Scrittura e dintorni - le tre parole chiave del 2016



Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.
(Seneca)
Circa un anno fa, avevo scritto un post intitolato “Le tre parole chiave del 2015”, poi cancellato per errore e mai pubblicato. Nonostante il contrattempo, ricordo ancora perfettamente i termini scelti perché più volte, durante l’anno appena concluso, essi hanno attirato la mia attenzione. Per dodici mesi ho cercato di comprendere il loro significato e di integrarlo nel mio modo di essere. Ci sono riuscita? Purtroppo non del tutto.  
L’unica attività nella quale ho mantenuto una costanza incrollabile è stata la lamentela. La libertà rappresenta tutt’ora per me una tematica rovente (c’è o non c’è, nella mia vita?), mentre l’intuizione talvolta è ancora sottomessa alle paturnie del mentale: so che la mia coscienza conosce la verità, ma non la ascolto...
Tuttavia, i semini sono stati piantati da tempo. Questi concetti hanno ormai radici solide. Continuando a innaffiare e mandare energia, la pianta prima o poi germoglierà. Sicuramente non mi dimenticherò di loro nell’anno in corso e continuerò lavorarci; ora però è giunto il momento di stabilire nuovi obiettivi.
Scegliere le tre parole chiave del 2016 non è stato semplice, ma dopo una lunga sessione di brainstorming sono riuscita a individuarle. Anche quest’anno sono tre, e sintetizzano il percorso evolutivo che sto portando avanti, nella scrittura e nella vita quotidiana.
FIDUCIA.
In me stessa ne ho sempre avuta poca; nella buonafede altrui ancora meno. Nonostante l’ottimismo che spesso traspare dai miei post mi demoralizzo facilmente, sono lunatica e tendo all’autocommiserazione. A volte procedo titubante come uno storpio durante una corsa a ostacoli: in quei momenti scrivere un romanzo di valore sembra un’utopia e medito di mandare tutto alle ortiche.
Nonostante ciò, negli ultimi mesi ho avuto diverse conferme relative alla validità del mio progetto e una persona autorevole si è interessata a ciò che sto facendo. Anche se ciò mi lusinga molto, le lodi non possono colmare i vuoti di autostima: ragazzi, io sono insicura in ogni campo, non solo nella scrittura. Quindi, fra tutti gli apprezzamenti che posso ricevere, manca ancora il più importante: IL MIO.
Ritengo che per uno scrittore sia importante imparare a valutare correttamente il proprio operato, senza scivolare nella vanagloria e senza sminuirsi.
Io so di saper scrivere: perché questa consapevolezza non mi basta?  
E so che molti lettori potrebbero apprezzare la mia storia: come tirarmi su quando non ci credo abbastanza?
Sconfinando in altri campi della vita, potrei fare molti esempi del genere.
La mia fiducia va rafforzata su tutti i fronti. Non devo soltanto credere un po’ di più in me stessa e nelle mie capacità scrittorie, ma anche nella validità dei miei progetti e delle mie idee, nella possibilità di “farcela” (con tutte le sfumature incluse nel termine) e negli obiettivi che ho definito. Nonostante i miei dubbi passeggeri e la mia titubanza essi sono alla mia portata: vale la pena di ripeterlo come un mantra. 

AMORE. 
Qualche giorno fa, Cristina Cavaliere, in un commento ha scritto:“Rudolf Steiner dice che molto differenti sono le azioni compiute sotto l'impulso dell'amore; tutt'altra cosa agire semplicemente per senso del dovere, per convenzione o decoro".Oltre a concordare con questa frase, nella risposta ho evidenziato come il filosofo Fabio Marchesi sostenga che il contrario dell’amore non sia l’odio ma la paura: santa verità!
Lo scrittore che si lascia fagocitare dall’ansia da prestazione è destinato a tagliare i ponti con il proprio sentire per mettere in piedi una mirabolante architettura di timori, fra i quali quello del giudizio regna sovrano. Di conseguenza i personaggi non saranno più i suoi pargoli elettivi, ma burattini che si muovono a casaccio sulla pagina con l’unico scopo di accattivarsi le simpatie del lettore.
Nella fase creativa è importante essere soli davanti alla trama e portare all’ennesima potenza la propria passione per ciò che si sta facendo. Solo quando ci si libera delle zavorre l’arte può essere autentica, la gioia prendere il sopravvento sul disagio derivante dalla sensazione di non essere abbastanza.
Anche nella mia vita quotidiana l’amore deve dare un calcio in culo alla paura. Sia chiaro però: non sto facendo riferimento all’ambito sentimentale e ai rapporti con il mio compagno, ma alla fragilità che struttura i miei rapporti con il mondo.
Alcune anime illuminate hanno trasformato l’amore in uno stile di vita: San Francesco, Madre Teresa di Calcutta e molti altri. Io non punto a tanto, per carità. Mi accontenterei di riuscire a cogliere la vera essenza delle cose limitando al massimo il filtro maldestro del mio ego.
Sono stufa di non riuscire più a vedere la bellezza del reale perché fagocitata da tutto ciò che nella mia esistenza non funziona, di sentirmi separata dagli altri a causa del dolore che mi hanno procurato in passato, di essere in trincea anche con i miei familiari, di sferrare il primo colpo per evitare che qualcuno mi ferisca. E soprattutto sono stufa di tradire la mia natura socievole ed empatica per adattarmi a una logica competitiva che non mi appartiene, per trincerarmi dentro un’armatura che mi fa sentire sola.
Ogni tanto mi guardo intorno e sento di amare profondamente tutto ciò che mi circonda, persino il grigiore di Imperia e il traffico di Sanremo all’ora di punta. Eppure dentro di me percepisco un muro di tristezza che impedisce alla mia energia positiva di fluire come dovrebbe. Piango senza un motivo, mi seno vulnerabile: se volessi potrei abbracciare il mondo intero, ma rimango nel guscio. La Chiara che agisce in questo modo non è reale, è un costrutto sociale. Quando la nostra anima arriva sulla terra, non conosce paura. Sarebbe meraviglioso ricreare questo stato naturale e concederci il lusso di essere sempre noi stessi. Permettere all’amore di fluire liberamente può guarire e trasformare ogni cosa: perché abbiamo tanto bisogno di essere incazzati? Mah…

LEGGEREZZA.
Ormai è noto a tutti: negli ultimi mesi ho perso il controllo e mi sono lasciata fagocitare dall’ansia, con buona pace della mia dedizione alle filosofie orientali. Da mesi non riesco più a meditare, perché dopo cinque minuti di respirazione rischio di dare in escandescenza come Po di Kung Fu Panda, quando prende l’albero della nave a testate urlando “voglio la pace interiore!”
Negli ultimi tre anni ho avuto qualunque tipo di problema, per fortuna non tutti insieme. Ho sempre tenuto duro perché credevo fosse la cosa giusta da fare, ma quando nelle difficoltà qualcuno ci suggerisce di “resistere” non sempre ci fa del bene. A volte occorrerebbe essere umili e dire “io non ce la faccio” prima di arrivare sull’orlo di un esaurimento nervoso e spaccare i piatti contro il muro.
Devo fare un’ammissione di colpevolezza: il mio disagio non era causato solo dalle circostanze esterne. Possiamo prendercela con Tizio e Caio per come ci trattano, ma siamo gli unici responsabili delle nostre reazioni. E io reagivo malissimo; sempre.
Spesso la mia “resistenza” si è tradotta in una sofferenza silenziosa e non nel concreto tentativo di affrontare le difficoltà con il sorriso. Senza rendermene conto ho assunto comportamenti che gettavano il carico da novanta sul mio stato psicologico, come se inconsciamente volessi autopunirmi per non essere riuscita a costruire la vita che desideravo. Mi attaccavo morbosamente a ogni episodio di disagio (un litigio con il capo o uno sgarbo dalla collega, per esempio) per sbandierarlo a destra e a manca ribadendo a tutti il mio star male. E con la scrittura non ero certo più soft. Parlare della mancanza di tempo e di quanto il mio romanzo fosse complesso non mi stimolava di certo. Spesso mi sono focalizzata più sui problemi pratici che sulla gioia di scrivere: grazie al cazzo che ero così lenta.
Con un atteggiamento diverso, le mie difficoltà possono ridursi del 50%. Leggerezza non significa superficialità, bensì serenità. A volte è necessario concedersi il lusso di un bel “chi se ne frega”. Ed è necessario sorridere di più invece di sviscerare ogni quisquilia come se da essa dipendessero le sorti dell’universo intero. L’attaccamento al disagio non risolve il problema. Scegliere la via della minore resistenza, invece, può evitarci un'estenuante lotta contro i mulini a vento.

Il lancio della patata bollente.
Nessuna domanda, stavolta: fate vobis. O fate un meme!
Da giovedì prossimo ricominceremo a parlare di scrittura in senso stretto!

POSTILLA.
Come ho accennato all'inizio, la mia decisione di pubblicare questo post dipende in parte dal fatto che l'anno scorso, dopo aver aderito al meme di Daniele Imperi, non ci sono riuscita a causa di un contrattempo tecnico. Solo stamattina ho scoperto che anche quest'anno Daniele ha lanciato un meme al riguardo, perché durante le vacanze mi sono assentata dalla blogosfera. Ecco qui il suo post: "3 parole per il 2016", seguito da quello di Maria Teresa Steri "Le mie tre parole guida per il 2016". Se ci sono altri post affini, non esitate a segnalarmeli.

Commenti

  1. Approvo in pieno "leggerezza", quest'anno anch'io voglio essere leggero.
    E buon 2016 :-)

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  2. Cara amica, alla fine ottenere le cose che vogliamo veramente non è un'impresa così impossibile e non parlo di traguardi che non dipendono soltanto da noi, ma degli obiettivi che chiediamo alla nostra vita: tu chiedi di concedere più fiducia a te stessa e alle tue capacità, vuoi essere libera di credere nell'amore come stato che crea bellezza intorno a noi, infine cerchi la serenità per non dovere sempre stare lì, a batterti contro i mulini a vento.
    Credici. Puoi avere tutte e tre le cose: hai gli strumenti, hai le carte in regola, la giusta maturità, una forte consapevolezza di limiti e potenzialità.
    Che il 2016 sia l'anno delle tue tre parole-chiave e, soprattutto, l'anno della tua realizzazione come scrittrice (e sai che io parlo con cognizione di causa ;)).

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    1. Credo che questo post metta in evidenza le somiglianze fra me e i miei personaggi. Per quanto le mie sofferenze siano state (per fortuna) meno marcate delle loro, anche io ho un po' di zavorra. Fra i miei tre obiettivi (uno per la vita privata, uno per il lavoro, e uno per la scrittura) c'è anche quello di concludere il romanzo. Quindi, rimbocchiamoci le maniche! Fra poco ti scrivo! :)

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  3. Sei umana, Chiara. Una cosa che traspare chiaramente (scusa il gioco di parole) dai tuoi articoli, ma verso la quale continui, a mio parere, a fare resistenza. Il mondo non credo possa essere solo bianco o solo nero, e neanche grigio; il mondo è una sfumatura di colori sempre cangiante. Alcune volte dipende da noi; spesso dipende da altro/i. Bisogna soltanto farci il callo e cercare di trarne il meglio. Io la penso così.

    Ti auguro un 2016 più sereno. Questa è la mia parola per te. :)

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    1. Questo commento mi ha fatto riflettere su una cosa: quando discuto con i miei genitori mi capita spesso di dire "Eh, insomma, sono un essere umano" perché loro hanno questo mito del robot indistruttibile. Ogni cedimento emotivo rappresenta una debolezza imperdonabile. Non ci si deve lamentare MAI, perchè c'è sempre qualcuno che sta peggio. Un esempio: stanotte sono stata malissimo per una brutta tosse, al punto che volevo chiamare il 118 perchè non respiravo più, e il commento di mia mamma stamattina è stato "Eh beh, non sarai mica la prima persona al mondo che si prende l'influenza"... Certo che no, però non è che il mal comune mezzo gaudio mi fa guarire prima! :-D
      Questa lunga parentesi per dire che ciascuno di noi dovrebbe imparare ad accettare se stesso con tutte le sue debolezze, ma la famosa ansia da prestazione invade ogni cosa come un virus. è la nostra storia personale, forse, a crearci difficoltà è limiti. Tutto ciò che dobbiamo fare è prenderne coscienza e lottare per cambiare le cose.

      P.S. Ma quante volte ci siamo già fatti gli auguri quest'anno? Comunque Auguri!

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    2. È probabile che questo 2016 meriti molti auguri* (*presagi positivi). :P

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  4. Cara Chiara
    Devi avere fiducia in te stessa e amarti come invita a fare Fabio Marchesi, lo so che questo è un percorso difficile ma secondo me sei sulla buona strada.
    E sicuramente concordo sulla leggerezza anche se come afferma Milan Kundera è spesso insostenibile.
    Siamo esseri umani e imperfetti ma siamo bellissimi anche per questo (mi inserisco anch’io …) tendere alla perfezione può essere un modo per migliorarsi ma l’ansia e il dolore lasciali andare e davvero poi ti sentirai più leggera.

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    1. Mentre scrivevo questo post avevo difficoltà a "classificare" Fabio Marchesi, perché lui ufficialmente è ingegnere, però i suoi libri, sebbene abbiano una base scientifica, viaggiano su tutt'altri lidi. Per questo l'appellativo "filosofo" mi sembrava più adatto.

      La tendenza alla perfezione può essere il male, se vissuta in modo ossessivo. Bisogna sì cercare di migliorarsi, ma anche accettarsi, con tutti i propri limiti. :)

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  5. FIDUCIA- sta diventando una parola che rappresenta l'aria fritta, da quando il cosiddetto premier e quasi tutti i suoi ministri la mettono come il rosmarino dappertutto. Per questo sta parola non mi piace più.

    AMORE- Ogni domenica a mezzogiorno l'ometto biancovestito dalla finestra del suo -presumo- ufficio ci strapazza con due parole: amore appunto e misericordia. Molti si bevono ste parole come invasati, a me stanno venendo a noia. Visto l'enorme amore che c'è su questa pianeta c'è da chiedere a quel signore perché continui a parlarne.

    LEGGEREZZA- Qui sarei d'accordo, ma certa gente proprio leggera nn è e nemmeno io con questo commento mi sembro tanto leggero, per cui la smetto qui.

    Sono un po' cinico, non è vero?

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    1. Fiducia e Amore purtroppo sono due parole strumentalizzate dal sistema.

      La prima, riempie le bocche dei politici e ha perso il proprio valore spirituale. La fiducia infatti non è solo qualcosa che si dà agli altri, ma è un'energia strettamente legata alla positività e all'ottimismo. Il senso comune però l'ha spogliata del proprio valore originario e ridotta a frasi qualunquiste del tipo "dai la tua fiducia a qualcuno e quello ti delude..."

      Con l'amore, è stato fatto di peggio. L'amore è la base della vita e di qualunque relazione sociale, ma il suo significato più profondo è stato circoscritto al solo ambito sentimentale e ai bigliettini dentro i baci perugina.

      Io ritengo queste parole importanti. Soprattutto, in questo momento ho bisogno di loro. La leggerezza, poi, è anche quella che consente di evitare polemiche sterili e di assaporare la bellezza dell'una e dell'altra.

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  6. Condivido tutto quello che hai detto e ti auguro di cuore di riuscire a tradurre i tuoi propositi in realtà. In ogni caso penso che già avere una consapevolezza così profonda come l'hai manifestata tu con queste riflessioni sia un grosso passo.
    La leggerezza sia con noi, allora :D

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    1. La consapevolezza non mi manca, ma la cosa difficile è trasformarla in azione. A volte sono un po' titubante...
      Tanti auguri per un anno leggero, quindi! :)

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  7. Ti auguro davvero di andare a fondo in tutti i tuoi progetti e i tuoi propositi, perché mi sembra che da un lato tu abbia tutte le capacità per farcela e dall'altro che tu abbia bisogno di farcela, di veder ripagata una fatica che traspare da tutto quello che scrivi.
    Io non so che parole applicare alle mie speranze scrittoree per il 2016. In generale vorrei un po' di serenità. Vorrei concludere almeno qualcosa di quello che ho in ballo, ma tutto sommato mi accontenterei anche di un tranquillo anno di transizione, senza scossoni. So già di chiedere troppo. Quindi per la scrittura:
    SINCERITÀ – voglio scrivere solo storie che sento dal profondo, narrando quello che sento mio, senza pensare al dopo.
    GIOIA – voglio che la scrittura sia per me un momento gioioso. C'è già tutto il resto della vita che mi crea ansia. La scrittura voglio viverla con gioia, se qualcosa arriva bene, se non arriva pace, intanto scrivo e sono felice.
    PRECISIONE – voglio che la mia scrittura diventi un bisturi tra le mie dita, perché riesca a definire con precisione il mio pensiero. Anche per questo ho scritto "voglio" e non "vorrei". Meno condizionali e più indicativi, nella mia scrittura, se non nella mia vita, per il 2016.

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    1. Innanzi tutto grazie per l'augurio: è bello vedere qualcuno che auspica il mio successo. Le tue parole sono bellissime e condivisibili anche da me. La sincerità forse non mi è mai mancata. La "gioia" è risucchiata in tutti e tre i termini che ho citato, soprattutto nella leggerezza. La precisione è importantissima, mi piacerebbe che la mia fosse ben indirizzata invece che scivolare nella pignoleria maniacale. :)

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  8. Trovare l'armonia in se stessi è davvero difficile! Certe volte è paradiso, ma in altri periodi non ci si arriva proprio. Credo che certe volte si debbano abbassare le armi e gli scudi, ammettere che qualcosa deve cambiare ed essere clementi e pazienti con se stessi. Non sempre si è pronti a rimboccarsi le maniche e cambiare i connotati al mondo. I periodi faticosi possono portare materiale prezioso per i periodi migliori. (Si capisce che parlo anche - o soprattutto - per me?) :)

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    1. Il riposo è fondamentale. Anche la natura ha i suoi cicli: se la terra non viene lasciata in pace, rischia di non fiorire più. Noi umani, però, abbiamo difficoltà a capire quando sia importante fermarsi. Sarebbe così bello poterlo fare a colpo d'occhio...

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  9. Cara Chiara, innanzitutto grazie per la "citazio" ;-) anzi ringraziamo Rudolf Steiner e tutti coloro che, ogni tanto, ci fanno riflettere e ricordare. Poi ciascuno compie il suo percorso, com'è giusto che sia, e la fatica e le incertezze ci rendono semplicemente più umani. Altrimenti saremmo dei robot perfetti, e anche un po' noiosi a voler ben guardare.

    Per quanto riguarda il 2016, in senso generale e non solo in termini di scrittura, come ho detto nel commento sul blog di Maria Teresa, le mie parole ideali sono:
    - leggerezza
    - calma
    - umorismo.

    Buon 2016!

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    1. Le tue tre parole mi piacciono molto; esprimono la volontà di abbandonare tutte le zavorre dell'ego per aprirsi spontaneamente alla bellezza della vita. Sono parole sane, secondo me. Molto belle! :)

      Contenta di averti citato: il tuo commento calzava a pennello!

      Buon anno!

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    2. Grazie a te delle tue parole gentili. Un abbraccio forte.

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  10. Concordo con tutte e tre le tue parole e, se devo sceglierne una per il mio 2016 di sicuro sarebbe FIDUCIA. Non solo in ambito letterario (dove pian piano mi sembra di raggiungere dei risultati) ma anche nel personale. Penso che anche la mia scrittura potrà risultare più sicura di sé, se lo sono anche io.
    Comunque ti auguro di avere un 2016 pieno di AMORE, LEGGEREZZA e, ultimo ma non meno importante, FIDUCIA ^^

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    1. Il bisogno di fiducia appartiene tendenzialmente più alle donne che agli uomini, più alle persone giovani che a quelle mature... chissà perché!
      Buon anno anche a te! :)

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  11. Non ricordavo che l'anno scorso non avevi partecipato. Io invece sono stufo di tradire la mia natura asociale :D
    Auguri per le tue 3 parole!

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  12. Auguri per le tue tre parole, da parte mia dico : serenità, fiducia e pazienza.

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  13. Mi sono messo un po' a riflettere su quali parole possano essere state le più del mio 2015. Sono giunto a: progettazione, sperimentazione, espansione.
    Per il 2016 scelgo invece: riflessione, intraprendenza, salto.

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    1. Salto... che parola strana! :)
      Che tipo di salto? Di qualità, o cosa?
      Buon anno anche a te!

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  14. Mi sono agganciata anch'io al meme di Daniele e Maria Teresa. Questo il link: http://www.webnauta.it/wordpress/tre-parole-per-una-rotta/
    Le mie tre parole sono: Resilienza, Perseveranza, Evoluzione.
    Ed a leggere bene direi che la "mia" Resilienza va di pari passo con la "tua" Leggerezza.
    Lo so che fa poco signora, però ogni tanto un Vaffa chiaro e forte vale molto più di ore e ore di meditazione ;)
    PS: abbiamo lanciato sui tutti i social (anche se sono dubbiosa) l'hashtag #3parole2016
    Così anche chi non ha un blog, può partecipare con le proprie parole. Ed ognuno di noi può agganciarsi può velocemente al meme.

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    1. Ciao Barbara, benvenuta. Ti ho visto spesso sul blog Anima di Carta. Grazie per il link: darò volentieri un'occhiata al tuo blog! Condivido anche le tue parole, soprattutto Evoluzione, un processo che non si arresta mai. Spero di vederti presto su questa pagina. :)

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    2. Hai scelto tre belle parole e penso ci sia voluto anche un po' di coraggio per scriverne. Fiducia, amore e leggerezza sono "roba" grossa, soprattutto se confrontate ad altre come denaro, sicurezza, posizione sociale, che fanno molta gola a tutti ed è facile ammetterlo. Mentre fiducia amore e leggerezza sarebbero ancor più desiderabili, tanto che verrebbe da pensarle fuori dalla propria portata, in realtà. Invece bisogna ricordare ed essere coscienti del fatto che sono queste ultime le cose di cui abbiamo veramente bisogno per stare bene. Brava e coraggiosa Chiara!
      Di mio aggiungerei entusiasmo, speranza, idealismo.

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    3. Se devo essere sincera, non ho percepito alcuna fatica nel scegliere/scrivere queste parole, forse perché quelle che tu citi (denaro, sicurezza ecc.) per me sono conseguenze naturali. Senza l'amore non si può gestire il denaro, esso diventa uno strumento vile e superficiale. E senza fiducia come si può raggiungere l'autorealizzazione? Non parlo di posizione sociale, ma proprio dell'intima certezza di vivere una vita coerente con ciò che si è. :)

      Anche le tue parole sono molto belle. :)

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  15. Ciao Chiara, ho scoperto oggi il tuo blog, per caso.
    Volevo farti sinceri complimenti e ringraziarti, perchè ciò che hai scritto mi ha toccata molto.
    Auguri per le tue tre parole! Ti leggerò ancora!

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    1. Ciao Chiara, benvenuta e grazie a te per le lodi!
      Sono contenta che il post ti sia piaciuto. Ogni volta che vorrai tornare a leggermi sarai la benvenuta. :)

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