena. Se è un luogo importante prima butto giù una traccia, ma di solito non lo faccio. Scrivo, poi aggiungo o taglio, ma di solito taglio. E, lo ribadisco, penso parecchio, o almeno mi illudo di farlo :)
RispondiEliminaAnche a me capita più spesso di tagliare che non di aggiungere...
EliminaSpero che questa lavorata epica dia i suoi frutti. Non saprei cosa consigliarti, ormai il tuo sistema è rodato e mi sembra che tu sappia esattamente dove sei e dove stai andando. Certo non ti invidio quando arriverà il momento della revisione, dovrai invocare Dante e Manzoni per saltarci fuori :P
RispondiEliminaParadossalmente, questo schema mi servirà più in revisione che non in stesura. Quando fisso i dettagli, infatti, non sempre rimango fedele a ciò che ho deciso, perché sai quanto è importante per me la creatività: se mi viene una nuova idea, stravolgo tutto. Però aggiorno il documento, sempre. Quindi diventerà più facile ricordarsi tutto. Inoltre prendo anche nota di dubbi e domande. :)
EliminaChe dire Chiara? Sei una nerd della scrittura. Ti ammiro. Io sono meno scientifica anche se per il lavoro che sto pianificando vorrei seguire i tuoi consigli :)
RispondiEliminaCredimi, non sono scientifica. C'è molta libertà, in quello che faccio. Però prova, se ti va. Sono curiosa di sapere se questo metodo funziona anche con altri. :)
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