Il romanzo in stesura visto dalla mia beta-reader.
Già da molti mesi sto coltivando l’idea di raccontarvi
della mia collaborazione con Marina Guarneri, attualmente unica beta-reader del
mio romanzo in stesura. Non ho voluto aspettare di avere la storia conclusa e
revisionata per chiedere un parere esterno: sono un’emergente insicura, quindi
un confronto già sulle bozze mi aiuta a crescere e a imparare. Inoltre, l’aiuto
e la forza che ricevo in dono sono una ricarica importante, quando mi si
scaricano le pile. È come avere uno psichiatra gratis, che non mi imbottisce di
farmaci ma di arte.
Proprio quando stavo per accingermi a scrivere l’articolo, ho
avuto un’idea: perché non delegare a lei il compito? Marina è l’unica persona
che sa cosa sto combinando ed è in grado di raccontarlo in modo oggettivo. Quindi,
oltre a dare ai follower e ai loro beta-reader qualche spunto per fare un buon
lavoro di squadra, può anche soddisfare la curiosità dei parenti e degli amici
che mi bombardano di domande, e quotidianamente si scontrano con la mia
ritrosia a parlare del mio progetto.
Questo non è un guest-post come gli altri, dal momento che racconta
di me e del mio lavoro. Anche se Marina ci ha lavorato da sola, mi sento coinvolta
come se stessi pubblicando uno dei miei. Vi confesso che leggere le sue parole
mi ha commosso, perché è bello rendermi conto che, nonostante tutti i dubbi e i
tentennamenti, c’è qualcuno che mi stima come scrittrice e che vede in me un
potenziale. Approfitto dunque di questa presentazione per dire a Marina: GRAZIE
di cuore per le innumerevoli letture. GRAZIE per la fiducia. GRAZIE per il post
e GRAZIE per la tua sopportazione. Sei una collega e un’amica preziosa!
Accettato di
buon grado questo inedito ruolo, mi sono trovata a essere un'esordiente a tutto
tondo: nella mia scrittura e nell'analisi di quella altrui. Sembra che le due
cose si muovano bene insieme, perché aprire gli occhi su quanto scritto da
altri stimola l'attenzione anche sul proprio lavoro ed è un vantaggio da
sfruttare, quando se ne ha l'opportunità.
Ringrazio,
dunque, Chiara, per averne regalata una a me.
Così, adesso
sono "cavia": sperimento sulla mia pelle la validità delle pagine
scritte da lei; sono una lettrice-tester, che dite, suona meglio? Una
"beta-reader", come suggeriscono le ultime tendenze: leggo,
suggerisco, noto e annoto, intercetto errori, sottolineo incongruenze, analizzo
il testo, mi faccio un'idea, comunico una sensazione. Sono una visualizzatrice
super partes, insomma, che osserva dal di fuori e, senza condizionamenti di
sorta né giudizi soggettivi, vede, considera e si esprime di conseguenza.
Quando Chiara mi
ha messo al corrente del suo progetto narrativo, l'ho subito trovato
interessante, prima di tutto perché la sua idea nasce da un percorso mentale
che mi ha molto incuriosito e poi perché la storia pensata da lei sembra
proprio essere una di quelle che io leggerei volentieri.
Ecco, senza
volerlo, sono venuti fuori due presupposti che ritengo fondamentali nella
figura del beta-lettore: la curiosità e una certa affinità di "vedute narrative". Se reputo, infatti, che la lettura
possa coinvolgermi, il mio occhio sarà più attento a intercettare gli elementi
capaci di soddisfare le mie aspettative o di deluderle e questo mi verrà ancora
più facile se la storia si sposa perfettamente con il genere letterario che
prediligo.
Il libro di
Chiara è un romanzo mainstream dal titolo...
E no, questo non
posso dirlo, ma posso raccontarvi come stanno andando le cose, il percorso
fatto fin qui, il "durante" di questa esperienza che mi auguro porti
a grandi risultati.
Non esistono
regole codificate per fare il beta-reader, ma il fatto di essere una
buona-lettrice mi ha portato automaticamente a formulare un quadro operativo
fatto di obiettivi e metodi da adottare.
OBIETTIVI:
- individuare i
punti di forza e le debolezze del romanzo;
- potenziare il
mio interesse verso la storia e di conseguenza quello del futuro lettore;
- intervenire
dove il libro presenta delle falle che diminuiscono l'intensità della
narrazione;
- contribuire a
rendere PERFETTO il romanzo di esordio di Chiara.
METODI:
- qualcuno
sceglie di rivolgersi al beta-lettore a lavoro ultimato; Chiara, invece, mi ha
chiesto di seguire il "divenire" della sua storia, dunque lei, tramite
mail, mi invia periodicamente i singoli capitoli e, insieme, discutiamo sulle
questioni da approfondire. Whatsapp è diventato un punto di incontro di
immediata fruibilità, di scambio di consigli al volo, brainstorming su
possibili nomi, condivisione di foto eloquenti e anche occasione di piacevoli
chat di puro svago.
- Il confronto
si basa sulla dinamica della domanda/risposta, cioè cerco di trovare le
risposte adeguate alle domande che emergono dall'analisi del testo, quelle che
mi pongo io e quelle che mi rivolge Chiara.
- Nel frattempo,
mi capita di dare qualche consiglio.
L'incipit del
romanzo è pieno di promesse: quando lo leggo, capisco che Chiara ha per le mani
una storia ricca di contenuti e ciò che accade già nelle prime pagine mi fa
subito esclamare: "Wow, voglio sapere come continua".
È il mio primo
riscontro positivo da beta-reader; ma la strada è lunga e il percorso non
semplice: mi addentro in un territorio minato da dubbi, matasse da dipanare,
coerenze da mantenere, pensieri da fare convergere in un’unica direzione. Il
tempo non è mai complice: Chiara ha un lavoro, Chiara è costretta a scrivere
nei ritagli concessi dal fine settimana; l'estate distrae, le relazioni sociali
reclamano il loro giusto spazio, stanchezza e stress non contribuiscono alla
causa.
Chiara si
scoraggia, Chiara è confusa, Chiara è piena di idee, Chiara crede fortemente in
questa storia.
Devo
assolutamente aiutarla a rendere solido il suo sogno.
Partendo dagli
elementi principali del suo romanzo.
1) LA STORIA
La trama è
complessa; il racconto si svolge su due piani temporali differenti e gestire lo
sviluppo distribuito in momenti storici lontani non è una passeggiata: sono
quindici anni in cui i protagonisti avranno un'evoluzione collegata al loro
vissuto, che è determinante per la crescita e per le scelte che faranno.
Entrano in gioco
concetti quali l'autorealizzazione, la capacità di comprendere, l'espressività
individuale, la spiritualità, che devono trovare una collocazione bilanciata,
perché a vent'anni si è in un modo, a trenta in un altro e il libro contiene un
messaggio che deve emergere in modo chiaro e univoco a fine lettura.
Gli eventi
storici hanno un ruolo importante: quante cose sono accadute in quell'ampio
arco temporale? E vanno tutte inquadrate con la coerenza richiesta dalle varie
epoche di riferimento.
La fase della
progettazione nasconde molte insidie: file Excel, scalette, cronologia, sono
strumenti di verifica e servono a dare ordine al materiale, ma più spesso
confondono e disperdono concentrazione ed energie.
Domande: come riuscire a raccontare questa
intricata vicenda senza correre il rischio di perdere il contatto con i fatti
storici, di portare fuori strada o di non raggiungere l'effetto voluto?
Risposta: fornendo una chiave di lettura che
consenta al lettore di non perdere mai l'attenzione e l'interesse per la
vicenda, quella narrata nel passato e quella che si svolge nel presente. Le
informazioni vanno distribuite in modo ottimale, bisogna evitare l'info-dump e
anche il rischio di risultare ripetitivi.
Ho suggerito a
Chiara di separare, salvandole su file diversi, le due sfere temporali (il
decennio 2000-2010 e il 2015) e di
scrivere le parti in cui sente di avere maggiore sicurezza in ordine sparso,
non per forza in una immaginata consequenzialità. Poi i pezzi si compongono, i
capitoli trovano una loro logica collocazione via via che la storia si va
sbrogliando.
Anche
l'alternanza dei capitoli va gestita in modo da non causare un continuo
rimbalzo dal presente al passato e viceversa, cosa che potrebbe portare il
lettore a seguire due time-line contemporaneamente senza avere il tempo di
affezionarsi alle vite dei personaggi. Forse sarebbe meglio prendere confidenza
con la vicenda ancorata al passato per due, tre, quattro capitoli di seguito e
poi, quando si suppone che il lettore sia ormai trascinato dentro la storia,
spostare l'attenzione sui fatti odierni.
2) I
PERSONAGGI
Chiara ha verso
i suoi personaggi un'attenzione maniacale: lei li ha creati con delle
caratteristiche particolari, li ha plasmati con una cura e una dedizione che
vorrebbe emergessero in modo netto. Sensibilità, stati d'animo, atteggiamenti
che contribuiscono a creare la giusta atmosfera nei dialoghi, negli incontri,
nei rapporti e che devono arrivare al lettore nella loro autenticità per
provocare reazioni di empatia.
Domande: siamo sicuri che i protagonisti della
storia abbiano personalità ben individuate? Che diano l'impressione giusta? Che
non si determinino equivoci in modo da fare apparire negativi quelli positivi o
viceversa?
Risposta: a parte qualche precisazione che a me
è sembrata utile per presentare in modo più efficace i personaggi, nella loro
entrata in scena e nel loro sviluppo dentro la storia, in genere essi sono ben
strutturati e hanno una individualità forte che emerge in maniera coerente. Io
e Chiara siamo d'accordo sul fatto che i cliché vadano assolutamente aboliti,
qualora lei cadesse, anche senza volerlo, nell'errore di proporre schemi triti
e ritriti. Per fortuna, il problema non si è ancora posto, ma starò con gli
occhi aperti.
3) IL PUNTO
DI VISTA
Il punto di
vista della narrazione è una terza persona limitata, dunque la visuale è
vincolata a ciò che il personaggio vede e conosce, non può estendersi a
considerazioni oggettive che solo una narrazione onnisciente può garantire.
Domande è possibile che il lettore si senta
disorientato o non capisca il perché di certe informazioni date per scontate
dai protagonisti?
Risposta: sì, io ho avuto qualche difficoltà a
intuire alcuni passaggi che il personaggio principale metteva in campo durante
una sua riflessione.
Dunque, forse,
in questi casi, fornire piccoli dettagli in più può evitare alle persone
pignole come me di inciampare in domande tipo: "aspetta, ma di chi sta
parlando?" oppure: "chi sono Tizio, Caio e Sempronio", soggetti
inseriti in un flusso di pensieri del protagonista?
4) Il
LINGUAGGIO
Il linguaggio è
uno dei crucci principali di Chiara. Un po' la capisco; lei ha a che fare con
dei giovani ventenni che si muovono nel 2000 e poi con gli stessi, cresciuti di
quindici anni: nel 2015 sono persone mature e questo comporta un allineamento
non solo nel loro modo di pensare e di agire, ma anche nel modo in cui si
esprimono.
Domande: come riuscire a rendere coerente il
linguaggio dei protagonisti, in relazione al contesto in cui vivono e al tempo
dell'azione?
La resa dei
dialoghi è sempre credibile?
Risposta: l'immedesimazione credo funzioni per
ogni tipologia di scrittura: se il protagonista è cresciuto in una realtà di
degrado sociale, è possibile che i suoi dialoghi siano "sporchi", che
faccia uso di qualche espressione gergale e che, crescendo, abbandoni un certo
modo di esprimersi, perché, nel frattempo, la sua storia ha avuto
un'evoluzione.
Il dialogo va
curato, quando ne leggo uno voglio percepire naturalezza, non affettazione e voglio
sentirmi dentro la scena.
La
preoccupazione di Chiara è il non volere dare l'impressione di scrivere un New
Adult; io, invece, le dico di non temere di essere categorizzata entro i limiti
di un genere letterario; che il lettore sensibile capisce, dall'insieme della
storia, che si tratta di altro.
La storia ha
un'intensità che va oltre la semplicità (che spesso è banalità) delle storie
per adolescenti.
5)
L'AMBIENTAZIONE
L'ambientazione
è un elemento base del romanzo, perché i personaggi devono essere
contestualizzati e io, lettrice, mi aspetto di capire dove essi si muovono, di
aprire gli occhi dentro il loro mondo fatto di strade, locali, quartieri,
ambienti chiusi o aperti. Io voglio "vedere" dove vivono e percepire
l'atmosfera di quei posti.
Qui i dubbi sono
subito fugati, perché Chiara sa abilmente ricostruire scenari e descrivere
clima e contesti in modo ottimale.
6)
L'EFFICACIA DELLO STILE
Lo stile non va
sottovalutato: le cose possono dirsi in mille modi, ma saperlo fare in quello
giusto fa la differenza. Anche riuscire a creare una certa suspense è
importante: trovare la maniera per lasciare il fiato sospeso in attesa del
"dopo". Riferimenti appena accennati, rimandi a eventi taciuti generano
curiosità, desiderio di andare avanti per vedere cosa accadrà.
Domande: è meglio usare i periodi lunghi o le
frasi brevi? Che posto dare alle parti descrittive rispetto ai dialoghi?
Rischio di essere prolissa? Sono riuscita a catturare l'attenzione sui misteri
non svelati?
Risposta: il beta-reader non deve intervenire
sullo stile di uno scrittore; a me interessa che ciò che leggo abbia una sua
musicalità e non si inceppi in strani meccanismi stilistici. La prolissità
diventa un difetto quando per dire una cosa si usano locuzioni che si
somigliano tutte e alla fine un unico concetto viene sfaccettato ed espresso
con sfumature diverse, ma tutte di uno stesso colore.
Relativamente
alla capacità di gestire i tempi della suspense, penso che fare allungare
troppo il collo al lettore sia controproducente; portarlo a chiedersi di
continuo "ma allora, che è accaduto quel famoso giorno?" può, al
contrario, sortire l'effetto di farlo sbuffare.
Così sullo
stile non ho manifestato perplessità, solo curiosità personali, mentre sul
fatto di dilungarsi troppo, penso che la prima stesura sia un mega contenitore
entro cui riversare ogni idea; io ho suggerito di buttare giù la storia per
come pensata: ci sarà tempo per tagliare, limare, accorciare. Se non hai la
visione d'insieme, come fai a trovare efficaci gli interventi necessari sul
testo?
Circa il
tentativo di incuriosire, penso sia giusto lasciare che il lettore goda, di
tanto in tanto, di qualche "contentino": piccole verità ben
distribuite all'interno della storia per evitare che una faccenda lasciata in
sospeso al capitolo due, venga, poi, ripresa al capitolo quindici.
E veniamo al mio
personale MODUS OPERANDI, perché il beta-reader non se ne sta con le
mani in mano e un libro davanti agli occhi. Deve organizzarsi, usare strumenti
che gli siano utili per seguire l'andamento del lavoro e poter dare il suo
valido contributo.
Io faccio
questo:
- Stampo i
capitoli che Chiara mi invia. Il cartaceo mi dà più soddisfazione.
- Faccio una
prima lettura spedita (registro la sensazione che mi ha lasciato il brano).
Metto una spunta in rosso a bordo pagina, dove penso di volere intervenire e
aggiungo asterischi con piccole osservazioni che approfondirò.
- La seconda
lettura è più complessa; è il momento delle note che evidenzio con tre colori:
in giallo sottolineo i refusi, gli errori di battitura; in rosa le parti su cui
chiederò chiarimenti; in blu tutto ciò che mi suona stonato (sono i gradini su
cui inciampo mentre leggo: chi è il soggetto di questa frase? chi è che sta
parlando ora, nel dialogo? Piccole incoerenze che non mi permettono di
visualizzare bene una data scena);
- invio una mail
a Chiara con il resoconto: una presentazione in cui le do il mio giudizio in
generale e le dico, punto per punto, le cose rilevate.
Per quanto
riguarda gli interventi di tipo tecnico, la scrittura di getto comporta una
serie di errori e di sviste ovviamente giustificate. Trovo che sia un lavoro
inutile fare sistemare a Chiara i refusi intercettati nelle sue pagine. Io, dal
canto mio, li segno e li tengo da parte, perché possano servire al momento
opportuno, ma in una fase ancora primordiale della stesura mi sembra del tutto
superfluo.
I miei non sono
i consigli di un'esperta; i professionisti sanno come fare bene il proprio
lavoro e sono impeccabili; io faccio quello che posso, ascolto, raccolgo input,
provo a dare soluzioni, mi servo di esempi concreti, ma solo per fare capire il
mio punto di vista, non ovviamente per imporlo.
Solo su un
aspetto provo a essere convincente più che in altri: riuscire a smorzare la
famosa "ansia da prestazione" che spesso blocca Chiara e la costringe
ad avvitare i pensieri attorno alle stesse problematiche.
Le dico sempre
che lei deve soltanto sciogliere le idee sulla pagina, La meccanica della
scrittura fa giochi strani, talvolta: parti con un'idea e solo scrivendo
capisci quale sia il punto di snodo.
Dunque la sprono
a scrivere, scrivere, scrivere... perché la sua storia è pazzesca, ha un
potenziale enorme e non deve preoccuparsi, che tutto si aggiusta, le strade
impervie si spianano, i piccoli e grandi errori si eliminano, la confusione
svanisce, alla fine i conti tornano sempre.
Ci vogliono
costanza, energia, buona volontà, fiducia.
E un tifo
sfegatato: il mio.
La guest-blogger.
Scrivo e leggo, leggo e scrivo, sembra proprio che non
possa farne a meno! Mi piace tutto quello che ha una familiarità con la
fantasia: la metto su carta, la vivo grazie ai libri. Strano, per me che ho
masticato leggi e norme per anni! Ho realizzato il mio sogno vincendo un concorso
letterario con il romanzo "31 dicembre" e continuo a riempire i
cassetti con una produzione infinita di scritti spesso lasciati incompiuti. Da
circa un anno ho trovato un modo meraviglioso per parlare di scrittura e di
tutto ciò che le ruota attorno: lo faccio nel mio blog, Il taccuino dello scrittore, dove racconto e mi racconto, chiacchiero, condivido pensieri e
riflessioni, mi confronto con persone che hanno gli stessi miei interessi.
Se ti va, vieni a trovarmi, sarà un piacere conoscerti.
Che bello questo dietro le quinte!
RispondiEliminaMarina e Chaira, siete una coppia d'assalto, pronte, secondo me, a scalare l'editoria.
Grazie di cuore Antonella! Tu che hai letto qualche pagina puoi confermare o smentire ciò che Marina scrive! :)
Elimina...E noi si punta a quello, cara Antonella!
EliminaGrazie! :D :D
grazie! ho dato il mio "Primo bambino" alla mia seconda beta-reader oggi a pranzo. Alla prima è piaciuto, al di là di questo ha scovato un'incongruenza che, in centinaia di riletture, mi era sfuggita, più refusi ed errori vari. Le mie "beta" non sono del settore, sono consumatrici finali di libri, leggono cose diverse ed hanno diverse sensibilità. Stiamo a vedere cosa mi dicono... :)
RispondiEliminaCiao Chiara, saggiare la reazione dei lettori a lavoro ultimato misura la resa finale del libro; a quel punto può avere senso affidare la lettura a persone con diversi gusti e sensibilità; invece credo che in fase di stesura sia meglio rivolgersi a una persona soltanto, forse due, per evitare l'effetto "confusione" che sorgerebbe di fronte a opinioni diverse su uno stesso punto di domanda.
EliminaIncrocio le dita per il tuo lavoro. :)
Sono d'accordo con Marina. In questa fase troppi lettori creerebbero un po' di confusione. è sufficiente una sola persona, ma che comprenda bene il progetto. In questo caso, il giudizio non si limita alla storia, ma alla comprensione del messaggio di fondo. :)
EliminaMi piace il tuo metodo di lavoro. Ho girato il post direttamente alla mia futura beta-reader "principale". Chissà che non sia utile anche per lei ;)
RispondiEliminaConosci il detto "lo stesso morto insegna a piangere?"
EliminaSe la tua beta-reader è una buona lettrice e anche una persona che stimi saprà trovare il metodo più adatto al suo sistema di valutazione. Grazie per avere apprezzato il mio: ho capito cosa e come fare nel momento in cui mi sono trovata tra le mani i brani da leggere. :)
Secondo me ogni romanzo richiede un tipo di lavoro diverso. Essendo il mio una prima stesura ha bisogno di un intervento "pesante", capitolo per capitolo. è bene quindi che Marina mi aiuti a individuare le parti che vanno bene e quelle da sistemare se non addirittura riscrivere. Con un'opera conclusa e revisionata, il tipo di intervento secondo me è più blando. :)
EliminaA questo punto sono davvero curiosa di leggere il romanzo finito. Complimenti a Chiara per la storia che a livello intuitivo mi sembra molto interessante e a Marina per il lavoro di beta reader approfondito che sta svolgendo ;-)
RispondiEliminaA te piacerebbe, sono sicura! Grazie! :)
RispondiEliminaSpero davvero che lo sia! :)
EliminaSecondo me la cosa più bella di questo vostro modo di lavorare è la condivisione di un progetto. Che dona a tutto un significato più alto e più nobile. E che poi, a mio personale e modesto giudizio, è il fine ultimo della narrativa.
RispondiEliminaVi faccio i miei sinceri complimenti perché non è così frequente trovare un impegno così vero e trasparente come voi vi offrite reciprocamente. Comunque vadano le cose, sarà stato un successo per entrambe. Continuate così. :)
Il successo sarà tutto della scrittrice, che è quello che le auguro di cuore anch'io. Se ho accettato volentieri di leggere il suo lavoro è perché ho subito trovato, nella sua storia, degli elementi che meritano. E Chiara scrive molto bene. L'unico vero problema è dare una collocazione solida alle sue idee, perché sono tante e tutte valide. Spero che la condivisione di questo percorso sia per lei motivo costante di sprono e per me occasione continua di miglioramento.
EliminaSì, hai ragione: sono stata molto contenta di trovare una spalla come Marina. La storia ha una base filosofica ben precisa che mi rendo conto possa non essere accettata da tutti. Quindi ci vuole qualcuno in grado di comprenderla. è vero che le idee sono tante, ma è anche vero che a fine stesura capirò meglio cosa valga la pena mantenere e cosa tagliare. L'importante è avere chiaro in testa il risultato. Poi si fanno delle prove. E il resto si vedrà. :)
EliminaSono sicuro che farai un ottimo lavoro, già dal metodo si vede la tua dedizione. Chiara ha trovato un ottimo beta reader ;-)
RispondiEliminaLo sta già facendo! :-)
EliminaGrazie, Ariano. Credo anch'io in questo progetto. Me lo sono preso proprio a cuore! :)
EliminaQuasi più una tutor che una beta reader :) un approcio completo, direi, che cerca di analizzare ogni aspetto
RispondiEliminaCi si prova! :)
EliminaUn beta-tutor! :)
EliminaHelgaldo mi ha detto che non devo fare il beta. Men che meno l'editor, se è per questo. Proibito perché sono proprio inadatto, ha detto. E quindi onore al merito a chi è capace. Soprattutto invidio a Chiara la possibilità di prendersi i meriti e di poterti scaricare la colpa, per le pagine venute male che tu non avrai "segnalato" ;)
RispondiEliminaLa tua fortuna, Marina, è che Chiara scrive bene... :)
Eccerto, che sennò accettavo l'impegno?
EliminaAlmeno così, ho la strada facile: leggo una bella storia e non devo arrovellarmi troppo.
La fortuna di un beta-reader, trovare chi scrive bene!
La responsabilità di ciò che non viene bene è solo mia. Marina dà consigli, ma io sono libera se accettarli o meno senza che lei si offenda, perché in fondo nessuno meglio di me conosce la storia e l'effetto che desidero ottenere. :)
EliminaGrazie per aver detto che scrivi bene. :)
Helgaldo cosa? Mai detto una cosa simile. Avrò detto che non devi fare il beta-reader di Chiara, perché ce n'ha già una di prim'ordine. Tu saresti un inutile doppione. :)
EliminaComplimenti alle due coprotagoniste della genesi del libro di Chiara. Vedo un grande affiatamento. Chi beta bene è già a metà dell'opera.
Ehm... si può...?
EliminaCi tengo solo a precisare che io Michele, come beta, non lo voglio! :-D
Scherzo, mi fa solo un pochino paura! ;)
Grazie Helgaldo.
EliminaHai visto, Michele, mi hai fatto spaventare Chiara! :P
Complimenti: un lavoro egregio, un affiatamento che pare già ben collaudato, un metodo meticoloso e direi efficace. Io credo che il termine "beta-reader" sia un pò restrittivo... :-) Interessante anche l'idea del coinvolgimento durante la stesura e non dopo.
RispondiEliminaOra però sono dannatamente curioso e vorrei essere il lettore zero: è possibile prenotare una copia non appena verrà pubblicato? Chiara se ti dò il mio indirizzo di casa me la spediresti una copia autografata con dedica? Lo so, non ci conosciamo di persona, però questo metodo di chiedere copie autografate, stile Postal Market, me l'ha consigliato la tua beta-reader... :-)
Ma sotto, in piccolo, posso mettere anche l'autografo della beta-tutor-reader? :)
EliminaBeh, certo, direi di sì... :-)
EliminaEssendo il primo romanzo che scrivo dopo un lungo silenzio, ho ritenuto opportuno avere un parere già sulle bozze. Ho tanta ruggine da togliere e la necessità di imparare. Con i prossimi romanzi probabilmente sarà diverso e deciderò di sottoporre ai beta l'opera già conclusa. Anche stavolta è possibile che nella fase finale chiami in causa altri lettori. In particolare, mi piacerebbe avere l'opinione di qualche uomo. La storia, sebbene abbia un protagonista maschile, ha un taglio femminile, ma l'obiettivo è che possa piacere a tutti. :)
EliminaSarai il mio lettore zero e ti regalerò una copia. :)
Wow, fantastico. Ti ringrazio molto per il pensiero. Io però intendevo pagare la copia (come tutti i lettori). Forse ho fatto la figura di quello che ne voleva una gratis (e mi scuso!). Sarebbe scortese, visto anche il gran lavoro che ci sta dietro di scrittrice e beta-editor... :-) Anche perché, altrimenti, come fate a vivere di scrittura ?!? Se avrai bisogno di un beta-reader di parere maschile, onorato. Complimenti ancora a tutte e due.
EliminaTranquillo, non hai fatto nessuna gaffe. Semplicemente mi sono sentita molto lusingata perché nessuno mi aveva mai fatto una proposta del genere, e chi arriva per primo ottiene dei vantaggi! Se poi a stesura ultimata diventerai il mio beta-man, il regalo sarà doveroso. :)
EliminaAlla fine la lettrice beta ha fatto un lavoro di editing :D
RispondiEliminaBisogna vedere, secondo me, cosa deve davvero fare un lettore beta.
In effetti forse abbiamo usato impropriamente il termine, perché il romanzo è ben lungi dall'essere una versione beta...
EliminaIl beta-reader dovrebbe essere colui che testa la versione definitiva, mentre noi stiamo facendo un lavoro diverso. Beta però era meglio di "cavia". :)
Beata incoscienza! Non sapevo cosa fosse un beta-reader, figurati se immagino cosa concretamente faccia chi si occupa di editing! Tagliamo la testa al toro: seguo quello che l'istinto e un pizzico di attenzione mi portano a fare quando leggo un libro che mi piace! :)
EliminaBravissima Marina, non è un ruolo facile, io non lo farei mai e poi mai.
RispondiEliminaLa mia beta reader è stata eccezionale, ed è stata davvero beta perchè ha letto la versione finale, poi risistemata sulla base delle sue osservazioni.
Voi stata portando avanti un lavoro molto impegnativo. Buon proseguimento.
Sandra
Grazie Sandra, ho sempre detto che è un progetto molto grosso, e Marina è un aiuto fondamentale. :)
EliminaGrazie! Sono una beta-reader preventiva, mi trasformerò in beta-reader D.o.c. quando avrò per le mani la versione definitiva del romanzo. :)
EliminaQuesta non è il resoconto di un'autrice e della sua beta-reader, ma è la storia di un'amicizia, come nelle battute finali di "Casablanca"! Personalmente non so se sarei in grado di valutare capitolo per capitolo: l'impegno è notevole perché è un vero e proprio percorso che richiede molta pazienza e tempo. Ma è straordinariamente arricchente da tutti i punti di vista. Inoltre valutare capitolo per capitolo mi farebbe venire in mente il mio lavoro, e quindi sarebbe automatico un attacco di orticaria, come avevo già scritto in un commento sul guest-post per Maria Teresa!
RispondiEliminaGrazie per i complimenti, Cristina. c'è però da dire una cosa importantissima, che forse non traspare dal post. L'invio dei capitoli non è molto costante. Io non riesco a scrivere con costanza ultimamente, quindi ne mano in media uno ogni due, tre settimane. Il lavoro è tanto, ma ben diluito! :)
EliminaInfatti, Chiara! Sarebbe ora di intensificare gli appuntamenti! :D
EliminaGrazie, Cristina. A me non dispiace sbirciare la storia nel suo divenire, semmai l'unica seccatura è volerne sapere sempre di più e dovere, invece, aspettare. :)
Sarà fatto, tranquilla. Sto scrivendo più velocemente e ho già un po' di materiale, che ho tenuto in stand-by perché non volevo mandarti brani mentre scrivevi il post... non è che il mondo ruoti intorno a me! :-D
EliminaWow che bello questo post! Complimenti a entrambe per il lavoro di squadra che state facendo, di certo necessita di tanto affiatamento e sarà un grande arricchimento per tutte e due. Non credo sarei mai capace di tanto, né da una parte nell'altra. Alla fine sarà quasi un romanzo scritto a quattro mani :)
RispondiEliminaMagari un giorno allora potreste farlo, di scrivere qualcosa insieme, visto l'allenamento :)
EliminaBeh, no Maria Teresa, scritto a quattro mani no. Lungi da me voler sminuire il lavoro di Marina, ma il progetto è mio e sono io che ci sto lavorando, lei non sta scrivendo nulla, come è giusto, mi dà solo dei consigli. Non vorrei che si creassero fraintendimenti, e che quanto sto facendo (ovvero un mazzo tanto! :-D) passi in secondo piano. :)
EliminaHo ripubblicato il commento sotto, perché per errore l'avevo eliminato: dannato smartphone. Fortunatamente li copio sempre per scongiurare problemi tecnici.
EliminaSì, in futuro sarebbe bello. :-)
Scusami se posso essere sembrata un po' brusca, non era mia intenzione. Tu hai visto il progetto fin dalle primissime battute e sai quanto impegno ci ho messo. Noi scrittori siamo molto gelosi dei nostri "figli", quindi ho voluto precisare la cosa. Il lavoro dell'autore è diverso da quello dell'editor. :)
Grazie Maria Teresa.
EliminaÈ vero, io faccio da assoluto spettatore, neanche una virgola sulla storia pensata da Chiara. Pensa che certe volte non mi dice tutto tutto per non rovinarmi la sorpresa. È come se leggessi un romanzo a puntate. Resto molto al di fuori delle sue idee, intervengo solo a domanda "tu, cose ne pensi?"
In bocca al lupo a entrambe. :)
RispondiEliminaCrepi!
EliminaCon tutto il rispetto io preferisco scrivere interamente da solo dalla prima parola all'ultima. Sono un critico severissimo quando si tratta di cose mie, mentre ho trovato eccessi di castroneria in certe critiche ufficiali, che denotavano una scarsa conoscenza del testo, e non erano stroncature, tuttaltro.
RispondiEliminaMa se la presenza di una lettrice costantemente accanto ti rende più tranquilla usala pure. Ognuno deve trovare il suo stile e il suo metodo di scrittura. Nessuno ha il diritto di indirizzare questo o quello. Vai avanti per la tua strada crcendo te stessa dentro di te: se hai il bisogno di scrivere significa che SEI una scrittrice.
Vai avanti tranquilla.
Grazie Vincenzo. :)
EliminaIo credo che nessuna scelta sia mai definitiva. Per questo tipo di storia, per le competenze che (non) ho in questo momento trovo opportuno fare così. Per altre storie invece vorrò muovermi diversamente.
Il metodo non è immutabile, specialmente agli inizi.
Evolve, insieme allo scrittore.
Mi ero salvata questo post per leggerlo con calma e infatti l'ho gustato parola per parola.
RispondiEliminaOgnuno dovrebbe avere una Marina, almeno una volta nella vita.
PS: cercheranno tutti di rubartela adesso! :D
Marina non si tocca!!!
EliminaFatevi i beta vostri!!! Tiè! :D
Ahaha, grazie! :D
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