I personaggi e il loro mondo: l'umanità che vive sulla pagina
Il mondo è fatto per finire in un bel libro.
Stéphane
Mallarmé
Prima di entrare nel vivo della tematica di oggi, ho bisogno di darvi
una comunicazione e di rivolgere un invito ai tanti lettori che navigano nell’ombra:
1) Venerdì scorso è stato
pubblicato un guest-post scritto da me sul blog Anima di Carta, curato dalla scrittrice Maria
Teresa Steri. L’argomento è affine a quello che tratteremo oggi: parla dei
personaggi e si focalizza sulle loro ferite. Lo trovate qui.
2) Curiosando fra le statistiche degli accessi al mio blog, mi è
capitato di osservare che molti lettori arrivano da paesi stranieri,
prevalentemente Stati Uniti e Germania, ma anche Russia, Ucraina e Singapore. Altri,
invece, giungono qui tramite i link che pubblico su facebook, quindi suppongo
siano miei contatti. In generale, i dati di accesso sono molto buoni, per
essere online da appena tre settimane.
La mia creatura è ancora neonata
e, al di là dei miei quattro lettori fissi e dei commentatori abituali so ben
poco delle persone che mi seguono. Se vi va, “battete un colpo” nei commenti,
oppure utilizzate la pagina dei suggerimenti per indicarmi argomenti che
potrebbero essere di vostro interesse. Suvvia, non siate timidi. Aiutatemi a
trasformare questa rudimentale paginetta in una famigliola di scrittori!
I preamboli sono finiti. Posso
andare al dunque ed entrare nel magico mondo della letteratura, affrontando
maggiormente nel dettaglio un tema già assaggiato nel post dedicato agli archetipi: i personaggi.
Una giovane amica che si sta
avvicinando a questa meravigliosa arte mi ha chiesto di approfondire l’argomento,
dando qualche consiglio per creare figure profonde la cui anima si muova sulla
carta come Nurayev sul palcoscenico, soggetti dotati di energia propria e
capace di trasmetterla al lettore.
In particolare, voleva che le spiegassi in che modo ci si possa staccare da se stessi, per evitare di cadere
vittima di quello spauracchio che si chiama Mary Sue: una figura stereotipata e
sostanzialmente priva di difetti, le cui caratteristiche fisiche e biografiche
sono molto simili a quelle dell’autore.
Il punto di riferimento
principale è la mia esperienza. Dunque ho deciso di raccontare un po’ come procedo, sempre consapevole del fatto che ogni scrittore ha il
proprio metodo ed esso deve essere consono al risultato che si vuole ottenere.
I protagonisti ed i personaggi
che hanno un ruolo di rilievo nella storia sono sempre frutto di uno studio
preliminare profondo e serio. Per i ruoli minori sono maggiormente portata ad
improvvisare. Nelle ultime settimane ho seguito il consiglio di Tenar:
evidenziare poche caratteristiche, facilmente riconoscibili, che li rendano
facili da ricordare per il lettore. Devo dire che questo stratagemma mi ha fatta
migliorare parecchio, quindi lo consiglio anche agli esordienti.
Le schede su cui lavoro sono molto
dettagliate e mi aiutano a creare un primo legame con i miei figli adottivi. Il
mio intento è quello di immedesimarmi con loro e stabilire un
contatto emotivo prima ancora di iniziare a scrivere, per ridurre al minimo le
incoerenze che possono nascere in fase di stesura. Esse rappresentano delle
linee guida che non seguo pedissequamente ma che contengono trentaquattro voci. Le ho contate poco
fa, perché volevo pubblicare l’elenco completo. Il numero ha sorpreso anche me. Siccome non voglio che questo post somigli ad una lista della spesa, le suddivido in quattro macro-gruppi.
1)Dettagli socio-anagrafici
Alcuni personaggi nascono già con il nome. L’associazione è istintiva
e la decisione di “come chiamarli” sorge sulla base di un’intuizione momentanea.
Per altri, devo lavorarci di più. Gli elementi di cui tengo conto sono il tempo
e il luogo dell’ambientazione (se la storia si svolge nella Calabria del ‘700
non sceglierò Jennifer e Michael) e l’origine etimologica della parola. Cerco sempre
di associare il nome alla personalità del soggetto descritto. Spesso frugo nel
mio passato o sui forum delle mamme in attesa. Nei cimiteri, come mi hanno
consigliato, non ci sono mai andata, ma so che molti scrittori lo fanno. Ogni tanto,
interviene qualche coincidenza risolutoria: la mia protagonista femminile, ad
esempio, ha un nome nato per sbaglio. Non riuscivo a decidermi. È stata Alice,
Veronica e, infine, Laura. Ma non ero convinta. Un giorno, scrivendo di fretta, è saltato fuori un refuso.
Mi sono persa una vocale per strada e ho scritto Lara. Nonostante l’assonanza
con il mio nome (non è una Mary Sue, lo giuro) l’ho mantenuto. Spero che in
futuro l’editore non lo siluri.
Decido poi la data di nascita, che mi aiuta a definire l’età e anche
(non deridetemi, please) il segno zodiacale. Sono appassionata di astrologia ed
alcune associazioni fra oroscopo e personalità sorgono spontanee. Questo non
determina la definizione del personaggio né il suo arco di evoluzione, ma mi
consente di avere le idee più chiare.
Anche le scuole frequentate, il
lavoro svolto e il contesto socio-culturale in cui il personaggio è nato
rientrano in questa prima categoria. Sono tutti elementi che aiutano a definire
il contesto.
2)Dettagli riguardanti l’aspetto fisico
La nascita di un personaggio
parte sempre da una visualizzazione. Chiudo gli occhi e lo disegno nella mente.
A volte, per ispirarmi, entro nei profili facebook di gente sconosciuta e scruto il primo
piano che hanno inserito come immagine del profilo, sperando che il signor
Zuckemberg non provveda a bannarmi dal sistema. Cerco di inquadrarne il volto,
la corporatura, il colore degli occhi e quello dei capelli. Non piloto le
immagini, non le creo. Le lascio spuntare come fiori.
Definisco a grandi linee anche il
look in quanto lo considero un mezzo di comunicazione, un modo per trasmettere
agli altri qualcosa di sé. Scelgo uno stile che abbia un perché: può
evidenziare l’appartenenza ad una subcultura oppure un tratto caratteriale. Può
esserci un tatuaggio particolarmente significativo. Un piercing in una parte del corpo
impensabile. Una fissazione congenita per gli abiti firmati. Un avversione per
spazzola e rasoio, oppure per l’igiene. Nulla è frutto del caso. Mi piace avere le idee chiare.
3)Dettagli riguardanti il carattere e la personalità
Questi elementi sono
importantissimi. La realtà interiore del personaggio muove la storia e pilota
le sue azioni. Senza obiettivi chiari, resistenze, paure, ferite e passioni non
si può delineare un arco di trasformazione efficace. Il personaggio, nel corso
della narrazione deve cambiare. Crescere. Evolversi. Solo conoscere sé stessi
fino in fondo consente questo salto di qualità. E come fa un personaggio a
conoscersi se non lo conosco nemmeno io che l’ho creato? Occorre, dunque,
lavorarci il più possibile.
In questo gruppo rientrano anche
le domande “C’è qualcosa che proprio non riesce a fare?” e “Nel corso della
storia ci riuscirà”? Il non saper fare può dipendere da una congenita
incapacità, da un disinteresse, oppure da un blocco interiore. Perché quel
tizio non piange mai? Ha un rapporto controverso con le proprie emozioni e le
rifiuta? Ha maturato una sorta di insensibilità in seguito ad un trauma
infantile? Porsi domande. Darsi risposte. Generare altri interrogativi. Questo è
il segreto per creare una personalità a tutto tondo.
Anche le piccole abitudini quotidiane
sono importanti per definire maggiormente il soggetto. Se uno mangia in
prosciutto direttamente dalla busta senza nemmeno sedersi a tavola magari non
ha tempo perché è un uomo di affari impegnatissimo. Oppure non ha cura di se
stesso e della propria salute.
Si tratta di una strada a doppia
corsia che percorro in emtrambi i sensi di marcia: trovo un comportamento e gli
do una ragione interiore, oppure trovo una caratteristica e la associo a
determinate azioni. L’importante è che questi dettagli, messi insieme,
contribuiscano a creare una sensazione di armonia e di coerenza.
4)Dettagli riguardanti il passato del personaggio
Definire che bambino è stato il
personaggio, com’era da adolescente, che rapporto aveva con i genitori, qual è
stato il suo più grande trauma aiuta a collocare la sua esistenza in un arco
temporale talmente ampio da comprendere un intero progetto di vita.
Il segreto è sempre quello:
scavare. Scavare il più possibile. Cercare l’oro anche sotto mezzo metro di
terra, finché non lo si riesce a trovare.
Per concludere: occorre definire molteplici elementi,
relazionarli fra loro e poi, se necessario, essere in grado di lasciarli
perdere, di distaccarsene, di guardare oltre. Tali schede, per essere efficaci,
devono indicarci la strada lasciandoci però la possibilità di raggiungere la
meta in completa autonomia.
Man mano che procedo nella
narrazione, la conoscenza sommaria si trasforma in comprensione profonda e porta alla luce nuovi elementi sui cui lavorare per rendere il personaggio
ancora più realistico. L’opera di definizione si conclude soltanto alla fine
dell’ultima revisione. Prima di allora, ogni aspetto può essere potenziato. Nel
momento in cui mi accorgo che un elemento non serve più, sono pronta a
lasciarlo andare, perché il mio obiettivo principale è quello di fare in modo
che il personaggio assuma vita propria. Io non voglio essere una marionettista,
ma una scrittrice. Io sono la migliore amica dei miei personaggi. E sono anche
il loro incubo peggiore.
E voi come definite i vostri
personaggi? Cercate di definirli a priori, o lasciate che prendano forma a poco
a poco? Vi rivedete nel mio modo di agire?
Per scrivere dei personaggi ho bisogno di conoscerli bene, questo è sicuro. Se così non fosse, di fronte agli eventi della trama non saprei come farli reagire e finirei nel trabocchetto Mary Sue. Per conoscere i personaggi principali faccio però un lavoro meno metodico del tuo. Non ho punti fissi da definire, anche se molti devono esserci: passato, carattere, problemi in atto, aspetto fisico. Gli altri vengono fuori da soli prendendo gli appunti, che sono una sorta di fiume scritto a mano con penne colorate su carta di recupero. In pratica scrivo tutto quello che mi viene in mente, anche senza la struttura classica del brainstorming, e dopo tre o quattro pagine fitte di solito inizio a vedere il personaggio con una certa chiarezza. Per i personaggi secondari, invece, anch'io scelgo le caratteristiche chiave che devono restare impresse nel lettore.
RispondiEliminaIl tempo impiegato a conoscere i personaggi è ben speso. La prima stesura è molto più facile quando sai di chi parli (anche se poi i personaggi se ne saltano fuori con qualche sorpresa, ma è anche quello il bello).
è vero: quando inizi a scrivere conoscendo già i tuoi personaggi il rischio di scivolare in qualche incoerenza diminuisce drasticamente. Tuttavia, una volta impressi sulla carta, la situazione spesso cambia: nel momento in cui passano all'azione si crea un'energia diversa, che può spingere l'autore in direzioni impensate. Esiste sempre una differenza fra la teoria e la pratica, fra il dire e il mostrare. è questa che fa la differenza fra artigianato e arte.
EliminaSai che io non scrivo :-) quindi il mio commento te lo do pour parler (che a me piace tanto), rischiando anche di essere fuori posto.. cmq:
RispondiElimina- la mia intima pagina (blog) è seguita dall'australia (mamma vodafone), da vari paesi dell'italia (ma so chi sono), dalla turchia (una lettrice affezionatissima che non manca mai di leggermi ma non commenta.. misteri della vita).
-questione personaggi.. io sono una (credo) buona lettrice, ma di libri gialli o di saghe fantasiose, prediligo gli autori che mettono in evidenza non tanto le caratteristiche fisiche dei singoli personaggi, ma come intreccia le loro vicende.. senza annoiarmi.
C'ho sto difetto, se lo scrittore si dilunga troppo su particolari o situazioni, a me cala la palpebra.
.. ma dov'è il link per il tuo contatto fb? :-)
EliminaHai ragione, anche io credo che le lunghe descrizioni annoino. Per questo, tendo a fare uscire i dettagli pian piano, a spizzichi e bocconi, e con pochissime parole. In particolare, mi piace legarli ad azioni specifiche.
EliminaIl link al profilo facebook è sulla pagina "contatti"... non funziona? Io l'ho provato, e non dava problemi. Adesso non posso verificare, stasera do un'occhiata...
Come ti accennavo, ho smesso di usare le schede. Mi piace pensare ai personaggi come se fossero persone da conoscere, che quando incontri la prima volta che ti incuriosiscono per qualche motivo. A quel punto comincio a scavare, tentando di capire chi sono, cosa vogliono, e così via.
RispondiEliminaAl tuo elenco, utilissimo per definire i protagonisti, aggiungerei una cosa: i segreti. Tutti ne hanno qualcuno, magari è qualcosa che vogliono nascondere o un punto debole che non vogliono far conoscere. Fa parte della sfaccettatura delle persone avere dei segreti e inserirli nella storia dà un pizzico di pepe in più al tutto, secondo me.
Certo! Infatti nella mia scheda c'è anche quella voce, ma mi sono dimenticata di segnalarla nell'elenco. I segreti sono sicuramente importantissimi. Mi sono accorta infatti che alcuni di essi sono un po' banali, e chiedono di essere potenziati
EliminaPartendo con giovane amica mi hai fatto sentire vecchio guardando successivamente la tua foto profilo.
RispondiEliminaUna matrioska.
Ieri ho letto il tuo blog e parlavi di te come "un trentenne". In tal caso sei più giovane di me.. io ne ho 32, come scritto anche nella pagina "mi presento". L'amica di cui parlavo sta preparando l'esame di maturità :D
EliminaP.S. Il tuo commento è il n. 100. Peccato che non ci siano premi in palio ;)
Si di un trentenne perchè rientro nella categoria trentenni, ne ho 38. Quindi sei in vantaggio. Wooow onorato, il tuo guest post mi è piaciuto tantissimo tanto che mi ci riconosco in un profilo.
EliminaTi ringrazio :) Mi ricordo il tuo commento. Presto ci sarà un nuovo guest-post perchè mancano tre ferite da analizzare.
EliminaCome sei metodica! Io lo sono molto meno. Appunti qua e là nel quaderno con i gatti per i personaggi minori. Per i protagonisti non so. È come se vengano a bussare da me. Hanno già un volto, un nome e una personalità. Poi, dato che prendono casa nella mia mente, mi raccontano pian piano la loro vita.
RispondiEliminaAlcuni sono proprio petulanti e tornano da una storia all'altra, cambiando nome e qualche connotato per non farsi riconoscere, ma alla fine mi rendo conto che sono proprio loro e mi rassegno ad assegnare una parte da protagonista.
Tu sei più metodica sulla trama: siamo complementari :)
EliminaIn ogni caso, forse questa metodicità è una parvenza: come evidenzio nella parte finale del post, le schede mi aiutano a conoscere meglio i personaggi, ma spesso finisce che si ribellino ad esse ed acquisiscano caratteristiche molto più profonde. Anche io ho trasformato due comprimari nei protagonisti: man mano che andavo avanti nella stesura mi sembravano molto più interessanti di altri.
P.S. Sono allergica ai gatti ... so che ti piacciono molto. Se condivido una stanza con uno di loro, per dirlo alla Crozza, MUORO :P
EliminaSe dovessimo incontrarci, allora, ricordati l'antistaminico! Con 4 gatti che girano per la magione di cui uno praticamente sempre attaccato stile zecca (e per di più a pelo lungo) per quanto spazzoli mi porto sempre un po' della loro pelliccia addosso!
EliminaIo se sono all'aperto non ho problemi. Ho amici che hanno i gatti e li accarezzo tranquillamente (comunque mi piacciono molto).. è quando sono nella stessa stanza con un gatto, e ci sono peli in giro, che sto male.
EliminaAll'inizio di una storia gioco coi personaggi, li faccio cambiare senza badare troppo alla coerenza. Per esempio l'eroe è biondo e muscoloso nel primo capitolo ma nel terzo è mingherlino e nel quarto si scopre che è un insicuro perché da bambino era cicciottello. In questo modo "sento" le caratteristiche che si adattano di più al carattere della persona, alla trama e agli altri personaggi. Poi getto tutto e riscrivo, oppure abbandono il progetto! L'idea mi è venuta da un'intervista a Susanna Tamaro, che scrive cento pagine del nuovo romanzo, poi le mette nel cassetto e ricomincia, senza rileggerle.
RispondiEliminaPer quanto riguarda i followers, io posto dal Canada e le statistiche dicono che piaccio molto in Russia e in Brasile... non ci capisco molto di Internet, ma faccio fatica a credere a questi dati! Se lascio il mio computer acceso con la pagina del blog aperta il conto delle visualizzazioni sale automaticamente, per esempio se è a 10000 dopo 5 ore è a 10100, ma se aggiorno la pagina il conto scende a 10005. I misteri della rete!! (è anche un buon titolo per un romanzo!)
Anche a me capita sovente di rivedere dettagli “in corso” perché, lavorando sui personaggi, dopo un po’ iniziano in un certo senso a vivere da soli. Proprio ieri mi sono accorta di aver cambiato alcuni dettagli relativi alla famiglia di origine di uno dei miei personaggi, e di averlo fatto quasi senza accorgermene perché tale cambiamento è uscito, spontaneamente, dalla mia penna. A volte si perde molto tempo in dettagli collaterali quando, semplicemente scrivendo, ogni cosa può andare a posto da sola.
EliminaPer quanto riguarda le visite, non ho mai notato “fenomeni” come quello che tu descrivi, forse perché ho scelto di escludere dal conteggio tutti i miei accessi… però anche io ho visite da Stati Uniti e Russia … mi stanno spiando! Ora per verificare l’attendibilità di queste statistiche, vado a vedere se compare qualcuno dal Canada!