Sfida di scrittura - racconto di 1000 caratteri.
Deejay Max fa
scivolare le dita sulla consolle, muovendo la testa a ritmo. Sta portando
avanti una missione. La sua vocazione.
La sua chiamata. Sfa facendo ciò per cui è nato: suonare.
Quella è una discoteca speciale perché non divora le
anime. C’è una presenza silenziosa che avvolge i corpi sudati in un caldo
abbraccio. È invisibile, è intangibile, ma fa sentire il proprio peso. E la
musica si riempie di passione, diventando sublime.
Quella è una
discoteca speciale perché chiude a mezzanotte. Le luci si riaccendono e la
navata della chiesa si stende come un tappeto davanti ai suoi occhi. Mentre
spegne il pc portatile, i ragazzi gli si stringono attorno.
“Hai già
finito?” brontola Marietto, le mani piantate sui fianchi.
Don Massimo
sorride. Sa che quei trenta adolescenti hanno dato sfogo ai propri istinti.
Adesso torneranno a casa, e il giorno dopo li vedrà tutti alla messa rock.
Frequentano la chiesa più volentieri, se possono cantare.
Il vescovo si incazzerà per quelle festicciole. Forse sarà trasferito, per la terza volta. Ma lui non fa niente di male. Sta portando avanti una missione. La sua vocazione. La sua chiamata. Sta facendo ciò per cui è nato: diffondere la voce di Dio.
Il vescovo si incazzerà per quelle festicciole. Forse sarà trasferito, per la terza volta. Ma lui non fa niente di male. Sta portando avanti una missione. La sua vocazione. La sua chiamata. Sta facendo ciò per cui è nato: diffondere la voce di Dio.
Qualche settimana fa, Daniele Imperi ha pubblicato l’articolo Uno scrittore deve saper scrivere tutto, esortando ciascun blogger a sfidare un collega su un tema/genere/formato particolarmente ostico per lui.
Dal momento che io sono tendenzialmente prolissa, Salvatore Anfuso mi ha assegnato il compito raccontare
una storia di 1000 caratteri che avesse un senso come stand-alone.
Anche se inizialmente avevo capito 1000 parole (e mi sembrava già difficile così) ho deciso non solo di provarci, ma anche di condividerlo con voi. Mi serve per rompere il ghiaccio: sono sempre pudica, quando devo far leggere qualcosa di mio.
Ad agevolarmi il
compito, l’incontro con una persona molto interessante, da cui ho tratto ispirazione. Ebbene sì: il prete di cui parlo esiste veramente. L’ho beccato durante la
settimana del Festival. Stava facendo free-hugs
in pieno centro a Sanremo, nell'indifferenza generale. Io e Beppe siamo andati subito ad abbracciarlo. Avrà circa la mia età ed è un musicista che
ha deciso di prendere i voti.
Ho sempre nutrito una certa ostilità verso un
modo ormai obsoleto di diffondere la fede. Credo esista una differenza
sostanziale fra religione e spiritualità. E credo che i mezzi informali, se
usati bene, possano spazzare via la patina di vecchiume che avvolge questo
paese.
Ora, però, non
voglio andare fuori tema. Si sa che la religione non è un argomento da blog. Inoltre, sarebbe assurdo scrivere un racconto di 1000
caratteri seguito un post di 5000 parole!
Non voglio neanche
rilanciare la sfida ad altri blogger, sebbene sia agevolata da tutti i post sui
tabù pubblicati di recente. Però esorto voi a fare lo stesso: scegliete un
amico e assegnategli un compito. Uscire dai propri limiti è sempre un’esperienza
formativa.
Spero di aver
vinto la mia sfida, e che il racconto sia di vostro gradimento. Se avete suggerimenti
per fare meglio, li accolgo con gran piacere. Ad esempio, voi che titolo dareste a questo raccontino?
Hemingway (ma vado a memoria, potrei sbagliare) diceva che quando scriveva un racconto tirava fuori anche cento titoli. Poi, a uno a uno, li cancellava tutti e inventava il centounesimo :)
RispondiEliminaIo sono negata per i titoli. O vengono da soli subito oppure non escono mai :)
EliminaIo negatissima per i titoli! Però il racconto l'ho letto volentieri.
RispondiEliminaSono contenta che ti sia piaciuto, per quanto mostri ben poco delle mie capacità. Ero tentata di sfidarti a scrivere un racconto sulla "dura vita di tutti i giorni", ma credo che una persona debba essere libera di scegliere. A me la nomination ha fatto piacere, perché mi sono messa alla prova, ma non per tutti è così! :)
EliminaTi accontento subito. Non l'ho scritto apposta, ovviamente, ma il tuo commento mi ha immediatamente ricordato un racconto del mio archivio. Lo trovi sul blog.
EliminaA dire il vero, in gran parte dei miei gialli c'è "la dura vita di tutti i giorni", qui però non arriva nessun evento eccezionale, neppure un delitto.
Figata! La leggero' volentieri :)
EliminaNon esistono più le ragazze pudiche di una volta... Finalmente!
RispondiEliminaSe lo fossi, non farei la scrittrice. :D
EliminaProva superata. Mille caratteri sono davvero pochi, bisogna essere davvero bravi per riuscire a condensare una storia in così poco spazio e riuscire a stupire, perfino. :)
RispondiEliminaBrava!
Sono diventati 998 perché ho sostituito "parola" con "voce". :)
EliminaCome ti accennavo in mail, sono capace a sintetizzare, ma nella bozza del romanzo mi piace andare avanti senza limiti per poi tagliare in seguito. Anche con questo racconto ho fatto così: ho scritto 1500 caratteri e poi ho tagliato. Se mi fossi imposta di stare nei 1000 fin dalla prima bozza avrei avuto molta più difficoltà.
Mi sembra un metodo corretto, anch'io faccio così. Anche perché in revisione taglio sempre un po'...
EliminaIo lo intitolerei "La discoteca chiude a mezzanotte".
RispondiEliminaComunque, brava!!
Nessuno meglio di te che conosci i miei sproloqui può capire quanto sia stata dura per me :D
Eliminama il titolo non rischia di fare spoiler? :)
E perché mai? Conosci discoteche che chiudono a mezzanotte?! :)
EliminaNo, non ne conosco.
EliminaPer questo non so se sia corretto anticipare già nel titolo che la discoteca chiude a mezzanotte. Ma ci rifletterò ;)
Ho conosciuto un ragazzetto inglese su una spiaggia sudamericana che aveva tatuato a caratteri cubitali FREE su un braccio, HUGS sull'altro braccio. Ma non credo che fosse lo stesso tipo di abbracci che andava offrendo il tuo prete...
RispondiEliminaScrivi bene, peccato che il limite fosse di 1000 caratteri, e non di 1000 parole come mi ero immaginata.
Non so se sia la stessa cosa. Il free hugs è diffuso in tutto il mondo e ci sono video molto belli in giro, emozionanti. Dal vivo, senza musica, ha un effetto molto diverso.
EliminaEffettivamente questo racconto mostra poco del mio modo di scrivere, perché si riduce ad esercizio tecnico. Però ho rotto il ghiaccio: magari prossimamente pubblicherò qualcos'altro! :)
Lo sviluppo è originale, considerato che con mille parole a disposizione le possibilità sono limitate.
RispondiEliminaIo pure sono negato per i titoli, però provo a proporti "Musica divina", forse un po' banale ma... appunto: sono negato per i titoli.
Ho cercato di renderlo carino, nonostante il limite che avevo. Sono contenta che ti sia piaciuto. :)
EliminaSei stata brava, di grande effetto. Hai vinto la tua scommessa.
RispondiEliminaIo lo chiamerei "mission impossible" considerato il ruolo di questo straordinario prete D.J.
Scherzo! Però che figata, tu dici di averne conosciuto uno!
E se lo titolassi "la voce di Dio" ?
Grazie!!! :)
EliminaIl titolo è carino, ma preferirei non mettere la parola Dio, perché mi piacerebbe giocare sull'effetto sorpresa ... non si capisce subito che è un prete!
Mi è piaciuto, non è facile scrivere racconti brevi! Ci avevo provato un paio d'anni fa e avevo sudato con un racconto di 3000, che poi avevo ripubblicato sul blog.
RispondiEliminaMa i 1000 caratteri comprendevano gli spazi?
E se lo intitolassi alla Nanni Moretti: "La messa chiude a mezzanotte" (come il film "La messa è finita")?
Siccome Salvatore non aveva specificato, ho deciso arbitrariamente di escludere gli spazi! :-D
EliminaAstuta! ;-)
EliminaBella la nuova foto! <3
RispondiEliminaGrazie!!! :)
EliminaIl titolo? "Il suonatore di anime".
RispondiEliminaSfida interessante, superata di slancio!
Bel titolo! Mi piace! :)
EliminaFree-hugs? A richiesta, voglio sperare. Mi immagino che qualcuno, specie se uomo, mi si avvicina per abbracciarmi... povero lui :D
RispondiEliminaIl racconto è ben scritto. Come titolo direi: "La mia chiesa suona il rock" ;)
Sì, certo, a richiesta. :) Lui era insieme ad altri due in strada, con un cartello con scritto "free hugs". Chi voleva si avvicinava per abbracciarlo.
EliminaPer quel che riguarda il titolo, mi piace molto quello di Alfa (anche se l'ho cambiato in "il musicista dell'anima") perché non menziona né la chiesa né Dio. Essendo un racconto brevissimo, se anticipo troppo non rimane nulla.