I miei nuovi progetti creativi ed esistenziali
Il più grande spreco nel mondo
è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare.
(Ben Herbster)
Ho cambiato vita
da una settimana esatta. In realtà, non me ne sono accorta subito. Il mio primo
giorno di lavoro a regime part-time è caduto di giovedì, e io avevo l’impressione
di essermi presa un semplice pomeriggio di ferie prima del ponte per la Festa
della Repubblica. Per sancire il passaggio tra queste due fasi della mia
esistenza, mi sono concessa un weekend di otium
creativo (perché cazzeggio impunito
suona male): una seduta dal parrucchiere, due pomeriggi in spiaggia, un evento
di costellazioni familiari, una cena romantica, un paio di meditazioni guidate, un articolo ispirato dalla canzone "Vietato Morire" e scritto in dieci minuti, il concerto di Ermal Meta all’Ariston e voilà, in un attimo ero già alla pausa pranzo
del lunedì. In piedi, davanti al timbratore. Se non ci fosse stato un collega a
dire, scherzando: “ma guarda ‘sta stronza che se ne va a casa”, mi sarei ritrovata
in un bar a mangiare la solita insalata con il tonno. Invece ho pranzato nella
mia cucina, con il mio compagno. E così martedì. E così ieri. E così anche
oggi, ogni giorno sempre più consapevole del fatto che questi anni infami hanno
raggiunto un primo ma importante epilogo. Ora davanti a me c’è una pagina
bianca. E io ho il compito di scriverla. Già. Ho il
compito di scriverla. Però…. Uffa. Mi sento un po’ confusa.
Il mio primo
errore di valutazione è stato pensare che bastasse passare dal carcere duro
alla semi-libertà per recuperare tutta l’energia dispersa. Non appena ho smesso
di opporre resistenza alle situazioni che mi facevano del male, sono stata
travolta dalla stanchezza. Vorrei alzarmi da tavola e incominciare immediatamente
a scrivere, ma mi ritrovo sul divano con un libro. La mia velocità di lettura, negli
ultimi cinque anni, si è adeguata al mio stile di vita. Il mio cervello è ormai
abituato a centellinare minuti qua e là, quindi gli basta un istante per
assorbire il contenuto della pagina. Morale della storia? In questi pochi
giorni ho divorato due romanzi e sto per concludere il terzo, leggendo appena un’oretta
nel primo pomeriggio e una la sera. Intorno alle 15:30, mi faccio una tisana
depurativa. Non serve a molto: per eliminare tutte le tossine accumulate con lo
stile di vita malsano dell’impiegata pendolare mi ci vorrebbe un esorcismo, ma
almeno riesco a recuperare la lucidità necessaria per sedermi al pc e lavorare
ai testi del mio nuovo sito. Continuo a
ripetermi che questa è una condizione normale (confermata da un’amica che ha
preso la mia stessa decisione qualche mese fa) e devo darmi tempo. Ma la
pazienza non è mai stata una mia dote. Quindi, continuo a fremere. Dentro me,
un estenuante desiderio di avere tutto e subito.
Ho un po’ paura,
lo ammetto. Però la consapevolezza di aver preso la decisione giusta mi aiuta a
mantenermi ottimista. Molti mi considerano una pazza perché a trentacinque anni
suonati ho deciso di dimezzare uno stipendio sicuro e di ricominciare dalla
gavetta. Nei mesi scorsi sono state tante le persone che hanno cercato di farmi
cambiare idea. Però io, pur essendo troppo vecchia per licenziarmi in tronco, mi
considero ancora abbastanza giovane per provare a costruire la vita che
desidero. E non mi pento della mia
scelta. Nemmeno tra sei mesi, me ne pentirò. Né tra un anno, né mai. Perché ho
giurato a me stessa che non mi darò pace finché non raggiungerò il mio obiettivo principale: essere felice e realizzata.
Portarlo avanti è anche questione di coerenza. Me l’ha fatto capire, qualche
giorno fa, l’email ricevuta da un lettore anonimo (un certo fearofthedark@qualcosa.com) che aveva appena
letto e gradito il post sulla disobbedienza del Jolly.
“Tu a che cosa hai
disobbedito?”, mi ha chiesto, dopo avermi raccontato la propria
esperienza.
La risposta è
stata impulsiva: ho disobbedito alla vita che qualcun altro aveva scelto per me. E l'ho fatto, aggiungo, con la determinazione che si confà un Jolly. Forse è stata la prima volta nella vita che ho avuto tanto coraggio.
Il mio lavoro di
impiegata mi ha dato la stabilità economica, è vero. Ma mi ha tolto tredici
chili, il sonno e l’autostima. Ho rischiato di perdere gli amici, perché ero talmente
giù di corda che non volevo più vedere nessuno. Persino il buon Beppe era finito
dentro il mio tritacarne emotivo: qualche tempo fa, stavamo per lasciarci a
causa delle mie crisi isteriche. Tutto questo non è giusto, quindi ho deciso di
dire basta.
Credo che l’idea
di libertà veicolata dai miei scritti abbia avuto un ruolo fondamentale nel
taglio delle catene. Più parlavo del Jolly, più l’energia del suo messaggio
trasformava le mie cellule. C’era questo ribollio interiore, che mi spingeva ad
alzare la testa. Il primo no è arrivato
il 19 aprile del
2016, come ho raccontato qui. C’è voluto quasi un anno perché trovassi
il coraggio necessario per fare il salto quantico. Dio solo sa quanto sono stata male in quel periodo. Ma adesso sono qui, con in mano un pezzo di creta ancora da plasmare. Non so quale forma assumerà, ma ho la certezza assoluta di non voler tornare indietro.
Al momento i miei progetti narrativi si trovano in stand-by perché la mia priorità è costruire la mia nuova carriera da freelance. Però presto riprenderanno, forse con un progetto completamente nuovo. Sto valutando l’eventualità di archiviare momentaneamente la mia opera monumentale per dedicarmi a un romanzo un po’ più semplice e breve, con il quale intendo partecipare a un concorso importante. Ho poco più di sei mesi, ma se mi impegno posso farcela. Dopo anni di lavori notturni, ho fretta di mandare in giro i miei scritti, sapete? Ma la storia a cui sto lavorando è troppo ambiziosa per essere conclusa a breve. Me ne occuperò a suo tempo.
Al momento i miei progetti narrativi si trovano in stand-by perché la mia priorità è costruire la mia nuova carriera da freelance. Però presto riprenderanno, forse con un progetto completamente nuovo. Sto valutando l’eventualità di archiviare momentaneamente la mia opera monumentale per dedicarmi a un romanzo un po’ più semplice e breve, con il quale intendo partecipare a un concorso importante. Ho poco più di sei mesi, ma se mi impegno posso farcela. Dopo anni di lavori notturni, ho fretta di mandare in giro i miei scritti, sapete? Ma la storia a cui sto lavorando è troppo ambiziosa per essere conclusa a breve. Me ne occuperò a suo tempo.
Nel frattempo, come ho accennato poco fa, sto allestendo il
mio nuovo sito, contenente anche un blog di recensioni. Dopo anni trascorsi a
compilare moduli, ho infatti deciso di ricominciare a fare il lavoro di cui mi
occupavo prima di cedere alle lusinghe di un contratto a tempo indeterminato e
(soprattutto) ai ricatti psicologici: l’editor, la copywriter e la consulente
editoriale. Questo è l’unico modo per rendere onore alle mie competenze e ai
miei studi. Appunti a Margine, invece, non subirà alcuna modifica a livello di
contenuto. Cambierà
soltanto il calendario editoriale. Considerando quanta carne ho
sul fuoco, credo sia opportuno mantenere liberi gli aggiornamenti (che in
alcune settimane potrebbero anche essere due
o tre) per tutta l’estate. La consueta scadenza del giovedì rimarrà dunque puramente
indicativa.
Il lancio della
patata bollente.
Voi, invece, a che
cosa avete disobbedito?
Mi sento anch'io di dirti che all'inizio un periodo di sfasamento è normale. Per sei mesi 3 + 3 sono stata provvisoriamente part time e questo ha nuociuto molto alla mia salute, temevo tanto che non me lo confermassero, anche perché all'inizio dopo in realtà un mese e mezzo dalla mia richiesta era stato sì, poi provvisorio, poi tra 3 mesi decidiamo poi no, ci servono altri 3 mesi. Una lotta, uno stillicidio, insomma alla fine quanto a gennaio è stato definitivo non mi pareva vero e avevo sempre paura che qualcosa potesse arrivare a stravolgere questo nuovo assetto che tanto mi piace(va) e mi aveva fatto svoltare la vita. Pazze? CHISSENEFREGA basta vivere la vita decisa da altri, no? Di sicuro ho disobbedito con questa scelta e anche anni fa con quella di comprare casa (troppo cara!) e alla fine ho estinto il mutuo in anticipo. Grazie per i buoni consigli, grazie, ma a volte me la cavo anche da sola e pure meglio delle vostre previsioni catastrofiche.
RispondiEliminaTutta salute, gioia e tempo per te, felice che anche tu sia entrata in questo fantastico club.
Buon part time e buona estate, Chiara.
ps. com'è stato il concerto di Ermal Meta?
Guarda, sei riuscita a leggere il post prima che censurassi la parte più esplicita. I miei colleghi non lo leggono mai, ma stavolta sì, quindi è meglio correre ai ripari. Comunque sono felice. Felice davvero. E lo sono anche per te, che mi sembri molto serena. :)
EliminaP.S. Il concerto è stato bellissimo. E.M. è veramente bravo, ha cantato dal vivo per più di due ore e c'era un'atmosfera fantastica. Mi sono sorpresa perché il pubblico era molto vario: forse le persone della mia età erano la maggior parte, ma ho visto anche tanti anziani e bambini. Accanto avevo una famiglia di Milano, genitori sui quarantacinque e due figli adolescenti, che lo seguono sempre. Mi è piaciuta questa cosa, perché se un artista è un bravo comunicatore non è settoriale, ma riesce a raggiungere tutti. :)
Trovo la frase dei tuoi colleghi fantastica “ma guarda ‘sta stronza che se ne va a casa”, perché riassume perfettamente il mondo del lavoro di oggi dove ci sono persone che non capiscono assolutamente niente, ma vogliono insegnare agli altri a stare al mondo.
RispondiEliminaMarina
Ciao Marina, mi spiace non essermi fatta capire bene. La persona di cui parlava stava scherzando. Ci sono colleghi com cui ho un buon rapporto, quindi ci si insulta con affetto. La regola che dici tu è sicuramente valida, ma non in questo caso specifico. :)
EliminaMi pare un momento di transizione importante, datti tempo per abituarti al nuovo ritmo. Io sono appena tornata "on line" dopo 10 gg di silenzio. Disobbedisco al ogni costrizione che renda ciò che amo sistemático e scontato. Sono una ribelle costituzionale :)
RispondiEliminaEh sì, ho visto su Facebook che sei anche attiva politicamente e lavori con i sindacati. È una cosa che apprezzo molto. :)
EliminaCara Chiara, è la mia vita. E permea ogni cosa che scrivo, anche se non scrivo di politica e sindacato... Grazie.
EliminaCara Chiara, è la mia vita. E permea ogni cosa che scrivo, anche se non scrivo di politica e sindacato... Grazie.
EliminaAnch'io vorrei iniziare a collaborare con i sindacati, sono in contatto con un collega della cisl, perché penso che sia l'unico modo per rendere onore alle sofferenze vissute negli ultimi anni. :)
EliminaVero. Da un pò hai anche un'amica in cgil... 😉
EliminaHo disobbedito a chi mi diceva "Ma dai, fai la magistrale! Sono solo due anni! Con la triennale soltanto non vai da nessuna parte". No grazie, non ho così tanta voglia di farmi del male. Ho faticato tantissimo per arrivare a laurearmi la prima volta.
RispondiEliminaAdesso sono a Milano a fare un corso di doppiaggio, in barba a chi mi diceva di tenermi il lavoro sicuro. Speriamo non sia stata una scelta troppo azzardata.
Chiara, auguri per i tuoi progetti futuri e spero che ora tu ti senta molto più libera!!!
Crepi il lupo! :-)
EliminaIl discorso della Laurea Magistrale va valutato caso per caso. Io ho fatto anche i due anni di Specialistica, e mi sono sicuramente serviti più del triennio per ciò che desidero fare. Tu, invece, siccome non credo abbia intenzione di fare l'ingegnere, hai fatto bene a percorrere un'altra strada.
Io ho disobbedito poco, conosci il mio percorso, però forse una disobbedienza l'ho messa in atto alla grande, scegliendo di prendermi cura dei miei figli anziché continuare a frequentare le aule di Tribunale. Felice e mai pentita. Chi mi vedeva avvocato, mi vede bene anche soltanto mamma e capisce il perché della mia scelta.
RispondiEliminaNon sottovalutare il tuoatto di disobbedienza, perché è stato molto importante, considerando che anche tu - come me - hai seguito un percorso obbligato. Questa è una scelta che ci accomuna, coerentemente con i nostri obiettivi e il nostro scopo di vita. :)
EliminaDisobbedire nella vita è doveroso quando non rappresenta più la direzione in cui vuoi andare con cuore e mente. A mio tempo ho preso la decisione di farlo e rinunciando a molto continuo ancora. Forse noi donne siamo votate a questo sacrificio o forse arriviamo solo prima a capire quando non vale più la pena di soffrire inutilmente in una situazione destinata a non portare da nessuna parte.
RispondiEliminaPersonalmente ti voglio dare solo un consiglio, prenditi un bel respiro e goditi questo bel momento, tanto atteso, infischiatene di tutti coloro che per invidia o cecità non capiscono e vai per la tua strada. Stai finalmente iniziando a vivere il tuo presente.
La società purtroppo è ancora molto indietro, vorrebbe vedere la donna in uno stato di sottomissione e di silenzio, perché la lotta è considerata un fatto da uomini. A maggior ragione dire no diventa importante. Lo è più per noi, che per loro. :)
EliminaSecondo me hai fatto benissimo!
RispondiEliminaDisobbedienza? Essendo di mio testarda come un mulo da che ero piccola i famigliari hanno preferito farmi fare di testa mia, piuttosto che tentare delle imposizioni che sarebbero state fallimentari. Certo è che quando ho cambiato liceo per andare a quello pubblico o quando ho mollato quello che sembrava il fidanzato ideale molti mi hanno chiesta se non fossi impazzita. Sono state le decisioni migliori della mia vita. In generale non mi pento di nessuna delle mie scelte, il fatto di essere stata io a compierle in autonomia mi ha reso più consapevole, anche quando sono state dolorose (rinunciare al dottorato lontano da casa per stare vicina a mia madre quando ha iniziato ad avere problemi di salute forse è stata la più sofferta). Mi mangio le mani piuttosto per le occasioni che non ho colto per timidezza o per non averle viste all'epoca (e col senno di poi ce ne sono state...), ma sono sicura che tu d'ora in poi non te ne farai scappare una.
La tua testardaggine non mi sorprende, da brava ariete che sei. Io invece ammetto di aver mediato molto tra i miei desideri e quelli altrui. Solo dopo i vent' anni sono andata in cerca della mia vera strada. Credo che il primo atto di disobbedienza sia avvenuto con l'allontanamento dalla religione cattolica, e un nuovo interesse per le filosofie orientali. Poi ce ne sono.stati altri, ma sempre mantenendo una sorta di equilibrio (bilancia, del resto) e facendo delle rinunce per proteggermi dai giudizi. Solo ora sono riuscita del tutto a sganciarmi. :)
EliminaDaje Chiara, io ti appoggio in pieno!!
RispondiEliminaGrazie :)
EliminaIn primis in bocca al lupo per la tua nuova vita e soprattutto per tutti i nuovi progetti. Mi ha fatto piacere vedere il tuo weekend del 2 giugno ricco di impegni :D, il mio ha portato un anno in più, tanto lavoro (soprattutto il giorno del mio compleanno :D), ma anche 100 euro di extra per il lavoro in più svolto che mi hanno fatto mooolto piacere.
RispondiEliminaHo disobbedito nella vita? Mah, credo per cose piccole. La mia disobbedienza è stata quella di fare scelte che andavano controcorrente. Ma nessun atto di ribellione secondo me. Sul lavoro per fortuna solo confronti, mai scontri. Sono fortunato in questo, senza dubbio.
Buon compleanno! Così sei dei gemelli. Avrei dovuto intuirlo considerando le tue doti dialettiche. :)
EliminaGrazie :P. Quindi i gemelli sono dei chiacchieroni :D?
EliminaIn linea di massima, salvo altre indicazioni del tema natale, sì, perché intellettualmente curiosi. Certo che se uno è gemelli ascendente scorpione con Plutone in prima casa e mercurio in toro o cancro non sarà certo l'anima della festa... ;)
EliminaIl mio atto di disobbedienza credo sia stato uscire da un matrimonio che non mi dava più niente e che mi aveva fatto ammalare, tenuto in piedi a lungo solo per non deludere la mia famiglia. Se ti costringi a vivere per quello che gli altri si aspettano finisci per soffocare, bisogna sempre seguire quello che si sente perché la vita è una sola. Quindi hai fatto benissimo a chiedere il part time per poterti dedicare a fare quello che davvero ti appassiona e cercare di realizzare i tuoi sogni. Forse ci vorrà un periodo di assestamento al nuovo regime delle tue giornate, credo sia normale, goditi anche questo momento.
RispondiEliminaPienamente d'accordo. Ci sono tante persone che rimangono invischiate in relazioni insoddisfacenti per paura di rimanere sole, e questa è una profonda mancanza di rispetto nei confronti di loro stesse. :)
EliminaMa hai fatto bene, alteoché!! A 35 anni sei giovane, non parlare come una vecchia, ti ssicuro che i cambiamenti ci sono anche a 45 e se le cose vanno male bisogna cercarli come hai fatto tu 😀😀 tanta felicitá, di cuore...
RispondiEliminaGrazie, Giulia. Quando una persona ha una parziale stabilità è difficile trovare il coraggio per un giro di boa, ma io sono contenta. :)
EliminaBrava Claire, hai fatto bene a levarti da un impegno tossico per la tua autostima. Presto potrai respirare meglio, ci vuole un po' per smaltire le tossine. Continua a scrivere e a crederci! Sei sulla buona strada.
RispondiEliminaPS: bello il nuovo blog in purple! :D
È così tanto che non passi di qui? Ho cambiato vestito circa due mesi fa. Comunque, bentornata. :) e hai ragione da vendere su tutto.
EliminaTi leggo sulla mail ma apro il link solo per commentare, non avevo notato il vestitino estivo! :D
EliminaAggiungi un'altra persona a quelle che ti dicono che hai fatto bene (almeno pareggiamo un po' il conto con quelli che ti sconsigliavano questa scelta!)
RispondiEliminaCome dico sempre io in questi frangenti: a che serve avere soldi in più in busta paga se poi te li spendi dal medico perché il lavoro ti fa stare male?
Una scelta come la tua io l'ho fatta a 22 anni: dopo il primo anno all'università andato male, ho lavorato per un anno in un ufficio come impiegata, un ambiente confortevole dove giravano domande del genere di fronte ai clienti "Ma non li fanno i libretti di istruzioni per i mongoletti come te?" (non ero presente purtroppo, ma questo era il tono). Dopo un anno così, con tutti i soldini accumulati da parte, mi sono licenziata (quel giorno mi sono comprata un Invicta nuovo) e re-iscritta all'università. In famiglia furono tuoni, fulmini e tempesta, da lì fino a sette anni dopo, anche dopo la laurea, fino al primo contratto a tempo indeterminato. Adesso, ogni volta che c'è da prendere una decisione, vengono prima a chiedermi cosa ne penso io, giuro! :P
Mi hai fatto venire in mente un episodio di qualche anno fa. Avevo preso un'iniziativa personale, portandomi avanti con un lavoro che sapevo dover essere fatto prima di ottenere il beneplacito. Quando ho detto: "io pensavo che...", sono stata interrotta: "lei non è pagata per pensare ma per obbedire ai miei ordini". Perfetto. Tornata dal pranzo, ho incrociato le braccia e mi sono messa su Facebook. Passa un'ora: "Cosa sta facendo?" - "Niente. Aspetto ordini". Mai più successa una cosa del genere. ;)
EliminaQuando avevo più o meno la tua età mi sono licenziato, senza paracadute, per dissidi con la mia ex azienda, sclta presa in dieci minuti, ma non è stata una decision impulsiva ;)
RispondiEliminaUn periodo di assestamento credo che sia comunque naturale, in bocca al lupo :)
Anche quella del part-time è stata una decisione tutt'altro che impulsiva. O meglio: ci ho riflettuto per un paio di mesi, ma quando è avvenuto il salto quantico non ho più indugiato e ho fatto tutto in fretta e furia, passando direttamente all'ufficio personale senza avvertire il mio capo. Che è incazzatissimo, non perché io gli serva 8 ore, ma perché non ha avuto alcun controllo della situazione. Si è reso forse conto che non sono incatenata alla sedia.
EliminaAnche io da giovane ho dato un taglio alla routine mefitica. Mi sono licenziato in tronco, con la liquidazione sono tornato a studiare e ho iniziato la professione che amo e che oggi mi da da vivere. Ho scioccato tutti quelli intorno a me ma ero stufo di vivacchiare sentendomi insoddisfatto del mio lavoro. Vi capisco ragazzi.
EliminaSe sei serena è il segno che hai fatto bene, poi le piccole paure legate al cambiamento sono normali.
Io credo che non potrei tornare al full-time nemmeno se al posto del mio capo ci fosse Brad Pitt...
EliminaCi credo, magari io. Manca la pecuniaaaaaaa
EliminaCiao, sono nuova del tuo blog ma non chiedermi come sono arrivata a te, perchè non me ne ricordo proprio. Data la mia età (64) la mia memoria incomincia a vacillare. Ma veniamo al tuo post. Non posso far altro che i miei complimenti per il tuo coraggio di disobbedienza e ti auguro di cuore che i tuoi sogni si realizzino in tutto per tutto. Io il mio coraggio l'ho trovato nel 1980 nella mia vita privata, nell'ambito lavorativo ho seguito la strada dei miei studi universitari.
RispondiEliminaPer quanto possa valere sono con te. Abbraccio forte forte. <3
Ciao "Farfalla", benvenuta, e grazie di cuore per il supporto. è bello sentirmi sostenuta, anche da persone che non mi conoscono. :-)
EliminaHo pensato alla tua domanda, Chiara. I tuoi post hanno il merito di farmi riflettere, ti ringrazio. In cosa ho disobbedito? Le disobbedienze nel corso della mia vita sono state tante, molte le ho persino rimosse perché non mi fanno onore. Ai tempi del Liceo ho conquistato il disprezzo imperituro del prof di matematica per aver disobbedito a una raccolta di firme, dichiarando apertamente il motivo per cui non avrei mai firmato. Ho pagato con un bel 5 in matematica, ma sono sempre andata orgogliosa della mia disobbedienza. Ho disobbedito a coloro che mi hanno scoraggiato nel percorso della scrittura. Ultimamente ho disobbedito al mio capo rifiutando un incarico che assorbiva più tempo rispetto all'accordo iniziale. Mi fermo qui, ma sono solo all'inizio... ;)
RispondiEliminaCiao Rosalia, sono molto contenta che il mio post ti sia piaciuto. è normale che tu sia disobbediente: ricordo che nel tuo tema natale hai una dominante di valori Sagittario, segno per natura libero e anticonvenzionale. :-)
EliminaL'episodio che racconti della scuola, mi ha fatto venire in mente il mio esame di terza media. Non ne potevo più delle suore, e volevo frequentare un liceo pubblico anziché continuare gli studi nello stesso istituto. Loro me l'hanno fatta pagare, togliendomi un voto all'esame.
Che dire, Chiara? Ho iniziato un part time verticale il primo giugno. È un solo giorno alla settimana, ma per ora basta per portare avanti i miei progetti. Lavoro la sera sul futuro che mi attende e voglio si realizzi, lavoro nel week end e ogni minuto ed energia è veicolato al salto. Non ho più paura. A 35 anni ho capito che devi fare ciò che ami e per cui sei nato, o sei fottuto. Buona fortuna: sono certa che sarà un successo ❤
RispondiEliminaCiao Alessia, ben tornata. Non sapevo che avessi 35 anni anche tu, credevo fossi qualche anno più giovane. Tuttavia, anno più o anno meno, la penso esattamente come te. Ciascuno di noi arriva sulla terra con uno scopo. Portarlo avanti non è solo un diritto, ma anche un dovere verso se stessi, è qualcosa di cui non possiamo assolutamente fare a meno, pena un'ingestibile e costante infelicità. Buona fortuna anche a te, e speriamo che il successo ci sia davvero, e che ci sia per entrambe.
EliminaMi sa che siamo proprio agli antipodi... Io è una vita che non faccio che disobbedire, sapendo benissimo che non me ne viene nulla, e infatti preferirei di gran lunga "obbedire" per avere almeno certezze e stabilità. Però che brutto termine: diciamo "conformarsi", che mi sembra già meglio. E però conformarmi alle richieste imposte proprio non mi riesce, lo vorrei anche, ma sembra che sia più forte di me. Sono proprio un essere umano, una contraddizione vivente. :(
RispondiEliminaNon siamo poi così dissimili visto che io per anni ho cercato di fare ciò che stai facendo tu. Ora mi sono resa conto che i compromessi non servono a nulla, se non ad annientarti. Molto meglio essere se stessi. :)
RispondiEliminaSono contenta per te! Sono convinta che sia una svolta positiva e importante. Se fossi in te non mi metterei fretta; i cambiamenti si metabolizzano con calma. Lo so bene io, che tra traslochi, cambi di regione e fasi della crescita di mio figlio, un po' di scossoni li ho presi e li prendo. Dalla calma nascerà... di tutto. :D
RispondiEliminaGrazie, Grazia.
EliminaIl tuo consiglio è prezioso anche perché, nonostante lo yoga e la meditazione, la pazienza non è mai stata una mia dote. Chissà come sarei se non mi dedicassi a certe pratiche... non oso nemmeno pensarlo. :-)