Letture estive fra stelle, stalle e recensioni ingannevoli.


I genitori ti insegnano ad amare, ridere e correre.
Ma solo entrando in contatto con i libri ti accorgi di avere le ali.
(Helen Hayes)

Oggi ho voglia di parlare di libri, come se fossimo seduti tutti insieme al tavolo di un caffè letterario con in mano una tazza di cioccolata fumante.
Dite che il mio proposito è un po’ fuori stagione?
Okay, resettiamo: oggi ho voglia di parlare di libri, come se fossimo sdraiati tutti insieme sui lettini di una spiaggia con in mano un bicchiere di caffè shakerato.
D’estate leggo in media un romanzo a settimana, alternando main-stream e letteratura di genere, cultura e svago. Vivere a Sanremo mi agevola: ogni weekend vado a rilassarmi al mare con il Kindle e guai a chi mi disturba. Dalle 11:00 alle 18:00 non ci sono per nessuno, nemmeno per mio marito che è lì con me.
In vista delle ferie che inizieranno fra una settimana esatta, sto rimpolpando la mia lista dei desideri su Amazon, che attualmente conta 22 titoli. Come li ho scelti? Semplice: o ho già letto e apprezzato quell’autore, o è scritto da un blogger amico, o mi affido alle recensioni dei lettori, che in linea di massima riescono a offrire una panoramica piuttosto attendibile sul libro che intendo acquistare. Tuttavia, ciò non mette al riparo da potenziali bidoni.
Innanzi tutto, un aspirante scrittore è più esigente di un lettore comune: io non presto attenzione solo alla trama, ma anche a dettagli più sottili, per esempio la gestione del punto di vista e la fluidità dello stile.
In secondo luogo, anche questi elementi possono passare in secondo piano, quando l’energia sottile che impregna la pagina riesce a toccarmi il cuore. L’ oggettività, quindi, va a farsi friggere e io mi trovo a scrivere una recensione istintiva e poco lucida, basata interamente sull’emozione.
 Immagino che per gli altri lettori valga lo stesso principio: ecco come nascono le bufale!
Vi faccio un esempio.

Una decina di giorni fa ho fletto “Gli istanti si spezzano a metà” di Antonio Riccardo Petrella. Questa la sinossi (parzialmente ingannevole) riportata sulla quarta di copertina:

Carla è una bambina di otto anni che vive in un piccolo paese vicino a Torino con i suoi genitori e la sorella più piccola con cui non va d’accordo. In un caldo pomeriggio invernale un evento scuoterà la sua infanzia e improvvisamente si troverà a custodire un orribile segreto che cambierà il corso della sua vita.
Gli anni passano e all’università Carla incontra il giovane giornalista Paolo, che le racconta di strane vicende che sono accadute in una piazza storicamente maledetta a Torino, e che s’incroceranno incredibilmente con il suo passato. Indagando sul mistero racchiuso in quella piazza emergeranno inquietanti parallelismi con la propria vita, misteriose leggende, storie dimenticate, terribili segreti, pericolose bugie, lati oscuri e nascosti di Torino. In questa ricerca Carla avrà anche la possibilità di liberarsi dal suo senso di colpa e di sotterrare quel suo orribile segreto, fin quando...
Si tratta di un romanzo che presenta dei limiti evidenti, per i quali mi sono indispettita molto. L’editing è completamente assente. Una grandine di refusi ti picchia sulla testa. Ci sono errori di grammatica, concordanze sballate, le famigerate “d” eufoniche e un aggettivo ogni tre parole che rende la narrazione artificiosa, i dialoghi pesanti e poco verosimili.
La quarta di copertina fa pensare a un giallo. In realtà, è come se ci fossero tre romanzi diversi, uniti nella medesima storia:
- la prima parte racconta l’infanzia della protagonista e l’evento che segnerà la sua vita per sempre;
- la seconda narra la nascita della love-story con il giornalista Paolo, che sta indagando su alcuni rapimenti;
 - nelle ultime cinquanta pagine, finalmente, compare il thriller esoterico.
La trama pullula di incoerenze. Una bambina di otto anni conosce a memoria la filmografia di Kubrik e sua nonna si rivolge a lei con gli stessi paroloni forbiti che io utilizzavo con il mio relatore di tesi. Un tizio chiede un prestito di milioni di euro nel 1984 e, dieci anni dopo, compare il termine password per indicare la combinazione di un diario segreto: questo termine è diventato di uso comune dopo l’avvento del web. Dulcis in fundo, il finale è del tutto inverosimile…
Ciò nonostante, quando ho scritto la mia recensione su Amazon, gli ho dato quattro stelline su cinque.
Voi sapete che io sono una talebana della tecnica, esigente al limite della paranoia nei confronti di me stessa e bacchettona quando vesto i panni della beta-reader. Eppure non me la sono sentita di accanirmi contro questo romanzetto, perché mentre leggevo percepivo una forza magnetica che mi teneva incollata alla pagina. L’ho finito in una notte, entusiasta come una bambina il giorno di Natale e incurante dei suoi difetti.

Come può una persona così esigente in fatto di libri gradire un’opera con così tanti errori?
Non so dirlo con certezza, ma forse sulla bilancia gli aspetti positivi valgono più delle sviste e dei refusi.
Per me un romanzo ben fatto è quello che porta il lettore dal caos all’ordine. Ho apprezzato quindi che nessun elemento sia stato inserito a casaccio dall’autore, il quale ha applicato alla perfezione il principio del “se c’è una pistola prima o poi sparerà”: tutto ciò che è mostrato è lì per un motivo preciso che sarà chiaro al lettore prima del finale e ogni dettaglio trova la sua esatta collocazione del disegno complessivo della storia.
Inoltre, questo libro offre spunti di riflessione interessanti sotto il profilo filosofico (per esempio tramite il concetto di “istante dimezzato” che dà il titolo all’opera) e affronta con delicatezza tematiche quali l’invidia e il senso di colpa. La psicologia della protagonista è gestita in modo ottimale. E la trama gialla, che compare nell’ultimo terzo del romanzo, è piuttosto intrigante.
In generale penso che questo romanzo abbia una bella energia, una forza comunicativa così potente da schiacciare gli aspetti tecnici al punto di renderli insignificanti. Mentre leggevo, ogni parola era circondata da un’aura malinconica e mistica che da un lato mi coccolava e dall’altro mi rendeva inquieta: da questo incontro tra forze contrastanti è scaturito il viscerale desiderio di sapere come andasse a finire la storia.

Nella mia recensione ho sintetizzato questi concetti: non voglio spacciare per capolavoro ciò che non lo è. Sono consapevole dei limiti del romanzo e li ho messi in evidenza, così come ho sottolineato gli aspetti positivi che mi hanno fatto dare un punteggio così alto. In poche parole, prima ho espresso un giudizio di pancia e poi l’ho motivato, rendendolo razionale. Quindi, non credo proprio che la mia recensione possa definirsi ingannevole.

Ci sono altri romanzi, fra quelli letti quest’estate, che mi hanno deluso: mi sono lasciata conquistare dai pareri dei lettori e ne sono rimasta un po’ delusa. Alcuni sono vere e proprie bufale. Altri, seppur più raffinati sotto il profilo tecnico rispetto al libro che ho citato, mi hanno regalato emozioni appena tiepidine. Ne cito solo alcuni:

Eureka Street di Robert Wilson racconta l’amicizia fra il protestante Chuckie e il cattolico Jake nella Belfast di inizio anni 90: uno vuole fare soldi, l’altro cerca l’amore mentre intorno a loro scoppiano bombe e sui muri campeggiano le sigle delle organizzazioni terroristiche.
Il punto di vista è mutevole e lascia un po’ spiazzati. Alcuni capitoli sono narrati in prima persona da Jake e risultano tutto sommato piacevoli. Ma quando il narratore onnisciente segue Chuckie la storia diventa inverosimile e noiosissima. Mi sono interessata di più alle pagine che parlavano di politica!
Ho dato la sufficienza a questo romanzo (tre stelline) solo perché ho apprezzato lo stile ironico e fresco dell’autore nonché l’ambientazione, che mi ha aperto gli occhi su eventi storici a me sconosciuti.

La regina irriverente di Carla Maria Russo è l’unico romanzo a cui ho dato una sola stellina.  
Di solito mi piacciono i romanzi storici perché mi offrono l’occasione per capire e conoscere meglio  epoche lontane, li trovo suggestivi e arricchenti, almeno quando le date e gli eventi sono riportati correttamente…
Questa storia poteva essere ambientata anche nel futuro o sulla luna, dal momento che la contestualizzazione era minima e tutto ruotava intorno alle vicende amorose di una protagonista mignotta e stereotipata, ancora più odiosa di quel babbo del marito: non sono riuscita ad arrivare nemmeno a un quarto della lettura!

Per quel che riguarda Un’incantevole tentazione di Natasha Boyd, la situazione è un po’ diversa: ho dato poco peso alle recensioni perché sapevo di non rientrare nel target ideale del romanzo ma, siccome la settimana scorsa è stata piuttosto faticosa, avevo voglia di andare da Mc Donald e concedermi una lettura leggera, meno impegnativa del solito. Inoltre, sento parlare spesso del New Adult, che pare venda molto ultimamente, ma non avevo mai letto nulla che rientrasse in questo genere: sono sincera, ero curiosa!
Questo romanzo è la classica americanata che fa leva sulla sindrome di Cenerentola presentando il solito  cliché della sfigata che incontra il principe azzurro. I due protagonisti sono da prendere a calci senza pietà.
Lei è una cameriera ventiduenne che vive su un’isola sperduta e nella sua breve vita ha dato un solo bacio, al figlio del pastore del paese. Frignona e paranoica, trascorre i pomeriggi a ristrutturare la casa di famiglia, ormai in rovina. Lui è un attore di Hollywood, che scappa dai riflettori dopo essere stato cornificato dalla fidanzata: indovinate un po’ dove decide di andare in vacanza?
Inutile dire che i due si innamorano perdutamente e la verginella diventa una troia consumata, però – badate bene! – lei non ama la super-star, ama la persona, non le interessano i soldi, la fama e il successo… no, proprio per niente! E lui è ancora più pervertito di Christian Grey, si eccita anche solo se qualcuno gli sfiora il braccio. E siccome vuole essere amato per ciò che è e non per i suoi soldi, decide di pagare di tasca propria i lavori della casa. Lei si incazza, perché non vuole essere trattata come un oggetto né comprata a peso d’oro, ma poi accetta il regalo, e contraccambia in natura: che palle!
Nell’ esprimere un parere sul romanzo ho deciso di trascendere il mio gusto personale ed essere oggettiva: di sbavature, refusi e mancanze tecniche non ce ne sono, quindi non ritenevo giusto bocciarlo solo perché non rientra nei miei canoni. Gli ho dato tre stelline.

Attualmente, sto leggendo Rekjavik Cafè, dopo aver letto la recensione sul blog “L’amica dei libri” di Antonietta Mirra. Sono a metà e non ho ancora un parere ben definito al riguardo. Ora come ora, mi piace soprattutto l’ambientazione, l’Islanda, una terra di cui conosco poco sia la storia sia la cultura. Siccome mi sono incuriosita ho fatto un giretto su Wikipedia: scoprire che la capitale è grande come Sanremo mi ha un po’ sconvolta, ma vabbè. Quante stelline gli darò? Vi farò sapere.

Il lancio della patata bollente.
Ditemi un po’: cosa state leggendo di bello? Letture impegnate, o letture “estive”? Vi è mai capitato di scrivere recensioni su amazon? Se sì, quale criterio usate?

Ma soprattutto… avete qualche bel romanzo da consigliarmi? Leggo prevalentemente main-stream, ma posso definirmi onnivora, Horror e Fantascienza esclusi!

Commenti

  1. Mi piace questo articolo, mi piace l'idea di poter chiacchierare in libertà di libri e di ciò che riguarda la loro lettura. Non so, preferisco di gran lunga un caffè letterario ad un lettino sulla spiaggia! E' inutile che io risponda alla domanda sulle recensioni, su amazon ne ho messa qualcuna, ma sai dove le scrivo di solito, infatti mi hai anche citato. Detto questo, quello che sto leggendo adesso è Il sussurro di Vico Pensiero, un noir di una scrittrice napoletana. L'ambientazione è quella della mia città e come sempre in qualche modo mi affascina. E a dirla tutta non faccio letture estive, sempre piuttosto impegnate, ahimè. :-)

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    1. Beh, in questo post parlo di "letture estive" perché ora è estate, ma a voler essere precisi l'unico libercolo veramente leggero letto finora è il New Adult. Anche Rekjavik cafè propone degli spunti molto interessanti. :)
      Sai che quest'estate passerò dalla tua città? Dal 16 al 23 sarò a Ischia! :-D

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    2. Non so se sia la prima volta per te, spero che la città ti accolga con un caldo decente -.-
      In questi giorni è un po' asfissiante... Ma a parte questo Ischia è una bellissima isola, per qualche anno ci sono stata anche io ad agosto, peccato quest'anno no, altrimenti avremmo potuto organizzarci per vederci! :-)

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    3. A Napoli sono già stata, molti anni fa, ma ci passerò appena. Anzi, passerò a Pozzuoli per prendere il traghetto. Mai stata a Ischia invece, però mi hanno detto che è molto bella. Saremo a Casamicciola. :)

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    4. Casamicciola la conosco, ci sono stata diversi anni fa sempre in vacanza. Il posto dell'isola invece, in cui sono stata per più anni è stato Forio. Magari avrai modo di girare e vederlo. Allora buone vacanze ischitane, quando torni ti chiederò se ti è piaciuta. :-)

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    5. Ho sentito parlare di Forio e sicuramente ci andremo. Il mio timore su Casamicciola era che, essendo una località termale, potesse essere piena di anziani. Però ho visto che è ben recensita, e abbiamo trovato un'offerta molto valida. Inoltre abbiamo l'auto, quindi possiamo muoverci. :)

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  2. Romanzi dici... "Gente indipendente" di Halldòr Laxness, islandese. Nobel della letteratura nel 1955. "Sozaboy" du Ken Saro-Wiwa, nigeriano. "I fratelli Ashkenazi" di Israel J. Singer. E qui mi fermo! :)

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    1. Ho già letto il romanzo di Singer, così come "La famiglia Moskat": fantastici! :)
      Non conosco gli altri due autori, ma farò una ricerca perché mi interessano: come avrai capito, non mi piace la letteratura americana, ma cerco opere che provengano da paesi impensabili!

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  3. In questo momento sono in fase di stanca" e sto leggendo "Winesburg Ohio" di Sherwood Anderson, un piccolo classico americano, con una lentezza notevole. Ecco, diciamo che l'estate mi fa 'effetto opposto: leggo meno. Leggo molto di più in autunno e inverno. In genere quando recensisco cerco di essere comprensivo e magnanimo, ovviamente nei limiti del possibile, ma il mio voto più frequente è tre stellette.

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    1. Le tre stelline sono politically correct! :-D
      Anche io oscillo in media fra le tre e le quattro, per fortuna la maggior parte dei libri che compro mi piacciono, perché il mio istinto fa una buona scrematura.

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  4. Onnivora anch'io :) E sono riuscita a far leggere tutto Harry Potter a un'amica che dichiara di preferire le storie vere, quindi magari un giorno riuscirò a convincerti a dare una chance a fantascienza e horror. Per esempio, alla serie di Dune di Frank Herbert e a H. P. Lovecraft, che secondo me sono imperdibili.
    Non vedo l'ora di avere il problema di decidere cosa leggere! Poi passerò a raccontartelo :)

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    1. Io ho letto solo due urban fantasy, della blogger Aislinn: sono romanzi che mi piacciono perché l'ambientazione dà una parvenza di verosimiglianza. Per il resto, anche io preferisco le opere realistiche.

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  5. Eureka Street è considerato un capolavoro, mi è piaciuto, ma data la sua fama forse mi aspettavo di più e mi ha delusa. Reykyakik cafe lo volevo leggere poi mi sono scordata della sua esistenza. Trovare due volte "orribile segreto" nella quarta di copertina del libro che citi mi ha irritata. Questi tre commenti a caldo sul tuo post, in quanto ai consigli da me ne trovi fin troppi :D per cui non mi ripeto, buone letture allora e ottimo mare. Bacione Sandra

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    1. Esatto! Anche io mi sono fatta irretire dalle recensioni entusiastiche. Alcune parti mi sono piaciute, altre meno. Ma soprattutto, come dicevo anche nell'articolo, ho trovato irrealistica la parte di Chuckie e non so come interpretarla: l'autore voleva offrire una parentesi comica o cosa?
      Rekjiavik cafè invece è molto carino. Gli altri romanzi invece non te li consiglio, a parte "Gli istanti si spezzano a metà", che a me è piaciuto ma può rappresentare un rischio, perché come ti dicevo non è molto curato.

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  6. Come sai ho appena pubblicato un post sulle mie letture estive, per cui non mi ripeto. Invece vado a commentare le tue. Peccato per il primo libro, con un editing più curato avrebbe sicuramente fatto una migliore impressione... però mi confermi che, a un certo punto, prende il sopravvento l'emozione e il buon intreccio nella trama.

    "Eureka Street" lo lessi anni fa, me lo avevano regalato delle colleghe al compleanno. Ricordo che mi piacque, ma l'autore poi non scrisse altro. Lo stereotipo in un romanzo storico è quello che di peggio puoi trovare nel genere, io proprio non lo sopporto. Anche se la regina era mignotta, poteva darle un minimo di sfumature, come ad esempio capire perché era diventata tale!

    Attualmente sto leggendo "La boutique del mistero" di Dino Buzzati, prima di affrontare le letture di agosto. Si tratta di una serie di trentun racconti.

    Recensioni su Amazon ne ho scritta qualcuna, ma erano sempre ricavate da mie recensioni precedenti e conoscevo l'autore o l'autrice. Comunque con l'esperienza diffido sempre di più di certe recensioni iperboliche di critici letterari, e soprattutto di slogan giornalistici gridati ai quattro venti come "il romanzo del secolo". Ho preso delle "sole" mostruose anche con Premi Nobel, tanto per dire.

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    1. Wilson ha scritto di recente un giallo di cui ora non ricordo il titolo, ma che è nella mia wish-list. è uscito da pochissimo e non ha ancora recensioni, per questo motivo sto temporeggiando prima di acquistarlo anche se, dopo un giudizio "medio" su Eureka Street, ho qualche necessità.

      Anche io diffido delle recensioni megalomani di alcuni critici perché penso che ci sia sempre una collusione con l'autore. Preferisco affidarmi ai lettori: sono meno esperti, ma più onesti. Questo principio non vale però per alcuni blog letterari, fra cui quello che ho citato o quello di Francesca Magni, che ritengo attendibili.

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    2. P.s. comunque non c'è un motivo per cui la regina sia diventata mignotta, probabilmente c'è nata visto che a quattordici anni già se la faceva con il bellissimo zio venticinquenne. :-D e lì ho smesso di leggere....

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. "Non so dirlo con certezza, ma forse sulla bilancia gli aspetti positivi valgono più delle sviste e dei refusi". Stai confermando quello che ho sempre sostenuto, te ne rendi conto? :)

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    1. Non mi risulta che abbiamo mai discusso di questo.
      Comunque il mio atteggiamento da lettrice è diverso da quello da scrittrice e da beta-reader: quando leggo un romanzo che ho scelto di comprare, se la storia mi piace posso sorvolare;
      se scrivo cerco di dare il massimo, perché per me è indice di professionalità;
      idem quando faccio la beta: segnalare i refusi è un modo per aiutare l'autore ad avere per le mani un'opera impeccabile. :)

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  8. Mi piace sempre leggere le tue recensioni-analisi e mi hai incuriosita con il primo romanzo!
    E' vero che noi che scriviamo siamo ipercritici e tendiamo a cercare il pelo nell'uovo, però alla fine conta parecchio quanto l'autore sa trascinare e farci dimenticare tutto il resto. Capita anche a me, magari comincio un romanzo e comincio a innervosirmi per gli errori o a pensare a come poteva essere migliorato (sono pallosa, lo so), poi a un certo punto scatta qualcosa e seguo solo la storia. Credo che i lettori "normali" guardino solo se la storia cattura.
    Come scrivevo da Daniele, sto leggendo tre libri e ne ho un altro da iniziare: "La Colomba e i Leoni" di Cristina, il saggio-ironico di Culicchia "E così vorresti fare lo scrittore", un thriller della Link, e "Non ti addormentare", che non vedo l'ora di iniziare.
    W l'estate in cui si legge tanto! Buone vacanze se non ci risentiamo :)

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    1. Anche io tendo ad analizzare i romanzi che leggo, mi serve anche per imparare. Cerco di pensare a ciò che avrei fatto io, pur sapendo bene quanto sia difficile scrivere e quanto la percezione soggettiva dell'autore influisca sulla gestione dell'opera. Molte scelte sono soggettive e motivate anche se non riusciamo a comprenderle fino in fondo.

      Della Link mi era piaciuto il romanzo che mi avevi suggerito e credo che ne leggerò altri.

      Non so se riuscirò a rispondere all'email prima che tu stacchi la spina, quindi ne approfitto per augurarti buone vacanze. Riprenderemo il discorso a settembre, con immenso piacere! :-)

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    2. Questo qui (Il peccato dell'angelo) non te lo consiglio, non è uno dei suoi migliori ma comunque leggibile. L'ho iniziato, mollato, ripreso a fatica e ora lo sto finendo.
      Tranquilla, ci sentiamo con calma a settembre! un abbraccio :)

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  9. Dato che dentro di me c'è una piccola ribelle vorrei dirti che sono alle prese con una lettura "estiva", ma mentirei. È che mi secca ammettere che leggo roba seria. :D

    Non amo lasciare recensioni su Amazon. All'inizio l'ho fatto, ma solo con libri che meritavano da tre stelline in su. Ultimamente, però, ho smesso. Non sono per niente brava a lasciare commenti. Povera me tonta.

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    1. Io invece non riesco a non dire la mia, specialmente se un libro mi è piaciuto un sacco o mi ha fatto schifo: devo assolutamente trasmettere al mondo intero il mio entusiasmo o la mia incazzatura. Con i libri da tre stelline sono più parsimoniosa. :)

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  10. Beh, complimenti: un libro coi difetti di "Gli istanti si spezzano a metà" io l'avrei abbandonato alle prime pagine! Purtroppo io sono molto più intollerante per quanto riguarda la scrittura, e se c'è qualcosa di oggettivamente sbagliato mi rovina del tutto la lettura. Per esempio ho letto qualche tempo fa un romanzo fantasy pieno di refusi macroscopici (un personaggio per esempio rimane "abboccaperta", scritto proprio così!),di personaggi che chiamarli stereotipi è fargli una gentilezza e con una trama che continuava a non andare da nessuna parte. L'ho abbandonato senza nemmeno riuscire ad arrivare a metà :D .

    Comunque in questo periodo sto leggendo Angelize, di Aislinn, e non è per niente male (anche se ho visto che lo hai già letto, quindi non te lo posso consigliare :D ).

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    1. Io ho abbandonato "La regina irriverente", sebbene fosse scritto abbastanza bene, proprio per l'assurdità della trama e la superficialità nella gestione dei personaggi, mentre con "Gli istanti si spezzano a metà" sono stata tollerante, forse perché ero incuriosita dalla trama, forse perché come dicevo ha una bella energia.

      Angelize è un bel romanzo. A me non piace il fantasy, ma l'ho letto perché conosco l'autrice, anche se solo virtualmente: pur essendo lontano da ciò che mi piace, l'ho apprezzato molto.

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  11. Da quando ti leggo, la "d" eufonica è diventato un mio incubo. Adesso controllo sempre se le ho messe o meno, se le trovi ogni tanto è perchè mi sono sfuggite, pietà di me!
    Ho appena finito di leggere "Il labirinto ai confini del mondo" di Marcello Simoni, terzo libro della trilogia che mi ha appassionato. Genere che a me piace molto, storico-fantasy, con un protagonista a mio avviso eccezionale.
    Ora ho deciso di buttarmi su Mankell, Assassino senza volto. Vedremo come procederà la lettura (non sono un fanatico del genere, ma mia moglie me lo ha consigliato) e poi sceglierò il successivo. Mi incuriosisce Murakami, dopo aver letto varie recensioni.
    In realtà ci sarebbe anche Cari Mostri di Benni, ma sono un po'frenato dalle recensioni non troppo positive. Gli ultimi suoi libri non sono mai stati all'altezza dei suoi capolavori, per cui non so se insistere e sperare in una "redenzione" o se evitare una potenziale delusione.
    Ciao!

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    1. Le "d" eufoniche sono anche il mio incubo: dove io lavoro, i capi sono tutti sulla sessantina e ovviamente usano la lingua così come l'hanno imparata dimenticandosi che nel frattempo si è evoluta, che queste dannate letterine non si usano più da anni e in ambito editoriale fanno la differenza fra uno scrittore e una scribacchino.
      Le odio perché sono costretta ad usarle, e non faccio presente la nuova regola di grammatica perché so che intanto non mi ascolterebbe nessuno. Per questo motivo sono un po' inacidita quando ne parlo! :-D

      Di Benni ho letto molti libri in passato, Bar Sport addirittura quando avevo 11-12 anni. Saltatempo è uno dei miei preferiti. Ma non ho ancora letto quello nuovo. Magari darò un'occhiata all'anteprima su amazon. :)

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  12. Ciao Chiara, diciamo che in un libro ci sono tante cose che mi danno fastidio.
    I refusi a volte anche grossolani, la grammatica usata a casaccio, le storie insulse.
    A volte, però capita che nonostante certi refusi, nonostante certe sviste" grammaticali la storia coivolga, Tocchi corde particolari che ti fanno fremere: di curiosità, di piacere, malinconia. Oppure ancora ti riportino alla mente ricordi che paiono quasi collegati. E allora la storia narrata prende il sopravvento sul resto.
    Sì! Leggo di pancia. E se qualcosa nel mio intimo è stuzzicato e vibra.... a me quel libro piace nonostante.

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    1. Ogni lettore secondo me ha un suo processo interpretativo.
      Può valere per ciò che legge, o per i film che guarda: la mia opinione non sarà mai uguale alla tua, o a quella di un'altra persona, perché io stessa sono diversa, i miei pensieri, le mie emozioni e le esperienze che ho vissuto nella vita creano un filtro. Ciascuno riceve dai libri sensazioni coerenti con ciò che è, quindi ogni lettura è potenzialmente diversa. :)

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    2. Ed è giusto così! Mi pare che sia anche normale!
      Ci sono sfumature che vede una persona e non un'altra. Gusti, pensieri, emozioni, esperienze o desideri diversi

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  13. Io, come già sai dal mio blog, in vacanza ho letto "Dalia nera" di James Ellroy e "Assassino senza volto" di Henning Mankell. Il primo lo stra-consiglio, del secondo se ne può fare a meno anche se è leggibile.
    Dei libri che sto ri-leggendo adesso non faccio parola. Ho intenzione di utilizzarli in un futuro abbastanza vicino per dei post e preferisco mantenerli per il momento top-secret ;)

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    1. Sarò allora curiosa di leggere le tue recensioni sul blog, anche se dovranno aspettare qualora tu decida di scriverle fra il 16 e il 23 di agosto! :-D

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    2. No, no... fanno parte del palinsesto autunnale. Poi non saranno recensioni ma articoli ispirati da quei libri.

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    3. Vedi, quando leggo queste cose mi sento un'incapace: io non ho ancora deciso nemmeno cosa pubblicherò giovedì per salutarvi... ;)

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  14. Dimenticavo... non scrivo recensioni su Amazon. Quel poco che disquisisco di libri lo riservo al blog.

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    1. Io, sul blog, di recensioni vere e proprie ne scrivo pochissime perché mi sono accorta che ai lettori piacciono poco. Piuttosto prendo spunto da qualche libro per evidenziare ciò che mi ha insegnato a livello di scrittura, oppure faccio post onnicomprensivi come quello di oggi. :)

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  15. Per ora sto leggendo solo cose impegnative. Dovrei proprio leggere qualcosa di leggero perché riesco solo a ricordare letture impegnative per gli ultimi quattro o cinque libri che ho letto!
    Comunque scrivo parecchie recensioni sul mio blog e penso che scrivere influenzi parecchio le mie recensioni perché, oltre alla trama e ai personaggi, mi rendo conto di notare cose che altri lettori, parlando dello stesso libro, non hanno notato. Penso che da un lato sia una cosa buona perché ti permettere di comprendere meglio ciò che stai leggendo ma, dall'altro, devo dire che da quando scrivo sono diventata molto più esigente riguardo a ciò che leggo!
    Non so, forse a volte mi farebbe piacere tornare alla beata ignoranza e apprezzare i libri in maniera pià semplice e ingenua.

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    1. Questo commento mi fa sorgere una domanda, siccome anche Antonietta nel suo ha parlato di letture impegnate: cosa intendi con "letture impegnative"? Un mainstream, oppure hai altri parametri di riferimento? :) Mi interessa molto. :)

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  16. Credo che una recensione debba sempre partire dalle aspettative che quell'opera genera, non si può guardare con lo stesso occhio un film di Kubrick o uno con Boldi e De Sica, non sono diversi solo per la qualità oggettiva, ma anche per pubblico di riferimento e aspirazioni. Un cinepanettone sa di non essere e di non voler essere un capolavoro!
    Io credo di essere più oggettiva nelle recensioni cinematografiche che in quelle letterarie, ho una maggiore cultura di base, so cosa guardare e, almeno in parte, riesco a trascendere dal mio gusto personale. Un film, del resto, mi impegna per massimo tre ore, quindi posso tener duro, concentrarmi e essere oggettiva anche se non mi sta piacendo.
    Per i libri, saggistica a parte, ovviamente, non riesco ad essere oggettiva. O, meglio, mi rendo conto se un libro è scritto bene o male, se è o non è un buon libro, ma posso amare anche pessimi libri e odiare dei capolavori. Nella prima lettura, poi, se l'autore mi prende all'amo, non mi accorgo di niente o, meglio, mi accorgo di tutto ma non mi importa, refusi, salti di punti di vista, altre apparenti pecche stilistiche, chissenefrega! Forse è per questo che rileggo spesso ciò che mi piace, per capirlo e analizzarlo, dato che a prima lettura voglio solo sapere come va a finire.

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    1. Anche io penso che si dovrebbe essere oggettivi, ma non sempre è facile. Inoltre il mio ruolo cambia, a seconda di ciò che scrivo. Su Amazon, sono una lettrice che consiglia/sconsiglia un romanzo ad altri lettori, mentre qui sono un'aspirante scrittrice che si confronta con altri scrittori, quindi presto maggiore attenzione alle questioni tecniche. Cambiando il sito di riferimento, cambiano anche le mie parole: se parlo di "show don't tell" e "punto di vista" su Amazon, secondo me molti non capiscono nulla. :)

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  17. Personalmente passo da libri che potrei definire "stagionali", cioè romanzi leggeri in stile Stefania Bertola, a libri più impegnativi, che magari ho acquistato da mesi e che attendo trepidante l'estate per poterli riservare alle ore in spiaggia - in particolare al tramonto, ora che prediligo per estraniarmi dal mondo e leggere.
    Non sono sempre solo romanzi, anche qualche testo di saggistica, come ad esempio "Questa è la vita" di Osho, o qualche biografia, o qualche testo di didattica che può servirmi nel nuovo anno scolastico.

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    1. Anche io ho letto in passato diversi saggi, specialmente di psicologia, sociologia e filosofia orientale. Ultimamente tuttavia prediligo dedicarmi ai romanzi, perché sono meno impegnativi mentalmente e mi aiutano a portare avanti più progetti in contemporanea. Cerco comunque di spaziare fra più generi. :)

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  18. Sto leggendo un romanzo di Asimov e rileggendo Sherlock Holmes. Non ho ancora deciso i prossimi da leggere per agosto. Di sicuro un altro di Fantascienza che mi sta per arrivare - il 2° di una trilogia.

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    1. Holmes a parte, credo non ci passeremo mai i libri! :-D

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  19. Io ho finito di leggere da poco Storia della bambina perduta di Elena Ferrante, l'ultimo libro della quadrilogia, credo che sia il più bello dei quattro. Ho altri libri da leggere, ma sono ancora incerta su quale cominciare :-)

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    1. Ho sentito parlare della quadrilogia di Elena Ferrante, ma non sono mai passata all'azione: me la consigli? :)

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    2. A me è piaciuta molto! Ho letto anche La figlia oscura, è stato il primo libro che ho letto di questa autrice, penso che in futuro leggerò altri suoi libri. Oggi ho cominciato il libro di Michele "Non fermarti alla prima spiaggia" mi sta prendendo molto!

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    3. Michele Scarparo intendi? Lui è molto bravo. Non ho letto questo libro, ma ci penserò. E darò una chance anche alla Ferrante!

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  20. Ciao alla padrona di casa e a tutti. Personalmente compro libri di autori che conosco, questo quando non ho tempo e voglia di perdere tempo, mi capita spesso di basarmi anche sulle recensioni, non tanto di quelle professionali ma piuttosto dei lettori. Se mi capita di essere io a recensire un libro mi baso sull'aspetto emozionale che l'opera mi ha suscitato, evito disamine stilistiche e strutturali perché non mi sento adatto o competente per simili azzardi, Preferisco limitarmi a consigliare ciò che mi è piaciuto per il fatto in se. Complimenti per il tuo blog. Ti seguirò con piacere.

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    1. Ciao Massimiliano, benvenuto! :)
      Sono contenta che il blog ti piaccia. Questo è il penultimo post prima della pausa estiva: pubblicherò solo un altro aggiornamento e poi ci rivedremo a fine mese.
      Anche io quando recensisco su Amazon mi baso su aspetti emotivi, perché penso che molti lettori non gradirebbero questioni di carattere tecnico. Invece qui, siccome c'è un pubblico diverso, posso osare un po' di più.

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  21. Fai bene Chiara, l'importante è continuare a parlarne di libri... in questo mondo di x-box e playstation...

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    1. Concordo, purtroppo x-box e playstation stanno prendendo un pò troppo piede rispetto ad una sana lettura. Comunque intanto mi presento..sono Laura e ho conosciuto il tuo blog tramite pennablu! E' molto carino e utile il tuo post soprattutto in vista delle giornate estive. Personalmente scelgo in base a recensioni fatte da persone che conosco oppure, a volte, entro in libreria e acquisto d'istinto in base a titolo/ copertina / pagine iniziali

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    2. Ciao Laura, benvenuta, spero di rivederti ancora su queste pagine! :)
      Già... la cara vecchia libreria... sei l'unica che ne ha parlato. Da quando ho il kindle non ci entro quasi più, e devo ammettere che nonostante la comodità è un rituale che mi manca moltissimo. Credo che nei prossimi giorni ci farò una capatina!

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  22. Io: Il giovane Holden, nell'edizione ri-tradotta del 2014. Non posso dire d'essere un esperto di traduzioni, ma secondo me hanno fatto un buon lavoro.

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    1. Seppur non sia un'amante dei classici, quello interessa anche a me :)

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  23. uno a settimana?
    all'inizio ho sgranato gli occhi, poi ho fatto un calcolo mentale e tra giugno e luglio ne ho letti 11... quindi ho ben poco da dire...
    spazio, ma non conosco lettura estiva o invernale, sono di un altro partito!
    piuttosto amo alternare un clssico ad un contemporaneo, vietato il genere fantascientifico, vorrei riaffacciarmi al fantasy, ma non ho, probabilmente, abbastanza passione per la materia.
    5 titoli a caso
    LA META' DI NIENTE
    BELLI E DANNATI
    OLIVE KITTERIDGE
    PICCOLE DONNE
    LUI E' TORNATO

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    1. Anche io alterno diversi generi, però prediligo la letteratura contemporanea, specialmente in un periodo in cui sento la necessità di comprendere meglio le caratteristiche del romanzo postmoderno. :)

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