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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

Guest-post (5) - Self-publishing: cos'è e come funziona.

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Oggi è mia ospite Gloria Zaffanella, Public Relation Manager di Stampaprint S.r.L, che illustra agli aspiranti scrittori l’ABC del self-publishing. Molti neofiti, infatti, ancora ignorano l’opportunità di diventare imprenditori di se stessi. Altri, ritengono che sia sufficiente fare click su Amazon per assecondare il proprio bisogno di sentirsi scrittori. Poco importa che l’editing sia sommario, il testo poco curato e la grammatica carente. Auto-pubblicarsi non significa rinunciare alla qualità della propria opera. Occorre la volontà di investire – nell’editing e nella grafica - oppure la competenza per poter fare tutto da soli.  

L'importanza delle parole - la sottile differenza fra "dovere" e "volere".

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L'anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci. (Charles Bukowski) Tutto è iniziato da una semplice conversazione via e-mail con Salvatore Anfuso. Sono stata io a scrivergli privatamente, ispirata dal commento citato in questo post , per riflettere sull’uso di determinate parole nella nostra vita quotidiana. Consapevole dell’impatto che il chiacchiericcio mentale ha sui comportamenti umani, ho voluto evidenziare come la differenza concettuale fra il “devo” e il “voglio” possa condizionare la nostra performance, sia nell’ambito della scrittura, sia in ogni altro campo d’azione. Ogni parola ha un’energia propria, che agisce sulle sinapsi generando reazioni emotive diverse a seconda del significato che siamo abituati ad attribuirle.  Pertanto, dobbiamo prestare attenzioni ai termini che scegliamo per orientare il nostro agire e per dare consigli agli altri. Dire a qualcuno “sei un cretino non ce la farai mai” non è come dirgli “forza e coraggio, non smettere di

L' impatto della scrittura sulla mia vita quotidiana.

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Gli scrittori di romanzi insegnano al lettore a considerare il mondo come una domanda. (Milan Kundera) Nella pagina Lo scopo del blog , sostengo che la propensione per la scrittura sia una condizione esistenziale. Le competenze tecniche arrivano in un secondo momento: alla base del nostro interesse ci sono caratteristiche della personalità che non c’entrano nulla con la conoscenza della grammatica o con l’utilizzo di un cliff-hanger . Il talento non si costruisce dal nulla, scaturisce naturalmente da una sorta di curiosità primordiale; fantasia e creatività ci appartengono quasi geneticamente. Quando ci dedichiamo alla scrittura con costanza, si innesca una sorta di circolo virtuoso. È la nostra visione del mondo che ci porta a raccontare storie, ma è vero anche il contrario: essere narratori cambia il modo in cui ci relazioniamo con la realtà. L’arte entra a gamba tesa nella nostra vita quotidiana, alimentando nuove forme di pensiero, atteggiamenti e abitudini che prima

Coming soon - i miei racconti sul blog.

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Non sei fregato veramente finché hai una buona storia da raccontare . (Alessandro Baricco) Qualche giorno fa, fra i commenti al mio articolo sul punto di vista in terza persona limitata , ne è comparso uno molto interessante, scritto da Salvatore Anfuso . Ne riporto un breve estratto: Non solo devi mandarmi qualcosa, dovresti anche postare qualche racconto nel tuo blog, almeno di tanto in tanto. Per far capire all'atto pratico ai tuoi lettori com'è la tua scrittura. Altrimenti tutti gli argomenti dei post rimangono parole vuote... Lo so che non ti piace scrivere racconti e, l’unico che hai postato, forse era davvero troppo breve per far capire appieno le tue potenzialità. Al riguardo ho commesso un errore io chiedendoti di scrivere un racconto troppo corto. Però dovresti provarci. :) Purtroppo ho il brutto vizio di usare ogni osservazione come uno spunto per comprendere meglio me stessa e il mio modo di fare, quindi queste parole hanno suscitato, nei giorni

Terza persona limitata con focalizzazione multipla - Quale personaggio è più adatto per filtrare la scena?

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Re ndete visibile quello che, senza di voi, non potrebbe mai essere visto. (Robert Bresson) È da un po’ che, su Appunti a Margine, non affronto tematiche tecniche. Ultimamente  ho preferito argomenti socio-psicologici e spirituali, perché mi consentono di esprimere il mio pensiero con maggiore libertà e di dare, agli articoli, un taglio personale, senza ripetere concetti già presenti su altri blog, con il rischio di annoiarvi a morte. Oggi, però, voglio portare avanti una riflessione su come sfruttare al meglio il punto divista in terza persona limitata con focalizzazione multipla che, come molti di voi già sanno, è quello da me adottato per il romanzo che sto scrivendo. Sono rimasta molto sorpresa, qualche mese fa, quando ho letto “Il confessore”, di Jo Nesbo, in particolare per la gestione originale dello sguardo. Il punto di vista è infatti affidato a un numero spropositato di personaggi, anche semplici comparse, ma MAI al protagonista. Una scelta narrativa di ques

L' alfabeto della mia scrittura - oggi è così, domani chissà...

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Bisogna prendere speciali precauzioni contro la malattia dello scrivere,  perché è un male pericoloso e contagioso. (Pierre Abelard) Questo articolo, ispirato dal post “ L’alfabeto dello scrittore ” di Rosalia Pucci, è stato redatto con un criterio differente rispetto a tutti gli altri: ho infatti deciso di scrivere prima il testo e poi l’introduzione. Il motivo è molto semplice: finché non ho digitato l’ultima parola non sapevo quali sarebbero stati i ventuno vocaboli scelti per definire la mia scrittura, pertanto non avrei potuto presentarveli. Non ho voluto cercarli, ma far sì che loro venissero da me. Se avessi affidato il processo alla mia razionalità, l’elenco sarebbe risultato viziato da elucubrazioni, sforzi cervellotici e un pizzico di paranoia. Quindi, ho preferito agire d’istinto: per ciascuna lettera dell’alfabeto ho scritto il primo concetto che mi è venuto in mente, purché pertinente con l’argomento. Queste parole dicono la verità. Si sono accese nel

Il rapporto fra personaggi e ambientazione - flaneur, vagabondo, turista e pellegrino

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Ordine vuol dire la cosa giusta al posto giusto e al momento giusto. Sono i confini a determinare quali sono le cose, i luoghi e i momenti giusti. (Zygmut Bauman) Dopo qualche settimana, oggi ritorna il connubio fra sociologia e letteratura. Come avvenuto già in precedenza, ho deciso di piegare la volontà dei teorici post-moderni ai miei scopi narrativi, evidenziando come le strutture del mondo in cui viviamo si ripercuotano, quasi di default, sulle nostre storie, o almeno su quelle ambientate nell’era contemporanea. Oggi si parlerà di archetipi. Non quelli di Voegler, ma quelli di Zygmut Bauman. Le città, al giorno d’oggi, rappresentano nuclei alienanti. I non-luoghi sono privi di identità, relazioni significative e storia. Difficile, dunque, per le persone, riuscire a radicarsi. Ci si sente allo sbando, privi di un’àncora con cui agganciare credenze e sogni. Il contesto sociale raramente offre garanzia e sicurezza: la roulette della società punta su logiche consumi

Con le mani nei capelli - manuali e guest-post

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La gloria e il merito di certi uomini è di scrivere bene. Di altri, non scrivere affatto. (H. De Balzac) Sono le 19:00 in punto, sono rientrata a Sanremo da circa 40 minuti e, nonostante le mie condizioni psico-fisiche e qualche postumo alcoolico, mi accingo a scrivere un articolo che ha rischiato di saltare per cause di forza maggiore. Il motivo lo scoprirete fra poco, perché oggi ho deciso di unire l’utile al dilettevole e – prendendo spunto da quanto è accaduto con il mancato guest-post – di chiarire un piccolo malinteso emerso fra i commenti a Condizionamenticreativi (2) trappole mentali . Anche se non ci sono state critiche esplicite alle mie parole, temo che qualcuno possa aver male interpretato la mia posizione nei confronti de “Il viaggio dell’eroe”. Per questo motivo voglio chiarire che io non demonizzo i manuali di scrittura . Proprio pochi giorni fa, ho sfogliato il celeberrimo volume di Voegler, per mettere meglio a fuoco alcuni passaggi del mio romanzo

Condizionamenti creativi (2) - trappole mentali.

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L'arte è questo: scappare dalla normalità che ti vuole mangiare. (Stefano Benni) Qualche giorno fa, il mio master reiki ha pubblicato su Facebook una fotografia dal titolo “Gli ostacoli al pensiero creativo”, riportante un elenco di concetti decisamente interessanti. Dal momento che non venivano illustrati nel dettaglio, ho deciso di spiegarli, reinterpretarli e adattarli alla nostra passione per carta e penna. Tuttavia, ho da poco pubblicato il post “ Condizionamenti creativi – cosa mi distrae dalla scrittura ”, di titolo e argomento molto simili. Non voglio correre il rischio di ripetermi e darvi l’impressione di essere una blogger priva di fantasia, ma nemmeno rinunciare a un’idea che mi piace. Quindi, dopo essermi arrovellata su questo dubbio per un paio di giorni, ho deciso di creare una consequenzialità fra i due articoli. In fondo, trattano entrambi di piccoli dettagli rognosi che ci impediscono di esprimere a 360° le nostre capacità creative: uno si focalizza s