Il Jolly e l'intellettuale borioso


Questa non è cultura, è pedanteria, non è intelligenza ma intelletto, 
e contro di essa ben a ragione si reagisce.
La cultura è una cosa ben diversa. 
(Antonio Gramsci)

Il Jolly è seduto alla propria scrivania, meditabondo come sempre. Oggi sta riflettendo sull’etichetta di scrittore e su tutte le implicazioni sociali che essa porta con sé.
Alcuni imbrattacarte tengono molto a questa definizione, sapete?
Quando si trovano con altre persone, cercano sempre un pretesto per comunicare al mondo intero, con un sorriso finto-umile, che loro hanno pubblicato otto romanzi, tutti di elevatissimo valore letterario, mica roba da sfigati, capito? E se gli altri, entro cinque secondi, non pendono dalle loro labbra, ci rimangono malissimo.
(Vedi?! Quello non ha capito la mia arte, non si accorge di quanto sono figo, ‘gnurant!)

La qualifica di scrittore campeggia a caratteri cubitali su tutti i loro profili social. Potessero, se la farebbero tatuare sul petto. Auto-definirsi intellettuali li fa sentire superiori agli altri, anche agli ingegneri, quindi fanno tutto il possibile per mantenere il proprio posto al sole, per evitare l’onta di essere cacciati dalla categoria. Essendo perfettamente consapevoli di quali caratteristiche psicologiche, comportamenti dominanti e categorie di gusto il senso comune associ a Quelli Come Loro, cercano di non sgarrare, almeno in pubblico: “Ma davvero hai letto Volo?” domandano, storcendo il naso. Subito dopo, sorridono rilassati. Si sentono la coscienza in pace per essere rimasti fedeli al proprio ruolo e aver inferto l’ennesimo colpo in petto alla becera cultura di massa. Si illudono di essere, detto alla Checco Zalone, personi brilanti.



È probabile che una propensione generale verso certi contenuti piuttosto che altri esista davvero, ma uno scrittore non dovrebbe mai sentirsi in imbarazzo nel dire: “sono andato a vedere Il mio Grosso Grasso Matrimonio Greco 2, e mi sono divertito”. Insomma, un Jolly, ogni tanto, può concedersi passatempi che la collettività considera da nano, e goderseli fino in fondo.
Il Jolly sa che essere colti non significa essere snob, sa che la pomposità di certi personaggi è il frutto di una società in cui nessuno ha più il coraggio di essere se stesso: siccome lui crede nell’autenticità, ha deciso di analizzare i più famosi luoghi comuni di questi pseudo-cervelloni invitando me, Chiara, a raccontarvi come mi relaziono con ciascuno di questi argomenti.  

CALCIO
Per l’intellettuale borioso, tutto ciò che è popolare è il Male, compresa la religione di stato dell’italiano medio, che secondo lui addormenta le menti e risveglia gli istinti più bassi. I calciatori sono tutti degli ignoranti strapagati, chi spende soldi per comprare un biglietto dello stadio è complice di un sistema marcio e malato, ha lo stesso numero di neuroni di una pulce.
A Sanremo, nelle ultime settimane, c’è stata una spaccatura netta: alcuni hanno visto tutte le partite degli Europei, comprese quelle dell’Islanda; altri, non sanno nemmeno quando abbia giocato la nostra nazionale.  Oppure lo sanno, e sanno anche quanti peli ci sono sulle gambe dei giocatori, ma non ammetteranno mai di essersi divertiti senza pensieri per novanta minuti, perché non è smart.
Io non seguo più il calcio da tanti anni, però al liceo giochicchiavo in difesa e all’università ero una tifosa sfegatata dell’Inter, avevo anche l’abbonamento in curva, in un settore tranquillo di sole donne. Tendenzialmente, questo sport mi ha sempre fato divertire. Certo, le tifoserie non sono ambienti stimolanti, su questo punto do ragione allo snob. C’è chi si comporta come se facesse parte di una setta, ed è anche per questo motivo che, alla soglia dei venticinque anni, ho smesso di rinnovare la tessera. Però, pochi mesi dopo, quando l’Italia ha vinto il Mondiale mi sono emozionata tantissimo e mi sono sentita parte di una collettività meravigliosa. E quando, nel 2010, ho visto Javier Zanetti sollevare la Coppa dei Campioni, memore del mio passato da tifosa, la commozione è salita alla stelle e sono andata a festeggiare in piazza con mio fratello Carlo…
Ora non so nemmeno più chi ci giochi, nell’Inter, perché ho iniziato a coltivare altri interessi. E la mia conoscenza della nazionale, escludendo il mio concittadino sanremasco Stefano Sturaro, si è fermata al 2006: Buffon, punto.  Degli Europei ho seguito soltanto le partite con la Spagna e con la Germania. La prima a casa, con mio marito; la seconda con gli amici. Mi sono piaciute (eliminazione a parte) e, soprattutto, guardarle non mi ha fatto dimenticare l’italiano, né disimparare a scrivere, lo giuro!

TELEVISIONE
 Una frase che mi capita di sentire molto spesso (anche, udite udite, qui sul blog) è: “Io non guardo mai la televisione”, con la variante “Io non ho la televisione”. Scelte condivisibili, per carità, ma che per me è inutile sbandierare ai quattro venti come se fossero un indicatore di intelligenza.
Anche il Jolly detesta le trasmissioni spazzatura, in quanto le considera le principali fabbriche di nani, però non crede nella black box theory di Horkeimer e non demonizza la TV a priori: secondo lui, ogni oggetto può essere “buono” o “cattivo” a seconda dell’uso che se ne fa, e io non posso che condividere questo pensiero.
In casa mia la televisione è quasi sempre spenta, io e mio marito la usiamo soltanto come schermo, collegato al computer, per guardare film in streaming. Nessuno di noi ha mai strutturato una ritualità intorno a questo elettrodomestico, né ha l’abitudine di fare zapping per trascorrere il tempo. Inoltre, io detesto tenerla accesa durante i pasti, cosa che piaceva molto a mio padre, perché li considero un momento di condivisione, quindi non ho mai voluto averla in cucina. Solitamente, se decidiamo di guardarla, è perché c’è qualche trasmissione che ci interessa nello specifico, il che accade, più o meno, tre volte all’anno. Una volta finita la serie, stop.

KINDLE (e altri e-reader)
Se devo essere sincera, prima di ricominciare a scrivere e aprire il blog, l’idea di avere un’e-reader mi sembrava una stranezza. Ancora oggi penso che la sensazione di tenere in mano un libro “vero” sia impagabile, e cerco di alternare il più possibile strumenti cartacei ed elettronici. Tuttavia, mi hanno sempre fatto sorridere quelli che tirano in ballo Benjamin e la perdita dell’aura o mi urlano addosso un indignato: “non ci posso credere: ti sei convertita anche tu!”
Forse chi legge due libri all’anno può fare acquisti alla Mondadori senza dover sottoscrivere un mutuo, ma io, che viaggio sulla media di un romanzo a settimana, noto un risparmio economico non indifferente. Inoltre, sono felice di potermi portare in giro tutte le opere che voglio, di correggere il mio romanzo in digitale (anche le cartucce della stampante costano), di aver accesso alle opere auto-pubblicate e ad altri contenuti di cui non esiste una versione cartacea.
Penso che – con buona pace di tutti i cliché – il Kindle agevoli i lettori forti. Quindi, chi lo demonizza per partito preso, forse  non è così avvezzo alla letteratura come millanta…

SHOPPING/ABBIGLIAMENTO
L’Intellettuale Vero non ha tempo per le frivolezze, non si cura del proprio look (o almeno così dice: alcune persone di mia conoscenza trascorrono ore intere a cercare di apparire trasandate) e odia andare in giro per negozi, alimentando un sistema da lui considerato capitalista e consumista.
Quando qualcuno mi dice: “io non faccio shopping”,  mi viene da ridere: quindi, fatemi capire, questo qui va in giro nudo? La frase “io non amo fare shopping” ha già più senso. Nemmeno io sono entusiasta all’idea di macinare chilometri per negozi: se i vestiti potessero materializzarsi da soli nel mio armadio, sarei la persona più felice del mondo. Però, da buona bilancina venusiana, mi piace essere elegante e sono innamorata delle cose belle, quindi sabato, con i saldi, le mie due orette in giro me le sono fatte. Per me l’abbigliamento è uno dei tanti strumenti che ho a disposizione per esprimere la mia personalità, mi diverto ad abbinare i capi in modo creativo e, quando il risultato dei miei sforzi è armonico, mi sento soddisfatta come dopo una scena scritta bene. Soprattutto, non mi sento “meno scrittrice” perché indosso i tacchi alti.

VITA MONDANA
Per il senso comune, lo scrittore è un emarginato sociale che vive sottochiave, un nerd all’ultimo stadio. Quindi il nostro intellettuale della domenica (o del sabato sera, visto il tema di questo paragrafo) inveisce contro tutti i luoghi frequentati da più di due persone, primo fra tutti la famigerata discoteca. Inoltre, spesso si bulla di essere un tipo solitario, di non avere tempo per gli amici e per una relazione e, soprattutto, di odiare l’umanità intera, affermazione che fa tanto genio maledetto.
Per quel che mi riguarda, ora che ho trentaquattro anni, sopporterei più volentieri di rimanere chiusa un giorno intero in ascensore con uno che puzza, piuttosto che passare una serata in discoteca a ballare l’unz-unz-unz, anche perché sembrerei la zia di buona parte degli avventori. Inoltre, non sono un’amante dei cosiddetti apericena, anche se ogni tanto mi capita di andarci. Raramente esco di sera durante la settimana; se lo faccio, torno presto. Al sabato, preferisco andare a cena fuori o in locali nei quali si possa chiacchierare, meglio se con un sottofondo rock. E un paio di volte al mese, ci sono le serate a tema piratesco dell’ “orda balorda” (su Facebook ho messo qualche foto) che mi piacciono perché sono informali ma gestite con buon senso, e radunano persone di tutte le età.
In generale, sono una persona socievole e amo il contatto con la gente, una volta mi hanno detto che riuscirei a far dialogare le pietre. Tuttavia, non sopporto i luoghi troppo affollati perché mi fanno venire l’ansia: quando a Sanremo arrivano le masse, io emigro in Piemonte. Tutto sommato penso di aver maturato un buon equilibrio fra il piacere di stare con gli altri e la necessità di dedicare del tempo a me stessa e alla mia scrittura. Certo, non riuscirei a isolarmi. Mi è capitato in passato (non per mia scelta) e  ricordo un periodo infernale. Tra l’altro, non riuscivo a buttare giù nemmeno una riga: in quello stato, avrei potuto raccontare solo di me stessa… du’ palle!

Il lancio della patata bollente.
Qual è il vostro rapporto con gli argomenti di cui sopra?
Vi vengono in mente altri luoghi comuni da intellettuale borioso?

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Commenti

  1. E' impossibile non adeguarsi alla massa nemmeno un pochino... Anche perché il cliché dell'outsider a tutti i costi è a sua volta un cliché!
    Non credo che abbia senso fare determinate cose solo per essere giudicati originali: ha senso fare quello che ci piace. Che due miliardi di altre persone facciano la stessa cosa o che la facciamo solo noi in tutto il mondo, non ci dovrebbe nemmeno importare.

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    1. Esatto! La penso anch'io così. Però mi rendo conto che molte persone sono schiave dell'idea che vogliono dare agli altri. Io stessa in passato ero molto insicura (non sto parlando della volontà di sembrare "intellettuale", di quello non mi è mai interessato, ma di una fragilità generale), poi ho capito che la mia libertà di espressione ha un valore impagabile, e ho iniziato ad accantonare la paura del giudizio. Ora sto molto meglio, mi sembro una persona più completa.

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  2. Raccolgo la tua patata bollente al volo.
    Il calcio lo detesto, a pelle e oltre. Il mio compagno al nostro secondo appuntamento mi ha regalato l'entrata a Marassi a guardare la sua adorata Genoa, nonostante si stia ancora insieme è stata per me un'agonia indicibile. Condivido il pensiero su molti calciatori sentiti per caso nelle interviste: non hanno studiato l'italiano.
    La televisione è una semi proprietà dei miei figli, la guardano loro con cartoni e documentari per me soporiferi, ma sufficientemente innocenti per non creare danni pericolosi. Fosse per me trasmetterebbe musica al posto della radio e perderebbe il segnale al momento del tg, ma vivendo nel mondo reale non sempre è possibile. Il nostro rapporto è di amore-odio, anche perché davvero la qualità trasmessa è inferiore agli standard necessari per smuovere i neuroni. Da anni non seguo programmi di massa e spesso mi sento fuori dai discorsi comuni, pazienza, resterò isolata senza sapere nulla di tronisti e isolani che fanno scalpore e creando mode.
    Il kindle invece non fa per me, ho bisogno di sentire in mano il libro e piuttosto faccio la caccia in biblioteca al tomo che voglio disperatamente leggere, ma non ci rinuncio. Le amiche mi passano i libri, me li regalano (i miei regali sono quasi tutti cartacei)e per fortuna non sono mai in crisi di astinenza. Probabilmente leggendo molto in casa non ho il problema di un pendolare o un viaggiatore, magari con il tempo mi cambieranno le abitudini, ma per ora non l'ho proprio preso in considerazione.
    Lo shopping invece mi piace tantissimo, peccato solo non lo possa usare come terapia scacciapensieri più volte al giorno o anche al mese...peccato costi troppo levarsi quelle belle voglie di avere il pezzo carino da indossare e sfoggiare.
    Vita mondana mi è sconosciuta, con due figli, oltre alle gite naturalistiche per far loro conoscere il mondo, il resto è tabù compresi gli orari folli. Infatti la sera tardi e la notte sono i momenti migliori per me da sfruttare per scrivere, altro che uscire a divertirmi. Bei tempi quelli, che mai più ritorneranno, dunque c'è un'età per tutto, alla mia ogni tanto ci si concede l'apericena ed è già festa.
    Però nei luoghi da intellettuale borioso mi sento di includere la spiaggia dove tutti raccontano di andare in mete paradisiache e poi li vedi sdraiati con il timer a fianco per avere l'abbronzatura perfetta da ogni lato, proprio nella libera dove va mezza città.
    E' un po' la storia della vacanza gridata a voce alta per far morire d'invidia tutti, in posti che forse solo sulla cartina li hai mai visti, ma lui-loro li sponsorizzano come la loro scorsa meta dove si stava così bene, o la prossima dove assolutamente costi quello che costi non possono rinunciare a visitare perché tappa vitale. E mentre li ascolti pensi che con la fantasia anche tu sei salita su quell'aereo e hai fatto gli otto scali nominati, e magari a casa ci scriverai su un bel racconto...

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    1. Tronisti e isolani? Lungi da me! Sono due trasmissioni che non ho mai sopportato. Quand'ero all'università, la mia coinquilina guardava "uomini e donne": io la chiudevo in camera propria come se fosse un'appestata. Le tre trasmissioni all'anno che ho citato nel post (non a caso) sono: Pechino Express, che mi piace perché fa vedere zone del mondo che non conosco, The Voice (almeno le selezioni iniziali), perché passano personaggi così strani che la scrittura ne guadagna e, ovviamente, il Festival di Sanremo: so che è quanto di più nazionalpopolare possa esistere, ma non posso farne a meno, per pure campanilismo. Evito invece i tg, che ormai sono troppo spettacolarizzati, sono prodotti commerciali veri e propri che fanno leva sulla paura della gente per ottenere audience. Preferisco leggere le notizie online: dopo tutto, a me basta sapere cosa succede nel mondo, non ho bisogno di troppi orpelli emotivi. :)

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  3. Si, ho notato anch'io certi atteggiamenti.
    Sul calcio potrebbe sembrare che appartengo alla categoria. Dico spesso che "il calcio è l'oppio dei popoli" per due motivi: fatalità quando ci sono certi eventi mediatici, i Governi ne fan passare una di grave e poi sono dolori; non credo più all'etica del calcio dagli scandali di Calciopoli dell'era Moggi. Però posso dirti che seguo il Motomondiale (mal di stomaco per il mondiale spagnolo dell'anno scorso con un presidente spagnolo...) ed il Rugby (il 6 nazioni è spettacolare, anche se noi italiani siamo gli ultimi). Ho solo cambiato sostanza psicotropa!
    Televisione: film e serie tv, però anch'io per lo più streaming. Telegiornale qualche volta e Crozza, non riesco a resistere a certi suoi personaggi!
    Kindle: più facile che io legga dal computer, ma dopo dodici ora davanti ad uno schermo ho bisogno della carta. Digital detox.
    Shopping: non amo la ressa, perciò evito gli orari di punta ed i saldi (che poi qui, riciclano gli scarti di magazzino o tengono alti i prezzi un mese prima). Compro online, quello sì, anche perchè spesso in negozio non trovo quel che voglio io!
    Vita mondana: in quest'ultimo anno, poca. Il tempo che rimane dal lavoro stipendiato è quello che è, e deve già essere diviso tra affetti e scrittura. Se gli amici mi chiamano per una cena, ci sono sempre, ma anche loro sono presi quindi riusciamo a trovarci una volta al mese o ogni due.

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    1. Io non sono mai riuscita a comprare abiti online (tutto il resto sì) perché mi manda in paranoia il fatto di non poter provare la roba. Quando ci sono i saldi, vado solo in negozi che ritengo affidabili, e che so non rifilano fregature. Ce n'è uno qui a Sanremo che mette subito il 50% proprio per evitare di trovarsi poi gli scarti di magazzino. Io conosco il personale da anni. Pensa che, quand'ero bambina, già mi fermavo a guardare le loro vetrine...
      Anche io, dopo dodici ore, ho difficoltà a stare al pc. Però il Kindle non è retroilluminato e non mi dà fastidio. :)

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  4. Quelle che citi sono tutte pose, così come lo sono quelle di chi fa tutto il contrario e se ne vanta. Per quanto mi riguarda... ti dico:
    - Il calcio mi lascia indifferente, non capisco il tifo e tutta l'esaltazione che gira intorno.
    - La tv: guardo solo le serie tv, perché il resto mi annoia.
    - E-reader: non potrei farne a meno, il mio mi segue dappertutto.
    - Lo shopping mi piace moderatamente ma essendo una squattrinata cronica evito di farlo.
    - Vita mondata: non ho più l'età. Ormai mi divertono altre cose.
    Spero proprio ciò nonostante di non rientrare nella categoria che hai descritto!

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    1. La categoria che ho descritto non è quella di chi non fa queste cose: il gusto personale non si discute assolutamente. La categoria è quella di coloro che non le fanno (o le fanno di nascosto) per non compromettere l'immagine che vogliono dare agli altri. Sono quelli, come dici tu, che si "sparano le pose". Poi, è vero che quei passatempi (Kindle a parte) non sono sanissimi, se uno si dedica soltanto a quelli, ma a piccole dosi tutto è consentito. :)

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  5. Il calcio non mi garba ma guardo volentieri la nazionale giocare; non guardo la televisione perché non ci trovo nulla d'interessante da vedere; e preferisco i libri di carta a qualsiasi forma elettronica di scrittura, il monitor (qualsiasi monitor) dopo un po' mi fa dolere gli occhi; questo però non significa che il mio sia un atteggiamento da snob. Il senso, è che ci sono etichette anche al contrario. Sarebbe bello vivere in un mondo in cui ognuno si comporta come preferisce senza timore d'essere giudicato, finché almeno il proprio comportamento non danneggia gli altri. Lo so che non intendevi dire questo, ma ritenevo utile specificarlo.

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    1. Salvo, tu sai bene che se c'è una persona "fanatica" della libertà di espressione sono proprio io. Infatti non voglio né schierarmi pro né contro i passatempi che ho menzionato, sebbene ammetta di avere difficoltà a interagire con persone che parlano solo di calcio, vestiti, o trasmissioni spazzatura.
      Per quel che mi riguarda guardo raramente la TV perché la sera preferisco leggere o scrivere e odio le discoteche, ma in questo mio gusto individuale non c'è snobismo. Viceversa mi abbandono spesso alle lusinghe dello shopping. :)
      Insomma, io sono per il: vivi e lascia vivere. Trovo altresì che ogni categoria e ogni sillogismo (io non guardo la tv, quindi...) sia pericolosissimo.

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  6. Hai proprio ragione! :)

    Io l'Europeo lo sto seguendo dall'inizio alla fine. Ho tifato Italia e ho sofferto quando è uscita. Ho sperato per il Galles e ho creduto nell'Islanda e soprattutto nella sua adorabile tifoseria. Il calcio fa per me. ;)
    Adoro le serie tv, ma so pochissimo degli altri programmi televisivi.
    Il Kindle è stato la mia salvezza. Il poter alternare tra cartaceo e eBook mi permette di non spendere troppo e di non riempire la casa di libri che non trovano posto.
    Shopping? Mi piace. :)
    Non sono mai stata tipo da discoteche, ho sempre preferito i piccoli concerti nei locali scalcinati o in mezzo alle piazze. Ora, da giovane-adulta, esco soprattutto il fine settimana. Adoro passeggiare in centro e stare con gli amici.

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    1. Anche a me piace il lato "sano" del calcio, il gioco vero e proprio e il senso di unione derivante dall'appartenere a una tifoseria. Purtroppo però non tutti vivono questa passione con lo stesso spirito, e spesso ti trovi ad aver a che fare con gente talmente ignorante (non perché non abbia studiato, ma perché ha i valori completamente sballati) da diventare pericolosa. Nelle curve, purtroppo, c'è anche tanta politica...

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  7. Oddio, sono una nerd all'ultimo stadio!
    A mia discolpa posso solo dire che lo ero anche quando la parola "nerd" non esisteva!
    Durante le partite dell'Italia mi sono annoiata tantissimo, l'unica volta che sono andata in discoteca ho scoperto di essere allergica all"effetto fumo" (allergicissima, ho rischiato di finire all'ospedale). E non mi piace fare shopping.
    Per un sacco di tempo ho sofferto per questo, perché mi sentivo diversa e sbagliata. Poi ho capito che ci sono persone che condividono i miei interessi e adesso tra serate dedicate ai giochi di strategia, associazione culturale, gruppo di lettura, cinema e altro sono super impegnata. Devo dire che "l'intellettuale elevatissimo" questi gruppi li frequenta molto poco, preferisce andare dove vanno tutti e rimarcare la propria superiorità. Il nerd vero di solito è molto ironico, gli piace ridere, dissacrare i propri miti. Quindi me ne importa molto poco di atteggiarmi a scrittrice e molto di più di passere il mio tempo con persone che condividono i miei interessi!

    Infine, ultima nota cattiva, quando un nerd vero incontra un "intellettuale altissimo" se lo mangia in un boccone.

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    1. Una nerd all'ultimo stadio? Andresti d'accordo con mio marito: se fosse in cima a un monte, da solo, con il computer, sarebbe la persona più felice del mondo. Io invece, forse anche per necessità di nutrire la mia scrittura con nuovi spunti, ho bisogno di interagire, quindi puoi immaginare come mi senta in un ufficio dove nessuno mi parla...

      Dell'allergia al fumo della discoteca forse avevi già parlato, mi sembra di aver già sentito questa storia, che mi ha fatto venire in mente quando, durante una festa di Halloween a casa di un'amica, ho scoperto di essere allergica ai funghi e sono finita al Pronto Soccorso. Invece, di gruppi di lettura e attività culturali affini non ho parlato, perché non sono demonizzate dal finto intellettuale, anzi. Allo stesso modo, non ho nominato i gruppi di meditazioni e gli incontri "spirituali": molti li usano per gonfiare il proprio ego, e sentirsi persone per bene. Infine, anche a me piacciono i giochi di società, in particolare quelli "mentali" (Trivial Pursuit, Cranium...) o quelli con le parole (Scarabeo, Saltinmente...). Io e i miei amici quest'inverno spesso ci trovavamo al venerdì sera nell'ufficio di uno di loro per giocare. Ciascuno portava qualcosa da mangiare o da bere, e stavamo lì fino a mezzanotte passata. Per non parlare poi delle maratone cinematografiche che organizzavo con i colleghi dell'università: una volta avevamo guardato tutta la trilogia di "Ritorno al futuro" e alle 4:00 di mattina uno di loro aveva fatto gli spaghetti. Queste cose mi mancano moltissimo, ma non ho più l'età. :)

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  8. È abbastanza raro che io guardi una partita di calcio dall'inizio alla fine, comunque in genere seguo almeno la nostra nazionale e qualche partita della Juventus.
    La tv la guardo molto poco, però ho i miei appuntamenti annuali fissi: masterchef, x-factor e Italia's got talent, a cui quest'anno si è aggiunto matrimonio a prima vista.
    Poi ogni tanto guardo qualche film in compagnia dei miei, di solito quando sono troppo stanca per fare altro.
    Ho il kindle da anni e mi trovo benissimo, soprattutto quando leggo mattoni da 1000 e passa pagine che in borsa pesano troppo.
    Lo shopping invece lo odio proprio. Compro tutto su amazon, scarpe comprese (le all star hanno la misura standard), e capita molto raramente che metta piede in un negozio. Tra l'altro sono anche abbastanza sciatta, ma la mia è solo pigrizia, non voglio fare l'intellettuale ;)
    Per quanto riguarda la vita mondana, non sopporto la discoteca mentre non ho mai disdegnato un pomeriggio tranquillo a bere un tè in compagnia di amici. Anche i pic-nic e le grigliate all'aperto mi piacciono molto. Insomma, ho una vita sociale. Molto tranquilla ma ce l'ho. Sono anche una cosplayer e una frequentatrice abituale di fiere fantasy e del fumetto.
    Un'altra cosa per cui, ogni volta in cui lo ammetto, gli "intellettuali" mi fanno vergognare come una ladra, sono alcuni libri che ho letto e che mi sono piaciuti. Insomma, so che non sono alta letteratura, però sono state letture piacevoli.
    Visto che ormai ho deciso di rivelare la verità al mondo, ho passato anni a fantasticare su Jacob Black e sono stata una twilighter sfegatata, almeno fino all'uscita dell'ultimo libro, poi il finale ha rotto la magia...
    Trovo comunque che Twilight sia una storia carina e che appassiona, insomma, mi piace ancora, nonostante le facce schifate e le occhiate di biasimo che ricevo.

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    1. Sei in buona compagnia. Ho letto (e rileggo almeno una volta l'anno) Twilight, ho letto le Cinquanta sfumature, la serie I love shopping e sto leggendo Outlander. Ciò non vuol dire che non abbia apprezzato Stendhal e Lawrence, Eco e Pirandello. Che poi tanti intellettuali millantano letture che hanno fatto sui bignami ;)
      ...io sento i canini che avanzano quando qualcuno osa le occhiate di biasimo!

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    2. Nonostante io non sopporti fare shopping, ho amato tutta la serie di I love shopping alla follia :)
      Ho letto anche le 50 sfumature, il primo volume mi è piaciuto, poi ho iniziato a trovarlo un po' noioso, ma nel complesso non era male. Una bella lettura leggera, senza rifletterci troppo su (in genere evito di dire che l'ho apprezzato. Se posso, mi risparmio almeno lo sguardo compassionevole...).

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    3. Visto che siamo in fase di outing vi dico questo: ho letto "Tre metri sopra il cielo" a ventidue anni, e mi è piaciuto. Ogni tanto mi concedo qualche Young Adult: ce ne sono alcuni piuttosto profondi, godibili anche da un pubblico adulto.

      @Barbara, brava: hai colto perfettamente lo spirito del mio post!

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  9. Non potrei essere d'accordo con te. Anche a me danno un gran fastidio i pregiudizi, di qualsiasi tipo essi siano. Se posso permettermi anche io un giudizio forte, trovo che siano una tra le cose meno intellettuali che ci siano. Trovo molto più intelligente la tolleranza, specialmente nelle piccole cose. Un esempio: trovo legittimo che a uno non piaccia il calcio, ma non infastidire gli altri per questo, è un comportamento abbastanza stupido.

    Comunque per quanto mi riguarda seguo il calcio (ma sempre forza Milan :D ), guardo la televisione e trovo che gli e-book siano un'invenzione fantastica. Per quanto riguarda invece gli ultimi due punti, invece, non amo molto (per usare un eufemismo) andare per negozi di vestiti e sono di quelle persone riservate e solitarie, che preferiscono stare a casa la sera (anche se ogni tanto vado a qualche concerto). Come ho già detto, però, trovo che sia meglio la tolleranza: uno può essere intelligente anche se gli piace fare l'opposto, non vedo perché dovrebbe essere il contrario. Preferisco di gran lunga giudicare le persone da come si comportano (e da come mi trattano :D ), che da quello che fanno nella loro sfera privata, che in fondo sono affari loro :) .

    Un altro luogo comune da intellettuale borioso mi viene in mente, comunque. Ma non so se posso parlarne :P .

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    1. Forse ti sei perso un "non" o un "che" per strada. Scrivi "non potrei essere d'accordo con te, ma mi pare che tu lo sia eccome. :-)

      Effettivamente non ti vedo in giro per negozi, come del resto la maggior parte degli uomini. L'altro luogo comune da intellettuale borioso posso immaginare quale sia. ;) Ed è un vero peccato che tu sei un Milanista: mi eri tanto simpatico... :-D

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    2. Mi sono perso un "più" per strada: non potrei essere più d'accordo (di così) con te :D . Mi sa che mi è uscita proprio male la frase, visto che è ovvio che sono d'accordo ^_^ .

      Ah si? Adesso sono curioso io: quale immagini che sia l'altro luogo comune da intellettuale borioso :P ?

      Spero comunque di starti simpatico anche ora che sai la verità :D . Anche perché mi sa di odiare la mia squadra (e soprattutto la dirigenza) molto più di tanti interisti, visto come sta andando da qualche anno a questa parte.

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    3. Io mi sono persa le virgolette, invece!

      Sai che un mio collega milanista dice la stessa cosa? Qualche mese fa urlava, in sala fumatori: "sono degli scarponi, se vanno in B se lo meritano". Che dire? Mister B. si è stufato del giocattolino...
      Quanto a me, è sempre stata più antipatica la Juve del Milan, quindi ti sei salvato per un pelo. ;)
      Per l'altro luogo comune, stai forse parlando di certi filmati che si trovano su internet?

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    4. Intendi i filmati trash :D ? In realtà ne guardo molto pochi, molto meno che in passato. E poi, non ho mai visto una critica intellettuale al vederli, quindi non lo considero un luogo comune :) .

      Comunque, parlavo del luogo comune secondo cui esiste letteratura di serie A e una di serie B, e soprattutto che il mondo del fantastico sia della seconda categoria. Si tratta di un pregiudizio vecchissimo (a quanto ho letto, risale all'estetica di Benedetto Croce, quindi ai primi del novecento), e che a me da particolarmente fastidio. Sarà perché io leggo tanti romanzi nel campo del fantastico e che tanto di quello che scrivo è nello stesso campo, fatto sta che quando leggo certe cose mi arrabbio. Come ho già detto ieri, è legittimo che a uno non piaccia, per esempio, la fantascienza. Ma dire che è letteratura di serie B mi fa torcere le budella, perché in realtà non è vero: chi conosce il genere anche un minimo, sa che ci sono romanzi ben più significativi di tanta letteratura "alta". Quindi, perché se uno scrive un racconto ambientato al giorno d'oggi a tema razzismo è di serie A mentre se io scrivo un racconto sullo stesso tema, ma usando umani e alieni come metafora (cosa che effettivamente sto facendo :D ) sarebbe di serie B?

      Visto che però è un'idea molto poco popolare (come gran parte delle mie idee), non so se faccio bene a esprimerla in pubblico. Purtroppo, chi dice che il fantastico in Italia è per quattro gatti sbaglia: io gli altri tre gatti non sono mai riuscito a incontrarli. Più impopolare di così si muore, insomma :D .

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    5. Io credo che a giorno d'oggi la differenza tra letteratura di genere e letteratura mainstream sia veramente labile. Pensa a Camilleri, per esempio. Lui scrive romanzi di genere, però di alta qualità, ed è diventato un classico. Allo stesso modo, è molto difficile oggi trovare un romanzo letterario puro, un barlume di trama c'è sempre, così come ci sono le influenze di generi diversi. Quindi non posso che essere d'accordo con te. :)

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  10. Su Kindle e altri ereader mi ritrovo perfettamente con te, io ormai compro solo eBook per questione di spazio, di soldi, ma alla fine anche di praticità. Guardo la televisione, di solito film e serie Tv e programmi di approfondimento. Faccio shopping anche se ultimamente evito per problemi di spazio nell'armadio, anche perché ormai metto sempre le stesse cose più pratiche. Sono poco mondana, prediligo le passeggiate, il cinema e le cene con gli amici. Le discoteche non le amavo neanche a vent'anni, ci andavo ogni tanto perché era trascinata dalla compagnia di amici. Ah il calcio, non riesco a seguirlo, fatico anche quando gioca l'Italia, non so che farci ;-)

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    1. Lo spazio nell'armadio è un problema anche mio. Pensa che noi ne abbiamo due, ciascuno a sua volta diviso a metà. Io ne ho uno e mezzo (anche con cose di dieci anni fa che non uso più, ma che ho tenuto perché ci sono affezionata), mio marito mezzo. E nella scarpiera, io tre ripiani lui l'angolino in basso a sinistra. :-D

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  11. Il calcio come sport mi piace molto mentre detesto tutto ciò che ci gira intorno, per cui negli ultimi anni ho smesso di seguirlo. Non mi scandalizzo nemmeno se un calciatore intervistato ogni tre minuti dice qualche fesseria, in fondo è pagato per giocare mica per fare il filosofo.
    La televisione non mi attira, anch'io sono per i film in streaming. Non mi piacciono le serie tv in genere né i talent, ma quando c'era E.R. Medici in prima linea me lo sono sparato per tutte le dieci serie.
    Il Kindle per me è imprescindibile, anche se preferisco la lettura su carta.
    Lo shopping,no. Non fa per me. Lo detesto proprio. I vestiti mi durano lustri, per fortuna ogni tanto mia mamma ha pietà e mi regala qualcosa di decente. L'unico shopping che faccio di persona è in libreria.
    Anche la vita mondana mi infastidisce, ogni tanto mi costringi a scendere in città per non diventare un'eternità. Però casa mia è un porto di mare, c'è sempre qualcuno a cena e la tavola è sempre pronta ad allungarsi.
    Un altro pregiudizio? Quelli che io col cellulare non gioco mai. Ecco, con moderazione anche il giochino ci sta. Io qualche partitella a Ruzzle o 2048 a volte me la concedo...

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    1. Io non gioco più con il telefonino da anni, ma ricordo un periodo in cui ero fissata con "Angry birds", un altro in cui mi piaceva Farmville, su Facebook. Ho rinunciato a queste cose fondamentalmente per mancanza di tempo, ma anch'io trovo che non ci sia nulla di male. :)

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  12. Io non mi definisco scrittore né tanto meno intellettuale, ma anche per me i calciatori sono tutti degli ignoranti strapagati :)
    Quello sono.

    Non vedo la televisione nel senso che si intende di solito: cioè non vedo programmi di alcun tipo, non sopporto gli spettacoli, i reality, i programmi di politica, i TG. Vedo solo film, quando c'è qualcosa che mi piace. Oppure la uso per Netflix :)

    Ho un Kobo Glo che non uso. Preferisco leggere su carta.

    L'abbigliamento per me serve solo per non andare in giro nudo. Ho scoperto Zalando, così non devo più perdere tempo giorni e giorni per i negozi senza mai trovare qualcosa di mio gusto.
    Per i libri uso Amazon e Ebay.


    Non faccio vita mondana, ma monastica. Per me uscire la sera una volta a settimana è anche troppo.

    Spero di non essere definito intellettualoide :D

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    1. Non ti ho mai sentito sfottere chi non fa ciò che fai tu, quindi non sei un intellettualoide. :)

      Anche io comunque esco in media una sera a settimana, massimo due, a meno che non vada a cena da mia mamma, che non è certo vita mondana. Sono monastica anch'io, quindi? Figo! :)

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    2. Se posso: Daniele, se non ci fossi, bisognerebbe inventarti! :D

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  13. Bene, bene, vediamo un po':
    Calcio: in famiglia sono circondata da tre uomini ai quali il calcio è totalmente indifferente. A noi piace vedere le partite della Nazionale, per il resto non abbiamo mai tifato per una squadra in particolare. I miei figli a scuola si sono sempre trovati in difficoltà perché hanno compagni super tifosi (non parliamo qui a Roma) e loro conoscono a mala pena il nome dei giocatori più famosi!
    Io ho vissuto come una gran festa i mondiali vinti nel 1982, ero a Palermo a fare casino ai tempi dei mondiali '90 e di quelli vinti nel 2006 ho un filmato amatoriale fantastico, con i miei figli piccoli che dormono e io e mio marito a strozzare le urla di gioia per non svegliarli!

    Televisione: beh, non c'è nulla, ma pur di stare tutti e quattro insieme, almeno la sera, io e mio marito ci accolliamo spesso i filmetti che piacciono ai nostri figli. Poi puntualmente ci addormentiamo sul divano.

    Kindle: sì, sì e poi sì!

    Shopping: ehm, no! Non sono tipo da shopping. Compro solo quello che mi serve e quando ci sono gli sconti anche qualcosa in più. Mi piace variare, però: dunque preferisco acquistare più capi magari in negozi non troppo impegnativi che comprarne uno buono e farci una stagione intera per ammortizzare il costo.

    Vita mondana: un tempo, un tempo, mia cara! andavo persino in discoteca, mi è sempre piaciuto ballare. Ma con gli anni scema tutto, sono altre le cose che adesso mi va di fare. Non andrei più in discoteca, ma un bel locale dove bere qualcosa e chiacchierare in libertà ascoltando buona musica mi piace sempre.

    Che dici, credo che l'intellettuale borioso mi starebbe alla larga. E per fortuna! :)

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    1. Il mondiale del 90 è il primo che io ricordi, seppur per un episodio non piacevolissimo. Avevo 8 anni, e una sera eravamo andati a vedere la partita a casa di amici dei miei, in collina. L'Italia aveva vinto, quindi tornando in centro ci eravamo trovati in mezzo ai caroselli. Io osservavo la festa curiosa quando, dal finestrino della macchina accanto alla mia, era comparso un culo. Un culo vero, eh! Si vede che la gente voleva festeggiare in modo alternativo! :-D

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    2. Ahah! Io di quel mondiale ricordo i bagordi a P.zza Politeama, ero già all'università (ma di quanto sono più vecchia di te?) e giocava il grande Totò Schillaci.
      Mamma, secoli fa! :)

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    3. Io sono del 1981...
      Effettivamente, nel 90 ho compiuto 9 anni ma, siccome sono nata a ottobre, quando c'è stato il mondiale ne avevo ancora 8. :-D

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    4. Vabbè, giusto qualche anno di differenza: io nel '90 ero al terzo anno di università! :o

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    5. Sì mi ricordo. Deve esserci qualche congiuntura astrale particolare per cui chi mi aiuta con il romanzo (tu, Maria Teresa, una mia collega) è del 69 e chiunque mi aiuti con la meditazione e le questioni spirituali è del 72... impossibile sbagliare! :-D

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  14. Per il calcio io mi limito alla nazionale durante europei e mondiali, una volta la seguivo anche durante le qualificazioni, ma ho smesso dopo i penosi mondiali in Sudafrica.
    Della TV ormai guardo solo telefilm, pochissimi programmi, giusto nel preserale, perchè onestamente ciò che viene passato non rientra in ciò che ritenga essere intrattenimento.
    Il kindle non ce l'ho e preferisco un libro cartaceo, per quanto riguarda lo shopping lo detesto ma ci sono momenti in cui è necessario. Entro nei grossi centri commerciali solo per necessità.

    Altro luogo comune da intellettuale borioso è sostenere che la letteratura di genere è di serie B.

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    1. Nei grandi magazzini o grossi centri commerciali io non riesco proprio a comprare. Li trovo dispersivi. Preferisco di gran lunga il classico negozietto.

      Verissimo l'altro luogo comune sull'intellettuale borioso. Vi aveva accennato anche Mattia. :)

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