Utopie da scrittori - la botte piena e la moglie ubriaca


Nessuna cosa ci appartiene: soltanto il tempo è nostro. 
(Lucio Anneo Seneca)


Chiedo venia, lettori cari! Ieri non sono riuscita ad onorare il mio consueto appuntamento del lunedì e temo, purtroppo, che questo ritmo altalenante potrebbe ripresentarsi nelle settimane a venire. Nonostante eventuali anticipazioni o ritardi, cercherò comunque di mantenere il ritmo dei due aggiornamenti settimanali. Ormai la stesura degli articoli è così radicata nella mia routine che oggi mi mancava qualcosa. Non c’era il picco di visitatori, né commenti a cui rispondere con lo smartphone. Era martedì, ma sembrava un banale mercoledì. Che tristezza infinita!

Questo è un periodo piuttosto complicato. Ho alcune questioni familiari di cui occuparmi e un sacco di lavoro da smaltire, dopo le ferie e l’influenza. Purtroppo non sono ancora riuscita a mettere l’impermeabile al mio cervello: finisco sempre per farmi fagocitare da mille rotture. Vorrei essere un muro di gomma, ma sono un muro di spugna. Invece di farmi rimbalzare addosso le negatività altrui le assorbo, le rendo mie.

Il problema è che prima o poi devono uscire. Se non riesco a liberarmene in modo costruttivo, va a finire che scoppio. E ieri sera c’è stata un’esplosione senza precedenti. Ho iniziato a singhiozzare come una pazza, senza un vero motivo. Mio marito, che doveva recarsi a Milano per lavoro, ha dovuto rimandare la partenza perché io ero così sclerata che l’ho fatto preoccupare. Questa è la ragione per cui non sono riuscita a scrivere nulla.

Ma … noi scrittori non dovremmo vomitare parole anche con quaranta di febbre e il cervello in poltiglia?

Sì, sarebbe bellissimo. Ma in questa fase della mia vita sono volubile come un cocainomane in fase di disintossicazione. L'autodisciplina ferrea è un’utopia.  Vorrei essere “un po’ più scrittrice di così”, ma non ce la faccio.

Al giorno d’oggi sono poche (soprattutto in Italia) le persone che possono permettersi di scrivere full-time. A tutti gli altri rimangono le briciole. Gli impiegati come me, poi, sono fottuti.
Lavoro a 30 km da casa, esco alle 7:30 di mattina e rientro verso le 18:30. Trascorro tutto il tempo davanti al computer e alla sera ho solo voglia di buttarmi sul divano ed entrare in coma.

A volte, il mio rapporto con la scrittura mi taglia in due.
Da un lato, questa passione è il raggio di sole che flagella la nebbia. È il regno della passione che si oppone alla prigione del dovere. È il mio spazio di libertà, il luogo dell’espressione pura ed incondizionata.
Dall’ altro lato, però, sono consapevole che se voglio portare a termine il progetto del mio romanzo e curare il blog in modo costante devo darmi delle regole e fare delle piccole rinunce.
Non ho più voglia di tornare tardi il sabato sera, perché la mattina mi voglio svegliare per lavorare al romanzo. Molte serate trascorrono davanti allo schermo. Ci sono domeniche – specialmente con il maltempo – in cui quasi non mi muovo da casa. Se mi invitano ad un aperitivo di lunedì o giovedì spesso rifiuto. Penso che se andassi in palestra farei la stessa cosa. Ciascuno ha i propri interessi. Il mio è questo, e lo vivo quasi come un lavoro part-time non retribuito.

A volte mi sembra di desiderare la botte piena e la moglie ubriaca.
Vorrei portare avanti il mio romanzo ed il mio blog come se fossero un lavoro, ma senza lo stress e le pressioni che mi si rovesciano addosso nel quotidiano.

Ho sempre creduto nell’ importanza del “vivere come se”, ne avevo parlato anche qui. Come non si può dimagrire ragionando da grassi, allo stesso modo dobbiamo sentirci scrittori innanzi tutto sul piano mentale. La realtà si plasmerà di conseguenza. E un professionista non scrive una frase al mese.
Mi ripeto continuamente che voglio vivere da scrittrice, come Salvatore che si sveglia alle 3:00 di notte e pigia sulla tastiera fino a quando non va al lavoro. O come Daniele, che legge e scrive ogni giorno.

Quando inauguro una delle mie “giornate nerd”, sono la persona più felice del mondo, mi illumino come una bambina la mattina di Natale. Ma non sono ancora pronta per una dedizione totale alla scrittura. E nemmeno mi è possibile, considerando il mio modo di vivere. Io di notte devo dormire almeno 7 ore, e talvolta ho un bisogno quasi viscerale di incontrare i miei amici, di bere una birra o, come è successo ieri sera, di stare con il mio compagno.

Quando i miei programmi si sballano, mi arrabbio tantissimo perché vorrei suddividere la mia vita in compartimenti stagni. Ma per erigere queste barriere ci vogliono una forza d’animo ed un allenamento che io al momento non ho. Sono ancora immersa nella rozza vita quotidiana che scorre, fatta di bollette da pagare, di straordinari in ufficio, di litigi con il padre e con la suocera. Il mondo parallelo che ho creato sulla pagina non può correre sempre in mio aiuto: ci sono circostanze in cui devo affrontare la realtà, anche se non ne ho voglia.

La scrittura è un lavoro piacevole. Così deve essere, per noi che la amiamo.

Nel momento in cui compare anche una minima punta di stress è meglio rinunciare. La gioia non deve mai mancare. È il nutrimento fondamentale della creatività.
Quando il non aver scritto per un giorno o due ci fa sentire mutilati, siamo sulla strada giusta. Oggi non vedevo l’ ora di tornare a casa e scrivere il mio articolo. Quando mi sono seduta al pc avevo le stelline luccicanti negli occhi. Quindi la pausa è servita, no? Anche se è un martedì che sembra un lunedì, chi se ne frega!

E voi, come reagite in situazioni simili?

AVVISO PER I SEGUENTI BLOGGER: Anima di Carta, Daniele Imperi, Lisa Agosti, Miki Moz, Salvatore Anfuso, Cristina M. Cavaliere, Tenar, Alessandro Cassano, Aislinn e Grazia Gironella.

Siccome ormai credo di aver creato con voi un bel gruppo virtuale, ho deciso di omaggiarvi in un post che credo scriverò prossimamente, e che spero possa risultare simpatico. Siccome sono una “devota” del manga e cartone animato One Piece, ho deciso di associare ciascuno di voi ad un personaggio della ciurma di pirati capitanata da Rubber Cappello di Paglia. Il mio cervello malato ha già fatto gli abbinamenti ed elaborato eventuali motivazioni. Ergo, se qualcuno ha qualcosa in contrario, parli adesso o taccia per sempre. Non vorrei che tra voi ci fosse qualche permaloso anche se – ve lo assicuro – dirò solo cose buone e scherzerò bonariamente! 

Commenti

  1. Mi spiace per il momento difficile che stai attraversando. So che sembro scontata, ma mi sono riconosciuta in molte delle tue parole. Negli ultimi mesi al mattino ho lavorato e al pomeriggio sono andata in università (a un'ora e mezza d'auto da casa), in mezzo ci sono stati alluvioni, qualche guaio di salute dei miei e altre cosette. Per non soccombere sono arrivata alla conclusione che nessuno può fare di più del proprio meglio e che, quindi, questo dovrà bastare. Non sto prendendo tutti 30 e lode agli esami del corso. Va bene così. Da settembre ho scritto solo due racconti disimpegnati. Va bene così. Non ho promosso il mio romanzo come avevo preventivato. Va bene così.
    Dobbiamo imparare a volerci un po' più bene. Forse la pratica costante migliora la nostra scrittura, ma un esaurimento fisico o mentale di certo la danneggia.
    E ho anche bisogno di dormire almeno 8 ore (altro che alzarmi alle 3.00 per scrivere o studiare)!

    PS: non ho mai letto/guardato On Piece, ma sono curiosa di leggere il tuo post!

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    1. Sono assolutamente d'accordo. La consapevolezza di fare il possibile un po ' placa il senso di inadeguatezza, anche se in questo periodo (in realtà da novembre) a volte ho l'impressione che tutto ciò che ho costruito finora mi stia crollando in testa.
      Per fortuna le difficoltà mi offrono lo stimolo per lavorare su me stessa e portare avanti un percorso spirituale che mi sta aiutando a limare alcuni spigoli del mio carattere. Come ha detto una volta un mio amico buddhista, "se non avessimo sfide da affrontare o problemi da risolvere non saremmo su questa terra. Dopo tutto siamo qui per ripulire il karma". Chissà quanto sono stata stronza nelle mie vite passate, allora! ;)
      In generale il fatto di essere alle prese con il primo romanzo mi dà una grande ansia da prestazione. La paura di non farcela mi rende molto sgobbona. :)

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  2. Leggendo questo post ho provato molte emozioni.
    Per cominciare mi è salita una tristezza infinita, per empatia con la situazione della Claire, a cui voglio bene perché dal primo giorno di blogging c'è stata e non ha mai lasciato il mio fianco, e anche per le condizioni socio-economiche-lavorative italiane.
    Ho anche provato conforto nel sapere che non sono l'unica a traboccare, e in questi giorni di pessimismo cosmico da post-fine-vacanze e ritorno in terra straniera basta una pubblicità progresso per commuovermi in maniera imbarazzante.
    Infine mi sono risollevata sapendo che presto diventerò un personaggio di un fumetto e che faccio parte di una compagnia virtuale! :) Sono super curiosa! <3

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    1. Io non posso lamentarmi del mio lavoro, almeno per quanto riguarda il lato economico. La busta paga a fine mese vale lo sforzo, anche se a volte penso sia un po' la gabbia dorata di molti. Chissà quanti miei colleghi farebbero questo lavoro se qualcuno offrisse loro la medesima cifra per coltivare le proprie passioni... me lo chiedo spesso. Non è mancanza di gratitudine o di lealtà, ma consapevolezza del fatto che, a volte, il prezzo da pagare per essere inseriti nel sistema consumistico é la rinuncia ad esprimere se stessi.

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  3. Chi dice cosa sia o come debba essere uno scrittore? Non esistono regole, tranne quelle che decidi di seguire tu. Scrivere poi, con il magone o in uno stato emotivo deviato, è difficile, impossibile, per chiunque. Evito accuratamente di litigare con la mia compagna (nonostante il carattere esplosivo di entrambi), perché sono cosciente che influirebbe negativamente sulla mia scrittura. Ormai ci ignoriamo... quando uno entra in una stanza, l'altro esce.
    Tuttavia le mareggiate sono il sale della vita e dopo una tempesta si scrive sempre meglio. Ci sono momenti in cui ci si deve sfogare, senza rimandare troppo.

    P.S. Non conosco il fumetto che hai citato, non ne leggo praticamente nessuno, ma sono curioso di vedere quale personaggio mi tocca. ;)

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    1. Sono d'accordo in parte: ci sono momenti in cui il dolore può scaturire sulla pagina generando brani eccezionali, ma dipende dalla capacità del singolo di trasformarlo in senso creativo. Molte volte, purtroppo, crea un blocco. In tali situazioni l'unica cosa che possiamo fare è stare a cuccia finché non passa! :)

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  4. Condivido al 100% le tue emozioni. A volte mi capita di pensare che un giorno in cui non scrivo nulla è un giorno sprecato. La dedizione totale però al momento è impossibile anche per me, pur non avendo le tue questioni lavorative. Purtroppo bisogna abituarsi a far convivere questa nostra passione con tutto il resto, anche se a volte è dura.
    Oh, mamma, sono curiosissima del tuo post!!!

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    1. Prima pensavo che mi sarebbe bastato fare un pochino ogni giorno, ma ... non ce la faccio nemmeno così. Che dire? Verranno tempi migliori. Come ti scrivevo in mail, chissenefrega se finisco il romanzo sei mesi dopo del previsto: l'importante è che sia un buon lavoro. :)

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  5. Aspetto il post con curiosità! :-D

    Per il resto, tocchi un punto per me dolentissimo. QUesto 2014 - e inizio 2015 - è stato faticosissimo e sono andata a rilento con tutti i progetti di scrittura, nonostante idee nuove continuino ad arrivare. Scrivere con regolarità mi manca tantissimo, e se un po' è colpa della pigrizia - dopo magari sei giorni a leggere e scrivere per lavoro, se finalmente ho un giorno libero resto in semicoma, altro che concentrarmi ancora - un po' avrò meno resistenza di una volta, un po' sono le troppe cose da fare... fatto sta che così non mi va proprio. Io cercherò di metterci del mio (anche se sono stufa di dire "appena avrò consegnato questo lavoro che mi porta via così tanto tempo"), e per il resto... incrociamo le dita. Devo imparare a difendere meglio il tempo della scrittura.

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    1. Se io facessi un lavoro che mi consentisse di leggere e scrivere sarei sicuramente più felice di adesso. Il mio bisogno di scrivere, in fondo, può essere inserito in un più generale bisogno di essere a contatto con la letteratura. :)

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  6. Già so che mi farai fare l'odioso Usop! :p

    Veniamo al post: un po' ti capisco. Cosa credi? Anche a me piacerebbe che l'impegno che metto nel blog sia in qualche modo riconosciuto. Certo, lo è, sia chiaro.
    Comunque penso che si debba scrivere sempre quando se ne ha voglia e necessità, non quando ci viene imposto.
    Per inciso, nonostante sia abbastanza fiscale col mio blog (ho un'agenda che cerco di rispettare, specie per il VOSTRO rispetto), io faccio tutto ciò che devo: lavoro, vado in palestra, esco, faccio cene e dopocene, mi godo la lettura di libri e fumetti, guardo film e tv... ;)

    Moz-

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    1. Ero sicura che conoscessi One Piece. E comunque Usop non è affatto odioso, sebbene brutto come la morte. Comunque sì, hai indovinato... ti sei accorto che vi ho menzionati nello stesso ordine dei personaggi? ;)
      Ti ho assegnato lui, ma ero indecisa con Chopper.

      Anche io rispetto l'agenda per cura nei confronti del lettore, e devo ammettere che non mi pesa affatto averla. Al contrario, spesso è una guida e un aiuto.
      Non sempre riesco a prestarvi fede, perché non riesco a preparare i post con largo anticipo, però in sei mesi ho rimandato al giorno successivo soltanto due appuntamenti: quando ho incidentato la macchina e lunedì scorso!
      Faccio del mio meglio, nella consapevolezza di essere una persona libera. :)

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    2. Ahaah quindi io sarei brutto come Usop?
      E' che Usop è il personaggio che per primo eliminerei dall'opera, non mi piace per nulla (era meglio Chopper, mi si addice di più... ma ormai voglio vedere come mai mi hai assegnato Usop!^^)

      La vedo come te: dopotutto qui nessuno ci obbliga. Anche io ho saltato appuntamenti, ieri stava per succedere ancora ma con una paraculata di classe ho salvato capre e cavoli XD

      Moz-

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    3. Io nel sondaggio sul sito ho votato per eliminare Nami, però l'ho associata a Lisa, che adoro! :D
      Usop a me è troppo simpatico e in Dressrosa (che sto seguendo in giapponese sottotitolato) diventa una specie di dio perché annulla il potere di un frutto del mare. Per me è uno dei più divertenti!!! :D

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    4. Ho smesso di leggere OP da tempo, non mi piaceva più... quindi non conosco gli sviluppi del personaggio... che comunque resta quello che preferisco meno (però son curiosissimo davvero di vedere perché me lo hai associato^^)

      Moz-

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    5. Secondo me era calato molto ma ora c'è questa saga che è incredibile. Bellissima! Oda ha recuperato.

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    6. Anche se stanno combattendo con Do Flamingo da circa 40 puntate...

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. Non so cosa devi "gestire" oltra all'ufficio, agli amici e alla scrittura, nel senso lavori domestici? genitori anziani? Però ti dico io se non faccio straordinari rincaso alle 18, mezz'ora prima di te, ma c'è la mamma (sta a un km e mezzo ma passare da lei significa non sapere quando riuscirò a venire via), la casa, la spesa, lava-stira, io sono molto pignola e precisa, mio marito fa diverse cose, ma per come la intendiamo noi la casa il da fare è parecchio. Ho bisogno di dormire 8 ore per notte, sono + vecchia di te, gli anni in più guarda si sentono. Con la febbre di questi giorno no, non ho scritto nulla, ho ripreso solo ieri, ero sfebbrata, il mal di testa non me l'ha permesso. Penso di essere una persona molto organizzata, non rispondo a tutti i commenti nel blog (non ho internet sul telefono tra l'altro) ma ho un blog da oltre 4 anni e i lettori non mi mancano, evidentemente vado loro bene così, quello che voglio dirti è che rivedendo la scaletta quotidiana forse puoi limare qualcosa. Ho pubblicato due romanzi, questo lo dico sempre, perché poi quando arrivi al contratto ci sono un sacco di robe da smazzarsi, certo sei euforico ma io l'altra sera ho ricevuto una richiesta di sinossi abstract e bio alle 22! Urgente! Dicevo io ho pubblicato due romanzi mentre mio madre stava morendo, e l'ho assistito un sacco, anche quando era ricoverato lontano da casa, senza legge 104 che non ho pensato di prendere a suo tempo e quando l'ho capito be' era tardi, io credo che l'organizzazione sia tutto. Poi da impiegata come te, certo il problema di stare troppe ore davanti al pc è inevitabile. bacio

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    1. scusa era "mio padre" ovviamente. Sandra

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    2. Lavori domestici, una famiglia, un compagno, i corsi di reiki, le costellazioni familiari e un problema grosso, ma grosso grosso sul lavoro che mi sta risucchiando ogni energia ed ho paura mi farà ammalare. In queste condizioni é quasi impossibile riuscire a mantenere la lucidità. Però ci provo. Tengo moltissimo alla scrittura e non voglio perdere le mie passioni. Diventerei una persona inutile anche perché il mio lavoro non mi da alcuna soddisfazione a parte lo stipendio (che non è poco)...

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    3. Ce la farai, la fretta non è (quasi) mai una buona consigliera :D

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    4. Sì, forse è più lo stress legato ad altre questioni che mi frega, più dell'assenza di tempo in sé...

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  9. Mi spiace per il momento no, purtroppo periodi incasinati capitano a tutti.
    Anch'io sono un impiegato, anch'io ho una famiglia di mezzo (detto così sembra quasi che mi dia fastidio ma capirai ovviamente che il senso non è dispregiativo ;-) e quindi ti capisco in pieno. Io magari non faccio il pendolare, questo no, e in questo periodo sono pure in cassa integrazione (ciononostante il tempo libero per scrivere è sempre poco).
    Tanto premesso, anch'io quando sono incasinato non riesco a scrivere. In certi periodi scrivo ma avanzo alla media di mezza pagina al giorno, praticamente uno stillicidio, peraltro snervante. Ma abbiamo voluto la... penna e dobbiamo pedal... ehm scrivere, anche a singhiozzo ;-)

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    1. Io penso che facendo un pochino ogni giorno si possa avanzare di molto. L'importante, però, è appunto FARLO! ;)

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  10. Anche io sono messo così. Sono stato a un passo dal chiudere il blog, perché a un certo punto bisogna fare delle scelte per non soccombere. Sono stato fortunato (se si può dire così) ad ammalarmi: 3 settimane a casa sono state una mano santa, al di là del dolore che ho patito. Alla fine chi ci ha rimesso è stato proprio il blog: la scaletta è saltata e mi sento meglio senza l'obbligo di dover scrivere qualcosa.Per assurdo, anzi, sto quasi scrivendo più di prima.
    Però non mi sento più la spada di Damocle sulla testa e non mi pare di aver perso lettori; e se bastano 10 giorni perché qualcuno si dimentichi di me, amen. È più importante che mi diverta io a scrivere perché, se scrivo soffrendo, difficilmente credo che si divertirà chi legge.
    "A da passà a nuttata": forza e coraggio, che magari una sera ci vedremo tutti da Fazio :P

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    1. A fare una scaletta del blog non ci penso proprio. Riesco a mantenere i due aggiornamenti settimanali, questo sì, però non riuscirei a programmare tutti i post in anticipo, sebbene ci abbia provato.
      Quando ho aperto il blog avevo un banner che anticipava il prossimo articolo: l'ho rimosso perché mi faceva sentire troppo vincolata. Ne ho parlato nel post che ho pubblicato poco fa. Sono in una fase in cui ho ancora un gran bisogno di sentirmi libera... :)

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  11. Quanto ti capisco! Mi rispecchio completamente nelle tue parole.
    Vorrei essere più presente nel mio blog, più attiva in quelli dei blogger che seguo, scrivere di più in generale, ma ci sono settimane e giorni come questo che lavano via ogni buon proposito. Ti sfiancano talemente tanto da sentirti svuotato e senza la capacità di pensare.
    Ti sono vicina e spero che passi presto!

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    1. Passerà sicuramente.
      Dobbiamo prendere coscienza del fatto che non siamo macchine.
      è importante rispettare il tempo a disposizione e rispettare se stessi, sempre.

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  12. Trovare il tempo per scrivere... questa è una delle cose più difficili. Tutta la mia comprensione!

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  13. Io sono abbastanza disciplinata di mio, in alcuni momenti tendente al nazi (con me stessa), ma... le forzature non funzionano! Anch'io "dovevo" postare sul blog ieri e ho postato oggi. A parte questo, vivere la bellezza della scrittura strizzandola a forza nei ritagli di tempo rischia solo di vanificarla. Certe volte hai dieci minuti, e in quei dieci minuti ti butti sulla tastiera con entusiasmo, anche per scrivere poche righe; altre volte hai mezz'ora, ma se ti metti a scrivere lo fai come il condannato con la palla al piede. Scrivere sarà pure un lavoro, ma non deve diventare una tortura! ;)

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    1. Come ti capisco! Non sopporto quei giorni in cui dico "Che bello, ho tutto il pomeriggio libero" e poi, chissà per quale motivo, non riesco a scrivere nemmeno una riga. Sarà che l'avere poco tempo mi dà adrenalina? :)

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    2. E' il famoso fascino della deadline. :)
      Dimenticavo: One Piece lo conosco solo di nome, perciò non posso offendermi... per ora. (Curiosa!)

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    3. Tu sei l'unica per cui ho scelto un personaggio (Jimbe) che non fa parte della ciurma di Rubber, ma a me piace da morire, è uno dei miei preferiti!!!! :-D

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