Romanzi, copertine e trend editoriali.


Come accennato prima di Natale, l’aggiornamento del lunedì è riservato ai guest-post e ai miei momenti di estro improvviso. Solo per l’articolo di Marina Guarneri, dato il contenuto strettamente legato a me, ho fatto un’eccezione; ora torniamo nella routine.  
L’ospite di oggi lavora per un’importante casa editrice. Non ci siamo conosciute nella blogosfera, perché siamo amiche da diversi anni. L’idea per questo post è nata leggendo alcuni suoi status su Facebook, che mi hanno fatto sorridere per la scanzonata ironia con cui prendeva in giro le copertine standardizzate di alcuni romanzi, aspiranti best-seller. Spero che questa carrellata possa far sorridere e riflettere anche voi: siamo scrittori e dobbiamo sapere a cosa andiamo incontro!
 L’autrice ha deciso di firmare l’articolo con il suo solo nome di battesimo, Alessandra. Non ci sono pertanto note biografiche, né link a pagine personali. Spero comunque che il brano sia di vostro gradimento.


So che sembra un’affermazione balzana, ma anche in editoria ci sono le mode. E non parlo del fatto che improvvisamente gli scaffali si popolino di vampiri-bellissimi-innamoratissimi prima, o di pseudo-erotici-ma-non-troppo dopo,  o di distopici-young-adult nel mezzo.
No. Parlo di copertine. Ebbene sì, anche in questo campo ci sono trend che spuntano come funghi, e improvvisamente ci ritroviamo invasi di libri che si assomigliano tutti. Da un lato, è rassicurante: si potrebbe dire che i canoni di genere vengano rispettati e che un lettore sappia cosa aspettarsi da un libro che in copertina è pieno di cuoricini. Dall’altra, mi chiedo sempre se i grafici siano vittime di pigrizia acuta o, come temo sia più probabile, l’editor/direttore editoriale/l’autore si siano impuntati dicendo “no no no lo voglio molto alla Twilight/After/Sette metri sopra il cielo”.
In ogni caso, certe mode sono più durevoli, altre attraversano il cielo del fantastico mondo del publishing come meteore. Lavorando con i libri, mi capita di notarle e in qualche caso, anche adottarle per i testi su cui ho lavorato, quindi lungi da me qualsiasi critica.
 Quindi, grazie a Chiara che ha avuto la gentilezza e l’idea di darmi spazio, penso sia interessante condividerle.
 Quando parlo di mode, mi riferisco a caratteristiche grafiche assimilabili di testi, pubblicati  negli ultimi 12/18 mesi – l’editoria ha tempi un po’ più lunghi delle case di moda - in qualsiasi lingua (principalmente italiano e inglese), da editori mainstream: insomma, le cose che potreste trovare in Feltrinelli o da Barnes & Noble.
Innanzitutto, è il momento Rainbow. E non perché ci sia una particolare attenzione sul tema diritti LGBT, ma perché qualche mese fa è uscito After, un fenomeno di New Adult strombazzatissimo e super spinto dal marketing, con la sua bella copertina multicolore. Visto il successo, molte opere dello stesso filone hanno ceduto all’effetto multi color,  ma non solo: anche Osho, per esempio, non ne è immune.

In direzione opposta e contraria, per la narrativa siamo in pieno Periodo blu: c’è un filone minimalista che non si capisce da dove sia arrivato, ma che ormai ha colonizzato tutto: campiture tinta unita, pochi se non pochissimi elementi, grafica molto lineare, quasi a sottolineare una maggior attenzione al contenuto che alla composizione grafica (che invece in realtà è curata allo spasimo).
 Si può declinare sia in versione acquatica sia in modello il cielo è sempre più blu, in ogni caso però qui non si salva nessuno, da Neil Gaiman a Marie Kondo passando per una serie di nomi italiani.
 
 
Bizzarra deriva del trend minimalista/acquatico è l’improvviso pullulare di specie ittiche sulle cover, in particolare la star del momento è il pesce rosso, ma sto tenendo sott’occhio anche balene e sardine.
 
Pensate che i thriller siano immuni? Ma va, non c’è che da chiedere.
Sembra che la vena blu qui si sposi con bucolica/ecologista, specie negli Stati Uniti, dove se non hai un bosco in copertina non sei nessuno. Ovviamente anche i gialli italiani stanno rapidamente aderendo. Si aggiungono contrasti netti, giochi di luce più evocativi e qualche sagoma in controluce, ma la dominazione dei colori acquatici rimane, insieme a scelte di caratteri sempre pulitissime.
 
L’alternativa invece è il ritorno al mito di Polifemo: primi piani spintissimi, con un uso massiccio di Photoshop, e un solo grande, evocativo occhio a fissare il lettore. Il trend impatta principalmente i gialli e thriller, ma anche la letteratura non ne è immune (vedi Donna Tartt).
 
Decisamente trasversale (e molto pericolosa) è anche la moda della double exposure (due immagini sovrapposte e fuse tra loro). L’idea è geniale, ma alle volte i risultati possono essere meno convincenti di quanto l’editor avrebbe voluto.  Anche in questo caso, se potete scegliere una sfumatura, sceglietela cerulea.
 
Nel caso in cui nessuno dei filoni di cui sopra vi convincesse, non disperate, c’è sicuramente un nuovo trend in arrivo che vi piacerà!
Alessandra. 
Il lancio della patata bollente (di Chiara).
Vi vengono in mente altri trend, presenti passati o futuri? Le copertine dei vostri romanzi rientrano in qualcuno di questi filoni? Quali immagini rappresentano?

Commenti

  1. Anche al di là dell'oceano si divertono con articoli simili, e la settimana enigmistica con le sue "20 piccole differenze" sembra dettare la linea di sviluppo. Si può chiamare moda, ma se l'editoria fosse uno sport non esiterei a definirla "marcatura a uomo".
    Come sempre in questi casi, vince il primo capace di approfittare di un blocco e smarcarsi ;)

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    1. Il lettore forse è marcato a uomo perché prima o poi un occhio o un pesce rosso gli arriva. I romanzi di copertina affine, seguiranno poi lo stesso percorso associativo. :)

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  2. Così, al volo, ho ritrovato solo questo :)
    http://www.slate.com/blogs/the_eye/2015/08/25/flat_book_cover_design_why_do_all_the_summer_novels_have_the_same_look.html

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  3. Io avevo notato la tendenza dell'occhio e per questo ho scartato l'idea per il mio secondo romanzo, quello attualmente in revisione, appena mi è venuta. Ho qualche altra idea ma per ora non mi sbilancio, ne parlerò col grafico a cui mi affiderò quando sarà il momento.
    Intanto noto con piacere che per il primo romanzo Apoptosis non ci sono cascato, pur essendo un thriller si distacca dalle mode, non c'è il bosco ma la foglia era d'obbligo visto il significato del titolo. ;-)

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    1. Beh, a me piace molto l'azzurro. Avrò però tempo per decidere, visto che sono ancora alle prese con la prima stesura. :)

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  4. La questione delle copertine mi affascina un sacco. Le mie non rientrano in nessuna delle categorie, visto che rappresentano una specie di cartoni animati.
    La double exposure mi piace molto, anche se in alcuni casi confonde le idee ("Wreckage" ad esempio, mentre "Jackaby" è spettacolare!).

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  5. Vista questa divertente disamina, sarebbe originale trovare in libreria i settori non divisi più per tipologia narrativa, ma per orientamento di copertine: "rainbow", "Periodo blu", "specie ittiche", "tonalità bosco", "linea Polifemo", "double-face exposure".
    Da proporre! Sarebbe anche un bel colpo d'occhio!
    Io ho in mente il bianco Einaudi, quello non passa mai di moda!

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  6. Essendo io appassionato di generi come fantasy e fantascienza, posso dire che lì la moda è... fare copertine che non c'entrano col contenuto :D ! La maggior parte dei romanzi di fantascienza in effetti ha immagini di astronavi o panorami alieni, anche se magari questi elementi non compaiono affatto nel romanzo. Stessa cosa per i fantasy di tipo "medioevale", dove ci sono spade/scudi/armature/attrezzi casuali oppure creature fantastiche, che magari non sono nemmeno presenti in quel particolare mondo. Ormai però ci ho fatto il callo: quando compro un libro, la copertina quasi non la guardo più, passo direttamente alla quarta :) .

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    1. Io faccio meno caso alle copertine da quando ho il Kindle!

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  7. Bell'articolo, non ci avevo mai fatto caso ma il pesce rosso e la copertina azzurra le avevo notate spesso! Di altri trend mi viene in mente quello di una decina d'anni fa di mettere in copertina gambe nude, magari col tacco alto, senza il resto del corpo. L'occhio non l'avevo notato ma mi inquieta parecchio! :D

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    1. Identici. Appena ho letto la domanda ho visto davanti agli occhi l'ingresso di Chapters, la catena di negozi di libri più famosa (simile prima a Borders poi a WHSmith in Europa), e ho visto gli stessi colori, le stesse copertine che Alessandra nomina nel post.

      Il negozio del centro ha chiuso quest'anno, indice del calo d'interesse per i libri, e il negozio di Granville Island ha sempre meno libri e sempre più oggettistica. Prima vendeva diari e matite, ora ha anche cuscini, quadri, tazze e piante (vere, stile bonsai). Ormai il libro è solo una scusa per attirare gente che si spaccia ancora per "literate", ma l'ignoranza cavalca.

      Io peraltro sono un esemplare tipo, visto che a Natale ho comprato e ricevuto una decina di libri e non ne ho ancora letto uno! Ho comprato due tazze alla mia ultima visita. Aiuto!

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    2. La globalizzazione avanza ormai! :)
      Io invece di libri in questo inizio d'anno ne ho già letti un bel po'. Una decina, credo. :)

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  8. Io ho senza dubbio al mio attivo più prove di copertina che romanzi pubblicati. Non ricado strettamente in nessuna di queste categorie, però la seconda "Solve et Coagula" comprende sia l'occhio che la double exposure.

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    1. Occhio e double exposure insieme sembrano piuttosto inquietanti!

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    2. Puoi valutare l'effetto direttamente, se vuoi. Appare su ogni pagina della blog novel, compreso quella di oggi.

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    3. È un po' che non seguo la blog-Novel, perdonami! :) andrò a vedere.

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    4. Dimenticavo... c'è anche il colore blu.

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    5. è bella, anche se quell'occhio brillante inquieta un po'! :)
      L'hai fatta tu?

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  9. Ma che bello questo post!
    Molto gradevole e ironico.
    Spero che il mio prossimo romanzo, se mai uscirà, non abbia il pesce rosso. Meglio il bosco! Però il fatto che si sia un lago di mezzo mi preoccupa un po'...

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    1. Il bosco per il tuo romanzo sarebbe perfetto, secondo me.
      In alternativa, visto che sei al lago, puoi ripiegare su trote e carpe! :-D

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  10. Fa ridere sì questo bel post, ma alla fine è un riso molto amaro. Le copertine tutte uguali o molto simili sono lo specchio di un'editoria che non azzarda più nulla, non scopre, non esce da rigidi e rassicuranti schemi copia incolla, non solo nella copertina ma ahimè anche nei contenuti. Non si osa più e il lettore compra roba in serie. Orrore. Sandra

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    1. è vero che nelle grandi case editrice c'è molta omologazione. Il self concede più libertà ma meno garanzie.

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  11. C'è che fa copertine che si somigliano, c'è invece che fa copertine esattamente identiche, come in questo esempio...

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    1. Agghiacciante... ma cosa rappresenta questo simbolo?

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    2. Non significa assolutamente nulla. Perlomeno non ha alcun riscontro nel libro di sinistra, che è l'unico dei due che ho letto.

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  12. Bello questo articolo! La mia copertina di Fine dell'estate potrebbe rientrare nel filone delle copertine blu, però era una foto del mare che io ho adattato a copertina, a ciò si aggiunge che il blu è il mio colore preferito.
    Comunque è vero che molte copertine si assomigliano, ma vediamo il lato positivo della questione con tutte queste cover che si assomigliano cercare di inventarsi una copertina originale dovrebbe essere più facile!

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    1. Sarà anche facile, ma editori e autori preferiscono andare sul sicuro.

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  13. Mi sono appena imbattuto in un altro rappresentante del popolo ittico: "Ferito a morte", di Raffaele La Capria :)

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    1. Questo è un romanzo degli anni 60 però, non so se possa rientrare in un trend. :)

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    2. Scusa, non ho controllato. È che adesso mi pare che spuntino pesci rossi dappertutto :)

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  14. Certamente l'occhio vuole la sua parte, per cui una bella copertina attira molto di più di una bruttina. Io non ho preteso la luna per i miei due volumi pubblicati, ma tanto è l'editore che decide al 90%.
    Il primo su un piano color polentina americana (ocra per chi è giovane e non ha visto arrivare la quinta armata con le sue cucine da campo a sfamare la popolazione) campeggia la foto di una tempera su tavola di Marco Manzella, dove una donna seduta di fronte ad un precipizio in mezzo alle montagne guarda un cielo blu carico di stelle.
    Il secondo invece due foto una della Römer Platz di Francoforte, l'altra dell'isola Tiberina a Roma, il tutto su un fondo marrone bruciato tendenza rosso mattone antico.
    Questo è quanto finora. A me sono piaciuti.

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    1. Ora mi hai incuriosito: se sono sul tuo blog vado a vedere.

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  15. Ammetto di lasciarmi attrarre dalla copertine, ma non scelgo mai solo per quelle. Alcune sono veramente belle, tuttavia quando cominciano ad assomigliarsi passo sempre oltre e non le guardo neanche. Mi danno proprio l'idea di storia trita e ritrita.
    Quando è uscito "Hunger games" c'erano un sacco di copertine con una sorta di logo inventato nel mezzo, molto spesso tondeggiante xD

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    1. Nemmeno io compro il libro solo per la copertina.
      Inoltre con il kindle a volte non si vedono neanche!

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  16. Bellissima questa analisi! Il momento Rainbow l'avevo intuito, quello blu no (forse ho sempre visto le copertine distanti e non c'ho fatto caso). Quello dei pesci è terribile! E il bosco oramai credo sia un classico del thriller!

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  17. Davvero interessante e divertente questa analisi sui trend delle copertine, che poi sono il primo aspetto del libro con cui abbiamo a che fare! Lavoro nel campo dell'editoria scolastica di lingue straniere, per cui non posso fare un paragone: le copertine preparate per i nostri corsi sono piuttosto standard e mostrano spesso adolescenti con il sorriso stampato sulle labbra e ansiosi di imparare. (?)

    Per quanto riguarda un altro trend, qualche anno fa ho notato anche il filone delle copertine graficamente stilizzate e con pochi elementi su fondo piatto (bianco o rosso), come quelle di Murakami nella collana Einaudi - che a me piacciono moltissimo.

    Finora le copertine dei miei romanzi non utilizzano né pesci né occhi né effetti arcobaleno, ma chissà, un domani... magari mi hai dato un'idea. ;-)

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    1. Scusami Cristina, vedo solo ora questi commenti, perché le notifiche si erano confuse con quelle del nuovo post.

      Gli adolescenti sui libri di scuola sono gli ex bambini del mulino bianco, costretti a riciclarsi per esigenze anagrafiche! :-D

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  18. Bell'articolo! Per fortuna manca il trend della copertina fantasy con la tettona che con la storia in questione non c'entra niente... ;)

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    1. ... o quella del romance, con il capellone palestrato e tatuatissimo! :-)

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  19. Hahah, bellissimo! E' vero, anche le copertine hanno i loro periodi. Mi sembra di notare una tendenza a copiare lo stile grafico con cui pasticciano gli adolescenti o i giovani adulti su internet, soprattutto su social come Tumblr (e in particolare se si tratta di libri "per giovani" o "per donne").

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    1. Purtroppo da internet non si copia solo la grafica, ma anche lo stile...

      P.S. L'altro giorno ti ho inviato un tweet per dirti che un mio commento su Carta Traccia probabilmente è finito in "spam".

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