L' ego dello scrittore, tra insicurezza e vanagloria.


L'io, io! Il più lurido di tutti i pronomi.
(Carlo Emilio Gadda)

Le filosofie orientali nutrono, nei confronti dell’ego, posizioni piuttosto ambigue. Esistono alcune correnti di pensiero, specialmente quelle ispirate al messaggio di Osho, che tendono a demonizzare la sua presenza e ne promulgano l’annientamento.  Per questi pensatori, si tratta di un sistema di credenze ingannevoli, una forza oscura che vincola l’uomo alla materia e lo separa dalla sua coscienza superiore. Solo l’individuo capace di trascendere tali impulsi può trovare la libertà e l’illuminazione, aprirsi al perdono e all’amore incondizionato, favorire la propria evoluzione personale. Gli altri, sono condannati ad un’esistenza illusoria basata su desideri effimeri.
Io non condivido tale posizione perché la trovo anacronistica, incompatibile con lo stile di vita occidentale. Solo chi vive in cima a un monte può arrivare ad una completa separazione dal proprio ego, rinunciando ad ambizioni e desideri. Noi abbiamo stimoli differenti, viviamo in un contesto dinamico e pieno di contraddizioni. Abbiamo bisogno di un’identità forte e stabile, altrimenti non potremmo sopravvivere; la competitività altrui finirebbe per schiacciarci. Sono vicina all’atteggiamento dei maestri reiki, per i quali l’ego non è un nemico  ma un alleato prezioso. Collocato nel terzo chakra, all’altezza del plesso solare, offre  all’ individuo la possibilità di autodeterminarsi e di comprendere se stesso. Per non creare danni, tuttavia, è necessario che si mantenga in equilibrio.

Le disarmonie sono pericolosissime. Le persone arroganti tendono a portare un eccesso di energia nel terzo chakra, che può generare atteggiamenti boriosi, attaccamento maniacale al potere e al controllo, autoaffermazione distruttiva. Viceversa, una carenza di stimoli genera passività e bassa autostima. Il soggetto cerca di compiacere gli altri e rinuncia a esprimere la propria opinione. Ma le cose non dette sedimentano, trasformandosi in risentimento. Per questo motivo, le persone apparentemente più succubi spesso sono le più invidiose e cattive, perché piene di aggressività mai espressa.
Chi ha un ego equilibrato, per contro, riesce a valutare correttamente se stesso, sa valorizzare i propri punti di forza e lavorare sulle proprie debolezze. Ma, soprattutto, non rompe le scatole al prossimo con comportamenti arroganti o vittimisti. Semplicemente vive e fa ciò che deve fare, con il sorriso.

Sulla base di questo principio – ricordiamoci che il livello di energia può condizionare ogni nostra attività, compresa quella letteraria – ho suddiviso gli scrittori in tre diversi gruppi:

L’insicuro ama scrivere e vorrebbe farlo con costanza, ma trema di paura all’idea che qualcuno possa stroncare i suoi pezzi. È convinto di non essere all’altezza e sempre titubante all’idea di intraprendere un nuovo viaggio narrativo. Talvolta non riesce nemmeno a raggiungere la scrivania e trascorre l’intera esistenza nei meandri del “vorrei ma non posso”.
Legge e rilegge ogni singola parola, cancella e riscrive rischiando addirittura di impoverire i propri testi, perché troppi maneggi attenuano il potere dell’impulso creativo. Nella sua mente, il lettore è un mostro con tre teste. L’editore, poi, non ne parliamo. In generale, questo individuo è convinto che tutti lo odino, che gli vogliano male e che abbiano, come unico scopo, quello di rovinargli la vita.

Il megalomane sa tutto e te lo spiega sempre. Si sente bravo (talvolta lo è davvero) e non fa altro che ricordarlo al prossimo. Chi stronca un suo pezzo pecca di lesa maestà. Chi cerca di dargli dei consigli per migliorare è un poveraccio, un ignorante, un invidioso. Lui non ha bisogno di migliorare, perché è già perfetto. Le sue storie sono sublimi e il suo stile impeccabile. Poco importa se sbaglia i congiuntivi: giustificherà la cosa tirando in ballo la licenza poetica.
L’immagine del bambino con la corona in testa lo rappresenta alla perfezione: ama essere al centro dell’attenzione e fa i capricci se non riesce a ottenere ciò che vuole.

Il lunatico  ha un’energia mutevole. Risente degli influssi astrali e dell’umore con cui si è svegliato la mattina. È al contempo insicuro e megalomane. In poche parole, da ospedale psichiatrico.
Ci sono giorni in cui si sveglia convinto di essere l’erede di Stephen King. Saltella per la casa come una pulce strafatta di anfetamine, dichiarando amore eterno ai propri personaggi. Rilegge le stampe dei suoi racconti con gli occhi a forma di cuoricino; li benedice pure, ma dopo cinque minuti fa una bella pallottola e li scaraventa dalla finestra. Allora inizia a piangersi addosso, si convince di essere una nullità, di non valere una cicca né come scrittore né come essere umano. Ahi, me tapino!

Com’è, invece, lo scrittore dall’ego equilibrato?
Se l’energia circola bene, lo scrittore riesce ad avere una giusta stima di sé. Questo porta linfa e vitalità alla sua attività creativa, perché è lucido e attento, consapevole dei propri punti di forza e delle proprie debolezze. Lo scrittore equilibrato reagisce con serenità alle critiche, perché per lui sono una risorsa. La sua razionalità gli consente di capire se sono corrette oppure errate, segue quindi i consigli che si armonizzano al suo buon senso e trascura quelli che non si addicono ai suoi progetti. Ciò che conta, in fondo, è andare avanti, diventare bravi. Tutto verrà di conseguenza.

E tu, Chiara, in quale categoria ti collochi?
Ciao a tutti, io sono Chiara e sono una lunatica. 
Sto cercando di uscire dal tunnel e di diventare equilibrata.

Scherzi a parte, il tema dell’autostima ha avuto ed ha tuttora notevole importanza nella mia vita. Alcune esperienze negative hanno reso il rapporto con me stessa un gran problema per tutta l’adolescenza e buona parte dell’età adulta. Ho lavorato moltissimo sul mio carattere, sia con il mio master reiki sia da sola.  Ora le cose vanno molto meglio, in parte anche grazie al blog e al mio romanzo, che mi hanno aiutata a sciogliermi e a prendere coscienza delle mie doti.
La mia insicurezza, infatti, ha sempre riguardato l’ambito lavorativo e sentimentale, ma non quello creativo. Con una tastiera in mano, mi sono sempre sentita forte. Certo, a volte mi vengono dubbi sul mio operato (del resto, chi non ne ha?) e tendo a demoralizzarmi quando un testo non esce come vorrei. Però, quando scrivo, mi sento libera e autentica. Riesco a comunicare con la gente.
Per questo motivo, quando anni fa ho rinunciato a questa passione, sono crollata a terra come una pera cotta. Mi sono rinchiusa in un guscio di paura e fragilità. L’ingresso in un ambiente lavorativo un po’ ostile non mi ha certo giovato: alcuni colleghi mi hanno messo in un angolino nel quale sono rimasta per anni perché credevo di non poter meritare niente di meglio.
Quando ho ricominciato a riempire pagine, molti nodi si sono sciolti e, con il sorriso sulle labbra, sono riuscita a camminare con maggiore sicurezza. Portando nella mia quotidianità quella punta di spavalderia che aveva sempre contraddistinto il mio scrivere, sono riuscita a ritagliarmi uno spazio anche negli ambienti nei quali mi ero sempre sentita a disagio. “Io sono una persona meritevole”, mi dicevo. “Non è giusto che mi trattino come se non esistessi.” In poche parole, ho ribadito il mio diritto di esistere e di essere tenuta in considerazione. L’ho fatto urlando, ma l’ho fatto. Ed è stata una liberazione.
Allo stesso modo, ho deciso di portare l’insicurezza nei miei testi per riempirli di vita. Le mie umane debolezze mi hanno aiutato a creare personaggi verosimili e in grado (almeno spero) di suscitare empatia. Quanto all’umiltà, può diventare un gran vantaggio, perché mi aiuta a comprendere i limiti oggettivi dei miei scritti, a vederne i difetti e a rimboccarmi le maniche per fare meglio. Ogni persona con che incontro sulla mia strada, può diventare un maestro. E io posso esserlo per lui, senza il bisogno di competere. Ogni scambio è ricchezza e dall’interazione possono nascere significati profondi, anche fra pari.
Non penso quindi di essere una scrittrice megalomane, ora che l’entusiasmo della ripartenza ha lasciato il posto ad una consapevolezza nuova. E non penso nemmeno di essere insicura. A volte oscillo come un pendolo, ma in generale punto ad avere giudizi oggettivi, ad essere realista. Spero di riuscirci, man mano che le mie competenze tecniche si staccheranno dal livello dilettantistico, per passare al gradino superiore.

Il volstro ego sta bene? Vi rivedete in qualcuna di queste categorie?  

P.S. Scrivendo questo post mi è venuta l’idea di trarre ispirazione anche dagli altri sei chakra, per altrettanti articoli. So che teoricamente dovrei andare dal primo al settimo, oppure a ritroso dal settimo al primo. Sono partita dal terzo perché sono un’artista disordinata. Ma, se siete interessati, approfondisco l’argomento. Ovviamente, lo farò senza scadenze fisse: sapete che non sono in grado di rispettare la programmazione del blog. Cosa ne pensate

Commenti

  1. Io mi vedo un po' lunatico, però non nel senso che certi giorni mi sento un grande scrittore: talvolta sono auto-indulgente e penso che ma sì, in fondo sono un dilettante con una certa abilità nella scrittura; altre volte mi sento proprio uno zero.
    Sono un lunatico ridimensionato, per così dire ;-)

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    1. Io credo che una personalità stabile e lineare sia quasi ostile alla natura dell'artista. Dalla continua messa in discussione di ogni cosa, si genera il movimento che è alla base della creatività. Diversamente tutto è immobile e statico. :)

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  2. Il mio ego come sta? Al momento siamo sull'insicuro andante, ma a quattro giorni dalla discussione della maledetta tesi del maledetto corso abilitante probabilmente è più una questione di stanchezza. Ho fatto una pausa un po' lunga dalla narrativa, almeno per i miei standard (da fine gennaio) e ho un po' paura a ricominciare, come il timore di non essere più capace di raccontare storie.

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    1. Dai, non scherzare: figurati se non sei più capace! :)
      Sono riuscita a riprendere io, dopo cinque anni, con tutta la ruggine che avevo appiccicata addosso! La scrittura è come lo sport: occorre allenamento, ma se ci sono delle buone basi non è difficile recuperare. :)

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  3. "... ciao Chiara!" Fai finta che che al centro di recupero per lunatici che vogliono diventare equilibrati ci sia anche io ;)
    In realtà sono una lunatica tendente più all'insicurezza che alla megalomania. Oscillo tra momenti di "ce la posso fare" e momenti di "chi voglio prendere in giro? Sono una delusione". Le poche volte che mi sento sicura di me stessa, mi vengono i dubbi perché mi ricordo che ci sono molte persone convinte di essere brave, ma che in realtà si vantano per nulla.
    Questo mi crea delle difficoltà, perché un attore deve essere sicuro di se stesso per saper convincere gli altri della propria bravura (che è l'unico modo per avere una possibilità di successo). Insomma, speriamo che il centro di recupero dia dei risultati :)

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    1. Anche io a volte mi faccio condizionare dal fatto che tanti incapaci si credono bravi! Mi è capitato molte volte di incappare in storie allucinanti, scritte malissimo, e di pensare "magari anche io mi illudo di essere capace ma sono sullo stesso livello, se non peggio". Tuttavia, con il tempo, si acquista anche una certa oggettività nel valutare il proprio operato e quello degli altri. :)

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  4. Io sono lunatico ma non per umore: scrivo solo quando sento che è giusto farlo, quando c'è la giusta energia positiva. Altrimenti, faccio altro :)

    Moz-

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    1. Questo è un tipo di "lunaticità" (esiste questa parola? :-D) un po' diversa perché è legata al fare, non all'autostima. Anche io scrivo quando sono in forma, perché la costrizione è inutile. Per quel che riguarda l'ego, invece, mi sembri un tipo equilibrato. :)

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    2. Sto cercando di ispirarmi a te in questi giorni. Mi fa bene. :)

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  5. Sono un equilibrato, ex insicuro, con oscillazioni periodiche nella lunaticità. Ah, con picchi di entusiasmo megalomane. ;)
    Che dire, do il massimo, cerco di non abbattermi se non riesco a raggiungere il risultato sperato e mi butto in sfide che spesso non ho idea di come superare, ma che male può fare? Ogni critica è un insegnamento per come la vedo.

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    1. Anche io sono una persona che accoglie le sfide, a volte con gioia e a volte con paura, ma difficilmente mi tiro indietro. Non abbattersi è il primo passo per riuscire nella scrittura. :)

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  6. Lunatico, direi, ma non faccio nulla per diventare equilibrato. Dovrei? Non credo: temo che con l'equilibrio venga a mancare l'energia per andare avanti, il desiderio di emergere.

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    1. Anche io penso - come ho scritto anche in altri commenti - che una punta di incostanza umorale stimoli e alimenti il flusso creativo. Le crisi, in fondo, generano movimento. :)

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  7. Ma sì, lunatica pure io. Però in generale nono sono affatto una persona lunatica, anzi, i lunatici sono quelli che non sai mai come prendere, li incontri e speri siano in giornata buona. Io sono persona che rimugina su tutto, e quando riesce a prendere il toro per le corna ne è assai felice. Sulla scrittura alterno appunto momenti di euforia ad altri in cui non è tanto l'insoddisfazione per ciò che scrivo ad avere la meglio, bensì l'incertezza del mondo editoriale e la consapevolezza di quanta fuffa si pubblichi a farmi pensare "Sandra, molla tutto! E vivrai meglio." Comunque trovare il giusto equilibrio è sempre alla base di tutto. Bacio buona giornata sandra

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    1. Fino a qualche anno fa anche io ero lunatica caratterialmente, poi mi sono data una regolata. Ora mi ritengo una persona piuttosto serena sotto questo profilo.
      Smettere di scrivere per colpa di un sistema malato sarebbe un vero peccato. É nostro diritto cercare di realizzare le nostre aspirazioni. Lo dobbiamo a noi stessi con buona pace di chi vuole mangiare tutta la torta :)

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  8. Mi domando come si possa essere equilibrati in una realtà che non lo è affatto. Voglio dire che è difficile conservare un rapporto buono con la scrittura e non deprimersi di tanto in tanto, visto come vanno le cose in questo campo. Per quanto mi riguarda, oltre che lunatica mi sento anche insicura, anche se non arrivo agli eccessi che hai descritto.

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    1. Sì; forse hai ragione. Ma a volte essere equilibrati non vuol dire altro se non stare bene nel proprio squilibrio, saperlo accettare e conviverci pacificamente. :)

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  9. Sono un'insicura “equilibrata”, si può dire? I giudizi mi mettono sempre un po' a disagio, cerco la perfezione convinta di non essere mai all'altezza, mi metto sempre in discussione come se fossi sempre io a dire la cosa poco giusta, però... resto in piedi, non mi scoraggio, alla fine so dire la mia ed essere me stessa senza farmi condizionare. Ho una discreta ed inattaccabile autostima, che esibisco se è il caso, non sempre e non per forza (il megalomane mi sta sulle scatole, perché in genere è uno che non sa ascoltare, mentre nel confronto si cresce sempre).
    Per certi versi sono lunatica anch’io: scrivo una cosa tutta contenta, mi gaso all’idea di avere fatto centro, gongolo quando rileggo il pezzo scritto perché mi piace un sacco… e il giorno dopo cestino tutto perché il mio stato d’animo è cambiato ed è cambiato anche il mio punto di vista. Infatti capisco se quello che ho scritto va bene quando, rileggendolo a giorni alterni, mi sembra sempre filare alla perfezione. Allora è fatta!
    Ma in fondo lo scrittore dev’essere un po' tutto questo, no?

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    1. Certo! Dopo tutto siamo esseri umani, non robot. :)
      Ciò nonostante, avere equilibrio secondo me non significa rinunciare alla vulnerabilità, all'insicurezza o alla megalomania, bensì saper affrontare e accettare tutti questi istinti senza esserne dominati...

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    2. Allora sono equilibrata...e sono del toro! ;))

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    3. Vado d'accordo con le donne del toro! :)

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  10. Io sono lunatico come persona, non come scrittore :)
    Credo di avere un pezzo di ognuno dei tre gruppi che hai elencato.

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    1. Ecco un altro paladino della personalità multipla! :-D
      Per curiosità, di che segno sei? :-)
      Io ti conosco poco, ma tirando a indovinare punterei sullo scorpione o sul toro...

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    2. Come me! Non l'avrei mai detto :)

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  11. La conoscenza dei chakra può richiedere tutta una vita... :)
    Questo perché qualsiasi lavoro su se stessi è continuo e finisce con la morte.
    Conosciamo qualcuno che sia del tutto equilibrato? Si ha l'equilibrio perfetto solo se si è continuamente un funambolo; dunque credo che ci si possa avvicinare all'equilibrio, per poi allontanarsene e poi riavvicinarsi, in un continuo cammino sul filo. L'equilibrio perenne è in un certo senso la morte; anche la vita, col battito del cuore, non è statica ma è un pulsare da un punto a un altro. L'equilibrio in essa è arte a cui ci si può avvicinare per dei momenti, ma che non è un punto fermo d'arrivo nella vita. Difficilmente si può essere centrati a lungo. L'ego secondo alcuni è illusione. Di solito quelli che lo combattono, o combattono quello che appare secondo loro negli altri come "eccessivo", ne hanno in buona misura e non riescono a tenergli dietro, così accusano gli altri di averlo "smisurato"; gli altri che sono in questo caso il loro specchio. Bel post, pieno di stimoli. :)

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    1. Sono contenta che il post ti sia piaciuto, ed è vero che il lavoro su se stessi non si esaurisce mai. Come dice il mio master, "se non avessimo nulla da risolvere non saremmo nemmeno sul pianeta terra". Tuttavia ciò che conta è la tendenza generale, secondo me. La persona equilibrata è quella che sa far fronte con il sorriso ai propri sbalzi di umore e riesce a vedere le cose con una certa lucidità. Non sarà sempre possibile però può diventare una tendenza caratteriale spontanea, una sorta di qualità individuale. :)

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    2. Sì, una specie di "tendenza spontanea": penso anch'io. :) Ci si può arrivare. Purtroppo il lavoro può essere lungo. L'equilibrio come abitudine non è facile da mantenere... Le persone purtroppo sono abituate al caos, soprattutto a quello che vedono intorno a sé. Il caos è destabilizzante e non aiuta in questo senso. Questi post sono interessanti. Secondo me dovresti scriverne altri, sugli altri chacka. :) Anni fa ho scritto un libro su argomenti connessi ai chakra (e altri temi), non ancora pubblicato. Chissà che non mi decida a riprenderlo. :)

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    3. Le tendenze caratteriali non hanno valore universale. Ci sono comunque sempre situazioni in cui possono venire meno. Una persona socievole, non lo sarà fino in fondo con qualcuno che le piace poco... Stesso discorso può valere per la centratura. :)

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  12. Io possiedo un ego mostruoso e ne vado fiero. Non lo nascondo, anzi lo accetto (diversamente da altri che si fingono modesti e non lo sono per nulla). Tuttavia accetto anche le critiche. Mi piacciono anzi, perché sanno di verità più dei complimenti superflui. Mi piace interagire con il lettore. Mi piace che dia la sua opinione o che suggerisca soluzioni a cui io non sono giunto. Tempo fa le critiche mi facevano impazzire, poi quel nodo al petto è sparito. Lo ha fatto improvvisamente e da allora leggo le critiche con il sorriso. Non mi lasciano indifferente, certo. Le soppeso, le valuto, valuto anche chi le propone e poi decido se prenderle in considerazione (in tutto o in parte), oppure ignorarle. Non ignoro mai, però, il lettore. Ha speso del tempo nel leggere e ne ha trovato dell’altro per dire pure la sua. Qualcosa deve averlo spinto a farlo...
    Per questi motivi, non so proprio in quale categoria pormi. La verità è che non me ne preoccupo nemmeno. :P

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    1. Ma cosa significa avere un ego smisurato? è davvero possibile quantificare?
      Mi spiego meglio: per me avere un ego smisurato significa sovrastimarsi rispetto alla realtà dei fatti. Ad esempio, se una persona è convinta di essere onnipotente solo in virtù del proprio ruolo aziendale ha un ego smisurato. Invece, se uno sa di essere bravo in qualcosa e agisce di conseguenza, ha un ego equilibrato.
      L'importante dunque è essere consapevoli dei propri limiti e dei propri punti di forza, impegnandosi a fondo per diventare migliori.
      Secondo me la differenza è tutta qui.
      Io penso che tu a volte sia borioso più per ansia di dimostrare qualcosa che non per effettiva arroganza. Sei comunque disponibile all'ascolto e al confronto. Credimi: non è da tutti. :)

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    2. Non lo so se si può quantificare, in realtà non mi sono posto la questione. Credo però che tu abbia ragione sull'ansia da prestazione e credo anche che ultimamente qualcosa sia cambiato da quel punto di vista...
      Per quanto riguarda il mio ego "smisurato", non so, io lo percepisco così. Mi sento migliore di tanti altri... Tutto qui. Forse sbaglio e sono solo arrogante. ;)

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    3. Ma migliore in che senso? Come scrittore o come essere umano?

      Il meglio o il peggio si può intendete in diversi modi. Io ad esempio posso dire di essere brava a scrivere in senso lato, di essere più brava di mio marito o meno brava di Stephen King (grazie al ca...). Però sono meno brava con i numeri del mio capo che è ingegnere... ma il meglio o il peggio non si intende qui a livello umano, ma a livello di performance.
      Se si parla di evoluzione spirituale mi sento a un livello abbastanza elevato ma l'ego non c'entra niente... non mi sento in competizione con gli altri e penso che ciascuno sia valido a modo suo.

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    4. Si parlava di "Ego dello scrittore", no? Quindi, sì, a scrivere. :)

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    5. anche io mi sento migliore di altri, e peggiore di altri ancora. Anche se qui forse il termine va inteso come "più esperta"... limite valicabile con la sacrosanta gavetta! :)

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  13. Esiste la categoria "ego disciplinato"? Nel senso che io scrivo sempre e comunque, con l'ispirazione alle stelle o l'ispirazione alle stalle, se ho voglia di scrivere o se non ne ho voglia, se sono stanco o riposato...

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    1. La disciplina é un'ottima cosa ma qui il discorso è legato all'autostima. Dunque è spontaneo domandarti se c'è un legame fra questi due aspetti...

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    2. Non ritengo di avere problemi di autostima nella scrittura. In fondo scrivo quello che voglio. Se piace bene, se non piace, peccato ma non so che farci... scrivo comunque.

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  14. Mi sento una lunatica moderata, che non saltella proprio come una pulce strafatta nei momenti migliori, né butta tutto dalla finestra in quelli peggiori. Però l'oscillazione c'è, ed è abbastanza forte. Non c'è bisogno di dire che mi piacerà leggere qualcosa sui chakra, se lo scriverai. :) Ho appena sentito qualche stralcio di webinar dal Simposio di Consapevolezza, e si parlava proprio di chakra e metodi per liberare energie. Era molto interessante.

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    1. Non conosco il simposio della consapevolezza. Ho in attesa un libro, che mi hanno regalato a Natale, che parla proprio della meditazione sui chakra. Mi sono accorta che con il reiki tendo a concentrarmi sempre sugli stessi (non si devono per forza passare tutti) perché sono quelli più problematici, ma vorrei qualcosa che mi consentisse di allinearmi da capo a piedi.
      Scriverò volentieri qualcosa sui chakra, prossimamente. Ho già in mente un bel post sull'intuizione e sul terzo occhio dello scrittore. Il problema è che in questo periodo sono un po' volubile sotto il profilo creativo. Le idee vanno e vengono un po' come vogliono e io mi adeguo. :)

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    2. Fai bene a non diventare schiava del blog; è un rischio sempre presente. Se ti interessa, il simposio della consapevolezza lo trovi al primo posto inserendo le parole su Google. Non che io ne sappia molto; ho scoperto che stava iniziando due giorni fa, e ho visto che ci sono incontri con persone diverse su argomenti diversi. Rendono disponibili le registrazioni dei webinar anche dopo.

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    3. Lo cercherò volentieri, grazie! :)

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  15. Penso di rispecchiarmi nel ritratto dello scrittore lunatico, ma non agli eccessi. Come carattere non sono molto lunatica, tutt'altro. Gli altri mi ritengono una persona riposante... meno male! Per il resto penso che la scrittura sia una forma di libertà, e forse, dico forse, si può entrare in una delle categorie descritte quando ci si crea troppe aspettative nei confronti della realtà circostante che è destinata a deluderci.

    Aggiungerei una quarta categoria di scrittori, però: gli opportunisti. Quelli, cioè, che ti avvicinano SOLO e unicamente per venderti una copia del loro libro, o quelli che, dopo un primo, rapido contatto, non si fanno più vedere e sentire per anni, e poi ti invitano alle loro presentazione (idem per lo scopo). O forse vanno inquadrati nella categoria del megalomane? ;-)

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    1. Io li inserirei in una nuova categoria, quella dei "venditori": persone che vedono la scrittura esclusivamente come un mezzo per fare soldi (illusi!) trascurando un po' il lato artistico. Da un lato sono avvantaggiati perché sanno autopromuoversi, ma dall'altro un po'mi irritano. Anzi : mi irritano tanto! :)

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    2. Io li inserirei in una nuova categoria, quella dei "venditori": persone che vedono la scrittura esclusivamente come un mezzo per fare soldi (illusi!) trascurando un po' il lato artistico. Da un lato sono avvantaggiati perché sanno autopromuoversi, ma dall'altro un po'mi irritano. Anzi : mi irritano tanto! :)

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    3. Hai mai sentito parlare di Fabrizio Boaretto? Si è autopubblicato e il suo primo romanzo ha venduto qualcosa come 12.000 copie. E' passato anche in quel di Cinisello dove abito, e la libraia mi ha detto che usciva in strada, raccontava il romanzo in 60 secondi ai passanti e la gente entrava lo comprava come ipnotizzata. Una "macchina per la vendita", sui contenuti non ti so dire perché non l'ho letto.

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    4. Comunque il bimbo della foto è proprio carino!

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    5. La foto l'ho trovata su google. Era in un blog, a corredo di un articolo sulle mamme che viziano i figli. :)
      Non conosco quell'autore, ma credo che il suo metodo sia geniale! So anche di uno che regalava le anteprime dei suoi libri in metropolitana. Io però penso che avrei difficoltà a vendere la mia immagine. Non tanto la mia opera in sé, quanto piuttosto l'idea di identità ad essa collegata.

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  16. Sono lunatica ma anziché vacillare tra l'insicurezza e l'arroganza vago tra la certezza che non ce la farò mai e la certezza che un giorno mi sveglierò J.K.Rowling. In fondo, anche lei ha avuto l'idea di Harry Potter durante un viaggio in Portogallo... l'illuminazione potrebbe arrivare in un giorno qualsiasi!
    Mi piace molto questo tipo di post, penso che sia una buona idea produrne una serie, tieni presente che alcuni di noi non sanno molto di energie e reiki... non dare per scontato nulla, per esempio 'sto plesso solare... 'ndo sta? È il diaframma? Lo stomaco? Non mi ricordo mai!!

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    1. Il plesso solare é all'altezza dello stomaco, sotto il costato e sopra l'ombelico. :)
      Sono contenta che questi post ti piacciano. Li alternero' con altri argomenti come sempre, ma li scriverò!

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  17. Da qualche parte, in un posto bellissimo, esistono gli equilibrati. Quelli che non si alzano mai dopo le 10, che lavorano il giusto e si divertono il giusto ogni giorno, che hanno una vita sociale equilibrata e non vanno a letto dopo l'una. Dall'altra parte del mondo ci sono io XD
    Non so quasi niente di reiki, ma una mia professoressa che ne sapeva più di me, mi aveva detto che avevo il chakra al centro degli occhi più sviluppato di tutti gli altri. Sarà vero? Rifiutare a prescindere tutto quello che riguarda l'ego è un atteggiamento intrinsecamente buddista...ma forse lo scrittore è un cantore del saṃsāra e non possiamo aspettarci altro da lui ;)

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    1. Alla tua età credo sia normale fare certi orari, però io di anni ne ho 33, e fra le cose che hai detto mi riguarda solo il fatto di non alzarmi mai dopo le 10 (o almeno, raramente) e di avere una vita sociale piuttosto equilibrata.
      è possibile che tu abbia il terzo occhio più sviluppato degli altri chakra. è una cosa comune a molti artisti. Anche io ce l'ho (e credo ne parlerò in uno dei prossimi articoli).
      L'ego non si può sopprimere. è pretenzioso pensare di farlo, soprattutto in questo ambito, in questo contesto. Però si può tenere a bada, questo sì. Evitare che ci domini.

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  18. P.S. Questo post è ufficialmente il più commentato del blog!
    Grazie a tutti! :-)

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  19. Molto interessante... Però mi stanno venendo un sacco di dubbi, non tanto sull'essere scrittore, perché il valore è si/no ed è no... ma in generale se quando scrivo per me o per lavoro o diletto, sono in qualche categoria.
    Tnks!

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    1. Fortunatamente i confini delle categorie sono molto flessibili! :)

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  20. lareginadellelunatiche24 aprile 2015 alle ore 12:59

    Io e la lunaticità siamo migliori amiche ormai da anni. Il mio ragazzo (poveretto) sembra essersi abituato a questa fastidiosissima parte di me, e se non ci fosse lui a tirarmi fuori dai miei momenti "Questa storia fa schifo, non piacerà a nessuno, sto solo perdendo tempo" probabilmente non sarei riuscita ad andare oltre le prime quaranta pagine. Ora, ho passato intere notti, interi pomeriggi e talvolta - dopo aver pulito casa e portato a spasso il cane - anche intere mattine a scrivere, tantoché (dopo un bel po' di mesi) sono arrivata quasi alla fine. Dopo 276 lunghissime pagine... "Secondo me... ho davvero perso tempo." Mannaggia!!!

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  21. Il tempo non è stato sicuramente perso. A prescindere dal risultato, ogni esperienza serve per imparare. E dopo aver lasciato decantare l'opera quel tanto che basta, potrai migliorarla in revisione.
    A parte questo, benvenuta! :)

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