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Visualizzazione dei post da giugno, 2017

Un episodio per ogni anno della mia vita

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Di tanto in tanto è bene fare una pausa  nella nostra ricerca della felicità  ed essere semplicemente felici. (Guillame Apollinaire) Questo post fa parte di un meme ideato da Marco Lazzara . Paradossalmente è stato uno dei più difficili che abbia mai scritto. Sono per natura prolissa: come posso riuscire a condensare la mia esistenza in poche parole? Per i primi anni di vita ho avuto il supporto di alcune vecchie videocassette che mia mamma, lo scorso Natale, ha fatto convertire in formato digitale. Andando avanti, però, la mia memoria da elefante mi ha messo nei pasticci. Continuavo a partorire ricordi su ricordi e non sapevo operare una selezione. Poi, però, mi sono messa in riga.  Non necessariamente gli episodi citati sono i più significativi. A volte ho scelto la strada dell’ironia. Altre, quella della razionalità: ho voluto alternare gli argomenti, per non parlare solo di libri, di musica o di amicizie. Tutto sommato, mi sono divertita ripercorrendo a ritroso le t

Scripta manent - Il viaggio invisibile delle parole

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Se vogliamo trovare i segreti dell'universo,  dobbiamo pensare in termini di energia, frequenza, vibrazioni. (Nikola Tesla) Ho sempre avuto un rapporto molto stretto con l' invisibile. Non mi limito a dire di crederci, perché il crederci, quando si tratta di fenomeni non dimostrabili, presuppone un'applicazione mentale. E non voglio nemmeno parlare di fede. Nella mia relazione con il cosmo non c'è una dogmatica cecità, ma un sentire profondo che si nutre di esperienze reali. Quelli che noi chiamiamo miracoli, altro non sono che il manifestarsi di una volontà – la nostra – che ha lavorato sottobanco, a volte consciamente, a volte inconsciamente, per mesi o per anni. L'abbiamo nutrita con i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre emozioni. L'abbiamo bloccata con paure e timori. L'abbiamo a volte agevolata, a volte ostacolata, in un rapporto di scambio continuo. Sebbene fin da quand'eravamo bambini ci dicessero che siamo tutti nelle

Paure e archetipi dell'era post-moderna

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Il  mondo  intorno a noi è tagliuzzato in frammenti scarsamente coordinati e le nostre vite individuali sono frammentate in una successione di  episodi  mal collegati fra loro. (Zygmunt Bauman) C’è un blogger che di recente ha dedicato una serie di post alle paure ataviche e agli archetipi “horror” che queste hanno generato. Per esempio, la figura del “mostro” nasce dal timore della diversità; la strega dall’avversione verso un modello di femminilità lontano dai principi della società patriarcale. Leggendo le sue disquisizioni, gli ho posto un quesito: perché non inventi delle figure spaventose basate sulle fobie della post-modernità ? Da qui, l’idea per un articolo a quattro mani. Io, forte dei miei studi sociologici, ho rispolverato i saggi di Bauman e approfondito i concetti già espressi nell’articolo Le macchie e le paure dell’antieroe . Lui, si è invece dedicato agli archetipi. Dall’unione dei nostri scritti, è nato questo articolo. Il mio socio ha deciso di non riv

I miei nuovi progetti creativi ed esistenziali

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Il più grande spreco nel mondo  è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare.  (Ben Herbster) Ho cambiato vita da una settimana esatta. In realtà, non me ne sono accorta subito. Il mio primo giorno di lavoro a regime part-time è caduto di giovedì, e io avevo l’impressione di essermi presa un semplice pomeriggio di ferie prima del ponte per la Festa della Repubblica. Per sancire il passaggio tra queste due fasi della mia esistenza, mi sono concessa un weekend di otium creativo (perché cazzeggio impunito suona male): una seduta dal parrucchiere, due pomeriggi in spiaggia, un evento di costellazioni familiari, una cena romantica, un paio di meditazioni guidate, un articolo ispirato dalla canzone "Vietato Morire" e scritto in dieci minuti, il concerto di Ermal Meta all’Ariston e voilà, in un attimo ero già alla pausa pranzo del lunedì. In piedi, davanti al timbratore. Se non ci fosse stato un collega a dire, scherzando: “ma guarda ‘sta stronza che

#imieiprimipensieri sulla disobbedienza del Jolly

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Credi in te stesso: gli unici ad apprezzare uno zerbino sono quelli con le scarpe sporche. (L.Buscaglia) Il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse la mela. Quel giorno nacque una splendida virtù: la disobbedienza. (O.Fallaci) Libere considerazioni senza limite di tempo. 1 - Quando andavamo a scuola, alla maestra bastava una riga sulla lavagna per dividere i “buoni” dai cattivi”. In questa seconda categoria erano collocati i chiacchieroni e i disobbedienti, coloro che disegnavano scarabocchi ai margini del foglio e che facevano ridere i compagni con aneddoti curiosi. Fantasia e socievolezza erano le qualità principali dei Jolly, ma venivano punite. Per contro, chi era ordinario e conforme veniva considerato un bravo studente. E colui che prendeva il voto più alto riceveva un premio, anche se aveva imparato il libro a memoria senza capire un’acca.