Il Jolly e la Gassosa Purpurea - La Religione.
Esistono davvero tutte queste differenze? |
Credo nel Dio che ha creato gli uomini, non nel dio che gli uomini hanno creato.
(Alphonse Karr)
Quando scrissi Il post riepilogativo sul Jolly e sui Nani, anticipai anche un approfondimento
relativo al tema della Gassosa Purpurea, perché molti non avevano
compreso di cosa si trattasse.
Io, con riferimento al romanzo L’enigma
del solitario di Gaarder, presentai il concetto così:
[La
gassosa purpurea] rappresenta tutto ciò che distoglie l’individuo dalla sua vera natura, distrugge la
sua creatività e lo sintonizza su basse vibrazioni.
Questa
droga è quindi un canto delle sirene che impedisce ai Nani di ascoltare la
propria voce interiore e fa dimenticare loro lo scopo per cui sono nati.
Nessuno di noi ne è immune, specialmente nel mondo occidentale. Di questo,
però, non dobbiamo preoccuparci. È l’abuso a renderci schiavi, non la
somministrazione morigerata, che al contrario può darci una mano a ridurre lo
stress. La perdita
di consapevolezza avviene infatti
quando il Nano cerca una via di fuga dai propri problemi quotidiani e smette di
inseguire la verità. Si accontenta quindi delle risposte sempliciotte offerte
da un Sistema che vuole ai propri piedi un gregge obbediente, non un popolo
partecipe. E, alla fine, smette anche di farsi domande. Ciò che crede di sapere
gli basta. Tutto ciò che imparerà di nuovo servirà soltanto a rafforzare le sue
convinzioni limitanti.
Quando
crediamo di sapere tutto, l’evoluzione personale si blocca, e noi diventiamo
burattini arrabbiati, nevrotici e completamente incapaci di comprendere che la
causa del nostro male è dentro di noi. Soffriamo perché abbiamo accettato
regole che non ci appartengono. Ce la prendiamo con gli immigrati, con i gay,
con le vecchiette in fila alle poste, con i colleghi, ma cosa facciamo, nel
concreto, per renderci migliori? Niente. Perché sprechiamo tutto il nostro
tempo a condividere Fake News sui social. O a giocare ai videogiochi. O a
dedicarci a una qualunque delle pratiche che vi elencherò nei prossimi, numerosi articoli
dedicati alla gassosa purpurea.
Sì,
avete capito bene. Oggi avrei voluto scrivere un elenco a punti di quelli che
piacciono tanto al lettore superficiale (che grazie ai sottotitoli può leggere
solo la prima frase di ogni paragrafo per poi commentare ad minchiam) e a
Google, ma ho cambiato idea. L’argomento scelto ha infatti preso più spazio di
quello che avevo pensato all’inizio, trasportandomi dentro la convinzione che
liquidare questa “droga” in dieci parole sia un’assurdità. Meglio scrivere un
maggior numero di post, ma che siano più approfonditi. Quindi, questa sarà la
prima puntata di un excursus che ci accompagnerà per qualche mesetto. Anzi: a
voler essere precisi, sarà la seconda. Già in passato dedicai un bel
“pistolotto” alla disinformazione, e fu un grande successo. Saranno
post filosofici e complessi, vi avviso. La cosa non mi spaventa. Nemmeno la
Scrittura Consapevole è un argomento nazionalpopolare, ma chi ha deciso di
seguirlo lo fa con attenzione, traendo importanti spunti di riflessione. Spero
che con la Gassosa Purpurea accada la stessa cosa.
Siccome
ho il dono naturale di complicarmi la vita, ho deciso di incominciare la mia
analisi da un tema controverso: la religione
istituzionalizzata. Marx la considerava l'oppio dei popoli per eccellenza; io ne condanno per lo più le visioni estreme e distorte.
Sia
chiaro: io non sono atea, anche se concepisco Dio più come un'energia universale che come un'entità dotata di volontà autonoma. Ho avuto una formazione cattolica piuttosto
rigida, poiché ho studiato dalle suore fino alla terza media. Riconosco il
valore spirituale dei sacramenti. Le rarissime volte che vado in chiesa (ai
matrimoni e ai funerali) faccio la comunione, perché si tratta di una
benedizione che non voglio rifiutare. Però mi sento profondamente distante
dalla Chiesa e da certi diktat, dogmi, che non riesco a riconoscere come parola
di Dio. Credo solo a ciò che è conforme al mio buonsenso. Riconosco una forte
manipolazione del potere sui testi sacri, per farci chinare il capo davanti
alla paura di una punizione per i nostri peccati. E, soprattutto, non amo
l’ipocrisia di certi personaggi duri e puri che, trincerandosi dietro la
religione, giudicano, discriminano e fanno del male. Spiritualità e religione
non sono la stessa cosa. In alcuni casi, addirittura si escludono l’una con
l’altra. Carl
Marx scriveva: il diavolo ha inventato le religioni per tenere l’uomo lontano da Dio.
Se all’inizio questo aforisma mi sembrava eccessivo, oggi penso che abbia un
fondo di verità.
Molti mi
brucerebbero come eretica perché ho personalizzato la mia fede. Altri, mi
considerano una fricchettona New Age perché penso che ciascun grande maestro,
Gesù come Siddharta, San Francesco come Maometto, abbia portato all’umanità
degli insegnamenti spirituali importantissimi. Credo negli angeli. E credo
anche nella reincarnazione. Secondo me, è l’unica dottrina sull’immortalità
dell’anima che ha un senso. Anche molti pensatori cristiani, tra cui
Sant’Agostino, in passato avevano contemplato questa possibilità, prima che la
chiesa decidesse di porvi un veto perché la pratica delle indulgenze era molto
più redditizia. E chissà quante altre cose ci hanno nascosto. Chissà quante le
gerarchie ne nasconde ai musulmani. Chissà quanti danni farà ancora questo
indottrinamento, che ha lo scopo di separarci gli uni dagli altri, e utilizza
lo strumento della paura per renderci succubi di un potere che è, e sarà sempre,
più temporale che spirituale.
Non sono una
cattolica praticante, quindi. Forse non sono nemmeno cattolica. Definirmi non
mi interessa più da anni. Eppure non ho mai fatto del male a nessuno. Non dico
che una ragazza stuprata se l’è andata a cercare perché indossava la minigonna.
Non penso che l’omosessualità sia contro natura: sono favorevole sia alle
unioni civili sia alle adozioni. Perso che per le coppie gay debbano valere gli
stessi parametri di valutazione utilizzati per le coppie etero: si guarda la
stabilità psicologica dei singoli, la solidità della coppia, il reddito, la
presenza di una rete affettiva e familiare, la possibilità concreta di
occuparsi di un bambino. Ciò che due fanno nel letto non mi riguarda. Sono una
persona aperta. Non mi piace giudicare gli altri se non conosco la loro storia.
Penso che ogni individuo sia giunto sulla terra con doti e potenzialità che
devono poter trovare un riscontro nel suo stile di vita. Il mio compito è
aiutare gli altri incondizionatamente, non forzare il loro libero arbitrio
perché si conformino al mio ideale. Quindi, nonostante la mia anarchia, penso
di aver inconsciamente adottato una condotta molto più “cristiana” di tanti
dispensatori di verità che, per distinguere il bene dal male, si affidano alle parole
dei preti e non alla propria coscienza.
Molti
credono di essere persone spirituali perché vanno in chiesa tutte le domeniche.
No: non è così. Sei una persona spirituale se vivi seguendo principi etici
ineccepibili, se ti lasci ispirare dal cuore e non dalla testa, se ami il
prossimo tuo come te stesso, se aiuti chiunque abbia bisogno senza
classificarlo in base alla sua nazionalità, se non crei danno all’ambiente e
alle altre persone, se non rubi, se non uccidi, se non tradisci chi ti ama, se
aiuti i bisognosi, se usi le tue doti personali per scopi nobili, se non
insulti la gente e non ti pieghi a una bieca competitività. Se non giudichi e
non discrimini gli altri sulla base di parametri arbitrari, soprattutto. Ecco:
le fai, queste cose? Allora sei cristiano. Cioè, segui la parola di Cristo.
Perché Gesù, ricordiamocelo, non discriminava nessuno. Nemmeno le prostitute.
Nemmeno i ladri. Nemmeno i disabili. Nessuno!
E loro, invece? Certi cattolici, certi musulmani, cosa fanno?
Vivono nella convinzione di avere ragione a
prescindere, e in nome di questa convinzione si
piegano a gesti di una crudeltà inaudita, illudendosi di avere la protezione
del signore. Per esempio, c’è un mio concittadino che ha organizzato delle
ronde nei quartieri dove ci sono i migranti, con tanto di manganelli e
maglietta con la svastica, e il giorno dopo era al meeting di CL (che per me è
una lobby, una setta, è peggio della mafia). Quando gli ho domandato se il
proprio comportamento non gli sembrasse contraddittorio, mi ha risposto che no,
lui è coerente, perché Dio insegna a distinguere il bene dal male, e gli
stranieri sono il male, la Boldrini è il male, e persino “quel catto-comunista
del papa” è il male. Esistono moltissimi individui casa e chiesa (o casa e moschea) che dentro l’armadio nascondono
un cimitero con tanto di croci e di lapidi, ma si sentono la coscienza in pace
perché santificano le feste, dicono le preghiere e mandano i figli nelle
costosissime scuole gestite dai preti. Del resto a cosa serve condurre una vita
moralmente ineccepibile? Dopo tutto, Dio concede il perdono: bastano due
chiacchiere con il prete, tre Ave Maria, ed è tutto a posto. Saremo noi, a
essere puniti, non loro, perché non andiamo a messa. Abbiamo divorziato.
Conviviamo senza essere sposati. Oppure, mettiamo i tacchi a spillo.
Riassumendo:
perché lego la religione alla Gassosa Purpurea di Gaarder?
Perché penso
che spesso siano solo le bocche a pregare, e non i cuori. Perché ho notato che,
chi crede in un dio giudicante, tende a essere a sua volta un giudice
durissimo, sia verso se stesso sia verso gli altri. Siede sul pulpito, lui, con
l’indice puntato contro chiunque non sia conforme al suo anacronistico ideale
di verità. Mentre la società evolve, la mente dei Nani rimane ferma come i testi
cui si appellano. Modificarli, attualizzarli, secondo loro offende la parola di
Dio, ma la cattiveria, il pregiudizio e il conservatorismo ottuso no. Non c’è
nulla di etico, nel loro modo di vivere. Spesso, non c’è nemmeno gioia. Questa
è la cosa più grave di tutte. Nulla è più pericoloso di un individuo la cui
infelicità è causata dalla repressione, perché tenderà a invidiare chiunque si
senta libero. È la frustrazione e creare tutta questa cattiveria. E la
cattiveria, a sua volta, genera mostri. Come i crociati del 1300. Come i
ciellini che fanno le ronde. Come gli estremisti di qualunque bandiera.
Il
lancio della patata bollente
Qual è il vostro rapporto con la
spiritualità? E con la religione?
Anticipazione: Il prossimo post dedicato alla Gassosa Purprurea, che
probabilmente pubblicherò a gennaio, parlerà del senso di colpa. Vi vengono in mente
altri temi? Suggerite pure! J
Gli altri post dedicati al Jolly, li trovate qui.
Anche io sono di formazione cattolica, ma non 'rigida'. Al massimo, i miei nonni materni erano quelli da 'messa tutte le domeniche'. Oggi mio nonno non c'è più e paradossalmente mia nonna (che di testa sta benissimo per fortuna) sembra essersi adeguata ai tempi odierni, quelli della 'fuga dalle Chiese'. I miei genitori non sono mai stati insistenti, anche loro infatti vivono la religione in modo 'soft' (Oddio, mio babbo a volte sembra il credente dei credenti, poi tira bestemmie stile scaricatore di porto). Io ho fatto catechismo fino alla terza media, ho avuto anche una breve esperienza in Azione Cattolica; più consistente quella di mia sorella che è stata anche educatrice. Oggi, guardando mio nipote, dico che è ingiusto imporre il catechismo, perché a lui non gliene frega proprio una ceppa.
RispondiEliminaIn famiglia ho comunque un esempio concreto (e pessimo) di talebanismo cattolico nella figura di una novantenne sorellastra di mio padre, non sposata, figlia della prima moglie del padre di mio padre. E' una donna con cui ho quasi chiuso i rapporti, specifico. Ha posizioni retrograde, ma attenzione, non parlo di aborto e adozioni gay: parlo ad esempio della contrarietà alla convivenza tra uomo e donna! Questo è uno degli esempi più eclatanti.
Lei ha avuto un'educazione distorta, pur essendo cresciuta in un profondo sentimento di adesione alla religione Cattolica. Pensa che non si è sposata per accudire tre sue parenti con cui viveva nella casa nel mio stesso paese, covando - ne sono sicuro - il desiderio che mia sorella rimanesse 'zitella' per seguire la stessa sorte.
E' una persona che sicuramente non si è mai resa conto di questo, ma tratta le persone malamente. Se vai a trovarla, non è felice perché sei lì, ma per le volte in cui non sei andato. Rinfaccia a mio padre - che le ha sempre fatto visita frequentemente, aiutata negli spostamenti, fatto tantissimi servizi ecc. - un prestito non restituito (roba di una quarantina d'anni fa). Un giorno, chiesi a mia madre quanto fosse questo 'debito'. Pensavo - toh - 30 milioni. Erano 2 milioni di lire. Va bene, è come dire un debito di 6000 euro oggi? Però non è certamente una roba da dover pretendere la schiavitù morale di un uomo XD. Questa signora è una capitalista che ha un sacco di possedimenti (benché sia poi tutta roba vecchia..che costa più di tasse e che costerebbe un botto di manutenzioni), mai pagato una tassa (si è 'ritirata' dal lavoro quando hanno introdotto gli scontrini), eppure piange letteralmente miseria. Fa opere di bene per comprarsi il paradiso, dimenticando la parabola della vecchia povera e dell'obolo. Questo per dire che ho vissuto un esempio di quel cattolicesimo preso talvolta alla lettera, ma che allo stesso tempo è ipocrita e falso. Io ho chiuso quasi i rapporti, perché io quando mi rapporto con una persona voglio che ci sia sì uno scambio, ma di sentimenti positivi, di sensazioni ed emozioni. Non di negatività!
Io della religione Cattolica, comunque, adoro una cosa: Gesù Cristo, il più grande rivoluzionario della storia (Fabrizio De Andrè). E il testamento di Tito, per me, è la più bella canzone che sia mai stata scritta nella storia della musica. Esprime la vera essenza della religione Cattolica. O forse, quella che per me è l'essenza. (Segue a ruota il Pescatore). Quindi se mi chiedono, credi? Sì, credo in Gesù Cristo: il più grande rivoluzionario della storia.
La formazione rigida non riguarda tanto la mia famiglia, quanto piuttosto le scuole che ho frequentato, forse più per comodità logistica (erano vicino a casa) che per reale interesse da parte dei miei genitori. Mia mamma è una cattolica moderata, quando vivevo con lei andava a messa tutte le domeniche, ora non so. Mio padre non è mai stato praticante. Ma le suore... mamma mia! Credo che siano state loro a distaccarmi dalla religione, perché mi facevano vedere la fede come un obbligo, non come una decisione intima. Per esempio, alla domenica segnavano i nomi di quelli che non erano a messa e li interrogavano il giorno dopo. Se in classe non stavi in silenzio, ti mandavano in chiesa a pregare. Ricordo poi la via crucis sotto il sole cocente, una funzione del venerdì santo in cui mi sono intossicata con l'incenso, e una gita scolastica alla tomba della santa fondatrice della scuola: vedere una salma imbalsamata, a dodici anni, non fa certo un bell'effetto. A catechismo non andavo perché lo facevamo a scuola, però mi sono sparata un paio d'anni di ACR. Lì almeno mi divertivo.
EliminaDue di queste suore erano lesbiche e lo sapevano tutti. Una delle due era una stronza capace di alzarti le mani se respiravi dalla parte sbagliata; l'altra girava con la foto di un bambino scoliotico nell'agenda, e se non stavi seduto dritto te la metteva sul banco. Ce n'era poi una terza, invece, tostissima: dava lezioni di sci, giocava a pallavolo, insegnava arte, guidava il pullman, fumava e, udite udite, PARLAVA CON NOI trattandoci come teste pensanti, non come soldatini. Infatti, fu allontanata.
Perfetta la descrizione della vecchia zia. Anche una persona che conosco (molto più giovane) è convinta che il mio compagno abbia avuto difficoltà a trovare lavoro perché conviviamo senza essere sposati. E poi ci sono gli unicorni, le scie chimiche e gli alieni...
P.S. Dimenticavo: concordo a proposito di quanto dici su Gesù Cristo e su De Andrè.
EliminaMamma mia che incubo la tua scuola...non ti invidio. Anche l'esposizione della salma, aahah, a 12 anni mi avrebbe fatto decisamente paura.
EliminaPiù che paura, a me ha fatto un po' schifo. :-D
EliminaUna mia compagna di classe invece dopo quell'esperienza ha deciso di fare il medico legale...
Posso farti l'appunto che non devi puntualizzare con così tanta forza di non essere atea perché anche se fosse non c'è nessuna vergogna a esserlo :P ? Anche se molti credenti sostengono il contrario, non credere in un dio non ha nulla di immorale, anzi: permette a una persona di avere una morale che sia solo sua, quindi più vicina di una imposta dall'alto. E poi se pensi che la vita è una e poi si muore, e che non esiste nessun padre in cielo che possa assolverti, che tu sia più responsabile e più attento alle tue azioni è una cosa naturale :) .
RispondiEliminaA parte questo, sono d'accordo al 100% con la parte sui cristiani che non hanno nulla di cristiano. Il fatto che io creda in concetti come la tolleranza, il valore della pace e del reciproco rispetto probabilmente rende me, ateo totale, molto più cristiano di tanti che vanno a messa tutte le domeniche. E aggiungerei anche di gran parte del clero, la cui unica vera religione è il dio denaro :D .
Avrei ancora tanto da scrivere sull'argomento - pagine e pagine :D - ma meglio che chiuda qui. Se ho smesso ormai da anni di parlare di questi argomenti sul mio blog c'è un motivo: perché è facilissimo creare una polemica, specie se poi mi impunto sulle questioni verso cui sono più critico. In fondo sono tollerante verso chi crede in dio e chi non ci crede: sono opinioni personali. Le malefatte della chiesa cattolica passate e presenti invece sono fatti oggettivi, e se c'è una categoria di persone che non sopporto sono quelle che negano i fatti - anche se lo fanno in maniera ingenua, perché non riescono a capire che dio e l'organizzazione chiesa c'entrano molto poco tra loro :) .
Ho tolto l'evidenza perché forse era eccessiva, ma la mia volontà di ribadire il concetto dipendeva soltanto da un voler mettere le mani avanti. Le persone infatti vedono le cose solo bianche o nere: o sei credente praticante osservante e bigotto, oppure sei ateo. Non concepiscono che possa esistere una terra di mezzo come quella in cui mi trovo io, che unisce la mia formazione cristiana con la vicinanza alla filosofia orientale, e mi ha portato a decidere cosa credere e come credere.
EliminaSono d'accordo con quanto scrivi sulla moralità degli atei. Pensa che all'inizio avevo scelto un altro aforisma d'apertura, tratto dal romanzo "Semina il Vento" di Alessandro Perissinotto: "L'ateismo è l'unica religione di pace". Non l'ho utilizzato perché, pur contenendo un fondo di verità, mi sembra fin troppo estremo. Ci sono infatti tante persone che vivono la fede in modo etico e onesto, concedendosi ogni tanto il beneficio del dubbio. è questo che a me interessa. Se tu, infatti, critichi chi ignora le malefatte della chiesa, io sono infastidita da chi non coglie le manipolazioni fatte ai testi sacri con l'obiettivo di creare una determinata società: questi individui secondo me non sono molto diversi da quelli che credono alle bufale su Facebook. Io credo di conoscere la Bibbia meglio di loro, ho dato anche tre esami di teologia all'Università, e ti assicuro che alcuni assunti non hanno assolutamente senso. Altre dottrine, come quella sulla reincarnazione, sono invece state confermate da alcuni studi di fisica quantistica...
Si è mangiato il mio commento!
RispondiEliminaRiassumo (sig).
Ammiro la coerenza e chi vive la religione con coerenza, tanto che ho amiche docenti di religione cattolica. Ammiro la religione, ma riesco al massimo ad essere agnostica. Difficile condizione perché si è guardati con diffidenza un po' da tutti. Più difficile ancora vivere con coerenza, ad esempio sopravvivere al matrimonio in comune nonostante gli strali dei parenti...
Anch'io ho un'amica docente di religione e nutro profonda stima nei confronti di un prete che qui in città ha organizzato iniziative spirituali molto alternative e molto più utili di altre. Chi giudica il matrimonio civile e altre baggianate non ha invece nulla di cristiano. :)
EliminaStavo per scrivere "sacrosante parole"...e no, non va bene! :D
RispondiEliminaAnch'io battezzata cattolica, formazione semi-rigida, ma ho smesso di frequentare il mondo cattolico da quando vivo in condominio. Durante la settimana vedo le peggio porcate (e no, non è una questione di età, ma di mancata educazione, civiltà, senso civico) e la domenica tutti di corsa in chiesa a sentirsi pii e benedetti. Ma Gesù non aveva detto "Ama il prossimo tuo come te stesso"? E il vicino di casa non è un prossimo tuo? Mah...
Pure che papa Francesco ha detto che pagare le tasse è un dovere, sono l'unica a volere la fattura per i lavori condominiali. Dico altro.
E per tutto il resto, anche a me certe imposizioni stanno strette. Soprattutto quando più che con l'etica, hanno a che fare con la pecunia.
Se farai notare la contraddizione ai tuoi vicini, loro ti diranno che Dio ti insegna a distinguere il bene dal male, e tu sei il male, quindi vieni trattato esattamente come ti meriti. Nella mentalità del cattolico duro e puro, infatti, lui è buono e gli altri cattivi.
EliminaA questi individui, poi, il fatto che ci sia un papa cristiano rode tantissimo. ;)
Un'analisi cruda e reale quanto la realtà in cui sguazziamo.
RispondiEliminaL'essere credenti non si misura con che frequenza si visita la propria chiesa, ma come si vive la propria vita.
Sì, sono d'accordo con ogni tua parola.
Molto bello questo post Chiara! Con la religione con me sfondi una porta aperta, sai che la pensò esattamente come te, mi sono riconosciuta in molti tuoi pensieri. Anch'io sono cattolica dalla nascita perché fin da piccola sono stata educata ai sacramenti e a una certa visione "cattolica", ma non sono praticante dall'adolescenza anche se frequento la chiesa per matrimoni e funerali. Il mio è un rapporto controverso con la religione, non mi riconosco negli atteggiamenti estremisti che finora hanno portato la chiesa lontana dalla vita reale della gente, mi sembrano solo dogmi severi. Io amo molto la figura di Gesù Cristo, penso che sia molto più vicino agli uomini di tanti inutili dogmi, ma spesso non vedo i suoi insegnamenti applicati nella chiesa (anche se quest'ultimo Papa mi piace molto, mi sembra più vicino all'idea che io ho di una chiesa "umana").
RispondiEliminaSe dovessi definirmi non saprei bene come farlo: il mio credo oscilla tra il cristianesimo e il buddismo, pensa un po' e questo ti da già un'idea.
Anch'io mi considero in una terra di mezzo tra il cristianesimo e il buddismo, due religioni che sono state rese diverse dagli uomini, ma che nei principi base si somigliano molto più di quanto non sembri. E anch'io apprezzo molto questo papa. :)
EliminaBrillanti e bellissime osservazioni come al solito e soprattutto fatte su un argomento chiave: religione e spiritualità. Come possiamo pensare di portare avanti la nostra misera
Elimina( o apparentemente trionfante) esistenza senza porci il problema della nostra origine ,del
perché siamo qui ,di dove andremo a finire, di chi detta le regole di questo gioco? Un dio creato e fatto
su misura dalle religioni monoteiste o da chi dispensa la verità dall'alto?
Giammai!!!
La religione imposta fatta di pratiche e tappe fisse genera persone non convinte ipocrite
rigide con se stesse e con gli altri come tu dici.
Non c'è la sincerità e la fatica di un percorso personale, di un accrescimento della coscienza. Una sorta di spiritualità è innata in ciascuno di noi bisogna riscoprirla. E' questa l'unica via scegliendo poi i vari supporti.
Altro elemento importante: dalla paura di una punizione non può venire nulla di buono,
ma solo dal rinnovamento di sé.
Sono pienamente d'accordo e penso che tu, pur non avendo tu affrontato l'argomento esplicitamente, abbia sfiorato un concetto importante. Poche persone si interrogano sulla propria fede. La maggior parte adotta passivamente gli insegnamenti ricevuti da bambini, senza metterli mai in dubbio. Questo come ovvio chiude la mente dentro una gabbia.
EliminaCondivido quasi tutto quello che hai detto, e sto seguendo un percorso molto simile al tuo, come sai. Per me la spiritualità è all'origine del rapporto con il divino, che intendo come una forma di energia creatrice dotata di coscienza, e anche della volontà di entrare in rapporto con noi come "padre", ma senza barba, e non seduto su una nuvola, se possibile. Nella spiritualità si trova la possibilità di apprezzare qualunque maestro, qualunque Grande Anima, da qualunque cultura provenga.
RispondiEliminaI rituali della religione hanno un valore quando nell'individuo c'è una consapevolezza non superficiale, che impedisce loro di essere gesti vuoti... ma allora, di solito, l'individuo della religione non sa cosa farsene. In generale, per me, la spiritualità è la fonte, la religione uno dei tanti rivoletti in cui si è ritenuto fosse utile (o comodo) incanalarla. Alcuni concetti, però, come quelli di colpa e di giudizio, sono fortemente dannosi. Ma all'origine c'è sempre - mio mantra preferito - il problema di una cultura materialista che taglia fuori la dimensione spirituale della vita, che in questo modo non viene coltivata. Quando ho sentito che negli U.S.A. ci sono università dove si studiano, accanto alle materie "normali", yoga, taiji e le varie tradizioni spirituali, sono diventata verde. ;)
Quando si affrontano tematiche spirituali, io e te siamo sempre piuttosto concordi, e questo mi permette di spiegare e condividere anche concetti che altre persone, più legate a una visione tradizionale, non potrebbero comprendere. Per esempio, la visione di dio va a braccetto con la tua. Stessa cosa per quanto riguarda il valore "energetico" dei sacramenti e della preghiera, che rispetto profondamente.
EliminaPer quanto riguarda le filosofie orientali, tu sai che sono vicina ad esse in maniera autentica ormai da dieci anni, e da un lato mi fa piacere che sempre più persone si stiano avvicinando a pratiche come lo yoga e il reiki, dall'altro noto tante contraddizioni. Per esempio a lezione con me c'è una che si porta sempre dietro il cellulare, che puntualmente suona quando sei nella gru o in qualunque altra posizione d'equilibrio. In quei casi penso: aveva ragione Gabbani! :-D
Questi fatti succedono... è che spesso le persone fanno fatica a calarsi in una situazione così diversa dal loro quotidiano, perciò si crea l'assurdità di "voler provare qualcosa di nuovo" senza essere disposti ad accettarne le regole, non ciecamente, ma quel tanto che basta per comprenderne il valore. Cioè: prima capisci, poi decidi se fa per te. Se non capisci, come fai a saperlo?
EliminaDimenticavo: anche io credo nella coscienza dell'energia creatrice, ma non nel carattere volitivo delle sue azioni, così come concepito dai cattolici. Non credo quindi che ci premi o ci punisca a suo piacimento. Che mandi aiuti e segnali, invece, sì. ;)
EliminaA queste discipline ci si avvicina piano piano. Non si può stravolgere completamente il proprio vecchio modo di pensare. Non è una cosa che avviene da un giorno all'altro, però bisogna comunque comprenderne fino in fondo lo spirito.
Come sai sono credente, cattolica, praticante: vado a Messa la domenica, credo nei Sacramenti, nei due comandamenti dell’amore, soprattutto amo Gesù Cristo (e mi fa piacere avere letto in altri commenti che altri, compresa te, ammirano questa meravigliosa figura di eroe rivoluzionario, perché lo era.)
RispondiEliminaSono d’accordo su ciò che dici a proposito dell’ipocrisia dilagante, sulla distanza siderale che spesso esiste fra il dire e il fare, tuttavia penso che il buon cristiano non sia un santo. Ci si professa cristiani perché si crede in Dio e si dà un valore alla religione, poi comportarsi in modo corretto è un’aspirazione, altrimenti non esisterebbe il sacramento della confessione: Dio perdona il peccato perché sa che l’uomo, pure il credente, pecca.
Io ci provo, perlomeno, a seguire gli insegnamenti della religione in cui credo, non sempre la strada resta dritta, ma sono corretta, onesta prima di tutto con me stessa ed esprimo la mia coerenza affermando di avere dei dubbi che supero solo perché ho fiducia nell’esistenza di Dio e tanto mi basta.
Non chino il capo perché ho paura che il mio peccato sia imperdonabile e non vivo con la continua angoscia di meritarmi una punizione se formulo un pensiero sbagliato. Vivo dei limiti, ma non sono repressa, né frustrata né provo invidia verso chi si concede libertà maggiori delle mie. Sarebbe come vivere la religione in modo distorto e questo appartiene solo a forme di estremismo che non sono la regola.
Invece, esiste quasi la tendenza opposta a vedere in ogni credente un bigotto, uno che direbbe alla ragazza stuprata “se l’è andata a cercare” o che ripudierebbe un figlio gay perché contro natura. E non è così. Se sei cristiano hai i riflettori puntati: non puoi esprimere un giudizio o dare un’opinione perché sei quello che si fa condizionare dalla paura del peccato, dalla punizione divina, sei l’indottrinato. Trovo che spesso sia ingiustificata questa visione del cristiano e che quello che fa la ronda, piuttosto che la zia zitella di ottant’anni inacidita dalla vita, siano eccezioni, che esistono, per carità, ma che non sono costituiscano nessuna regola.
Di conseguenza respingo anche l’idea della religione oppio dei popoli, dell’ateo che è il vero portatore di pace. Credere è una scelta serena, non imposta: credi perché non riesci a farne a meno, perché dentro di te si è impiantata una certezza che nessuno, dall’esterno, orienta o guida. E sai come la penso sulla Chiesa, ma il discorso è troppo lungo e abbraccia altre tematiche.
Nella tua interessante disquisizione hai toccato un tema che secondo me è alla base dell'ipocrisia di molti cattolici: la consapevolezza di un'assoluzione spesso porta le persone a prendere l'etica sottogamba, pensano che basti una chiacchierata con il prete per lavarsi la coscienza. Diversa invece è l'idea di responsabilità, nei confronti di se stessi e nei confronti degli esseri umani. Io l'ho sempre sentita molto forte.
EliminaPer il resto, concordo sul fatto che, a differenza di altre persone, tu viva la fede in modo più coerente e onesto, ma ciò non cambia la mia idea sull'oppio dei popoli. Chi infatti si adegua passivamente ai precetti della religione, ha difficoltà a mantenersi lucido e a vedere le manipolazioni e le censure che ci sono state sia nelle sacre scritture sia nella pratica della fede, per generare sudditanza e paura. Tale mancanza di criticità è il problema più grade, e non riguarda solo la fede religiosa. Ne parlerò oggi, in un post dedicato al conformismo. Sarà un'analisi ad ampio raggio, che prosegue questo discorso.