Ambientazioni temporali: l'incursione dell'attualità.

La verità è uno stile di vita.
Maria Bertuzzo.

L'idea per questo post è nata dalla conversazione con una mia preziosissima beta-reader, che ha molto gradito il ruolo del contesto socio-storico-culturale all'interno del mio romanzo e la decisione di chiamare in causa eventi che, seppur relativamente recenti, sono ormai ben radicati nell'immaginario collettivo.
Da quando ho deciso di eliminare un inutile labirinto di subplot completamente inutili scegliendo un filone narrativo portante, l'intersezione fra le vite dei personaggi ed il loro ambiente ha acquisito ancor più visibilità. L'intera trama ha acquisito maggior ritmo e le azioni dei protagonisti, così come le loro personalità, hanno guadagnato in forza e credibilità rispetto alla versione che aveva visionato mesi fa.

Raccontare il passato recente, tuttavia, non è semplice. L'era contemporanea è priva dell'atmosfera oscura ed incerta che regnava nel decadentismo, o del vitale fermento tradizionalmente associato al sedicesimo secolo. Viviamo in un'epoca grigia ed impersonale in cui i social network si sono impossessati dei rapporti umani ed i nonluoghi (vedi qui) hanno fagocitato l' universale idea di focolare domestico. Ma questa indeterminatezza può diventare un punto di forza, se scegliamo eventi in grado di far battere il cuore del lettore, di suscitare un ricordo, un emozione, un collegamento con alcuni fatti della loro vita personale.
Con la consapevolezza che le vicende dei personaggi (decisione mia, non regola universale) devono mantenere la centralità all'interno della narrazione, mi sono rivolta a San Wikipedia ed ho stampato tutte le pagine relative agli anni dal 2000 al 2014. Si tratta per lo più di liste di eventi. Ho sottolineato quelli che mi interessano e lasciato gli altri da parte. Se necessario, approfondirò un futuro. Poi ho cercato di comprendere, coerentemente con la cronologia della mia storia, quali episodi fossero adatti ad incrociarsi con le vite sregolate dei miei ragazzi e della loro combriccola. 

Esistono, a mio avviso, tre diverse modalità di intersezione:

a) Partecipazione diretta.

In questo caso, per me valgono due regole generali. Innanzi tutto, l'evento scelto deve contribuire allo sviluppo della trama. In secondo luogo, deve avere un impatto decisivo sull'esistenza del personaggio coinvolto. Può accadere che lui apprenda qualcosa di fondamentale su se stesso, che incontri l'anima gemella, che faccia un incidente in cui rimane paralizzato... che MUOIA! Insomma, possiamo far succedere di tutto. L'importante è che quel qualcosa abbia un senso.

Non stiamo scrivendo un saggio sul crollo delle Torri Gemelle o sul lavoro della Protezione Civile durante il terremoto de L'Aquila. Si tratta di un romanzo: che effetto fa perdere l'aereo che poi si schianterà sul grattacielo? Quali consapevolezze emergono, in questo nuovo stato di sopravvissuto? Sono queste le domande che dobbiamo porci, per poi decidere di conseguenza se raccontare o no un determinato episodio. Il fatto acquisisce un valore importante se diventa motore propulsore della nostra storia. Diversamente, stiamo solo facendo speculazioni.

Qualora decidessimo di raccontare eventi che hanno avuto un impatto politico, cerchiamo di tenere a bada l'ideologia. Il rischio è in agguato, quando certi episodi ci hanno toccati nel vivo. Io, ad esempio, non sono mai stata No Global, ma il G8 di Genova ha coinvolto la mia terra. Io c'ero. Ho maturato posizioni precise al riguardo. Ho dovuto riscrivere completamente una scena in cui mettevo in bocca ad un mio personaggio parole non sue. Ho definito accuratamente il carattere e la personalità dei miei protagonisti, dunque sono perfettamente in grado di comprendere cosa pensino loro. Io non conto. Posso esprimere la mia opinione in qualunque altro momento al di fuori della storia.



b) Svolgimento parallelo.

Il 2 aprile 2005 è un giorno che non dimenticherò mai: dopo un pomeriggio stranissimo, trascorso in ospedale al capezzale di un amico, presi una decisione che cambiò la mia vita per sempre.

Erano le 21:30 e stavo camminando in Piazza del Duomo, a Milano, insieme ad un'amica.  Ci eravamo incontrate per andare al cinema a vedere Sideaway. Le parlavo dei miei sogni, dei miei progetti. E dissi una frase molto importante. Non la voglio scrivere qui, è una questione personale. Ma fu una determinazione profondissima, destinata a trasformare per sempre il mio futuro.

Nello stesso momento, le campane suonarono a lutto. Un grande uomo, Papa Giovanni Paolo II, se ne era andato per sempre. Non sono mai stata cattolica praticante, ma lo apprezzavo molto. Da giorni, ormai, mi mantenevo aggiornata sulle sue condizioni. E ricordo che piansi. Forse per me, forse per l'amico malato, forse per il papa. Forse perché ero riuscita a capire che cosa dovessi cambiare, se volevo essere felice. Fatto sta che la mia storia personale si stava incrociando con la storia "vera". Questi due momenti così importante saranno per sempre legati nella mia memoria.

All'interno del mio romanzo, faccio spesso parallelismi di questo genere. Anche se il personaggio non è presente nel luogo in cui avviene il fatto, l'eco di tale accadimento lo raggiunge, lo turba, lo coinvolge e lo fa riflettere. A volte si tratta di un semplice rumore di fondo, altre volte l'effetto è più pervasivo. Quando rileggo il brano, emerge una sensazione di sicurezza, di stabilità. I personaggi sono collocati in un luogo e in un tempo preciso, non danno l'impressione di fluttuare nel vuoto. Il realismo è accentuato e le emozioni potenti. 

c) Semplice dettaglio di contesto.
Un uomo, al bar, legge il giornale e commenta i risultati delle partite. Il protagonista è invitato alla prima de "Il signore degli anelli". Mentre lui e lei si scambiano il primo bacio, la televisione sta trasmettendo il Festival di Sanremo, la cronaca dell'attentato di Nassirya, le olimpiadi di Pechino.
Possiamo arricchire la nostra ambientazione in moltissimi modi, l'importante è che ci sia attinenza con le vicende e che non si crei un sovraccarico: i personaggi devono mantenere intatto il proprio spazio ed il proprio ruolo, sapersi integrare con ciò che li circonda senza risultarne schiacciati. Il lettore deve avere l'impressione che l'insieme sia armonioso e coerente, senza essere sommerso da una miriade di informazioni inutili.
Ciascuno, in tale frangente, ha il suo metodo: c'è chi inserisce i dettagli ambientali in fase di revisione e chi è costretto ad operare tagli drastici per evitare l'effetto polpettone. L'importante è che il risultato finale sia al contempo credibile e piacevole.

Eccomi giunta alla fine di questo post. Pensate che, fino alle 17:00, ero ancora indecisa fra diverse idee per il post di stasera. Questo argomento è stato frutto di un'illuminazione improvvisa ed ha portato con sè un'idea affine. In uno dei prossimi post (non so ancora se sarà lunedì, oppure più avanti perché di solito mi piace alternare gli argomenti) vi descriverò le incongruenze in cui si incorre quando si decide di ambientare la storia nel passato recente. A volte, si pecca di presunzione. Crediamo di ricordare perfettamente certi episodi e quindi pensiamo di non aver bisogno di documentarci. Ovviamente non è così, ma lo vedremo in seguito. Intanto ditemi: vi capita mai di inserire l'attualità nei vostri romanzi o racconti? in che modo integrate la storia con le vite dei personaggi? Sto pensando, ovviamente, ad opere ambientate nei giorni nostri. Il romanzo storico richiede un lavoro diverso. Non sono sufficientemente competente per  parlarne. Chi volesse scrivere un guest-post al riguardo, però, è il benvenuto.

Commenti

  1. Ottimo post, come sempre. Aggiungo che per le mie incursioni nei racconti storici ho lavorato nello stesso modo. Alla fine non importa se l'ambientazione sia di oggi, di ieri o di ieri l'altro, i tuoi consigli sono universali.

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    1. Ti ringrazio! Ogni tanto mi piace scrivere qualche post più tecnico. Perdona l'Off-topic: anche tu hai problemi con l'impaginazione su blogger, l'interlinea eccetera? Io sì, ogni volta impazzisco. A volte rinuncio a sistemare perché ci perdo anche ore!

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    2. Esempio: dopo "partecipazione diretta" compare uno spazio che non esiste. Non ho mai inserito tale interlinea. Proprio per questo non riesco a toglierla!

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    3. Io non ho mai avuto problemi, salvo quando copio-incollo qualcosa, allora mi va a ramengo (tecnicismo delle mie parti) la dimensione del carattere. Per il resto problemi zero

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    4. Chiara l'interlinea dopo "partecipazione diretta" potrebbe essere causata dal fatto che è quella riga è un "subheading" anziché "normal". Il mio blogger è in inglese quindi non so se le mie parole han senso, in più anch'io sto litigando con blogger di brutto, non sono un'esperta. Cerco di spiegarmi: nel post puoi scegliere font, grandezza del carattere e poi di fianco c'è un menù a tendina che ti dà l'opzione tra "normal, heading, subheading, ecc" Il subheading ingrandisce il font e inserisce un'interlinea come quella che hai dopo "partecipazione diretta".

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    5. Io ho le diciture in italiano, ma farò qualche prova. Ti ringrazio molto!
      Probabilmente ha ragione Tenar: può essere legato al copia-incolla perchè solitamente scrivo su word ed esporto il testo in un secondo momento. Spero che in futuro riesca a capire come fare: più volte ho avuto problemi con le interlinee e le spaziature, ma dopo vari tentativi di modifica spesso mi sono arresa.

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  2. Non so che dirti Chiara perché il post è talmente scientifico e approfondito che si può solo imparare qualcosa. Al più si preme quel pulsante di condivisione, perché altri imparino!

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    1. Troppo buono, come sempre! è solo il mio modo di lavorare, nessuna regola inviolabile :)

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  3. Riflessioni interessanti le tue, hai toccato un argomento non facile. Per assurdo potrebbe essere più facile ambientare una storia in un passato lontano che non in tempi che ci hanno visti coinvolti. Secondo me è un approccio che richiede ancora più sensibilità e un'analisi approfondita. Portare sulla carta una certa atmosfera non è cosa facile, ma i tuoi mi sembrano buoni consigli :)

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    1. è vero, richiede un'analisi approfondita. Il vantaggio dell'ambientare una storia ai giorni nostri, tuttavia, consiste nella possibilità di documentarsi strada facendo. In fase preliminare, a parte reperire eventi, non ho fatto molto altro: non dovevo assorbire quanto possibile da una determinata epoca storica. Man mano che scrivo, però, mi rendo conto di aver bisogno di sapere come si svolge un parto, come funziona una casa discografica, chi ha segnato a Inter-Siena nella partita scudetto del 2007 (Materazzi!) e così via :)

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  4. I tuoi post sono sempre ottimi, ma in questo mi ci ritrovo in modo particolare.
    Parlo da scribacchina di Fantastico, quindi magari sembrerà che il mio interesse abbia poco a che fare con il contenuto del tuo articolo. Ma non è così. Amo creare realtà alternative, però restando (quasi) sempre bene ancorata alla nostra e alla sua storia - tanto quella (stra)passata quanto quella recente - e trovo che il "Semplice dettaglio di contesto" sia importantissimo per far sentire il lettore a casa, come se la vicenda fosse ambientata nel nostro mondo; senza fargli mai dimenticare, nello stesso tempo, che si trova in un altro dove.
    Lavoro moltissimo a questi dettagli - anche se so che andranno persi nel mezzo della storia. Per me è fondamentale la coerenza, sia nell'ambientazione che nello svolgimento, per questo inserisco solo elementi ragionati. Alcuni sono 'di sfondo', hanno la funzione di dare caratteristiche precise alla mia realtà (per esempio, nel Mammut#1, un urban fantasy, esiste l'Unione Europea, ma la Germania è ancora divisa e così è rappresentata sulle monete da un euro). Altri, invece, servono a far prendere una determinata piega alla storia (sempre nel Mammut#1, la Russia è ancora U.R.S.S. e la minaccia del conflitto atomico con li U.S.A. è concretissima).
    La "Partecipazione diretta", invece, mi coinvolge poco: finora nelle mie storie non ho mai inserito eventi ben precisi, sulla scia di quelli che citi. Però sono d'accordissimo su una cosa, e cioè sul fatto che l'ideologia va tenuta a bada. Personalmente, trovo insopportabili i romanzi a sfondo politico, soprattutto quando dovrebbero essere altro: dei Fantasy, per esempio. Dopo averne letti un paio in cui gli autori davano sfogo al risentimento nei confronti dell'avversario politico (perdendo la magnifica occasione di perdere l'occasione di insultare e ridurre i personaggi antagonisti a macchiette), ho deciso di tenermi bene alla larga da qualunque storia abbia anche solo un vago sentore di schieramento.

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    1. Il dettaglio di contesto è fondamentale anche quando la storia è ambientata nella contemporaneità. Occorre che il lettore si senta vicino al personaggio, specialmente quando le vicende possono sembrare lontane dal suo vissuto. Quindi occorre inserire elementi familiari.
      Io mi sono posta il problema della vicinanza perchè la storia inizia quando i miei protagonisti hanno circa 20 anni (chi qualcuno in più e chi qualcuno in meno) e finisce quando ne hanno intorno ai 35 ... Alla mia generazione, questa storia, può piacere molto. Ma mi piacerebbe anche poter "sconfinare". Certo, ora sono ancora in fase di prima stesura: non è ancora il caso di porsi il problema del target :)

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  5. Molto interessante questo argomento, anche se io sono un po' agli antipodi: l'attualità la evito in ogni sua forma (a parte come generica ambientazione nel mondo di oggi). Non mi piace datare le mie storie; vorrei che qualcuno potesse leggerle tra un secolo senza domandarsi cos'è il Festival di San Remo o cosa sia accaduto a Nassirya. Inoltre sento il bisogno di prendere le distanze dagli eventi della realtà presente per arrivare a qualcosa di eterno. Non dico di riuscirci, sia ben chiaro, e forse farà ridere, ma sento una tensione di questo tipo.

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    1. Il tuo ragionamento è sicuramente interessante, ma non mi vede completamente d'accordo. Io non penso che la presenza di dettagli contestuali possa compromettere l'eternità dell'opera, altrimenti non si leggerebbero nemmeno i romanzi storici. Ritengo però che sia compito dell'autore fare in modo di rendere il tutto più chiaro possibile affinchè anche il lettore più avulso dal contesto possa comprendere di cosa si stia parlando. Avviene anche con opere ambientate in epoche più lontane: più volte mi è successo di veder citati fatti che non conoscevo, descritti quel tanto che bastava per consentire di seguire la storia. Se ero curiosa, approfondivo in un secondo momento. Altrimenti, lasciavo perdere senza compromettere la comprensione dell'opera o quella presunzione di "eternità" che ciascuno di noi porta con sè.
      C'è da aggiungere, inoltre, che la decisione di raccontare certi fatti, in questo specifico romanzo, si lega alla premessa generale della storia (scelta dopo aver letto il tuo libro, fra l'altro). Magari, in altre opere, agirò diversamente, eviterò di datarle oppure (sogno nel cassetto) scriverò un romanzo storico. Staremo a vedere cosa porterà il futuro :)

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  6. Anche a me piace dare un contesto realistico alle mie storie, che in genere si traduce più con oggetti, persone ed eventi che con date ben precise, e mi capita spesso, come a te, di fare ricerche per i minimi dettagli. Sono fatto così.
    Nel mio romanzo Apoptosis non c'è una chiara collocazione temporale, forse perché, come dice Grazia, così avrebbe avuto una collocazione eterna, atemporale. Però ci sono riferimenti ai Rolling Stones e, in maniera indiretta, il libro è stato influenzato dal crollo delle Torri Gemelle: in un punto Billy doveva dire "Dio benedica l'hijacking" riferendosi ad una pratica hacker ma ho modificato la frase in "Dio benedica l'hacking" perché l'hijacking è anche il dirottamento di un aereo e non credo che nessuno più direbbe "Dio benedica l'hijacking", specialmente in America.

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    1. Ciao Renato, io non penso che la presenza di date comprometta l'eternità dell'opera: al contrario, legando la storia ad un'epoca precisa, la rende più vera e quindi meno soggetta a mutamenti spazio-temporale. Non c'è cosa peggiore, quando leggo un romanzo storico, che il non saper precisamente dove e quando si svolge la vicenda: se le indicazioni temporali sono di massima, non ho prove del fatto che la documentazione sia stata esauriente e coerente.
      Mi piacerebbe che i lettori del 2114 fossero trasportati in un luogo e in un tempo preciso e scoprissero com'è davvero la vita in questi anni, senza vagare nello spazio senza una meta...

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