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Visualizzazione dei post da gennaio, 2017

#imieiprimipensieri - tutto il resto è noia

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Oggi: noia che sbatte come una persiana al vento. (Leo Longanesi)   Scrittura di getto e senza revisione, 1° prova – Tempo previsto: 20 minuti. Quando siamo bambini e adolescenti, la noia è associata alla necessità di riempire il proprio tempo con attività piacevoli. Da adulti la percezione cambia. Al centro di tutto, c’è sempre lo scorrere dei minuti. Ma il divertimento, ora, non è più legato alla necessità di adrenalina, ma è il bisogno di un dettaglio che interrompa la sensazione di aver incanalato il proprio percorso esistenziale lungo binari che non prevedono alcuna deviazione. Quando tutto è uguale si cerca spasmodicamente qualcosa che, come un lampo che spezza il bianco delle nuvole, renda vane e inutili tutte le routine. A volte, persino una rogna – come un Ape-Car che va a 30 all’ora in tangenziale – diventa foriera di novità. Perché, mentre sei in coda, pensi. Trovi una pausa dal normale. Ed è in questa pausa che si concretizza la creatività.

I miei primi pensieri - invito ai blogger

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Sorridi, respira e agisci con calma. Thich Nhat Hanh Circa un mese fa, nel post I primi pensieri dello scrittore , ho citato un brano, tratto dal saggio Scrivere Zen di Natalie Goldberg, che evidenziava l’immenso valore creativo delle nostre idee originarie. Siccome dai commenti è emerso che molte persone hanno difficoltà ad abbandonare il controllo che la mente esercita sulla loro creatività, ho deciso di proporre un gioco che sarà utile a tutti, compresa la sottoscritta. Mi trovo infatti in una fase piuttosto delicata della mia gavetta letteraria: dopo aver integrato nel mio modo di scrivere le basi di una competenza narrativa sì migliorabile ma comunque discreta, sento la necessità di ritrovare la connessione con quella creatività gioiosa e un po’ anarchica che in passato ha dato vita ai miei testi più intensi. Ho bisogno di impazzire, e voglio farlo insieme a voi. Prima, però, una piccola precisazione. Il libro in questione non è un polpettone new-age , ma un

La voce del Jolly #1 - Davide Laura, dalla strada alla Scala

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Ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere, la musica lo esprime. (Victor Hugo) Da due anni, il musicista Davide Laura  allieta i pomeriggi dei sanremaschi con il proprio violino: non c’è nessuno, per le strade del centro, che non conosca e non apprezzi la sua musica. Perché, quindi, non consentirgli di rappresentare la città al Festival? Questa è stata l’idea degli amministratori del gruppo Facebook “Sei di Sanremo se…”, che una decina di giorni fa hanno creato l’hashtag #vogliamodavidelaurasulpalcodell’ariston. Diversi lettori hanno scritto a Carlo Conti per metterlo al corrente dell’iniziativa. In poche ore, un’idea nata quasi come un gioco è diventata virale. Davide, per diffondere la propria musica, non ha partecipato a un talent o venduto l’anima al demonio: ha semplicemente allestito una postazione in via Matteotti e si è messo a completa disposizione della gente. L’energia veicolata dalle sue note, poi, ha fatto il resto.   Se non ci credete, guardate con i vo

Quattro consigli di scrittura da Rob Brezsny

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Niente si regala tanto generosamente quanto i propri consigli. (Francois Delarochefoucauld) Prima di addentrarmi nei meandri di questo articolo, occorre rispondere a una domanda: chi è Rob Brezsny ? Uno scrittore? Un filosofo? Un life-coach? Uno scienziato? Un guru? No. O meglio: non solo. Rob Brezsny e uno dei più celebri astrologi facenti capo alla scuola psicologica-evolutiva . Le sue indagini, qui in Italia, sono tradotte e pubblicate dalla rivista: “Internazionale”. Come ben sapete, io diffido dell’oroscopia sommaria proposta dai giornaletti e di tutti quegli pseudo-guru che millantano di predire il futuro. Brezsny non ha questa pretesa: lui, come tutti i colleghi che seguono il medesimo approccio, interpreta i possibili effetti emotivi dei transiti planetari e offre qualche suggerimento (spesso con toni ironici) per affrontarli senza impazzire. Secondo me è bravo. Dannatamente bravo. Così bravo che, commentando le sue analisi, più volte ho scritto: “oddio, mi sta

Tre parole per il 2017

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A chi crede nei sogni, basta un gradino per raggiungere le stelle. (Antonio Aschiarolo) Da quando Appunti a Margine è nato, è mia consuetudine inaugurare l’anno virtuale con il post delle Tre parole . L’idea originale è di Chris Brogan, ma io ho conosciuto questo gioco grazie a Daniele Imperi , che dal 2010 lo propone sul suo blog. Quest’anno anche Silvia Algerino è stata della partita. Se qualcuno di voi desidera unirsi al meme, è il benvenuto. Mi permetto però di darvi un consiglio: non limitatevi a scrivere un articoletto di cui vi dimenticherete subito dopo aver risposto ai commenti, altrimenti l’esercizio non servirà a nulla. Scrivete i vostri concetti chiave su un post-it da tenere sempre a portata di sguardo, e lavorate su questi obiettivi nei mesi che verranno, perché è così che si innescano i cambiamenti. Diversamente, tutti i buoi propositi finiranno nel cestino della carta straccia. Per quel che mi riguarda, è tempo di bilanci: com’è andata con le parole