Scrivere un romanzo - portare a termine la prima stesura
Scrivo come se vi parlassi.
(Marivaux)
Dopo aver
accarezzato l’argomento nell’ articolo La stesura del mio romanzo – Work in progress, ho deciso di approfondire il tema,
aggiungendo nuovi consigli a quelli dati in precedenza. Questa volta mi
focalizzerò su aspetti puramente tecnici e legati all’organizzazione del lavoro.
Io stessa trarrò beneficio da ciò che scriverò, poiché ritengo di dover
imparare ancora molto.
Per un
aspirante scrittore, la prima stesura è lo scoglio più grosso. Sapete
che circa l’80% dei romanzi rimangono incompiuti? Dettaglio triste, vero? Io
stessa ho riempito il cassetto di bozze mai portate a termine. Arrivata al
tetto delle 50 pagine - che tra l’altro non sono poche - mi incagliavo come una
barchetta fra gli scogli e poi andavo a fondo, miseramente.
Anche con la
storia di cui mi sto occupando attualmente ci sono stati dei tentennamenti. I
primi mesi di lavoro sono stati caratterizzati da una lentezza esasperante, in
parte perché molti dettagli erano ancora da definire, in parte per la mancanza
di tempo a disposizione. Quindi, dal momento che non voglio finire nel 2032, è
stato necessario prendere alcuni accorgimenti finalizzati a rendere le cose un
po’ più facili.
Di seguito, tutto ciò che ho imparato.
La scaletta e le schede dei personaggi non si concludono
in fase di progettazione.
Proprio oggi, mentre chiacchieravo con Salvatore, mi è capitato di scrivere “la mia trama
si sta ancora formando”. E lui, giustamente: “Ma non avevi fatto la scaletta?” Certo
che l’ho fatta. Ci ho dedicato un sacco di tempo, però ho sempre la sensazione
che tutto possa essere modificato e migliorato. Nessuna scelta narrativa è
fuori dalla portata delle mie cesoie.
Un po’ invidio
coloro che riescono ad essere fedeli ai propri piani iniziali. Io sono un fiume
di idee. Quasi ogni giorno trovo nuovi spunti. Ma non solo: sono anche una
pignola di merda, una persona che mette sempre tutto in discussione.
Penso che uno
scrittore non debba mai sedersi sugli allori, nemmeno quando le proprie scelte
gli sembrano valide. Ogni idea può essere potenziata e dare origini a soluzioni
nuove. Se qualcosa non ci convince appieno, siamo liberissimi di cambiare
rotta. È un nostro sacrosanto diritto.
Tuttavia, se non
vogliamo trovarci per le mani una storia completamente diversa da quella
progettata all’inizio e correre il rischio di perdere il filo, dobbiamo registrare
ogni cambiamento e, soprattutto,
fare in modo che l’insieme mantenga la propria coerenza. È bene che la scaletta
e le schede dei personaggi siano sempre a portata di click. E la Moleskine deve
diventare la nostra coperta di Linus.
Per il processo di documentazione, vale il principio di
cui sopra.
Qualunque storia richiede un lavoro di ricerca. Qualcuna
di più, qualcuna di meno, ma nessuna è immune dalla fase di documentazione, a
meno che non vogliamo scrivere un romanzo autobiografico sulle esperienze che
abbiamo avuto in prima elementare.
Per questo motivo, dobbiamo tenere un occhio sul
testo e un altro su google anche quando crediamo di sapere tutto. Così facendo,
in fase di revisione faticheremo molto meno.
Ho l’abitudine di scrivere ogni scena in tre fasi:
-La prima è una “vomit-draft”. Scrivo di getto, senza
curarmi nemmeno dell’ortografia e della grammatica. Mi serve per costruire lo
scheletro, gettare le basi.
-La seconda mi serve per integrare i dettagli,
correggere i refusi ed aumentare la resa narrativa.
-La terza è una rilettura generale, spesso a freddo.
In linea di massima, cerco di procurarmi tutto quello
che mi serve prima di cominciare. Se mi accorgo di un gap di documentazione
mentre sto elaborando la prima stesura, non mi interrompo. Ieri non mi
ricordavo il nome di un lago (Fiastra, nelle Marche) e ho messo delle “x” per
non arrestare il flusso creativo. Quando l’impalcatura è costruita, mi occupo
di reperire il materiale da integrare nella seconda stesura. In questo modo, creatività
e razionalità sono perfettamente equilibrate.
Ritmo di scrittura adatto alla persona.
C’è chi scrive
la mattina presto e chi si trova meglio a notte fonda. Non esiste una regola
generale, come per tutto ciò che è arte. L’importante è riuscire a trovare un
modus operandi consono al proprio stile di vita e impegnarsi per mantenere la
promessa fatta a se stessi.
Io faccio
brain-storming prima di cena, non so come mai. Per scrivere, invece, non ho un
orario preferito. Ma nell’ultimo mese ho trovato un metodo che ha velocizzato
il mio lavoro. Credo che lo manterrò.
Durante il
weekend, faccio prevalentemente “vomit draft”. Vado avanti per ore senza
fermarmi e mi dedico alla seconda stesura solo se ho scritto così tanto che mi
fanno male le mani. Non ci sono strategie: semplicemente creo.
In settimana
sono più stanca a causa del lavoro e preferisco avere dei testi da cui partire.
Mi occupo quindi della seconda stesura o della rilettura di brani più vecchi.
Mi sono data una
regoletta per tenere a bada il revisore fighetto:
quando arriva sabato mattina, si scrivono cose nuove. In questo modo evito di
trascorrere ore sulle medesime scene. Tutte
le revisioni necessarie saranno fatte alla fine, quando il testo avrà avuto
modo di decantare ed io avrò maturato il giusto distacco.
Lavorando in
questo modo, sono riuscita a scrivere 40 pagine dal 7 gennaio in poi. Non sono
moltissime, ma considerando i miei impegni non posso che considerarmi
soddisfatta.
Focalizzarsi sulla fabula e non sull’intreccio.
Questo consiglio
mi è stato dato da Alessandro Cassano del blog Obbrobbrio e vale soprattutto per chi, come me, non ha ancora fatto una netta suddivisione
in capitoli e scene.
Quando faremo la
seconda stesura del romanzo, potremo combinare i vari capitoli nel modo che
riteniamo opportuno, ma al momento è meglio preoccuparsi soltanto di andare
avanti.
Ora il nostro
scopo è solo quello di prendere in mano la scaletta e tirare fuori la nostra
storia. In seguito ci sarà tempo per i virtuosismi. Ripeto: dobbiamo arrivare
alla fine. Questa è la cosa più difficile.
Scrivere.
Può sembrare
forse un consiglio scontato, ma è il più importante di tutti.
Scrivere
significa tenere a bada l’impulso autodistruttivo di tornare indietro e rifare
tutto. Le modifiche alla scaletta in corso d’opera riguarda ciò che non è
ancora stato scritto. Se mi metto a revisionare prima del tempo è la fine. Rischio
di non arrivare nemmeno a metà.
Scrivere significa
non aver paura di dover fare una seconda stesura quasi capillare, perché la
prima ci sembra oscena. Probabilmente lo è, ma non importa. Non deve essere
perfetta: deve essere fatta.
Scrivere
significa non aver paura nemmeno di dover fare una terza, una quarta e una
quinta stesura. Quando si è esordienti, non si deve avere alcuna fretta. Perché
se si ama davvero la propria storia non ci verrà mai a noia. Man mano che
andremo avanti, crescerà il desiderio di raccontarla. La volontà ferrea di fare
un buon lavoro manterrà accesa la fiamma.
Scrivere significa
evitare che i dubbi si trasformino in paranoie paralizzanti ma diventino
domande lanciate nel nostro inconscio come messaggi nella bottiglia: prima o
poi porteranno risposte in grado di sorprenderci.
Scrivere significa
credere fermamente che ogni tassello del puzzle potrà andare al proprio posto. E
significa anche saper spostare quelli sbagliati per trovar loro una migliore
collocazione. Non dobbiamo aver paura di eliminare ciò che non ci serve, perché
l’attaccamento a idee putrefatte è nemico giurato della creatività.
Io non conosco
nel dettaglio ogni piega della mia storia. Conosco il punto di partenza e le
tappe fondamentali del viaggio. Ciò che accadrà durante il tragitto è
parzialmente ignoto ma non mi spaventa. Anzi: l’incertezza mi esalta. Nella nebbia
si nascondono tante idee che usciranno allo scoperto in momenti impensabili,
facendomi esplodere di gioia. E, quando le butterò su carta, mi sentirò felice
come una bambina il giorno di Natale. Poi
sorgeranno nuovi problemi e nuove soluzioni, in un movimento a spirale che
spero mi porterà fino alla meta.
Quanti di questi consigli riuscite a seguire? Ne avete altri per dei pivelli come me? Magari chi ci è riuscito più spiegarci come. E chi non ci è riuscito può spiegarci perché!
P.S. Molti si
domandano che fine abbia fatto il post sui personaggi dei fumetti che avevo
anticipato tempo fa. Abbiate fede: arriverà presto!
Io sto cercando di impormi di scrivere di getto, ma non è facile. C'è sempre la tentazione di tornare indietro, di vedere cosa ho combinato. Di correggere, di eliminare refusi e ripetizioni ed errori. Credo che per i personaggi si debba però cercare di conoscerli bene, prima di cominciare, un po' come faceva Simenon. Lui passava settimane con i personaggi, li doveva conoscere alla perfezione, capire il loro modo di pensare, di agire e poi... Chiamava il medico di famiglia, faceva visitare figli e moglie per accertarsi che la loro salute fosse a posto. E infine si chiudeva nello studio!
RispondiEliminaLe schede dei personaggi sono fondamentali e vanno assolutamente fatte prima di cominciare a scrivere. Il fatto è che molte persone si sentono vincolate alle scelte preliminari. Io no. Se un'idea è migliore di quelle avute in precedenza, perché non correggere il tiro? L'importante però è tenere aggiornata la documentazione.
EliminaIo mi sono imposta la scrittura di getto, ed ora è diventata abituale. La mia lentezza era esasperante. Se avessi continuato a fare come facevo non avrei mai finito.
Disclaimer: IRL io sono insopportabile.
RispondiEliminaIo sono molto più architetto e molto meno giardiniere. Per cominciare a scrivere la scaletta è definita e ogni punto "cuba" circa cinque pagine. La scaletta ha già i capitoli impostati, i cliffhanger dove servono e la documentazione è abbastanza approfondita per non avere evidenti buchi di trama. Di solito a quel punto ho anche la maggioranza delle mappe geografiche già disegnate e buona parte di quelle concettuali per relazioni e conflitti tra i personaggi principali. Poi, mentre scrivo, compilo anche le schede dei personaggi, man mano che mi imbatto nelle loro caratteristiche. Per ultimo sono un figlio del NaNoWriMo: ho un target giornaliero di parole e un obbiettivo finale ben precisi: mi da molto fastidio sgarrare i tempi e cartelle.
Diciamolo: sono proprio un gran bel rompipa11e :) (E tu saresti pignola?)
Infatti tu hai scritto quattro libri, io ancora nemmeno uno! :-D
EliminaInvidio chi sa progettare così bene e, anche senza arrivare a tali livelli di precisione, vorrei essere un po' più metodica. Al momento non ci riesco ancora: il mio desiderio di scrivere è così grande che involontariamente tendo a trascurare la progettazione. Però so che è un limite di tanti "principianti" e che prima o poi, con il tempo, si impara a lavorare in modo più professionale. Dunque vado avanti senza disperarmi e lasciando che il cambiamento, in me, avvenga nel modo più naturale possibile. :)
P.S. Non premurarti di censurare le parolacce: questo è un blog alla mano! :-D
io trovo utilissimo il metodo del fiocco di neve http://www.advancedfictionwriting.com/articles/snowflake-method/
RispondiEliminacostringe a porsi le giuste domande e a sviluppare la storia in modo molto equilibrato.
non arrivo mai a un livello di dettaglio di capitoli e scene, ma penso sia fondamentale per capire se la storia che ho in mente ha un senso.
Non lo conoscevo. Appena possibile ci do un'occhiata. Grazie mille! :)
EliminaAl momento la trama "fila", ma ogni stratagemma può essere utile per imparare qualcosa di nuovo.
Non lo conoscevo, ma è davvero un ottimo metodo: grazie per averlo segnalato! Penso che la prossima volta proverò a seguirlo...
EliminaUn tempo riuscivo a scrivere di più, perché le ore della giornata sembravano più dilatate rispetto agli impegni; pensa che i capitoli migliori del mio romanzo sono stati tutti concepiti e scritti a lavoro (sfruttavo alla grande i tempi morti! Ce n'erano tanti, poi è morto pure quel lavoro, ma questa è un'altra storia!).
RispondiEliminaLo sai, mi piace molto leggere di scalette e schemi, perché io sconosco sia le une che gli altri: scrivo solo con un'idea ben precisa, che non so mai dove va a parare ma che, alla fine, riesco ad incastrare perfettamente con l'andamento della storia. Cambio spesso idea, modifico i personaggi ed il pensiero di una scaletta mi costringe a camminare su binari che poi, magari, ignorerò del tutto in corso d'opera. Una cosa, però, la faccio: la scheda dei personaggi, perché una volta mi è capitato di chiamare un personaggio in due modi diversi senza ricordarmene e di fargli fare cose del tutto incoerenti con la linea che avevo scelto per esso. Un disastro, perché -te ne sarai accorta- le lunghe storie hanno un filo di coerenza sottilissimo che bisogna tenere sempre d'occhio.
Una cosa che non riesco a fare è completare le bozze di racconti cominciati e lasciati a metà. Li lascio monchi, totalmente incapace di ricostruire i momenti e le sensazioni che me li avevano ispirati. (e- ahimè - ne ho pieni i cassetti!).
Io non riesco proprio a scrivere in ufficio, un po' perché ho pochi tempi morti e un po' perché l'atmosfera mi inibisce. Ho la scrivania che da le spalle al corridoio, quindi mi sento molto osservata. Riesco al massimo ad abbozzare qualche post sul blog.
EliminaPer il resto, lavoriamo esattamente nello stesso modo. Anche per me le schede dei personaggi sono fondamentali, ma non riesco a fare una progettazione troppo pedissequa. :)
Ecco, io rientro in quell'80%. Anzi, ci sono rientrato più volte. Anche il mio cassetto è pieno di bozze mai concluse, quasi tutte arrestate a pagina 80... Numero maledetto. Tuttavia non considero il cambiamento un male assoluto. Se non provo a scrivere diverse storie, come faccio a sapere cos'è che voglio raccontare davvero? Diciamo che è una sorta di esplorazione, meno intima perché il fine è sempre quello di far leggere agli altri ciò che si scrive, ma pur sempre introspettiva perché serve a conoscersi meglio.
RispondiEliminaNon me la sento di dare consigli a nessuno, meno che mai a me stesso. Non sono ancora arrivato a capire come funzionano certe dinamiche. Certo, con il tempo, ho imparato diverse cose: ad esempio che mi piace scrivere soprattutto la mattina presto; che ho necessità di uno scheletro della storia da seguire, come le briciole di Pollicino; che se non conosco bene il cuore e l’anima della storia, come dice Tenar, finisco per vagare fra le parole fino a perdermi…
Forse questi, a loro volta, sono dei consigli… consigli che do a me stesso per primo. Tuttavia, pensandoci, c’è un consiglio in assoluto che sento di dovermi dare: smettere di pensare d’essere perfetto. La ricerca della perfezione, almeno in prima battuta, è un grosso limite. Un macigno che blocca la strada, troppo pesante da spostare e troppo ingombrante da aggirare.
Una volta una persona mi ha detto "non esistono fallimenti, solo feedback". Nathalie Goldberg, nel suo saggio "scrivere zen", spiega che nessuno scritto deve essere rinnegato in quanto tutto ciò che esce dalla nostra penna ci appartiene, è energia che si libera. Quindi se una persona scrive schifezze per cinque anni è perché ne ha bisogno: deve ripulirsi dalle stesse schifezze che ha accumulato dentro di sé. Dunque ben vengano i tentativi falliti, se ci portano verso una maggiore consapevolezza e, di conseguenza, professionalità.
EliminaLa sensazione di essere perfetti è un inganno della mente ed è l'illusione che più di tutte fa cadere. Se ti liberi dall'ego, puoi fare grandi cose. La scrittura dopo tutto è arte. è passione. Non si può fare solo con la testa. :)
Non piango per quell'80% di romanzi non finiti, forse non avevano la forza di imporsi. Anche tra i miei file ci sono parecchie storie abbandonate e non mi sento in colpa. Una di esse aveva un indubbio fascino. Purtroppo aveva solo quello, è morta per mancanza di personalità aggravata nei personaggi, una malattia letale.
RispondiEliminaIl tuo romanzo, te lo dico sempre, mi sembra in buone mani e mi sembra anche che tu stia procedendo spedita: vai avanti così!
Mi auguro davvero che il mio romanzo sia in buone mani.
Eliminaè un periodo in cui sto lavorando parallelamente sulla progettazione e sulla stesura. A volte mi sembra di fare le cose alla grezza, ma cerco di mettercela tutta. In fondo sto imparando. E tutto il tempo impiegato adesso sarà risparmiato in futuro. :)
Sicuramente seguo soprattutto l'ultimo. Ci sono delle giornate in cui scrivere diventa quasi un fastidio, eppure mi impongo di aggiungere una mezza pagina al manoscritto in corso anche durante le giornate no perchè sono consapevole che basta interrompere la continuità della scrittura e ci vuole pochissimo a mollare tutto ciò che è stato già scritto e lasciarlo nel cassetto dei lavori abbandonati.
RispondiEliminaSe scrivere diventa un fastidio evito di farlo. In fondo so che si tratta solo di un momento passeggero. Il credo in questo romanzo e, nonostante i tentennamenti, so che tornerò sempre sulle sue pagine.
EliminaIn un periodo nero per la scrittura creativa come quello appena conclusosi per me, di questi consigli non ne potevo seguire nessuno. XD
RispondiEliminaMa adesso che sto ricominciando a scrivere per revisionare un romanzo che vorrei pubblicare, questi consigli arrivano nel momento giusto. Una cosa è certa: adoro scrivere di pomeriggio e poi verso sera. :)
La revisione è già più semplice, perché hai una base da cui partire. Però questi consigli possono essere sicuramente utili. In bocca al lupo! :)
EliminaAl termine della prima stesura forse di vede la terra ferma, ma la navigazione è ancora lunga e insidiosa e il naufragio non del tutto scampato. Solo questo mi viene da dire, poi ognuno ha i propri tempi e le proprie tecniche, anche se un po' di sano tecnicismo aiuta, nonché avere un'idea forte su ciò che si vuole scrivere. Io sono alle prese con la 4 e ti dico, sono in una bella tempesta con onde altissime e pirati in agguato. BACI Sandra
RispondiEliminaTi dirò: al momento non sono spaventata dalla revisione. Non ho mai concluso un romanzo, ma ne ho abbandonati tanti. Per me ora è molto importante raggiungere la meta. In futuro si vedrà. :)
EliminaBaci a te!
Io mi trovo bene scrivendo quando sono su di energie e facendo revisione o lavoro sulle idee quando sono meno carica. Alternare le cose è anche molto utile a non farsi scoppiare il cervello... e il resto! ;)
RispondiEliminaVerissimo, anche se io mi accorgo che a volte trascuro un po' i lavori diversi dalla scrittura, a parte la rilettura (mi sono dovuta fare violenza per non eccedere) perché il tempo è così poco che appena ho un minuto mi butto al pc... mi impegnerò di più :)
EliminaMi sembrano ottimi consigli. Vedrò di metterli in pratica, grazie! ;9
RispondiEliminaPrego: sono contenta ti esserti stata utile. :)
RispondiEliminaPerdere il ritmo è facile, ritrovarlo è molto difficile. Mi prendo la tua esperienza del sabato mattina e la faccio mia, o almeno ci proverò. Basta così poco per distrarsi...
RispondiEliminaCondivido i punti elencati e direi che sono ottime considerazioni!
Questa settimana dovrò fare un piccolo strappo alla regola, perché da domenica scorsa non riesco a scrivere nulla.. troppo lavoro. Troppa stanchezza!
EliminaMa in linea di massima questo metodo funziona! :)
Anch'io, come te, tendo a dar libero sfogo alla creatività e preoccuparmi principalmente di scrivere e perfezionare la storia in corsa. So dove voglio arrivare ma lascio spazio alle idee e devo dire che, come per il primo romanzo, anche per il giallo che sto scrivendo ora, questo mi ha aiutato. La trama non cambia, il colpevole è sempre lo stesso, ma nel finale l'interazione fra i protagonisti è più corposa. Purtroppo non posso svelare altro.
RispondiEliminaDurante la stesura non mi fermo a far revisione, correggo qualcosa, ma vado sempre avanti, l'unica cosa che mi ferma è la pignoleria e spesso approfondisco delle ricerche al momento, non lascio "x" in giro.
Gli unici consigli che posso darti sono:
- fai la revisione con calma
- troverai il tuo metodo e migliorerà col tempo
Per quanto riguarda la revisione, ti si aprirà un mondo, sono convinto che gli interventi di revisione migliorano molto la scrittura e al romanzo successivo magari scriverai una stesura di meno o salteranno più all'occhio gli elementi da correggere.
Io col primo romanzo ho capito che per me funziona una stesura e più revisioni, con il romanzo che sto scrivendo ora ho stabilizzato il periodo di scrittura: scrivo nel fine settimana perché durante la settimana il lavoro mi affatica talmente il cervello che posso solo pensare alle mie storie, però anche pensarci molto mi aiuta a sviscerare ed analizzare le idee. Il giallo inoltre ha richiesto la stesura a priori di tutta la fabula, prendo più note...
Insomma, per farla breve, se non riesci a fare la scaletta o una scheda (luogo, personaggio, evento, etc.) in un certo modo è perché non hai ancora trovato il tuo modo, prima o poi lo troverai o ti renderai conto che a te quel passaggio non serve.
Hai ragione Renato, tutto dipende dall'esperienza. Con il tempo le persone riescono a perfezionare ed armonizzare il proprio metodo trovando nuove modalità espressive.
EliminaAnche io scrivo il romanzo prevalentemente nel weekend. Durante la settimana, va già bene se riesco ad occuparmi del blog. Per stasera, poi, ho in cantiere un post decisamente corposo.
Un po' mi rode, perché a volte temo che non finirò mai il romanzo, ma in questa fase della vita so di non poter fare altrimenti. In futuro, chi lo sa.
Grazie per i consigli. Sicuramente saranno utilissimi! :)
Prego.
EliminaIo divido il mio tempo libero fra le cose da fare, il romanzo da scrivere e la promozione ad Apoptosis. Secondo me, finché dedichi parte del tuo tempo anche alla scrittura del romanzo, fai progressi. Se scrivessi soltanto, la mente non divagherebbe e ti annoieresti, non riusciresti a scrivere proprio. Anche la suddivisione del tempo e le priorità si imparano con l'esperienza.
Sulla scaletta e le schede hai ragione. Buona idea registrare le varie modifiche. Neanche io riesco a essere sempre fedele al progetto iniziale.
RispondiEliminaDocumentazione: stesso discorso anche per me. Prima faccio una documentazione generica, che mi serve per iniziare a progettare la storia. Ma via via che scrivi puoi aver bisogno di informazioni non prevedibili all'inizio.
Fabula: nella lunga trama che non ho ancora finito per un romanzo fantasy ho deciso di fare proprio così. Ora è lineare, è così che mi serve, poi preparerò le suddivisioni dei capitoli con l'intreccio.
Ho avuto la tentazione di ricominciare a scrivere il romanzo che ho interrotto, ma poi ho pensato che è meglio portarlo avanti e solo dopo fare una seconda stesura, o riscrittura quasi da zero.
Io credo che si debba tornare indietro solo se è assolutamente necessario. Per me, a breve, potrebbe essere utile rivedere alcune parti, ma deciderò al momento. :)
EliminaCiao a tutti😀 anche io come te sono una "scrittrice" esordiente, mi rivedo molto nelle tue considerazioni e consigli, mi sono cimentata fino ad ora in diverse trame con diversi generi, e non riuscivo a comprendere perché il flusso della storia si bloccasse senza portare a nulla. Infine ho compreso che i generi provati fino ad ora non facevano parte di me, credo che ognuno di noi abbia uno stile e un genere di scrittura e di storia che può darci soddisfazione perché specchio, anche, della nostra anima e frutto delle nostre emozioni. Fino ad ora avevo mentito a me stessa cercando di scrivere generi letterari che amavo leggere ma che non mi rappresentavano. Finalmente ho trovato il genere che fa per me è come per magia adesso il flusso creativo è sempre più vivido, come la storia e i personaggi. Dunque il mio consiglio è siate sinceri con voi stessi,cercate il genere più affine a voi, tutto il resto verrà con il tempo e il duro lavoro.
RispondiEliminaCiao a tutti😀 anche io come te sono una "scrittrice" esordiente, mi rivedo molto nelle tue considerazioni e consigli, mi sono cimentata fino ad ora in diverse trame con diversi generi, e non riuscivo a comprendere perché il flusso della storia si bloccasse senza portare a nulla. Infine ho compreso che i generi provati fino ad ora non facevano parte di me, credo che ognuno di noi abbia uno stile e un genere di scrittura e di storia che può darci soddisfazione perché specchio, anche, della nostra anima e frutto delle nostre emozioni. Fino ad ora avevo mentito a me stessa cercando di scrivere generi letterari che amavo leggere ma che non mi rappresentavano. Finalmente ho trovato il genere che fa per me è come per magia adesso il flusso creativo è sempre più vivido, come la storia e i personaggi. Dunque il mio consiglio è siate sinceri con voi stessi,cercate il genere più affine a voi, tutto il resto verrà con il tempo e il duro lavoro.
RispondiEliminaCiao Silvia, benvenuta! :)
RispondiEliminaSono assolutamente d'accordo con te. Noto infatti che molti aspiranti scrittori si fanno condizionare da esigenze che esulano la creatività pura: pensano al marketing, all'eventuale successo commerciale di una storia, al genere che vende di più. E si arenano dopo poche pagine!
Scrivere è difficilissimo, per chi è alle prime armi. Per questo motivo la sintonia con la propria storia è assolutamente fondamentale. Se manca quella, è quasi impossibile trovare lo stimolo per arrivare alla fine. :)
Io sono arrivata a 460 pagine e mi viene voglia di riscrivere tutto, fa' un po' tu. Sono combattuta da mesi, non mi piacciono i personaggi né quello che secondo me dovrebbe accadere. Le idee le ho ma quando vado a rileggere sembra una storia scritta da una bimbaminkia, con personaggi sciocchi e piatti.
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