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Visualizzazione dei post da gennaio, 2015

Guest-post (4) - Autori emergenti nell’era digitale: come farsi conoscere attraverso la rete

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La scrittura esige virtù scoraggianti, sforzi, pazienza;  è un'attività solitaria in cui il pubblico esiste solo come speranza. (Simone De Beauvoir , Memorie d' una ragazza perbene ) Oggi è mia ospite Elena Lucia Zumerle, una ragazza molto giovane (appena 18 anni) ma con le idee chiarissime su ciò che desidera per il proprio futuro.  In questo post, illustra le principali tecniche di auto-promozione letteraria. Devo ammettere che sono rimasta piuttosto sorpresa: solitamente, quando ricevo via e-mail una "candidatura" per un guest-post da qualcuno che non conosco, sono sempre diffidente. Ma Elena si è mostrata fin da subito collaborativa e seria. Ha letto le linee guida, ha impostato il suo articolo sullo stesso stile dei miei (con tanto di aforisma e foto) e proposto un pezzo molto interessante. Credo che l'umiltà e la gentilezza siano qualità fondamentali per far strada. Dunque, sono molto contenta di averla qui.  Grazie Elena e benvenuta! T

Yes, I blog - come gestisco Appunti a Margine

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La vita o si vive o si scrive. (Luigi Pirandello) A me non piacciono molto i post sul blogging, non perché siano poco interessanti ma perché tendono a riprendere sempre le medesime tematiche impoverendo l'aspetto relazionale e creativo. Tuttavia ho deciso di scriverne uno, dal taglio personale ed autobiografico, per rispondere ad alcune osservazioni e richieste ricevute via e-mail. Quando ho aperto Appunti a Margine, nel maggio del 2014, avevo il terrore che non mi leggesse nessuno e che potesse rivelarsi una perdita di tempo. Invece, nel giro di pochi mesi ho “conquistato” un bel numero di lettori.  Le visualizzazioni seguono il ciclo degli aggiornamenti (picchi il martedì e il venerdì, calo nel weekend) ma stanno crescendo in modo costante. I commenti sono numerosi e, spesso, portano con sé delle lodi che mi mandano in brodo di giuggiole. E mi imbarazzano, perché io sono un'insicura.  Non sono abituata ai successi facili. Per raggiungere i miei obiettivi, ho sem

Scrivo dunque sono - quanto vale la mia libertà di espressione

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Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere. (Voltaire) A trentatré anni suonati credo che mi farò un tatuaggio. Se vinco la paura del dolore, ovviamente. Come soggetto, ho scelto i l sottotitolo del mio blog. Tutto ciò che ho per difendermi è l’alfabeto. È quanto mi hanno dato al posto di un fucile . Questa pseudo-decisione è nata stamattina, mentre riflettevo su alcuni episodi accaduti negli ultimi giorni. Non voglio fare riassunti perché servirebbe solo a farmi incazzare ancora di più. Dico soltanto che, alla base del crollo psico-fisico che lunedì mi ha fatto saltare il post, c’è il concetto che ultimamente campeggia sulla bocca di tutti: la tanto decantata libertà di espressione . Vi rendete conto di quanta ipocrisia ruoti intorno a questo termine?

Utopie da scrittori - la botte piena e la moglie ubriaca

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Nessuna cosa ci appartiene: soltanto il tempo è nostro.  (Lucio Anneo Seneca) Chiedo venia, lettori cari! Ieri non sono riuscita ad onorare il mio consueto appuntamento del lunedì e temo, purtroppo, che questo ritmo altalenante potrebbe ripresentarsi nelle settimane a venire. Nonostante eventuali anticipazioni o ritardi, cercherò comunque di mantenere il ritmo dei due aggiornamenti settimanali. Ormai la stesura degli articoli è così radicata nella mia routine che oggi mi mancava qualcosa. Non c’era il picco di visitatori, né commenti a cui rispondere con lo smartphone. Era martedì, ma sembrava un banale mercoledì. Che tristezza infinita! Questo è un periodo piuttosto complicato. Ho alcune questioni familiari di cui occuparmi e un sacco di lavoro da smaltire, dopo le ferie e l’influenza. Purtroppo non sono ancora riuscita a mettere l’impermeabile al mio cervello: finisco sempre per farmi fagocitare da mille rotture. Vorrei essere un muro di gomma, ma sono un muro di sp

Raccontare il tempo presente - Le insidie della post-modernità.

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Questa nostra epoca eccelle nello smantellare le strutture e nel liquefare i modelli.  (Z. Bauman) In questo periodo, oltre a procedere con la stesura del mio romanzo, ho ritenuto necessario rispolverare i miei testi di sociologia dell’università e trovare nuovi volumi da studiacchiare. Anche se ci sono concetti ormai integrati a livello inconscio, credo che un ripassino sia utile per fare in modo che i miei personaggi, oltre ad emergere per i loro tratti psicologici e caratteriali, possano rappresentare a grandi linee la mia generazione.  Il contesto sociale non prende mai il sopravvento sulla trama, ma i miei ragazzi sono figli del tempo post-moderno, hanno una struttura mentale in parte legata alla nostra storia, alla nostra cultura. Non posso far sì che la mia trama occupi un arco di quindici anni senza comprendere fino in fondo in che modo il mondo si sia evoluto. Voglio che le azioni dei personaggi siano coerenti con l’ambiente circostante, oppure in aperto e con

Vade retro - I tabù della mia scrittura

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Tutti i romanzieri forse non scrivono che una sorta di tema con variazioni. (Milan Kundera) Prima di entrare nel merito dell’argomento di oggi, una piccola comunicazione di servizio: sul blog Mostra Talenti di Lucia Donati è stata pubblicata un’intervista alla sottoscritta. Gli argomenti affrontati sono gli stessi di cui parlo sul blog, con particolare riferimento agli aspetti spirituali della scrittura. Se vi va, quindi, potete passare a dare un’occhiata.   Detto ciò, veniamo al dunque. Un paio di settimane fa ho pubblicato l’articolo A volte ritornano – Le tematiche ricorrenti della miascrittura , che è piaciuto così tanto ai lettori da balzare rapidamente nella top-ten dei post più letti. Oggi intendo mostrare l’altro lato della medaglia e raccontarvi un po’ degli argomenti e dei generi che non ho mai voluto o potuto trattare. Ho deciso di suddividere i miei tabù in tre categorie.

Le caratteristiche di un protagonista vincente

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Ciò che la gente ama di più dell'eroe è vederlo cadere. (dal film Spider-man) Dopo l’inconveniente di lunedì scorso, eccomi di nuovo qui. Acciaccata, però ci sono. Non me la sento ancora di riscrivere il post sulle tre parole del 2015. La mia ispirazione è indisciplinata e segue le correnti d’aria. Oggi ho deciso di accantonare momentaneamente gli articoli dal taglio psicologico  per tornare a parlare di scrittura in senso stretto. In particolare, mi concentrerò sulla croce e la delizia di chiunque intraprenda un progetto narrativo: il protagonista della storia. Quando ho iniziato a progettare il romanzo a cui sto lavorando, l’idea era quella di creare un romanzo corale, con dieci personaggi sullo stesso livello. Impresa decisamente ardua, per una che non prendeva in mano la tastiera da cinque anni. Infatti poi mi sono ridimensionata. Innanzi tutto, non ho ancora l’esperienza necessaria per gestire così tanto materiale. In secondo luogo, la storia sarebbe st

Contrattempo creativo

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La strada più facile non è sempre la migliore.  (Anonimo) Stamattina ho scritto un articolo bellissimo, ispirato a quello di Daniele Imperi “Tre parole per il 2015”. Non lo dico soltanto perché si rimpiange sempre ciò che è andato perduto: mi piaceva davvero. Scriverlo mi ha coinvolta così tanto che mi sono commossa. È stata proprio la foga della creatività, forse, a farmi dimenticare di salvare il file. Così, quando il PC si è impallato, tutto il mio lavoro è andato perso. Di solito word ripristina i documenti. Stavolta no, e non capisco perché. Così ho versato nuove lacrime. Di rabbia, però. Ho pensato di riscriverlo, ma ormai quella sincerità priva di implicazioni mentali che solo i primi pensieri possono portare sulla carta era andata dispersa. Non avevo più il cuore. Sarebbe stato soltanto una copia meno autentica di quanto fatto in precedenza. Avevo pensato quindi di dedicarmi ad un nuovo argomento, ma dopo qualche tentativo mi rendo conto di non avere una gran