L'aspirante scrittore e i consigli non richiesti



Si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio.
Si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio.
(Fabrizio De Andrè)

Un po’ di tempo fa, diedi da leggere a un amico alcune bozze del romanzo di cui avevo appena iniziato la stesura, e lui mi suggerì di cambiare protagonista. Era strutturato male? No. Si trattava di un cliché, di un Gary Stu? No. Per stessa ammissione del mio consigliere, il personaggio era perfetto sotto il profilo narrativo, semplicemente non incontrava la sua simpatia perché gli ricordava un tizio con cui aveva litigato.
In quel momento un fantasmagorico “vaffa” iniziò a germogliare dentro di me, ma lo repressi fino a quando l’ormai ex amico non mi elencò le caratteristiche di un soggetto di propria invenzione che a detta sua sarei riuscita a maneggiare con facilità. Devo ammettere che aveva ragione: occuparmi del suo personaggio sarebbe stato semplice come bere un bicchier d’acqua, dal momento che si trattava di un mio clone. Ricordo che mi infastidii moltissimo: oltre a considerare la sua insistenza come un’intromissione nella mia libertà di scelta, proprio in quel periodo stavo cercando di tagliare i ponti la mia autobiografia, che aveva monopolizzato tutti i miei progetti letterari dal 2000 in poi.

L’aneddoto che vi ho raccontato è solo l’anello di una catena lunga e ormai arrugginita. Da quando ho reso noto di aver ricominciato a scrivere, sembra che la gente si diverta a dispensare consigli non richiesti. Alcune persone, senza aver mai letto nulla di mio, mi hanno suggerito di evitare per il momento un’opera “con troppe pagine” e di cimentarmi con trame più brevi, per maturare esperienza. Già fatto: se nel 2009, durante una fase di rifiuto della mia creatività, non avessi cestinato decine di racconti, ora avrei un archivio di tutto rispetto. Al momento le mie esigenze narrative si muovono in altre direzioni, e non ho intenzione di tornare sui miei passi per assecondare la pigrizia di non vuole leggere un mattone.
Anche chi rispetta la mia passione per i “tomi”, si sente motivato a esprimere la propria opinione sui contenuti che a detta sua dovrei trattare.
Un parente mi ha consigliato di redigere storielle umoristiche stile Fantozzi, ispirate al mio ambiente di lavoro. Non escludo in futuro di ambientare un romanzo in ufficio, ma sceglierei un giallo: avrei già vittima, assassino e testimone omertoso.
Mio fratello, invece, preme per le trame di fantascienza: questi libri mi interessano così poco che non ne ho mai letto nemmeno uno, sebbene mio padre sia un collezionista.
Non potrei scrivere un romance nemmeno sotto tortura, per non parlare di un chick-lit…
… “Eppure vendono tanto, e a te interessano i soldi, vero?”
Sì, ma sono contraria alla prostituzione intellettuale!

Credevo che almeno il blog potesse essere immune da imbeccate riguardanti i contenuti, invece la settimana scorsa mi è stato fatto notare che parlo troppo della mia vita, e questo rovina l’aura di mistero che dovrebbe avvolgere lo scrittore. Questo commento mi ha fatto sorridere perché, subito dopo aver aperto Appunti a Margine, una persona mi aveva segnalato il problema opposto: gli articoli erano troppo tecnici e asettici, quindi non facevano la differenza rispetto al materiale già presente su altre pagine di argomento affine…
A differenza di quanto pensa l’autore del commento, io non mi sono assolutamente “incazzata” (cit.). Più che il consiglio – dato in assoluta buona fede – mi ha mortificato vedermi associare un’emozione negativa come l’odio, che io non ho mai provato per nessuno. Ho comunque voluto esprimere educatamente la mia opinione, perché non sono capace di incassare i colpi in silenzio. Il discorso sul ruolo sociale e sull’essenza misteriosa dello scrittore è piuttosto complesso e meriterà trattazione separata, in un post che scriverò prossimamente. Per quel che riguarda invece i contenuti dei miei articoli, sto attraversando una fase della vita caratterizzata da un nuovo contatto con le mie modalità espressive, quindi voglio che le parole fluiscono nel modo più naturale possibile. Non penso che questo comprometta la mia immagine, ma che la valorizzi rendendola più autentica. Dietro lo schermo c’è una persona, non un’entità astratta. E questa persona si relaziona con altre persone, in una dimensione virtuale nei fatti molto più reale di quanto non sembri.

Pur non essendo una scrittrice affermata (e forse nemmeno una scrittrice) ormai sono indifferente a queste intromissioni, perché ogni scena o articolo ha per me la propria ragion d’essere. Tuttavia anche io in passato mi sono fatta condizionare dalle opinioni altrui e ho sminuito me stessa dando retta a chi credeva di conoscere la mia scrittura meglio di me. Alla luce sia delle mie esperienze passate, sia di considerazioni più generali, penso di poter affermare con sostanziale sicurezza che interferire con i contenuti prodotti da uno scrittore alle prime armi è pericolosissimo, specialmente se nutre scarsa autostima.
Un autore esperto può scrivere ciò che vuole e come vuole, ma un autore emergente non ha il solo bisogno di prendere confidenza con le principali tecniche narrative: deve anche rendersi consapevole del proprio stile, per maturare con il tempo una voce chiara e riconoscibile.
Chi se ne frega se le storie che vuole raccontare non sono abbastanza belle o interessanti: chi non ha nel curriculum almeno un paio di romanzi cestinati o abbandonati? Con umiltà e senza velleità eccessive si può fare tutto. I tentativi falliti sono una palestra. La cosa importante è che una storia sia autenticamente sentita, percepita quasi come una missione. Che sciolga i nodi interiori e, dopo mille cancellature, faccia esclamare all’autore: “sì, io sono così, queste sono le mie parole, questa è la mia direzione”.
Viviamo in un mondo standardizzato che considera il conformismo un valore. C’è bisogno di verità. E c’è bisogno di novità. Ma verità e novità non si raggiungono chinando il capo davanti a ciò che gli altri chiedono, a meno che non si tratti di una casa editrice super-star, e forse nemmeno in quel caso. Verità e novità si raggiungono provando e riprovando, correggendo e tagliando, sperimentando e concedendosi l’importantissimo lusso di scrivere stupidaggini abnormi, per poi poter constatare la loro inutilità e aggiustare il tiro. Solo così si diventa unici.

Io non ignoro le osservazioni di carattere tecnico o le dritte sul contenuto di una scena. Se non le ritenessi preziose, non avrei una beta-reader come Marina. Lei conosce il mio romanzo, quindi può darmi indicazioni su qualunque aspetto, anche su cosa tagliare e cosa aggiungere. I suoi suggerimenti sono finalizzati a migliorare la qualità di ogni capitolo senza stravolgere l’idea di base.  Se mi dicesse: “ammazza il protagonista” o “dovresti scrivere un fantasy erotico” non sarei tanto malleabile; per fortuna rispetta il mio lavoro, rispetta me come persona e, soprattutto, rispetta la mia voce senza pretendere di sostituirsi ad essa.
I consigli che ho menzionato all’inizio del post, invece, sono generici. Nessuna delle persone che è salita in cattedra si è mai degnata di domandarmi: “ma tu cosa hai voglia di scrivere? Cosa vuoi trasmettere con il tuo romanzo?” E non me l’ha chiesto perché non le interessa: come potrei quindi darle ascolto?

Ragazzi, un consiglio: siate consapevoli della vostra identità scrittoria e difendetela sempre. Se i vostri progetti narrativi sono frutto di riflessioni accurate e ponderate, portateli avanti con determinazione. Ricordatevi che chi pretende di indottrinarvi su cosa scrivere non vi conosce. Non sa quali esigenze spirituali o psicologiche sono alla base della vostra idea e ignora il risultato finale che ancora riposa come un trofeo sugli scaffali della vostra mente. Zittire la voce naturale di uno scrittore, per quanto balbettante essa sia, significa sminuire la sua individualità. E chi boccia una storia prima di averla letta denigra l’impulso creativo che l’ha generata: non è un po’ presuntuoso, tutto questo?

Il lancio della patata bollente.
Vi invito a scrivere le vostre riflessioni su quanto scritto e a raccontarmi (almeno ci facciamo quattro risate) i consigli più assurdi che avete ricevuto!
Anche se off-topic, chiedo ai follower abituali che non sono fra i miei contatti facebook (perché gli altri l’hanno già fatto) di scrivermi nel commento il loro segno zodiacale. Ho in mente un post un po’ particolare e spero divertente per la settimana prossima: più ne raccolgo, meglio è.

Commenti

  1. In questo contesto, immagino che una scuola di scrittura possa almeno offrire un ambiente "neutro" nel quale poter sperimentare e nel quale una persona con esperienza nel campo possa dare dei consigli sensati per chi stia iniziando. Però non ho mai provato, bisognerebbe chiedere a chi c'è stato :)
    Per il resto sono fortunato: nessuno mi ha mai dato consigli non richiesti. Certo, non in molti sanno che scrivo. Tutti quelli che hanno la (s)fortuna di leggermi, sanno che io voglio solo sapere la pagina in cui la storia non è piaciuta, o quelle che hanno voluto saltare (perché sì, io li incoraggio a farlo). Tutto qua :)

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    1. La scuola di scrittura può essere utile per i consigli tecnici, ma entrare nel merito dei contenuti deve essere piuttosto difficile, prima perché una sola idea può essere sviluppata in mille modi differenti; secondo perché nella storia subentra molto il gusto personale (stiamo parlando di storia, non di tecnica). Anche io comunque scrivo solo per supposizione. :)

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  2. Se ti dovessi raccontare tutti i consigli non richiesti che ho ricevuto non basterebbe lo spazio di un commento... Forse il più assurdo è stato quello di trasformare il mio primo romanzo in una storia rosa. Insomma sono d'accordissimo su tutto quello che hai scritto, mai come in questo periodo. A volte anche i consigli richiesti secondo me sono fuori luogo, credo che uno scrittore - prima di ogni altra cosa - dovrebbe imparare a discernere i buoni suggerimenti da quelli dati "tanto per". E prendere consapevolezza di quello che vuole scrivere e dire nel profondo, così da avere la sicurezza interiore per poter dire "no, questo consiglio non ha senso".
    (Spero di non averti mai dato cattivi consigli...)

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    1. Non ho mai ricevuto cattivi consigli da te, però una volta c'era stata un'incomprensione sulla questione delle due time-line parallele e la necessità di "raccontare il passato", ricordi?
      Tuttavia si è risolta in fretta: è bastato spiegare meglio il progetto per farti capire che il passato non era un flashback ma la storia vera e propria, e che l'alternanza era solo dovuta alla necessità di mostrare subito i personaggi "cresciuti". Avrei potuto narrare le vicende in ordine crologico e non sarebbe cambiato nulla. :-)
      E io ti ho mai dato cattivi consigli? :-D
      Comunque spesso chi parla è in buona fede e io sono piuttosto permalosa, almeno su questo punto occorre essere onesti. ;)

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    2. Non mi vengono in mente cattivi consigli dati da te :)
      Secondo me le incomprensioni possono nascere quando si parla di una storia in modo teorico, ma l'importante è poi arrivare a capirsi.
      E' vero che spesso c'è buona fede nei suggerimenti sbagliati, e proprio per questo bisogna saper vagliare cosa accogliere e cosa no. E mi pare che su questo per te non ci siano problemi!

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    3. In linea di massima è vero: riesco a valutare cosa accogliere o cosa no, anche se sono più i consigli che accetto da quelli che rifiuto.

      C'è anche da dire che io e te ormai in quasi due anni abbiamo maturato un ottimo feeling. Non vedo l'ora di finire il romanzo per averti come beta! :-)

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  3. La scrittura è un processo talmente personale, viscerale, assoluto, che deve necessariamente essere intrapreso in solitudine. Ben vengano le critiche a lavoro finito, grazie al confidente che in corso d'opera ti permette di ottenere una visione di insieme che solo un occhio esterno e non coinvolto può avere, però i tormenti e le estasi sono mie, solo mie. Ai lettori l'ardua sentenza. Posso solo offrirti un consiglio assolutamente disarmante per la sua banalità: tira diritto per la tua strada. Punto e a capo.

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  4. Semplice: ti tratto come vorrei essere trattata, con assoluta, modesta, equidistanza. Un occhio che guarda non è un occhio che si intromette. :)
    Io non ho mai ricevuto consigli gratuiti, però una volta mi ha dato fastidio sentirmi dire che dovrei guardarmi dai complimenti di chi mostra di gradire ciò che scrivo, quasi fossero delle esagerazioni mal riposte.
    Se più di qualcuno apprezza, magari c'è la possibilità di avere scritto qualcosa di buono.
    Ho imparato, invece, a incassare le critiche, separando il gusto personale dalla valutazione oggettiva: mi rimodulo solo su quest'ultima.
    In più, intercetto subito la presunzione altrui e non so ignorarla. La metto subito all'angolo! ;)

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    1. Se tu ti intromettessi, ti considererei comunque più attendibile rispetto ad altre voci piuttosto invadenti e rifletterei a lungo sulle tue parole, perché ormai c'è fiducia. Ad altre persone, invece, mi viene da dire: "non sai proprio di cosa stai parlando..." :-D

      Io mi sono sentita dire che chi mi loda vuole compiacermi. Ed è lo stesso che mi suggerì il cambio del protagonista. Lo conosci anche tu, se vuoi faccio gossip in privato! :-D

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  5. Ecco, io vorrei consigliarti di...
    Scherzo :P
    Comunque io consiglie del genere non me ne ricordo, a parte forse qualcuno che mi disse, ma perchè fai ingegneria aerospaziale, fai civile che è meglio :P ma non mi ricordo manco chi fosse.

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    1. Il post per fortuna parla solo dei consigli relativi ai contenuti, perché se dovessi parlare di quelli tecnici o, peggio ancora, di quelli che ricevo nella vita privata non finirei più! :-D

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  6. Consigli su cosa o come scrivere onestamente non ne ho ricevuti (anche perché mi sono ben guardato dal rivelare questa mia attività a troppa gente: sul lavoro non l'ho detto a nessuno, fra i parenti gli unici a essere informati sono mia moglie, mia figlia e i miei genitori).
    Però ricordo che una volta ricevetti sul un commento da un anonimo che dopo aver esordito dicendo che non ricordava bene neppure come diamine era arrivato sul mio blog, si premurava però di dirmi che sbagliavo a autopubblicare perché era come "parlare con se stesso davanti a uno specchio". Io gli risposi facendogli notare che se avesse perso qualche minuto in più a leggere il mio blog avrebbe scoperto che la gran parte dei miei scritti erano disponibili alla lettura di tutti proprio perché volevo condividere e ricevere opinioni e suggerimenti, altro che "parlare con se stesso". Ma ho solo perso tempo perché il tizio, dopo aver dispensato il suo saggio consiglio, non si è mai più fatto vivo...

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    1. Tu sei troppo gentile, Ariano. Io gli avrei detto: "scusa, ma tu quanti romanzi hai pubblicato? Quale esperienza hai per parlare così?" Non l'avrei fatto in modo provocatorio (i miei parenti dicono che mando affan... la gente con il sorriso), ma per comprendere meglio le sue ragioni. :)

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  7. Visto che stiamo parlando di consigli non richiesti ecco il mio: attingi a man bassa dalla collezione di libri di fantascienza di tuo padre... oppure mandali a me :D
    Scherzi a parte, non ricordo d'aver mai ricevuto consigli "fastidiosi", c'è da dire che tendo a una certa impermeabilità: cerco di fare miei i consigli che ritengo sensati e scarto gli altri. Inoltre sono anche io uno di quelli che vorrebbe gli si facesse sempre notare solo le cose che non vanno, magari questa "predisposizione" aiuta a accusare il colpo.

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    1. I non rifiuto TUTTI i consigli. Anzi, c'è da dire che spesso ne chiedo anche. Ma credo che ci sia una differenza fra "lì hai fatto infodump" e "il protagonista mi è antipatico: cancellalo". Con i contenuti entrano in ballo elementi soggettivi che secondo me non si possono giudicare più di tanto. :)

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  8. Ho ricevuto molti + consigli non richiesti sulla mia vita privata che sulla scrittura, sulla scrittura si passa da grandiosi consensi a indifferenza totale. Io invece più che altro vorrei dirti grazie per il tuo post sulla creatività perchè mi ha dato la classica botta de vita e ho prodotto 24 segnaibri scrapposi di cui sono molto contenta, proprio perchè hai risvegliato in me la voglia di lavorare con la carta. Sono Sandra eh sagittario

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    1. Sono contenta! Visto che hai risvegliato la creatività grazie a me dovrai regalarmi un segnalibro, come pegno di gratitudine! :-D (scherzo!)

      P.S. Bellissimo segno il sagittario: è il mio ascendente, oltre che il segno di mio marito!

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    2. Ho scoperto da pochissimo il tuo blog e lo seguirò con gran piacere. Sei anche sagittario… andremo d’accordo. Indovina chi l'ha scritto? TU! A Novembre 2014 nella mia pagina di presentazione al blog. E per il segnalibro ci avevo già pensato, anche perché significa incontrarsi, guarda che mica te lo spedisco! Sandra

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    3. Ma sai che non me lo ricordavo proprio?
      Però vedi che sono coerente! Io vado d'accordo con i sagittari, specialmente quelli di fine novembre - inizio dicembre, tra cui mio marito, la mia migliore amica e mio nonno (che non c'è più.

      Per il segnalibro scherzavo, ma lo accetto volentieri, anche se non so quando verrò a Milano. Per mia stessa scelta(ti spiegherò via mail, se vorrai) ultimamente mio marito ultimamente sta salendo da solo. Però non si sa mai: magari in primavera un salto lo faccio. :)

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  9. Consigli non richiesti se ne ricevono sempre a palate!
    Devo dire di averne collezionati più per la corsa che non per la scrittura, ogni appassionato aveva la sua dieta miracolosa, il suo abbigliamento vincente, il suo sistema di allenamento. Che il mio allenatore fosse stato un atleta di livello internazionale diplomato isef e carico di buon senso non sembrava interessare a nessuno. C'è stato anche chi mi ha consigliato di mollare la scuola anche se in Italia l'atletica è una delle poche cose che paghi meno di scrittura e archeologia (certo che io ho occhio nel scegliermi le attività meno remunerative in assoluto...).
    Per la scrittura c'è sempre chi mi consiglia:
    a) di pubblicare a pagamento
    b) di autopubblica
    c) di lasciar perdere che tanto nessuno mi pubblicherà mai (anche a pubblicazione avvenuta)

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    1. La legge del Karma: i consigli arrivano sempre per mettere alla prova le nostre convinzioni. Sulla pubblicazione io ho ricevuto un solo consiglio da due persone diverse: tu e una mia amica che lavora in editoria (quella che ha scritto il guest-post sulle copertine). Entrambe, conoscendo in linea generale il romanzo di cui mi sto occupando, mi avete offerto un parere assolutamente condivisibile, quello di puntare sull'editoria tradizionale. Se non mi vorranno, magari mi auto-pubblicherò. Invece sembra che il mondo intero voglia dirmi cosa scrivere! :-D

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  10. A me, più che i consigli, mi infastidiscono le persone che vogliono farti credere di aver letto il tuo libro ma che, in realtà, non l'hanno fatto, o l'hanno letto leggendo una pagina si e una no, magari senza neanche arrivare alla fine. Lo capisco dal consiglio stesso, che è quasi del tutto fuori luogo. Pensa che a volte non azzeccano nemmeno il titolo. Mi sono sempre detto: non hai letto il mio libro? Va bene, mi sta benissimo. Vuoi farmi credere che l'hai letto dicendomi un asettico "Uhm, bello". Va bene, apprezzo il fatto che tu voglia farmi piacere. Ma quando una persona arriva a darmi consigli pur non avendolo letto, francamente si sta esagerando.

    Darius Capricornus :-)

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    1. Mi è capitato diverse volte con i post del blog, al punto che tempo fa avevo pensato di eliminare la domandina finale, convinta che alcuni lettori affetti da presenzialismo maniacale leggessero solo quella. Per fortuna mi sono accorta che non è così per tutti, quindi l'ho lasciata. è comunque bello che ci sia interazione. :)

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    2. Oh, anche io sono d'accordo: ben venga l'interazione. Io l'accolgo a braccia aperte. Però, affinché sia costruttiva e/o produttiva, è necessario che i due interlocutori (autore e lettore, o anche due lettori che si confrontano su un libro) abbiano almeno letto ciò di cui stanno parlando. :-) Concordi?

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    3. Concordo, e aggiungo: è necessario che chi l'ha letto l'abbia capito! ;)

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  11. Mai avuto consigli. Sono talmente insignificante che nessuno mi considera degno di attenzione. E questo è un bene! :)

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    1. Anche a me piacerebbe avere il dono dell'invisibilità. :)

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  12. Sono arrivato al terzo paragrafo del tuo post e non ho letto oltre. Grazie dell'onore che mi fai di avermi dedicato un intero paragrafo. Vuol dire che io non conosco te -hai perfettamente ragione- ma che tu non conosci me. Innanzi tutto visto il tuo dichiararti "principiante" e che sei giovane lo vedo da solo, mi ha stretto il cuore. Lo sono stato anche io e nessuno mi ha mai dato una mano. Pensavo che, dato che qualcosa ho pubblicato e che ho qualche annetto più di te, potessi esserti utile. Chiaro che ciascuno debba trovare da solo la propria strada, che a ciascuno piacciano certi argomenti, certi personaggi, certo modo di descriverli. Chiaro altresì che a noi tutti dia fastidio sentirci censurare anche da chi è in buona fede, ma veramente non pensavo di guastarti la giornata. Vuoi parlare di te stessa? Fallo, ma non in modo diretto. Tutto quel che io ho scritto è personale, tutto ciò che TUTTI gli scrittori scrivono è personale e autobiografico, nel senso che nessuno può inventarsi una sensazione, un sentimento, una gioia o un dolore se non l'abbia mai provato sulla sua pelle. Quindi, chiaramente detto, tutto quello che si scrive deriva da una conoscenza personale della vita, cui la propria fantasia allega situazioni anche inventate di sana pianta, ma qui occorre discernimento.
    E non c'era niente di descriminatorio nel mio invito a non farlo troppo.
    "Adesso tu mi odi" ho scritto, ma non intendevo certo dire che tu sia un tipo da odiare chi ti contraddice. Come potrei mai saperlo? No sono un presuntuoso. Era un modo di dire, forse eccessivo, ma solamente tale. Mi sono immediatamente reso conto di avere toccato il tasto sbagliato, dal tono gelido della tua risposta. Volevo immediatamente rispondere, ma l'età mi ha consigliato di soprassedere, lasciandoti sbollire non l'ira funesta -sta tranquilla, nemmeo lo penso- ma il malumore.
    Visto che non mi conosci ti rivelerò qualcosa di me.
    Non sono presuntuoso, ma vado a fuoco come un cerino. Lo so e conto fino a trecento prima di rispondere. Mi incazzo velocissimamente ma non mi offendo mai, almeno nessuno c'è riuscito ancora mai. Molti e molte mi hanno deluso. Allora stacco.
    Sono estremamente sincero. Troppo mi diceva mio padre che ben mi conosceva. Aveva ragione lui, ma questo io sono e resto. Ciò che dico è quel che penso e quel che penso è ciò che dico; non parlo mai dietro, mai dopo.
    A questo punto ti dico: questo sono. Se vuoi che io continui a commentare i tuoi post, anche quelli scomodi come questo dillo chiaramente. Se non rispondessi a questo mio invito lo considererei uno sbarramento e smetterei immediatamente di commentarti.
    Non è una minaccia, dio mio no! e chi sono io? Un signor nessuno. È solamente un modo di essere chiari.
    A risentirci, Chiara.

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    1. Ciao Vincenzo, in via del tutto eccezionale voglio rispondere prima al tuo commento che a quelli sopra, perché ci tengo molto a chiarire il malinteso. Non me ne vorranno gli altri utenti se prima di domani non riuscirò a mettermi in pari.

      Per prima cosa non pensavo che la mia risposta potesse sembrarti gelida, perché ho cercato di essere educata, a scanso di equivoci ho usato le emoticons, e ho anche detto che i consigli sono graditi (ne ho seguiti diversi dati sa te, credimi) ma quello lì non era adatto alla mia situazione personale. Se ho voluto farne cenno nel post è perché l'episodio mi ha turbata. Purtroppo involontariamente hai toccato un nervo scoperto. Noi scrittori spesso siamo persone ipersensibili, lo sai.
      Ciò che mi ha infastidito, è stata una particolare espressione: "ti bei e ti sollazzi nel parlare delle tue cose" come se io volessi mettermi in mostra in perfetto stile "grande fratello",quando io volevo solo esprimere un'emozione. È da lì che è cominciato il mio disagio.

      Se ti andrà di approfondire il discorso in sede privata, nella pagina contatti c'è la mia mail. Sono disposta a spiegarti tutto. Nel frattempo spero che tu voglia accettare le mie scuse.

      Ci tengo comunque a dire che ho riflettuto molto sull' "aura di mistero dello scrittore" e credo che vi dedicherò un post, perché ciò che hai detto era sensato, per quanto poco adatto alla fase della vita che sto attraversando.

      Nonostante questo episodio a me piace moltissimo quello che scrivi. Sarei davvero felice se volessi rimanere mio follower, e magari leggere la restante parte del post per dirmi cosa ne pensi. In caso contrario rispettero' la tua scelta.

      Buona serata, e spero amici come prima.

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    2. Non pretendevo le tue scuse, ma le accetto ben volentieri. Si è trattato di un equivoco, difetto del web dove ci si conosce solo assai relativamente -tranne rare eccezioni e io ne ho fortunatamente qualcuna-. Data la tua sincerità certamente rimarrò tuo follower e naturalmente amico più di prima.
      Dunque la frase che ti ha "infastidito" è stata quella? Beh, ho svolazzato un po' troppo. Mi è già capitato con altre persone con cui al primo impatto ho fatto scoccare scintille e sfrigolii. Occorre che aggiunga che queste persone sono attualmente i miei migliori amici? Ma amici in senso totale, non di web.
      Chissà che non capiti anche con te.
      Buona serata anche a te.

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    3. Sì, è stata quella: l'ho vista come un attacco personale.
      Aggiungo comunque che il post non voleva essere polemico, ma solo avanzare una riflessione. Io purtroppo sono molto diretta e sembro scorbutica anche quando non voglio esserlo. è un difetto che ho da anni, e che resiste a ogni tentativo di correzione.
      Sono comunque contenta che sia tutto a posto. :)

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  13. Leggendo la prima parte del post, mi veniva da ribatterti che non tutti i consigli dati a un esordiente sono controproducenti, ma ho visto che poi lo hai sottolineato anche tu. In effetti, io ho cominciato a studiare la tecnica dopo che alcuni miei racconti originali furono stroncati senza pietà. E' stato un bene: senza, scriverei ancora schifezze (almeno, guardandomi indietro io li giudico così). Si è però trattato di giudizi, appunto, tecnici su quel che non andava: a essere malgiudicato era il come era scritto, non cosa avevo scritto :) .

    Detto questo, io di consigli in realtà non ne ho mai ricevuti molti. Sarà perché ho pochi amici o perché incuto timore, chi lo sa, fatto sta che non ho molti aneddoti da raccontare. Uno però posso dirlo: una volta una persona commentò il mio racconto dicendomi che non le era piaciuto, perché c'erano troppi dialoghi, quindi era difficile da seguire. Questa persona infatti preferiva i racconti dritti, senza dialoghi. Mi ha fatto molto ridere, e di certo non ho smesso di inserire dialoghi nelle mie storie :D .

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    1. Hai centrato il punto: i consigli tecnici sono fondamentali per crescere, invece i consigli contenutistici possono essere deleteri per la creatività individuale. Innanzi tutto, c'è troppa soggettività. In secondo luogo anche una trama banale può accattivarsi le simpatie del lettore se ben gestita. :)

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  14. Le persone che sanno che scrivo sono pochissime e nessuna cerca di convincermi a scrivere altro. Al massimo non leggono i miei libri, vedi gli uomini che piangono quando comunico che ho scritto un nuovo romanzo rosa o alcune amiche che mi odiano perché voglio finire il fantascienza. Però nessuno mi vuole portare a produrre cose diverse in modo diverso e leggendo il tuo post mi rendo conto di che bella cosa sia.

    Acquario! ^_^

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    1. Ovviamente nessuno mi ha mai puntato una pistola alla tempia, e tutto sommato mi rendo conto della buona fede di chi non è scrittore a sua volta. C'è la convinzione limitante che porta un lettore comune a pensare che noi scriviamo a comando, non si rendono conto che siamo individui naturalmente più propensi per certe storie che per altro...

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  15. Finora non ho ricevuto molti consigli di scrittura, forse perché in pochi sanno che scrivo e, di quei pochi che lo sanno, solo una minima parte è interessata a ciò che faccio. Per lo più mi chiedono a che punto sono e mi dicono "che palle leggere! Aspetterò il film". Lo prendo come un buon augurio :)
    In genere, comunque, mi hanno consigliato di darmi al giallo. Non capisco in base a quale principio, a me i gialli non piacciono e non saprei imbastire una trama nemmeno sotto tortura. Di solito la risposta che do è standard "è una buona idea ma non è nelle mie corde". Che poi, se anche lo fosse, non scriverei nulla basandomi sull'idea di qualcun altro. Non sentirei quella spinta che viene da dentro e che mi fa accendere il pc alle 23 per scrivere qualcosa, fosse anche solo una riga, nonostante io sia distrutta.

    Il mio segno zodiacale è vergine^^

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    1. Invece a me scrivere un giallo piacerebbe moltissimo (e probabilmente lo farò non appena avrò finito il romanzo a cui sto lavorando ora) ma nessuno me l'ha consigliato. Si vede che ho la faccia da "romance"! :-D

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  16. Siccome sono davvero pochi quelli che sanno che scrivo non ricevo tanti consigli in proposito, a parte il mio compagno che vorrebbe che scrivessi un giallo (ma lui legge solo quelli). In ogni caso io riesco a scrivere solo quello che sento, magari scriverò anche qualcosa di diverso un giorno ma devo sentirlo.
    Il mio segno zodiacale è il sagittario :)

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    1. è normale ed è giusto che sia così. Io non riuscirei a scrivere una storia lontana dalle mie corde nemmeno se avessi un contratto milionario!

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  17. Be' a me è stato fatto intendere che avrei fatto cosa buona se avessi smesso del tutto di scrivere. Neanche un mese dopo Mondadori ha iniziato a pubblicare i miei racconti... Credo che questo la dica lunga, sia sulla competenza di certi guru, sia sul valore della opinione personale. A me, ad esempio, non piacciono un sacco di autori che quindi non leggo volentieri, ma rimangono scrittori pubblicati, con lettori, romanzi sugli scaffali e via dicendo. Alcuni sono in grado di capirlo, altri fanno i guru…

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    1. Anch'io ho sempre sostenuto che le persone non sanno distinguere un dato oggettivo dalla propria opinione personale. Questo vale nella letteratura come nella musica. Ci sono cantanti o scrittori che non mi piacciono, ma non mi permetterei mai di giudicarli come pessimi in base al mio gusto. Potrei citare Laura Pausini, o Stephen King: come potrei dire che dovrebbero darsi all'ippica, quando sono apprezzati da tantissime persone? Semplicemente non leggo/ascolto certe cose, per il resto ci vuole libertà. Il mio gusto non è la legge! :)

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  18. ...come nella vita, anche nella scrittura, i consigli si, ma solo se e quando provengono da persone che contano...
    con questo non intendo che il tuo amico sia ininfluente nella tua vita, tutt'altro, ma credo non sia una voce autorevole, quindi io... applico!

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    1. Se una persona è importante nella mia vita non significa che abbia competenze in materia di libri. Con tutto il bene che voglio loro, non potrei accettare un consiglio da mia mamma che legge solo cavolate o da mio marito che - pur parlando ormai benissimo - non è italiano. :)

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  19. Toro! :) Non mi ammanterei mai di mistero per fare il personaggio. Essere se stessi e offrirsi agli altri come tali è troppo un valore per me. E sì, bisogna difendersi dai consigli ignoranti, anche dati in buona fede, ma grazie alla mia carenza di contatti non ho ricevuto grosse pressioni di quel genere, a parte mio marito che vorrebbe vedermi scrivere sul tema scottante del prossimo futuro. Ho provato a spiegargli che non ho doti divinatorie e, con i tempi dell'editoria, al momento della pubblicazione il tema avrebbe smesso di scottare da un pezzo... ma non funziona. ;)

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    1. Anche io sono per l'autenticità. E penso che il ruolo dello scrittore sia cambiato nel corso del tempo. Prima erano in pochi e c'era una scissione netta fra loro e la gente comune: l'intellettuale era una voce autorevole e irraggiungibile. Oggi invece si vive di contatti. Lo scrittore è chiamato a relazionarsi in modo diverso. Ma ne parlerò in un altro post. :)

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  20. Ciao! :)
    Ho iniziato da poco ad approfondire la mia passione per la scrittura e pochissimi sanno che scrivo. Tra questi pochi, alcuni sanno solo che ho iniziato a scrivere su un blog. Forse è tutto troppo fresco perché arrivino consigli non richiesti, comunque per il momento nessuno ha provato a darmeli. Ti dirò di più, alcuni sono totalmente indifferenti e non si sono nemmeno mai espressi in merito alla mia passione, celata da tempo e ora riportata alla luce con timidezza (cosa che può deludere un pochino se si parla di amici).
    Tuttavia, io trovo che si debba imparare a prendere nota dei commenti costruttivi, facendosi scivolare addosso quelli che non sentiamo affini a noi, quelli che non prendono in considerazione i nostri scopi, la nostra anima, il nostro essere. Forse è un po' troppo generica, detta così, ma non è facile mettere in pratica questo metodo, specialmente per chi tende a farsi condizionare facilmente dagli altri. Comportamento a cui tendono tanti aspiranti scrittori, secondo il mio parere.

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    1. Ciao, benvenuta! :-)
      Sono d'accordo con te. Io credo che il tempo e l'esperienza ci aiutino a maturare il sesto senso necessario per distinguere i consigli validi da quelli che invece non lo sono. Occorre però rafforzare la propria autostima (dal punto di vista scrittorio, intendo) ed essere consapevoli dei propri obiettivi e delle proprie esigenze. Questa chiarezza d'intenti ci impedirà di prendere per buono ogni suggerimento, facendoci scegliere solo quelli realmente adatti a noi. :)

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  21. Sono totalmente d'accordo.
    La scrittura è una creatura fragile, e calpestarla in buonafede, o solo per indifferenza, è fin troppo facile. Per questo non ne parlo quasi con nessuno nella vita quotidiana, una parola storta qua, un consiglio stupido là, e diventerebbe mille volte più difficile di quanto non sia già. Il lettore ha sempre ragione? Non credo. Ho sentito abbastanza commenti letterari stupidi da capire che a volte è il libro a sdegnare il lettore, e non il contrario.
    Per quanto riguarda gli scrittori alle prime armi, e più ci penso più questo argomento mi sta a cuore, la cosa migliore da fare è rispettare il loro libero arbitrio e le loro peculiarità, e aiutarli a capire come loro vorrebbero diventare, piuttosto che imporre un modello.
    (uuh, Ariete :) ?)

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    1. Aiutare gli individui a comprendere le proprie peculiarità e i propri obiettivi è fondamentale secondo me non solo nella scrittura, ma in qualunque settore della vita. Siamo in una società conformista che vorrebbe ci somigliassimo tutti. Chi aiuta il singolo a esprimere la propria unicità è un gran maestro, oltre che una persona evoluta! :)

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  22. Ahah, allora intanto devo dirti che il tuo post mi ha fatta ridere, c'erano dei passaggi talmente assurdi!
    Comunque hai ragione, capita di ricevere consigli non richiesti. I miei amici e colleghi sanno che scrivo ma, per fortuna, io sottopongo i miei scritti ad un numero selezionato di gente, quindi i consigli che mi danno sono sempre richiesti.
    Fra quelli non richiesti mi capita di sentire molto spesso: "Ma perché non scrivi un libro su x?" o "Dovresti scrivere un libro che parla di y". Capita spessissimo che qualcuno me lo dica, e a volte parlano sul serio. Insomma, gente con cui magari non ho un particolare rapporto di amicizia, o che non conosco benissimo, come se fosse normale mi consiglia su cosa dovrei scrivere.
    Io mi limito a sorridere e cambiare discorso, o rispondere in maniera evasiva, per non dirgli "No! Mai! Decido io su cosa scrivere!".
    La cosa assurda è che mi capita solo con gente che non ha mai letto qualcosa di mio, non conosce il mio stile e nemmeno sa cosa preferisco leggere, quindi figuriamoci se sanno cosa preferisco scrivere.
    Ah, poi c'è mia mamma, che tutte le volte che le presento un racconto (ultimamente cupi, noir, horror e sanguinolenti), mi dice: "Quand'è che scrivi qualcosa di rrromantico?" xD

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    1. Perché assurdi? Non mi pare di aver scritto stupidaggini... e comunque sono tutte cose realmente accadute! :-)

      Le mamme secondo me parlano solo perché hanno la lingua in bocca. La mia mi ha suggerito di fare come la Chiperi e scrivere un libro con lo smartphone... peccato che i miei lettori siano nati tutti prima del 2000! :-D

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  23. Questa persona che ti ha consigliato di cambiare il protagonista voleva che scrivessi il SUO libro, non il tuo!

    Io non ho avuto tanti feedback negativi, ma quei pochi... Auch! Bruciano ancora!

    Il mio segno zodiacale è il più bello... è il tuo! :D

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    1. Il consiglio sarebbe stato adatto alla Chiara di 10 anni fa... il signorino è arrivato tardi! :-D

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  24. Consigli assurdi non ne ho mai ricevuto (anche perché in genere non ne chiedo), in compenso mi sono sentito ripetere spesso "dovresti ambientare le storie in Italia con personaggi italiani perchè è questo che vogliono gli editori perchè il pubblico preferisce così" (si vede, vero?). Io mi riservo il diritto di ambientare le mie storie dove mi pare. Specie se si tratta di un racconto di fantascienza!
    In compenso mi sono sentito chiedere cose piuttosto stupide o grette, tipo "ma quanto ci si guadagna?".

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    1. Se devo essere sincera anche io preferisco le storie ambientate in Italia e con personaggi italiani, ma lascio spazio alle eccezioni: "il suggeritore" di Carrisi è ambientato in un mondo immaginario, ma la cosa non mi ha infastidito per nulla. Poi ovvio che se scrivi di fantascienza non puoi far sbarcare gli alieni nella ridente provincia di Imperia... :-D

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  25. Ciao Chiara!
    Mhh, in realtà di consigli di tal genere non ne ho mai ricevuti, piuttosto nessuno me ne ha mai voluti dare. I miei se ne fregano... con la scusa non è il mio genere, nemmeno fanno lo sforzo di leggerlo, mentre i miei amici... ahh sì ora me ne è venuto in mente uno.

    Introduzione del romanzo: la scena descrive l'azione e non il luogo (che a mio avviso non era e non è importante ai fini della trama)
    amica: secondo me dovresti descrivere la stanza, a me piace immaginarmi le scene e così immagino solo lei e il dottore... e io e allora? XD

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    1. Il consiglio che tu citi, secondo me, ha natura differente. La tua amica ti ha dato un consiglio tecnico su come rendere meglio - secondo il proprio parere - una scena; non ti ha detto di certo che storia scrivere. :)

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  26. Sono capitata nel tuo blog per caso e mi sono subito iscritta al news-feed :)
    Per me e' assurdo che qualcuno possa anche solo pensare di poter suggerire a uno scrittore quale storia scrivere e come. Le storie ci nascono da dentro, nemmeno noi sappiamo come, da dove vengono o perche'. Semplicemente, sono li', in quella parola, in quel dettaglio, e nel momento in cui lo tiriamo fuori quel dettaglio diventa la base per una catena di eventi su cui si basera' la trama finale. Dire a qualcuno "scrivi un libro di fantascienza!" o "forse devi cambiare sesso al tuo personaggio" e' pretestuoso e, forse, sintomo di una leggera arroganza. O ignoranza, che e' pure peggio.
    Finora, per mia fortuna, non ho ricevuto consigli assurdi come quelli che leggo sono stati dati a voialtri. Una mia cara amica, dopo aver letto la mia bozza, mi ha detto: il protagonista mi sta sulle palle, e' troppo melodrammatico e suscita tutto fuorche' empatia. Bang! Mazzata. Io in quel protagonista avevo investito tanto, lo amavo. Vedere invece che era stato recepito in modo totalmente opposto, al punto forse da portare la mia amica a gioire delle sue disgrazie, mi ha lasciata perplessa.
    Il problema e' che un libro lo si recepisce ed interpreta sulla base delle proprie esperienze personali, delle proprie emozioni e della propria attitudine nei confronti del testo che si sta per leggere. Il punto non e' che deve piacere a tutti lo stesso libro, siamo liberi di farcelo stare sulle scatole. Il punto e' che non bisogna mai scadere nella maleducazione, specie nel dare consigli non richiesti e inutili, come intuisco e' successo a te.

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    1. Ciao Juana, innanzi tutto benvenuta e grazie per il follow. Ho dato un'occhiata al tuo blog e mi sembra molto carino, lo leggerò con piacere. :-)

      Credo che tu abbia centrato il punto: entrare nel merito delle storie che uno scrittore "dovrebbe raccontare" significa mancare di rispetto alla sua creatività. è come se implicitamente la persona dicesse: ciò che stai raccontando ora non va bene. Ma siccome ciò che raccontiamo nasce dalla nostra anima, nemmeno ciò che siamo va bene...
      So però che molti "consiglieri abusivi" sono in buona fede e non tengono conto di tutte le implicazioni psicologiche ed emotive che legano uno scrittore alla loro storia. Per loro, la scrittura è una cosa facile, si può fare tranquillamente anche a comando. :)

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