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Appunti a Margine cambia casa

Appunti a Margine cambia casa. Mentre scrivevo queste parole, pochi secondi fa, mi tremavano le mani. Non mi piacciono le sentenze definitive. E ho sempre vissuto male ogni forma di distacco. Poco importa che una separazione sia soltanto apparente. Si tratta pur sempre di lasciare alle spalle una parte di sé. Forse la malinconia non mi serve. In fondo questa non è una vera chiusura. È   soltanto un trasferimento. Un cambio di nome. Di mezzo nome, a essere precisa. E poi, anche se non posso trasferirli tutti, gli articoli di Appunti a Margine risorgeranno in un’altra veste, non saranno buttati via. Ho in mente di riutilizzarli per un nuovo progetto e una persona che mi aiuterà a realizzarlo. Il futuro promette bene, e ne sono felice. Di cosa mi preoccupo, quindi? Se ora ho la necessità di trasferire il mio blog su un portale con caratteristiche diverse, significa che la decisione di chiedere il part-time per lavorare in proprio ha funzionato. Eppure ho la gola stretta.

Il romanzo dittatore non si arrende

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Accadono cose che sono come domande.  Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde. (Alessandro Baricco) Non posso dire di aver già completamente sistemato la nuova casa. Ci sono due stanze ancora da finire. Una di queste, sarà il mio studio. Quindi, tutti i miei libri sono ancora dentro gli scatoloni. Se mi viene voglia di cercarne uno, mi mangio le mani. Tiro un respiro profondo. Penso che ci sarà tempo per tutto. Ci sarà, appunto. Adesso accumulo ancora i minuti uno sull’altro con l’obiettivo di spremerli il più possibile. Cerco di riorganizzarmi la vita, ma l’attenzione è tutta rivolta a ciò che accadrà la settimana prossima: le ferie , che stavolta spero possano essere degne del proprio nome e consentirmi un po’ di riposo. Ciò nonostante, sto meglio. Una volta ultimato il trasloco, ho ritrovato un po’ di lucidità. Mentre attendo il rientro del tecnico che dovrebbe reindirizzare Appunti a Margine sul nuovo sito, qualcosa ha ricominciato a muoversi anche s

#imieiprimipensieri - A volte ritornano

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Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.  Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. (Josè Saramago) Appunti a Margine è stato per anni il mio principale spazio espressivo. Mi sento profondamente grata a questa paginetta per avermi sostenuto quando, seduta in un ufficio grigio e con lo sguardo rivolto verso una città altrettanto priva di energia vitale, cercavo un modo per gridare al mondo la mia esistenza. Quindi non avrei mai voluto costringermi a questi mesi di pausa. Però erano necessari. Ci sono infatti momenti in cui la vita ti strappa a forza dai piaceri e ti mette davanti a un vomitevole e strisciante senso del dovere. E non serve a nulla frignare o pestare i piedi: se accetti la situazione, riesci anche a non farti male. La mia non è stata una bella estate. Non compatitemi: può capitare. Sono un’amante del mare, ma ha piovuto praticamente per tutto luglio. Alla fine del mese, contemporaneamente all’arriv

Le primavere di Praga - Riccardo Burgazzi

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La presente recensione è stata scritta circa tre mesi fa, con l'intento di pubblicarla sul nuovo blog, ormai in costruzione perenne. Poiché i tempi si stanno dilatando oltremisura, ho deciso di farla intanto comparire su Appunti a Margine per poi, appena possibile, trasferirla sul nuovo sito. I contrattempi, purtroppo, sono stati moltissimi, così come le ragioni del ritardo (che coinvolgono anche la mia salute). Pertanto, non  voglio ufficializzare una data di pubblicazione. L'ultima volta che l' ho fatto, è successo di tutto: ora, taccio per scaramanzia! Ciò nonostante, ho deciso di non toccare l'introduzione, per ricordarmi l'intento iniziale di questa recensione, renderlo noto anche a voi, e recuperarlo non appena i tempi saranno più favorevoli. La mia strada, ormai è ben nota. Questi non sono stop, ma solo deviazioni. Su questo sito ho deciso di recensire solo romanzi che si muovano al di fuori dal circuito produttivo delle major e che abbiano un

#imieiprimipensieri - Seguire l'amore

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Se vuoi saperne di più sull'iniziativa #imieiprimipensieri , leggi qui.  Se invece non conosci o hai dimenticato la metafora del Jolly, qui . Inoltre, queste parole non rilette e non revisionate, mi hanno fatto venir voglia di rilanciare il post #imieiprimipensieri - Cercasi Jolly , mai d'attualità come in questo momento. Qualcuno l'ho trovato, ma la caccia continua. Intanto, buona lettura! :)  Il perdono libera l'anima, rimuove la paura. è per questo che il perdono è un'arma potente. (Nelson Mandela) Torno a scrivere dopo un lungo periodo di silenzio, sperando che gli aggiornamenti del blog ricomincino presto a essere una costante settimanale. Magari questo non avverrà subito, ma entro l’autunno vorrei chiarirmi le idee non solo sul destino di questa paginetta, ma anche sull’indirizzo da dare al sito nuovo (ancora bloccato) e alla mia attività professionale e scrittoria intesa in senso lato. Nell’ultimo anno, infatti, ho assunto su di me più imp

Cosa insegna la seconda stagione di Tredici

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NOTA: Ultimamente, voglio scrivere cose leggere. H o quindi d e ciso di scrivere questa recensione di getto, forse con un approccio più emotivo che critico. Nel processo di stesura, ho sentito la necessità di segnalare alcuni passaggi, ma lo  spoiler è segnalato, tranquilli! Mi rendo inoltre conto che molti potrebbero non aver visto la serie. Sintetizzo:   nella prima stagione, la giovane Hannah Baker si suicida lasciando in eredità tredici audio-cassette, con le quali accusa altrettante persone di  averla condotta a compiere questo gesto estremo. Nella seconda, ormai sganciata dal romanzo, i genitori fanno causa alla scuola per non aver fermato gli episodi di bullismo, e i vari personaggi vengono ascoltati come testimoni. Questo post, che è una novità anche per me, registra le mie opinioni solo sulla seconda stagione che, nonostante le perplessità iniziali, mi ha colpito molto più della prima . Buona lettura! In questi quattro anni ho pubblicato pochissime recensioni, e mai

Obbligo di fermata - come mai sono sparita

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Niente può essere inutile a un poeta. (Samuel Johnson) Eccomi qui. Non aggiorno il blog da più di un mese. Da quando l'ho aperto, ormai quattro anni, non ci sono mai state pause così lunghe. Il motivo è stato spiegato qualche giorno fa in un breve post su Facebook, ma ora voglio raccontarvi un po’ meglio ciò che è successo, nella speranza che il ponte creatosi tra me e voi non sia stato spazzato via da questo periodo di silenzio. Tutto è iniziato il 25 aprile, quando ho pubblicato l’articolo sulla Resistenza del Jolly . Non potete immaginare quanto abbia faticato a mettere in fila quelle mille parole. Gli occhi pesavano e non riuscivano a rimanere focalizzati sullo schermo. La mente aveva gli ingranaggi arrugginiti, mi sembrava quasi di sentirli: giravano a fatica e, incastrandosi l’uno con l’altro, facevano un rumore infernale. E la mia schiena non riusciva a trovare una posizione che non le causasse dolore. Dovevo alzarmi continuamente, gironzolare per la stanza,

La resistenza del Jolly

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Bisogna sempre avere il coraggio delle proprie idee e non temere le conseguenze  perché l’uomo è libero solo quando  può esprimere il proprio pensiero  senza piegarsi ai condizionamenti. (Charlie Chaplin) (Non sai chi è il Jolly? Leggi  qui )  Oggi è il 25 aprile. Si festeggia una ricorrenza storica importantissima per l’Italia. Ma il popolo dei social la banalizza. Come sempre. Si vedono foto di pugni alzati, falci e martelli, immagini del duce appeso per i piedi. E poi, si leggono aforismi.   Scritti da chiunque. Anche da persone che con la Resistenza non c’entrano una benemerita perché sono nate secoli prima, o decenni dopo. In fondo in rete la lettura è sempre superficiale, nessuno si accorge della pochezza dilagante. E ai suddetti influencer importa ben poco del proprio messaggio: l’importante è mantenere il culo ben saldo nella vetrina dei social. Io sono una mina vagante. Come sempre, me ne lavo le mani di frasi fatte e pensieri politically correc