Senza fretta e senza sosta: lo scrittore ed il lungo cammino verso la meta
Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo.
Lao Tzu
Lao Tzu
Avevo intenzione di scrivere questo articolo un paio di settimane fa. Poi
la pubblicazione del brano “I sette pilastri dello scrittore di successo” sulla
pagina di Lisa Agosti mi ha fatto decidere di posticipare perché penso sia
giusto garantire una sorta di turn-over degli argomenti fra i blog di contenuti
simili.
Qualche mese fa, su www.efficacemente.it, mi sono
imbattuta nel post “Consigli pratici per conquistare il mondo”. Dal momento che
sono una megalomane patentata, non mi sono limitata a leggerlo: l’ho stampato e
pinzato nella mia agenda. Nei momenti di crisi, tendo a rispolverarlo affinché
mi accompagni verso la conclusione del mio primo romanzo. La strada sarà ancora
molto lunga, dunque devo accumulare risorse da mettere nello zaino, per
potermene servire durante il tragitto.
I consigli proposti da Andrea Giuliodori sono utili per qualunque
obiettivo, ma io ho voluto personalizzarli ed adattarli all’ambito della
scrittura.
Dal momento che siamo letterati, non voglio dilungarmi troppo sulle questioni
di fisica quantistica, ma credo che il concetto di quantum-leap, che già conoscevo
grazie ai miei studi passati, sia utile per comprendere le dinamiche che sono
alla base del raggiungimento di una meta importante.
Secondo la definizione tradizionale, questo termine
indica il passaggio immediato e
discontinuo di un sistema da uno stato all’altro. L’autore dell’articolo
propone l’esempio dell’elettrone, ma ci parla anche dell’energia sprigionata da
un terremoto, dell’eruzione di un vulcano, del fiore che cresce in modo
invisibile e poi sboccia rapidamente. Ciò che noi vediamo è il risultato di un
processo lento ed invisibile, conclusosi con un’esplosione repentina.
Qualcosa di analogo avviene quando ci dedichiamo ad un
obiettivo. Spesso ci demoralizziamo perché abbiamo l’impressione che l’ambiente
esterno non risponda ai nostri sforzi. In realtà, il nostro immobilismo è
soltanto un’apparenza: anche nei momenti in cui sembra non accadere nulla, l’energia
continua a lavorare. Nel buddhismo la volontà è descritta come una goccia d’acqua
che, picchiando sempre nello stesso punto, riesce a creare un solco nella
roccia. Quindi non dobbiamo preoccuparci se i risultati non sono immediati e
tangibili. La ruota continua a girare anche quando sembra ferma e solo la
costanza ci può portare là dove desideriamo arrivare. Che si tratti di vincere
il pulitzer, scrivere il decimo romanzo o concludere il primo, ciò che conta è
andare avanti.
Spesso
rimaniamo sorpresi quando una persona ottiene un successo inaspettato: il
cantante sconosciuto che vince il disco di platino, il nerd quindicenne creatore
di un’applicazione da un milione di dollari, lo scrittore che centra subito un
best-seller di qualità. La prima cosa che ci viene in mente è “Che culo!” In
realtà, la fortuna non esiste. questi individui sono solo riusciti a
raggiungere il salto quantico. E anche se noi forse non puntiamo ad essere
osannati dalle folle, possiamo seguire metodi affini per avvicinarci al
raggiungimento dei nostri scopi.
I consigli
di Andrea sono molto semplici ed applicabili in qualunque ambito, ma io uso
come riferimento il mio obiettivo, perché so che è condiviso con molti altri
miei lettori (vero, Salvatore Anfuso?)
che, come me,aspirano a diventare scrittori.
-Concentrati sui progressi (non sui risultati).
Questo credo
sia un errore in cui cadiamo tutti. Per essere certi del nostro successo, ci
occorre l’evidenza oggettiva, il risultato tangibile. Solo in questo modo
abbiamo la certezza che i nostri sforzi sono stati ripagati.
Io stessa,
se penso a quante pagine ho stracciato negli ultimi mesi, ho la tentazione di
mollare tutto. Ma credo che ogni singola riga mi sia stata utile per crescere,
come scrittrice e come persona. Non ho semplicemente imparato: ho generato
energia.
Non si
diventa scrittori in un giorno: occorrono anni di gavetta e di refusi. Ben venga
qualche “no” e qualche culata per terra, se ci servono a comprendere i nostri
errori e a migliorarci. Ciò che conta è essere sempre consapevoli dei propri
punti deboli e lavorare per migliorarli.
-Smettila di fissare il muro.
Qui, cito
alla lettera l’articolo di Andrea:se un
guidatore sta per andare a sbattere e continua a fissare il muro davanti a sé,
inevitabilmente si schianterà; se invece sposta l’attenzione sulla strada,
riuscirà a cavarsela.
La morale di
questa storiella è palese: quando ci focalizziamo su un problema gli diamo
energia e finiamo per essere attratti quasi magneticamente verso ciò che
temiamo di più. Rimanere concentrati sul percorso, invece, può salvarci.
Qualche
settimana fa ho scritto un articolo dedicato ai blocchi
creativi. Ricordate il mio suggerimento? Se una scena non ti viene,
evita di fissarti. Scrivi un altro capitolo. Mettila in stand-by. Non si può
tirare fuori l’acqua se la spugna è asciutta. La soluzione arriverà da sola
quando smetteremo di cercarla in modo maniacale.
È normale
avere dei mostri interiori, ma non dobbiamo permettere loro di rapirci e di
distoglierci dalla nostra strada. Ogni paura ed ogni sensazione di
inadeguatezza può essere trasformata in una risorsa.
So che molti
sono terrorizzati all’idea di dedicare mesi, o addirittura anni, alla stesura
di un’opera. Io stessa, quando mi accorgo della lentezza con cui procedono i
lavori in corso, penso che impiegherei meno tempo ad estinguere un mutuo.
La fretta,
tuttavia, serve a poco: un chiodo si pianta con piccole martellate costanti. Se
ne dai una sola potentissima rischi di spezzarlo e di fare un buco nel muro. Rome wasn’t built in a day, dicevano i
Morcheeba.
Per quanto
riguarda il romanzo, mi sono data delle scadenze abbastanza lontane. Al di là
del poco tempo a disposizione, so di dover ancora imparare molto. Sulla lista
che ho redatto e che aggiorno periodicamente ho anche obiettivi, non tutti
legati alla scrittura, che
richiedono
un lavoro quinquennale o, addirittura, decennale. Non mi spaventa questo lasso
di tempo. Dopo tutto, i sogni nel cassetto fatto la muffa.
Credo che
ogni persona debba essere cosciente della direzione che intende dare alla sua
vita, se non vuole trascorrere anni a brancolare nel buio. Ciò non significa
che si debba disprezzare il proprio presente, perché la gratitudine è una
componente fondamentale della felicità. Ma avere una direzione nota e procedere
a velocità costante è ciò che ci serve per poter arrivare da qualche parte. Se iniziamo
a correre con uno scatto da centometrista, finiamo per spomparci dopo cinque
minuti.
-Credici.
Questa forse
è la cosa più difficile.
A ciascuno
di noi sarà capitato di dire “non sono in grado”. Sapete, però, qual è la
verità? L’autocompiacimento masochista non serve a niente. Se non abbiamo
fiducia nella qualità del nostro lavoro, perché dovrebbero averne gli altri?
Il mio
suggerimento è di trovare un metodo personalizzato per trovare coraggio nei
momenti di sconforto. Io, ad esempio, mi siedo sul divano con la schiena dritta
e le mani appoggiate sulle ginocchia. Facendo una centratura del cuore, visualizzo
il mio bel tomo stampato in tante paginette ordinate. Per superare i momenti
difficili al lavoro, faccio training autogeno davanti allo specchio.
-Mantieni
la promessa.
Siamo troppo
abituati al “viaggio dell’eroe”, ma la vita reale è completamente diversa.
Le giornate
sono monotone, piene di problemi e di bollette da pagare, di routine alienanti
e crisi di nervi. Però è proprio in questo deserto apparentemente privo di
significato che lavorano le energie, quindi non dobbiamo permettere alle rogne
quotidiane di distoglierci dai nostri scopi.
Le
coincidenze incredibili e gli incontri che cambiano la vita lasciamoli ai
nostri protagonisti. Noi concediamoci pure di affogare nella banalità, con la
consapevolezza che, per centrare il bersaglio, dobbiamo allenarci
quotidianamente, evitare di procrastinare e prestar fede a ciò che abbiamo
deciso di fare.
Tirarsi indietro
è da codardi.
Se vogliamo
cambiare il nostro destino, non dobbiamo mai tradire noi stessi.
Cosa ne pensate di questi stratagemmi? Li avete mai utilizzati per portare
avanti i vostri obiettivi? Vi vengono in mente altri consigli da dare agli
scrittori esordienti?
Jeffery Deaver mi disse, quando gli chiesi il classico consiglio - avevo pubblicato solo qualche racconto in antologia all'epoca - "pensa che i rifiuti, gli errori, i momenti no sono come i dissuasori del traffico, quelle cunette sulla strada, rallentano la tua corsa, ma non la fermeranno!" io ne ho fatto tesoro, sono passati credo 12 anni, e posso dire che aveva ragione!
RispondiEliminaOttimo consiglio! Mi hai fatto venire in mente ciò che il mio master reiki mi ha sempre detto: "se trovi degli ostacoli, sei sulla strada giusta."
EliminaQuando iniziamo a muoverci verso un obiettivo, le nostre convinzioni limitanti e le nostre paure attirano inconsciamente difficoltà tangibili. Il segreto sta nel saperle affrontare e superare con dignità e con un bel sorriso. :)
Una lista sicuramente utile.
RispondiEliminaAnche io la vedo come descritto in questi punti, specie 1 e 2.
I progressi sono già un risultato tangibile.
E quanto ai blocchi, il blocco non esiste: esistono giorni in cui dobbiamo giustamente pensare ad altro. E le idee vengono solo se facciamo tutte le cose, vengono con la mente libera, aperta e serena :)
Moz-
Il blocco secondo me invece esiste, ma non è qualcosa di esterno a noi, bensì ci appartiene, è creato dalla nostra coscienza. Può essere, come dici tu, che ci siano altri pensieri o preoccupazioni. Può darsi che non siamo fisicamente in forma… ci possono essere moltissime cause, moltissimi motivi. L’importante è non opporre resistenza. Solo in questo modo potranno scomparire.
EliminaSecondo me il blocco esiste solo perché bisogna dare precedenza ad altro, diciamo così :)
EliminaMoz-
Oppure diamo precedenza ad altro per paura?
EliminaGuarda, secondo me non per paura (parlo per me) ma perché non sentiamo che è il momento giusto per quella cosa.
EliminaMoz-
Tutti punti molto importanti, in particolare la consapevolezza che "la ruota continua a girare anche quando sembra ferma". E' proprio così, e fino a quando non lo capisci sei sempre troppo soggetto allo sconforto. Da ricordare!
RispondiEliminaPurtroppo i mass media ci hanno veicolato un'idea sbagliata tale per cui il successo è spesso repentino ed immotivato. Niente di più falso!
EliminaChiara, dovresti fare la writing coach!
RispondiEliminaDei consigli che hai dato, quello che io trovo più utile per me stessa è il terzo, ed è anche quello che mi sentirei di dare a chi è sulla strada di scrivere un libro. Penso che la fretta e l'impazienza siano i peggiori nemici per chi scrive e vuole ottenere dei risultati.
Hai ragione, anche se io mi scontro spesso con il problema opposto: a causa dei miei impegni sono eccessivamente LENTA. Si cerca di fare un pochino tutti i giorni ma non sempre è possibile. E nel weekend si finisce per fare autentiche maratone.
EliminaConcordo con Anima: sei una perfetta writing coach! Credo che questo post trasudi buon senso, materia sempre più rara nell'universo.
RispondiEliminaTi ringrazio del complimento! In realtà il coach è Andrea Giuliodori: io sono solo un'esecutrice :)
EliminaBrava Chiara. Trovo altamente applicabile al mio caso il primo consiglio: "Concentrati sui progressi (non sui risultati)." che poi li riassume un po' tutti. Scrivere un romanzo è come costruire un edificio, piccolo o grande che sia: ci vuole tempo e pazienza, e certo non si comincia a montare gli infissi o ad appendere le tendine quando non ci sono ancora le finestre! Purtroppo nella nostra epoca in cui si divora e si digerisce tutto alla velocità della luce, si fa sempre più fatica a ricordarsene.
RispondiEliminaHai ragione! Scrivendo si impara a fissare prima “lo scheletro” di una storia. Tutto il resto arriva dopo, quasi spontaneamente :)
EliminaArrivo in ritardo, ma sono giustificato: questa settimana mi trovo a Venezia. No, non per il matrimonio di Clooney. No, neanche per il mio. Sono in trasferta di lavoro con una linea WiFi traballante. Tuttavia, sì, è proprio vero, non bisogna demordere. In fondo stiamo vivendo non certamente grazie alla scrittura, giusto? Allora a che che serve avere fretta? Non cambierà nulla se molliamo. Restiamo esattamente dove siamo. Quindi tanto vale provarci. In questo caso sì che qualcosa può cambiare.
RispondiEliminaArticolo interessante, Chiara. Adesso mi metto ad addestrare le mie molecole quantiche per farle lavorare al mio successo! ;)
è la gioia, in fondo, che fa cambiare le cose. è la scelta di vivere la scrittura con serietà ma senza quella dose di paranoie incazzature e scazzi che accompagnano il nostro "lavoro ufficiale" (almeno nel mio caso). Occorre untare alla meta, ma saper accettare gli sbagli ed imparare da essi.
EliminaGrazie di avermi citato! Anch'io mi prenoto subito come tua allieva, dai organizza un writing coaching online settimanale per tutti! :)
RispondiEliminaDavvero vi piacerebbe?
EliminaCi penso!
Può essere difficile trovare gli argomenti, ma magari posso potenziare questo tipo di argomenti anche senza scadenze fisse.
Complimenti, ho appena scoperto il tuo blog e mi sembra davvero molto interessante! Anche io sottoscrivo il consiglio di avere pazienza. E non solo per quanto riguarda la stesura di un romanzo. La pazienza è indispensabile nell'attesa di una risposta da parte di un editore; la pazienza è necessaria quando, dopo la pubblicazione (che non è mai il punto di arrivo, semmai proprio il punto di partenza), insorgono i primi problemi legati a promozione e distribuzione. La pazienza ci vuole sempre, insomma, se si vuole perseguire il sogno della scrittura in maniera concreta... Ora vado a curiosare ancora un po', nel frattempo in bocca al lupo con la stesura del tuo romanzo^^
RispondiEliminaGrazie mille dei complimenti e benvenuta! Stasera pubblicherò un nuovo articolo e spero che ti piacerà.
EliminaHai assolutamente ragione sul fatto che la pazienza è fondamentale, non solo nella scrittura ma nella vita in generale. Senza di essa siamo vincolati alla contingenza e non si può costruire nulla di duraturo.
Crepi il lupo!