Inside Chiara - il guru e altra gentaglia



Chi non impara a governare le proprie paure
vive fra i suoi sogni e i suoi incubi.
Florian Cortese

Qualche giorno fa Antonella Mecenero ha pubblicato il post “Chi vive nella testa di Tenar?”, presentandoci la beghina, il mostro del panico, i folletti dei ricordi inutili e altri abitanti del suo palazzo mentale. Ho trovato la sua idea geniale e l’articolo molto divertente, quindi ho deciso di aderire al meme.  
I miei ospiti non si limitano a ballarmi nella testa, ma hanno anche definito i propri scenari d’azione e costruito armi per combattere la paura, la tristezza e la mediocrità. Ciascun archetipo rappresenta un lato del mio carattere, che ho voluto oggi reinterpretare in chiave autoironica. Sicuramente avete già capito che sono una personcina complicata, ma non potete immaginare quanto…


PERSONAGGI
Siddharta – il guru
Siddharta è la coscienza superiore che struttura i miei valori aiutandomi a evolvere sul piano spirituale. La sua intuizione fortissima gli consente di comprendere al volo qual è la cosa migliore da fare, di vedere oltre il senso comune. Sente di essere giunto sul pianeta terra per portare un cambiamento, anche piccolo ma tangibile, quindi si rimbocca le maniche e istruisce gli altri personaggi. Tuttavia, non sempre loro lo lasciano libero di agire: Il fuggitivo lo butta nella palude del mentale, la voce del rifiuto rafforza i pensieri negativi e l’idealista si lascia talvolta fagocitare da istanze anarcoidi. Il popolo Chiarese si sta rendendo conto che senza un leader forte incombe il caos, per questo hanno indetto le elezioni per farlo diventare Presidente del Consiglio: speriamo che vinca lui, non quell’ameba del fuggitivo!

Jolly – il creativo
Avete già conosciuto questo personaggio in “la volontà di essereun Jolly” e altri post a lui dedicati: seduto accanto al guru, raccoglie le sue intuizioni per trasformarle in progetti più articolati. Si sa divertire senza preoccuparsi del giudizio degli altri, rappresenta lo spirito libero che, per dirlo in dialetto ligure, se ne batte u belin, se ne frega di non essere perfetto. E scrive. Scrive tanto, ininterrottamente. Lo fa per mandare messaggi di consapevolezza, mantenere alta la propria vibrazione energetica (i lavori meccanici indeboliscono l’organismo e l’intelletto, sapete?) e dare forma concreta a una fantasia incontrollabile. Sa che le routine troppo ripetitive non fanno per lui, perché l’abitudine genera automatismi, e l’automatismo porta l’essere umano all’atrofia mentale: Jolly ha bisogno di sentirsi vivo, quindi è sempre alla ricerca di nuovi stimoli che rinforzino la sua immaginazione.

Libra - L’idealista
Nell’aspetto somiglia un po’ alla Statua della Libertà, che dal pulpito monitora la situazione per intervenire se sente puzza di ingiustizia. Pur rispettando le leggi e le convenzioni sociali, pensa che il senso comune limiti la libertà di espressione e ci trasformi in maschere ipocrite, attori in uno spettacolo che regala applausi solo a chi sa svendersi. Per lei, a patto che non si danneggi nessuno, ogni individuo ha il diritto di essere se stesso senza che gli altri si sentano minacciati dalla sua autenticità o lo puniscano con l’ostracismo sociale. Crede che una convivenza pacifica fra gli esseri umani sia possibile, che il rispetto vada donato a tutti imprescindibilmente, che i ruoli sociali e le etichette imprigionino l’uomo dentro schemi predefiniti e non rendano onore alla complessità della sua anima. È sempre informata su ciò accade nel mondo pur senza essere politicamente schierata, per questo si offende se le danno della radical-chic. Anche lei riceve intuizioni da Siddharta e scrive a quattro mani con Jolly, di cui condivide il messaggio. Imagine di John Lennon è il suo inno, ma la sua ostilità al buonismo ipocrita ricorda molto il pensiero di Fabrizio de Andrè.

Mugugno - Il fuggitivo
Questa è il lato di me che ha più paura, perché pensa che un dio perverso l’abbia buttato in un mondo ostile dicendogli: “adesso va’, e fatti valere”. Ma Mugugno non ha alcuna voglia di competere con gli altri per un posticino nell’Olimpo degli dei, desidera soltanto essere apprezzato. Da piccolo, per raggiungere questo scopo, ha messo a tacere gli altri archetipi e si è mescolato alla massa, sposando valori nei quali non credeva. Poi, quando si è accorto di non riuscire più ad accettare compromessi, ha scelto l’isolamento e il silenzio. La sua più grande colpa è aver dato retta alla voce del rifiuto che, con il tono misto di Gollum e Sir Biss, gli sibilava nelle orecchie: “tu lo ssssai che non vai bene. Lo sssssai che loro non ti vogliono perché in te è tutto sssssbagliato. Lo ssssai che devi sssssaper fingere di apprezzare questa ssssssocietà, oppure rimarrai ssssssolo per sssssempre…” È iniziato così un periodo di tormenti interiori e lamentele continue: “oh, quanto sono sfigato, come vorrei una vita diversa!”, e giù a frignare.
Attualmente, i suoi coinquilini gli stanno chiedendo di darci un taglio con tutto questo piangersi addosso.  L’idealista e il creativo l’hanno messo all’angolo, presto non sarà più libero di agire: sono sicura che non sentirò la sua mancanza, perché ormai da tempo è diventato un ramo secco.  

LUOGHI
La suite dell’immaginazione
In questa stanza lussuosa, Libra e Jolly elaborano non solo le scene del mio romanzo, i post del blog e nuove trame da mettere in cantiere, ma anche piccoli stratagemmi per fregare la routine quotidiana quando la voce del rifiuto comincia a dire: “tu lo sssssai che fai cosssse noiossssse e non hai ssssstimoli…”
Qui le idee sono libere di scorrere, personalizzando i momenti ripetitivi e illuminando la monotonia. A volte anche un disegnino su un foglio, una foto appesa alla parete, una filastrocca buttata giù di getto o uno status su Facebook mi ricordano che dentro di me c’è un’anima fantasiosa, con buona pace di chi vorrebbe che mi robotizzassi. Bastano pochi istanti, e tutto intorno a me torna a essere colorato.

La palude del mentale
Le fobie, le convinzioni limitanti e i piagnistei di Mugugno sono racchiusi in un luogo tetro, dove il vento soffia fortissimo e i rami degli alberi hanno perso le foglie da tempo. Qui si celano tutte le mie insicurezze, insieme alla paura di invecchiare, a quella dei serpenti, di un terremoto che mentre dormo mi fa cadere l’armadio in testa, della sauna e dei balconi con la ringhiera sottile. Proprio al centro di questa pastoia melmosa c’è la difficoltà di lasciarmi il passato alle spalle, un’ombra nera seduta sul bordo di un cratere: il pozzo degli infami, dove sono caduti tutti coloro che mi hanno fatto del male. A volte tendo la mano e cerco di tirarli fuori, per provare la bellissima sensazione di non avere più il loro ricordo fra i piedi. Poi mi accorgo che pesano troppo, rischiano di trascinarmi giù. Quindi li lascio dove sono e continuo a fissarli con rabbia, sperando che un giorno se ne vadano da soli.

Il cantuccio dell’illuminato
L’alcova del guru è il luogo in cui cerco rifugio quando mi dedico alla meditazione, al reiki o alla scrittura. L’energia è così potente da far risplendere anche la palude e concretizzare il principio buddhista dell’ichinen-sanzen: la volontà di un solo istante che trasforma ogni cosa. In certi momenti, sento un amore profondo per tutto ciò che esiste e vive nell’universo, una forza interiore che guida la mia anima e mi dà il coraggio per reagire alle frustrazioni, per comprendere che certe critiche non mi descrivono affatto, quindi devo smetterla di identificarmi con loro. Io sono un essere umano come tutti gli altri, e merito rispetto; il mio, soprattutto: merito parole diverse da quelle che mi dice il Gollum. Quando mi convinco di questo, il sibilo del rifiuto scompare e io ricomincio a credere in miracoli che poi accadono per davvero.  

OGGETTI
La lampadina
È lo strumento di cui si serve il guru per farsi strada nei cunicoli dell’inconscio. Quando la sua intensa luce bianca si mostra a me, compare anche una soluzione intuitiva che sblocca le mie azioni e mi impedisce di cadere nella palude. Un tempo non sempre ero in grado di veder brillare la mia ispirazione, oppure riuscivo a scorgerla in lontananza ma ero imprigionata nel fango, persa nella nebbia del caos o incatenata dalle mie fragilità. Ora invece so che è sempre lì, a portata d’idea. Allungo le mani, cerco di capire dove si trovi esattamente e dove voglia portarmi; poi mi avvicino con timidezza e mi lascio guidare, consapevole che arriverò alla meta prima del previsto e con risultati migliori di quelli che avrei ottenuto rimuginando.

La rosa della pace interiore
Qualche anno fa ho letto un libro intitolato “Il perdono assoluto”, il cui autore suggeriva di visualizzare una rosa bianca (o qualunque altro fiore sia inconsciamente associato a un’idea di purezza) quando si interagisce con persone che suscitano emozioni spiacevoli. Essendo io una spugna nei confronti delle energie altrui, tendo a evocare questa immagine quando mi sento contaminata da negatività che non mi appartengono. In ufficio, ho praticamente piantato una siepe. So che può sembrare un meccanismo di stimolo-risposta, però questo fiorellino ha il potere di tranquillizzarmi.

Il pulsante dei pensieri felici
Nel corso della vita, Mugugno mi ha dato tante gatte da pelare, ma con il tempo ho trovato uno stratagemma per farlo stare zitto. Quando mi accorgo che il signorino si accinge a rompere le scatole, schiaccio un bottone rosso simile a quello di “The voice”, che fa uscire dall’ archivio delle gioie un’ancora a cui aggrapparmi per non precipitare nelle solite sabbie mobili. Sebbene questa tecnica non sempre funzioni perché non sono un cyborg, devo ammettere che ne traggo un discreto giovamento. Dopo tutto, per stare bene, l’anima si accontenta di cose semplici, a volte basta una canzone o un aneddoto divertente, che ci riportano nel presente e fanno tornare il sorriso.

Il lancio della patata bollente
Chi vive nelle segrete stanze della vostra mente? Condividiamo qualcuno di questi personaggi?  

Commenti

  1. Oltre al pulsante dei pensieri felici non si potrebbe avere anche quello delle profezie autoavveranti?

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  2. Però Mugugno mi fa un po' pena, a dire la verità. Bisognerebbe trovare qualcosa per farlo sentire utile, non so, uno scopo nella vita che non sia quello di lamentarsi... ;-) Proprio come nel film "Inside Out" in cui Tristezza è il braccio destro di Gioia.

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    1. Beh, più che la tristezza, Mugugno (parola che in dialetto ligure significa "lamento") è il vittimismo, un po' di codardia che mi porta a fuggire da situazioni che non ho voglia di vivere. Diciamo che se in certi frangenti ho sofferto, metto le mani avanti per non ripetere l'esperienza. Questo archetipo potrebbe essere utile se ne trasformarsi la natura, ma non so come :-D

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  3. Speriamo venga eletto presto il presidente del Consiglio altrimenti sai che guazzabuglio! Bella testa hai, di certo non ti annoi e complimenti per averne sviscerato la formazione.

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    1. Ti ringrazio: mi sono divertita molto a scrivere questo post. :)

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  4. La tua testa mi ha dato l'idea di un posto molto ordinato e luminoso, Mugugno a parte, che però fa anche simpatia, almeno un po'. Io ho la sensazione, spesso, che vi siano ancora stanze inesplorate nella mia mente e che forse in tutta la vita non riuscirò a percorrerla tutta...

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    1. Guarda, io ho tagliato almeno tre paragrafetti (uno per ogni categoria) per evitare che uscisse un post da 2000 parole. :-D ordinata e luminosa? Ci si prova. A volte i lati negativi oscurano quelli positivi, e anche io ho tante stanze ancora da esplorare...

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  5. Epperò, col fantasy non scherzi! Hai messo in campo personaggi da farci venire fuori una grande storia: il jolly alla corte di Siddharta confabula con Libra per mandare fuori dalla palude del mentale Mugugno e intensificare la luce del cantuccio dell'illuminato. Con solo una lampadina, trova il pulsante dei pensieri felici ed ecco che una bella rosa bianca riporta la pace interiore e si pone a difesa dll'immaginazione.
    Che non ti manca mai! :)

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    1. Tu hai letto solo il romanzo, ma non immagini cosa sono in grado di inventare, quando mi metto d'impegno! :-D

      P.S. A proposito: ma la mail? :)

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  6. Adoro il "cantuccio dell'illuminato"! Anche io ne ho uno...

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  7. Brava Chiara. Devo dire che ritrovo nei personaggi che descrivi molte similitudini con i miei ospiti, non sempre graditi, che affollano il condominio del mio immaginario più o meno cosciente. Hai caratterizzato molto bene. Hai spiegato "il mugugno" meglio che hai potuto, purtroppo è uno stato che attiene all'antropologia e alle influenze teorizzate da Adler, quindi è difficilissimo rendere l'idea delle implicazioni alle persone che non sono nate o che non vivono in liguria. Ho riso quando hai citato il motto" me ne batto u belin", aggiungerei, tanto per rendere più incisivo il proposito di chi ha un Jolly dentro l'anima: " me ne batto u belin in ti scoggi".
    Siamo tutti un po' strani noi che scribacchiamo, noi che leggiamo, noi che abbiamo fatto fatto della parola scritta un faro in questo marasma di immagini veloci, di concetti pret a porter, di omologazione di idee e contenuti.
    Ti scrivo mentre guardo il mio piccolino che gioca sulla riva con la mamma, per quel che vale ti dico che mi ha dato molto gioia leggerti. Anzi, ho deciso di dare una spolverata alle mie "stanze", anche a quelle più buie e fosche. Sono altrettanto importanti nel processo creativo. Un abbraccio.

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    1. Siamo strani, forse, per il senso comune, che ci ha voluto imprigionare in una società competitiva che demonizza la creatività, le concede solo un contentino nelle agenzie pubblicitarie, o in altri contesti in cui non rappresenta una minaccia per il Sistema. In realtà, il nostro modo di essere è molto più sano rispetto alla mediocrità dilagante, figlia di una società che ci spinge a rinunciare a noi stessi per svenderci al miglior offerente. Questo per lo meno è ciò che penso: so di essere sempre stata piuttosto estrema... ;)

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  8. Bel post e interessanti i personaggi che abitano la tua mente, nessuno escluso, servono tutti ;)
    E poi hai creato la lega della positività capace di sopravvivere e contrastare "i buii".
    Complimenti per l'analisi interiore.
    Marina

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    1. Ciao, benvenuta!
      Sono felice che il post ti sia piaciuto. :)
      Vero: la positività è la più grande ancora di salvezza esistente al mondo.

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  9. Vediamo... direi che i miei potrebbero essere: il Matto, il Mago, il Menestrello, la Lupa e il Negromante.

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    1. Il matto e il jolly insieme possono combinare grandi cose! :)

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