#imieiprimipensieri sul Festival di Sanremo 2018


(Cos'è l'iniziativa #imieiprimipensieri? Se vuoi saperlo, leggi qui)

Dici che torneremo a guardare il cielo

Alzeremo la testa dai cellulari
Fino a che gli occhi riusciranno a guardare
Vedere quanto una luna ti può bastare
E dici che torneremo a parlare davvero
Senza bisogno di una tastiera
E passeggiare per ore per strada
Fino a nascondersi nella sera.
(Diodato & Roy Paci)

C’è chi si fa la croce
E chi prega sui tappeti
Le chiese e le moschee
l’Imàm e tutti i preti
Ingressi separati della stessa casa
Miliardi di persone che sperano in qualcosa.
(Ermal Meta & Fabrizio Moro)


L’immagine che ho scelto come copertina di questo post è l’unica che ho scattato venerdì sera al teatro Ariston, durante le esibizioni. Essendo la prima volta che sentivo Gianna Nannini cantare dal vivo, ho voluto immortalare il momento. Questo però mi ha fatto perdere circa un minuto del duetto con Claudio Baglioni. Poco male, potrebbe dire qualche detrattore. In realtà le mie energie, dopo questo click, hanno subito una trasformazione. Mi sentivo inquieta e nervosa, ma non riuscivo a focalizzare il perché di questo improvviso disagio. Poi, mi sono guardata intorno. E tutto è diventato chiaro.

Il 90% delle persone presenti nella galleria del Teatro Ariston avevano il cellulare in mano. Qualcuno riprendeva i cantanti. Qualcun altro, chattava. A un certo punto, Beppe mi ha detto: “Fuori piove. L’ho letto lì”, e ha indicato lo smartphone del suo vicino di posto. Io ho ridacchiato, ma tra i miei denti sedimentava una certa amarezza. Non riuscivo ad assumere un atteggiamento neutrale nei confronti del piattume emotivo che percepivo intorno a me. Le energie distratte degli altri spettatori interferivano con le mie, distaccandomi dal presente. Ho impiegato qualche minuto per ritrovare la mia centratura. Poi, ho spento il  telefono, ho inchiodato lo sguardo al palcoscenico e da li non l’ho più tolto fino all’1:30.

Da quel momento, il cantautore Diodato e il suo socio Roy Paci sono saliti nelle mie personali quotazioni. La bellissima canzone Adesso parla infatti della necessità di accantonare la tecnologia per vivere il presente senza distrazioni. Pochi al giorno d’oggi ci riescono. Basti pensare che stamattina ho trovato sulla bacheca di Facebook la bellezza di trentadue tortine a forma di cuore: ieri era San Valentino, ma i miei contatti si preoccupavano più di mostrare agli altri il proprio divertimento, che di stare con il proprio partner…

Abbiamo dimenticato quanto sia bello scambiarci gli sguardi, amici miei!

Abbiamo smesso di respirare la luce del sole, per rinchiuderci dentro un loculo fatto di pixel. Ma le cose reali non sono dentro una scatola: puoi toccarle, sentirle, viverle. E le parole in grado di colpirci, di trasformarci nel profondo, non sono frutto di copia-incolla su Facebook.

Questo Festival di Sanremo, dunque, l’ho vissuto il più possibile lontano dalla rete. L’anno scorso commentavo le canzoni sui gruppi online, ma stavolta ho preferito spegnere tutto, e fare una passeggiata.

Ascoltando i commenti a caldo dei miei concittadini, mi viene in mente solo una parola: disinformazione.

Proprio perché a Sanremo ci vivo, mi sono guardata intorno.

Gli altri, no. Loro sono rimasti sui social. E si sono accontentati della visione parziale offerta dai media. Una rappresentazione del reale decisamente lacunosa e fuorviante.

Per conoscere la verità, basta aprire gli occhi e parlare con la gente.

Per esempio, so che i mugugni di chi dice che il Canone Rai serve a finanziare il Festival e i cachè milionari dei conduttori sono assolutamente inutili. L’evento è infatti gestito interamente dagli sponsor.

Poi, so non esser vero che Salvini ha regalato i biglietti del Festival ai malati di SLA (siamo in campagna elettorale, portate pazienza…): venerdì era all’Ariston, l’ho visto, e lui stesso l’ha ammesso.

So che non è vero, come l’individuo sopracitato ha scritto, che tutte le canzoni parlavano dei migranti, e nessuna dei problemi dell’Italia. A parte Le Vibrazioni e Mirkoeilcane (ragazzo delle Nuove Proposte la cui esibizione mi ha profondamente commossa) non ricordo brani che affrontassero tematiche legate alla presenza di stranieri o a “viaggi della speranza”. Queste affermazioni, fanno però parte della solita campagna finalizzata a diffondere odio e diffidenza. Perché si sa: un paese in cui il penultimo fa la guerra all’ultimo è il capolavoro delle classi dominanti. Al Sistema, la guerra tra poveri conviene. Ma l’allocco di turno non se ne accorge, pensa che ‘sta gentaglia stia lavorando per il suo bene e sposa le parole di chi ci vuole divisi come se fossero il verbo divino: poveretto lui, e il suo bisogno di odiare.

Infine so che le misure di sicurezza antiterrorismo non erano “quattro blocchi di cemento”, come hanno scritto i giornali, ma metal detector, perquisizioni continue e poliziotti con il mitra: mentre facevo la fila per entrare nel teatro, avevo paura di prendere le sigarette nella borsa, perché c’era questo energumeno che mi guardava male: “se pensa che abbia una pistola”, ho detto a Beppe, “questo mi fa fuori”.

A proposito di terrorismo: vogliamo parlare della canzone vincitrice?

Non mi avete fatto niente di Ermal Meta e Fabrizio Moro ha meritato il premio solo per il suo significato. I due artisti hanno mantenuto la coerenza ideologica con i loro brani di maggior successo: Vietato Morire per Meta e Pensa per Moro. Il messaggio alla base di questa canzone, che io ho trovato molto, molto coraggiosa, è che non si deve reagire alla violenza con altra violenza, ma bisogna prendere una posizione chiara e inequivocabile nei confronti del terrorismo: la posizione di chi sceglie di lasciarsi il male alle spalle e, con questo distacco, ottiene la libertà. Il nostro sguardo quindi deve essere lucido, ma privo di rancore.   

Se ciascuno di noi si appropriasse di questa filosofia e la trasformasse in uno stile di vita, la realtà potrebbe prendere una piega diversa. Invece è molto più facile continuare a crogiolarsi nella mediocrità.

E il mediocre, invece di una comprensione profonda, sceglie l’incoerenza o il dileggio.

Già. L’incoerenza.

Come quella di alcuni tizi che, su Facebook, prima hanno pubblicato il video della canzone di Meta e Moro, poi hanno, nell’ordine: offerto sostegno a Luca Traini, scritto che devono essere riaperti i forni crematori per i rom e per i migranti, inneggiato il fascismo, la pena di morte e la castrazione dei pedofili.

E il dileggio.

Come quello cui si appellano coloro che vogliono solo aver qualcosa di cui sparlare, perché questo li fa sentire vivi. Così, tirano fuori la questione del plagio, senza nemmeno conoscere il significato di questa parola: attribuzione al proprio ingegno di un’opera altrui. Cioè, quello che mi è capitato di subire lo scorso anno, come raccontato nel post validi motivi per rubare testi altrui. Una situazione ben diversa, da quella di Meta e Moro che, detto in parole povere, sono stati accusati di aver copiato un brano scritto da loro stessi!

Vi spiego meglio com’è andata, perché ho seguito la storia.

In numerose interviste prima del Festival i due artisti avevano spiegato che il loro brano era stato costruito intorno al ritornello di una canzone, firmata dal loro coautore Andrea Febo insieme a Fabrizio Moro, e mai commercializzata. Il regolamento prevede infatti la possibilità di campionare altri brani, purché questa citazione non superi il 30% della canzone. Quindi, era tutto in regola.

Poiché su questo blog siamo tutti scrittori o aspiranti tali, vi esorto a essere onesti: chi di voi non ha mai preso un proprio vecchio scritto per integrarlo in un nuovo racconto o romanzo?

Io ho una cartella di “tagli” che contiene circa 8000 file. All’interno, tutte le descrizioni, le battute di dialogo e le riflessioni personali che ho dovuto eliminare per non allungare troppo il brodo, ma che mi piacevano per il loro significato e la loro energia.  Quando scrivo, se uno di questi pezzi mi ritorna in mente, vado a recuperarlo e lo adatto al nuovo contesto creativo. Le cose belle, infatti, non vanno mai buttate via: sarebbe uno spreco enorme. Opportunamente modificate, possono ancora sortire il loro effetto.

Invece, gli sputasentenze hanno parlato di moria delle idee, senza considerare la prolificità dei due autori. Fabrizio Moro ha all’attivo undici album, e diverse canzoni scritte per altri artisti. Ermal Meta, di dischi ne ha fatti sette (4 con le sue precedenti band e 3 da solista). I brani scritti da lui e portati al successo da altri interpreti sono invece, stando a Wikipedia, la bellezza di 44. Non mi pare proprio che abbiano bisogno di copiare...

Tutto questo pistolotto, solo per farvi capire quanti filtri interferiscano, tra emittente e ricevente, nella trasmissione di un messaggio. Questo tam tam mediatico ha infatti dato alla canzone una visibilità incredibile (che probabilmente avrebbe avuto lo stesso) e scisso il pubblico in due. Da un lato, i sostenitori dei due artisti, tra i quali mi trovo anch’io. Dall’altro lato, le vittime inconsapevoli di una mentalità complottista che si accontenta di mezze verità e, per assecondare il proprio bisogno di parlar male, ha perso di vista il messaggio della canzone. Anzi: non l’ha proprio ascoltato. Quando la mente è chiusa, infatti, i contenuti si  perdono per strada, perché vengono oscurati da mille interferenze. Le stesse interferenze create dai Social e da tutto ciò che ci impedisce di essere qui, adesso, con cuore e cervello aperti.

Bene. Nonostante il flusso di coscienza de #imieiprimipensieri, sono riuscita a dare circolarità al mio post. Forse, nei prossimi giorni, scriverò un’altra riflessione sul Festival (li chiamerò i “secondi pensieri”?) sempre di carattere socio-culturale. Dovrò vedere se sarò ispirata, ma intanto vi do un indizio. Il punto di partenza è un aspetto in comune tra me e due dei cantanti sopra menzionati: Diodato ed Ermal Meta. Se leggete la mia biografia e Wikipedia, ci potete arrivare facilmente. E, sempre sulla scia di quanto ci siamo detti oggi, il prossimo pilastro della Scrittura Consapevole che analizzerò sarà proprio la presenza!

Il lancio della patata bollente

A liberi pensieri, corrispondono libere considerazioni. Quindi, nessuna domanda. 

Commenti

  1. Classe '81, giustamente :). Poi commento ma volevo rispondere per primo ahhaah

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    1. 81 anche tu, vero? :-D
      Aspetto il tuo commento che, conoscendo le tue competenze musicali, sarà sicuramente interessante. :)

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  2. Mai banale, neppure quando parli di Sanremo :). Parto dicendo che la canzone di Moro\Meta non mi è piaciuta particolarmente. Condivido il fatto che sia coerente con la loro produzione (coerenza ideologica, ma non solo), ma come canzone l'ho trovata un po' ruffiana (rubo l'aggettivo al blogger mr.Ink). Ma mi devi-puoi capire: da De Andreiano, quando un cantante affronta certi temi, divento un po' pretenzioso :). Ma più che per il presunto plagio, questo pezzo, ho letto, è stato criticato perché BUONISTA :D. La canzone di Diodato? Mai sentita, ti giuro. Come quella di Mirkoeilcane. In radio non passano mai. Bellissima invece la poesia di Gazzè. Orecchiabili e gradevoli i pezzi de 'Lo stato sociale' (il video è divertentissimo) e di Mudimbi. Ti dirò che il pezzo della Vanoni lo ascolto con molto piacere in radio. Lasciando il tema musicale ed entrando in quello della disinformazione, purtroppo in questo momento storico ci sono anche evidenti responsabilità della stampa e lo so bene. Basta poco per dare una 'sfumatura' a una notizia, non serve neppure fare delle manipolazioni evidenti o inventarsi bufale. Questo a prescindere da convenienze elettorali, ma semplicemente per stimolare il popolo degli opinionisti da bar oggi opinionisti sui social:)

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    1. La penso diversamente da te su Meta e Moro: per me affrontare tematiche importanti è quasi un dovere per l'artista. Sì, lo so, ho una visione un po'anni settanta, però è stato proprio De André a legare la mia percezione dell'arte al messaggio. Proprio per questo, al Festival ho trovato tante canzoncine che non mi hanno trasmesso nulla, una su tutte quella di Annalisa, che pure è tecnicamente impeccabile e ha una voce straordinaria. Poi, è vero che chi affronta questi temi viene accusato di ruffianeria. In origine il post avrebbe dovuto parlare proprio di questo, ma poi mi sono ricordata che già lo scorso anno avevo fatto un discorso simile (oggi, rileggendo il post, ho scoperto che era il primo che avevi commentato).

      Detto ciò, anch'io ho apprezzato, oltre a quelli qui citati, Gazze', e lo Stato Sociale, e non mi è dispiaciuto nemmeno Luca Barbarossa. Veicolare un messaggio, non significa infatti essere seri o seriosi. Esistono molte strade per parlare ai cuori delle persone. :)

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    2. P.s. ascolta Diodato e Mirkoeilcane, che secondo me ti piacerebbero. :)

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    3. Barbarossa non mi è dispiaciuto (io amo di lui 'Roma spogliata' e 'via Margutta'), invece, oltre ai Pooh, le canzoni che 'aborro': Zilli Noemi e Caccamo :D

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    4. Caccamo non ha nemmeno trent'anni, ma è musicalmente vecchio. Sono stati più giovanili Canzian e i Decibel.

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  3. # i miei primi pensieri, festival 10 minuti di tempo, nessuna rilettura

    Bellissimo festival questo del 2018, visto parecchio, piaciuto un sacco. Ero dubbiosa sulla Hunziker, non mi fa impazzire con le sue risatine ma si è contenuta, ottimo Baglioni, plastica facciale a parte, spettacolare Favino. A volte mi è un po’ parso il festival di Baglioni stesso, tante canzoni, ma poi molti duetti es. con il Volo mi hanno davvero incantata, in fondo anche se non è mai stato il mio cantante preferito be’, per la mia generazione ha un certo significato, era un po’ il cantante dei ciellini, e io che ho cantato in un coro di chiesa dai 16 ai 19 anni me lo ritrovavo a tutte le strimpellate varie del gruppo che poi era la mia compagnia dell’epoca, era l’anno che uscì strada facendo, grande album, comprai la cassetta. Ma veniamo alla gara, super, i giovani no, non li ho visti, troppo presto per i miei orari e abitudini serali, ma alle 21.30 trac martedì, mercoledì, giovedì e venerdì puntuale, sabato no, sabato tardi che prima c’è fisso Gomorra anche se poi mi agito, troppo violento la tensione che sale. Ciro. Vabbe’.
    La gara dicevo, bella, tanti tanti bei pezzi, la mia classifica, ERMAL META E MORO mi sono piaciuti subito davvero molto, del resto sono 2 artisti che mi piacciono e credo che Moro meriterebbe maggior successo, in fondo canta da tanto è sì famoso ma non stratosfericamente famoso. Bravi bravissimi, testo, interpretazione. Barbarossa pure mi è piaciuto molto, genuino, bellissime parole, e che dire De Lo stato sociale? Sdoganare sul palco una canzone che dice testualmente rompi coglioni? Del resto dopo la pancia finta della Bertè mi sa che abbiamo visto tutto già da parecchio. Una sorpresa ODDDIO non mi viene il nome e mica posso controllare ora che sto facendo imieiprimipensieri uh, vabbe’ quello che ha cantato con il trombettista, zero, non mi viene servillo ecco servillo, che mi veniva sermonti, ero prevenuta, invece mi ha sorpresa e piaciuta molto. La Vanoni l’abbiamo incontrata in centro a Milano quest’autunno col cane e la badante, tirata a lucido sul palco. Ho apprezzato molto ospiti come Sting e mi sono ricordata di quando cantò RUSSIANS quando ero ragazza, che pezzo, che bravo, Sting davvero non può non piacere. Mi sono persa la Pausini, mi sono piaciuti moltissimo i duetti del venerdì. Un bel festival davvero, beata te Chiara che te lo sei visto lì, hai fatto benone ad andare felice che tu ora possa relazionarcelo nel blog. Sanremo = Chiara = festival = ovvio che ti ho pensata. Sono mancati i fiori sul palco, bellissimi i vestiti della Hunziker, e insomma l’ho detto mi sono divertita anche a commentare via whatsApp con le amiche e spesso eravamo d’accordo sui cantanti, look e sensazioni varie, belle serate divano amiche e musica, anche l’orso l’ha guardato un po’ .

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    1. Ehm... Sandra... il cantante che duettava con il trombettista (che ha dato un valore aggiunto alla canzone) era proprio Diodato. Avitabile e Servillo avevano un'altra canzone, carina anche quella, molto particolare ma, come direbbero i tanto odiati tecnici, con poco mercato. Come Mario Biondi: per me è un genio della musica. Infatti, al Festival di Sanremo c'entrava poco. La sua esibizione mi ha ricordato la vittoria degli Avion Travel nel 2000. Un esempio di ottima musica, ma chi la ricorda, quella canzone?

      D'accordo con te su tutta la linea, invece, per quanto riguarda Meta e Moro. :)

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  4. non ho guardato nemmeno una puntata di Sanremo, e leggere la tua versione dei fatti è stato piacevole... ma tu vivi e vedi la musica in modo impegnato, il ché va benissimo, ma io sono da canzoncina...

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    1. Io sono piuttosto eclettica, in realtà. Quando mi sento giù di morale ascolto i ricchi e poveri! 😀

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  5. Molto bello il tuo articolo si vede che non c'è stata alcuna influenza a parte il tuo parere.
    Ci sono stati diversi pennivendoli e detrattori sulla kermesse. Ma le canzoni, secondo me, a parte casi limite di gente che sarebbe ora si ritirasse nelle sue ville a vivere di rendita circondato dai nipoti, sono state mediamente belle o belle. Per testi e musica. Il fatto che abbiano avuto anche più tempo quest'anno, non più i tre minuti ma i 4 e una manciata di secondi, ha permesso agli artisti di rendere meglio i vari brani.
    A me non è piaciuta in particolar modo la canzone vincitrice, creata per arrivare al podio ma non ho sopportato l'indice puntato dei vari "giudici" che hanno processato il brano senza approfondire la questione. Ma siamo italiani e come ho detto anche da me parlando del festival, strilliamo per la sciocchezza e sorridiamo alla cosa grave.
    L'unica canzone di SanRemo giovani che mi è piaciuta è stata "Stiamo tutti bene" di Mirkoeilcane. Non conoscevo l'artista ma approfondirò perché merita.
    Poi, in ordine sparso, Ron, Vanoni, Diodato, Avitabile.
    Tutto il resto è giusto che stia lì, nel bene e nel mare. Ricordiamo che è Sanremo.

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    1. Ciao Mariella, ben tornata! Mi fa piacere che tu abbia gradito il post. :)

      Secondo me ogni artista va al Festival con un obiettivo. C'è chi vuole farsi conoscere, chi porta un brano "che vende" e chi, invece, punta al podio. Non c'è nulla di male in questo. L'importante è che ci sia la massima onestà in ciò che si propone. Neanch'io ho quindi gradito tutto il circo meditatico che si è creato, perché l'ho trovato in malafede. :)

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  6. Non ho visto abbastanza il festival per averne un'opinione. Ho guardato un pezzettino venerdì e cercavo di individuarti quando inquadravano il pubblico ;).
    In generale mi sembra che vada alla grande l'idea di sparlare di ciò che è italiano e di ciò che si fa in Italia. Se qualcosa ha successo è meglio parlarne male. Se qualcosa non ha successo è meglio lamentarsene. Ci pensavo l'altro giorno in un altro contesto, pensando alle polemiche su Camilleri. Io sto leggendo Fred Vargas, che fa gialli ambientati in una Francia un po' da cartolina ed è pure un personaggio con aspetti discutibili di suo. Fa però dei bei gialli fruibili e in Francia non mi risulta che si lamentino perché la Francia che descrive non è la Francia vera, né la boicottano perché ha quanto meno amicizie imbarazzanti (con ex brigatisti rossi nello specifico). Scrive gialli, punto. Questi fanno anche un po' pubblicità ad alcune località francesi e gli albergatori di quei luoghi ringraziano. Nessuno pretende che siano altro. Qui se qualcuno ha successo o lo si gioca a distruggere o si pretende che sia qualcosa di diverso da ciò che vuole essere.

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    1. Molto interessante il parallelo Vergas Camilleri e il tuo punto di vista assai condivisibile.

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    2. Ciao Anto, sarebbe stato un po'difficile vedermi visto che ero in galleria, fortunatamente lontano dalle telecamere, che ti impediscono di muoverti. :)

      La seconda parte del tuo commento mi trova completamente d'accordo. Ho letto tutto il pippone su Camilleri, e trovo vergognoso che non ci si riesca a concentrare semplicemente sui contenuti, ma si debba scavare in assurde dietrologie. Non voglio essere complottista, ma è come se i media cercassero a tutti i costi di distaccare l'attenzione dai contenuti per farci focalizzare solo su tematiche frivole, che nulla c'entrano con l'arte. Qual è lo scopo di tale accanimento? Allontanarci gli uni dagli altri? Generare ignoranza? Chissà...

      P.s. ho Vargas in wish-list. Me la consigli? Da quale libro conviene iniziare?

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    3. Oh, sì consiglio. Inizia dai primi di Adamsberg o dalla trilogia degli Evangelisti.

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  7. Non ho seguito il festival di Sanremo pertanto ,visto che le considerazioni sono libere, mi riferisco alle frasi che tu hai messo in evidenza.
    Bello il messaggio di alzare gli occhi dalle tastiere dei cellulari che ci danno l'illusione di raggiungere tutti: i rapporti veri si costruiscono con la presenza e con il cuore semmai si consolidano attraverso il virtuale. Prendere parte alla vita vivere le relazioni questo è il messaggio, non rifugiarsi nel mondo fittizio: è diventato un impoverimento.
    Bello anche il secondo messaggio: non alimentare le divisioni. Divide et impera è la vecchia
    massima del potere. Non cercare a tutti i costi un capro espiatorio per tutto ciò che va male;
    si deve partire da una vera scala di valori per migliorare il mondo intorno a noi.

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    1. Ti suggerisco di ascoltare queste canzoni, perché meritano davvero. :)

      La divisione sta a cuore ai potenti, perché indebolisce a livello energetico. Un popolo frammentato, è più facilmente manipolabile.

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  8. Mi è piaciuta tantissimo solo la canzone di Mirkoeilcane le altre onestamente no. Arrivo dal blog di Cristiana Marzocchi.

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    1. Conosco il tuo blog l'Agora', e ogni tanto lo seguo. Ci ero capitata quando, tempo fa, avevi commentato un mio post. Invece non conosco il blog di Cristiana Marzocchi. Andrò a vederla 😊

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  9. Deve essere molto interessante vivere il festival "dentro" come hai fatto tu. Ho seguito il festival a pezzi come mi capita spesso perché appena mi appoggio sul divano finisco per addormentarmi, però tra le canzoni che mi sono piaciute c'è stata subito quella di Hermal Meta e di Fabrizio Moro, molto contenta che sia stata riammessa in gara e che alfine abbia vinto. Il messaggio che trasmette è bellissimo, però mi chiedo anch'io come mai in Italia vincono canzoni simili e poi si inneggi al fascismo e a chi spara sui neri. Stamattina ho fatto le pulizie ascoltando su spotify le canzoni del festival, ho scoperto molti testi interessanti, quella di Mirkoeilcane davvero toccante, mi piace molto anche quella dello Stato sociale.

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  10. Un tempo il Festival di Sanremo era un must: lo aspettavamo per trascorrere serate di puro spasso in casa di amici. Io ero quella più dissacrante: ne avevo per tutti, cantanti, presentatori, ospiti, canzoni, abiti, ma ci divertivamo un sacco. Poi l’interesse verso il programma è scemato perché, fondamentalmente, non sono un’amante della musica italiana e le canzoni mi colpiscono sul momento, poi non le ascolto mai.
    Baglioni è stato importante per me: ho pianto, sognato, amato con la sua musica, non posso rinnegarlo, ma rappresenta solo i miei tredici anni, mi fa solo impressione notare che la sua voce non sia invecchiata per niente. Poteva lasciare, invece, invecchiare serenamente tutto il resto, ma vabbè!😄
    La canzone vincitrice è bella, mi piacciono entrambi i cantautori, ma a furia di ascoltarla già mi ha stufato. Non posso fare grandi esempi perché l’ho seguito a singhiozzo, ho solo fatto compagnia a mio figlio il giorno della premiazione dei giovani perché lui è un fan di Ultimo.
    Elio e le storie Tese per me restano inascoltabili.
    Poi, si sa, non sarebbe festival di Sanremo senza critiche e polemiche su ogni cosa: c’è sempre chi apprezza, ch disprezza e chi si mescola alle chiacchiere tanto per.
    Dev’essere invece bella l’atmosfera della città durante le serate (che potrebbero durare anche meno di una settimana, però, eh!)

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    1. Hai ragione, Baglioni ha una faccia che fa impressione, una via di mezzo tra Ridge di Beautiful e Lurch della famiglia Adams! :D Invece ho visto da vicino la Hunziker e penso sia di una bellezza incredibile (anche se in tv sembra più alta), pur avendo più di quarant'anni.

      Le canzoni non hanno ancora avuto modo di stufarmi, perché le ho ascoltate poco, ma se quella vincitrice diventa importante per me come "Vietato morire", quella presentata lo scorso anno da Ermal Meta, non mi stuferà mai. La associo a un momento importante della mia vita, e continua a darmi energia.

      Per concludere, fosse per me il Festival lo farei durare un mese! :D

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    2. P.S. Dimenticavo: Elio e le Storie Tese secondo me hanno fatto il loro tempo. La loro canzone era veramente BRUTTA. Eppure in passato hanno scritto dei testi, non memorabili, ma che un segno l'hanno lasciato. "La canzone mononota", per esempio, era musicalmente molto evoluta. Però, a quanto si dice, loro avevano l'obiettivo di arrivare ultimi... ;)

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  11. Ieri avevo lasciato un commento, ma non lo vedo, chissà cosa è successo, ci riprovo.
    Deve essere bello vivere il festival da dentro, come hai fatto tu, è senza dubbio una visione diversa.
    Mi è piaciuta molto la canzone di Mirkoeilcane e ho tifato fin da subito per Hermal Meta e Fabrizio Moro. Mi sono chiesta all'indomani del festival perché in Italia vince una canzone che è un chiaro messaggio di pace e poi c'è chi inneggia al fascismo e a chi spara sui neri. Siamo un paese pieno di contraddizioni, sappiamo commuoverci sulle canzoni ma nei fatti diamo il peggio...
    Non ho seguito tutto il festival perché spesso cado addormentata sul divano, però ho risentito alcune canzoni su spotify e ho trovato testi molto incisivi e interessanti, tipo quello dello Stato sociale, la userei come slogan elettorale, per ricordare a tutti che "se sbagli sei fuori" mentre sono ancora tutti lì...

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    1. Sì, il Festival dall'Ariston è molto diverso che in tv, c'è un audio fenomenale, e anche la canzone più brutta diventa piacevole all'ascolto, perché riesci ad ascoltarla senza filtri e a cogliere dettagli che in altre circostanze non si notano. Io non vado tutti gli anni (l'ultima volta prima di questa era stata nel 2014) ma quando capita lo faccio sempre con piacere. :)

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  12. Finalmente conosco qualcuno che all'Ariston c'è entrato davvero! confesso che a me piacerebbe molto, non sono di quelli che arricciano il naso appena si nomina il Festival.. Personalmente quest'anno ho trovato canzoni di buona qualità, fatta eccezione per il ritorno dei morti viventi (vediamo se indovini a chi mi riferisco) e questo di sicuro dipende dal direttore artistico, il mitico Claudio Baglioni, chi non lo ha amato nella sua giovinezza (e pure da grandicelle).
    Condivido le tue considerazioni sui vincitori, ma ho trovato la canzone un po' furbetta. Bello il testo ma sembrava proprio scritta per attirare l'attenzione di un Festival che ha bisogno anche di fare un po' di bassa cucina, cultura fast and go ecc. ecc.
    Ho invece amato Deodato e Roy, che suona la tromba in un modo magistrale, grandiosi.
    Sul clima all'Ariston, niente di nuovo. I telefonini sono ormai il pendolino dell'ipnotizzatore. Anche io lo spengo quando mi accorgo che lo sto utilizzando come un tranquillante, un intrattenitore. quando lo faccio mi accorgo, pensa, che intorno a me ci sono addirittura persone che sorridono, piangono, vivono, senza comunicarlo sui social. Incredibile

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    1. Avrei voluto scrivere anche un post sulla presunta ruffianeria della canzone vincitrice (perché io non sono d'accordo) ma poi avrei scritto un post pari pari a quello pubblicato lo scorso anno, sempre dopo il Festival: "Conversando con Marina Guarneri - di musica e di scrittura". Se ti va, dai un'occhiata. Al centro della controversia c'era sempre Ermal Meta, perché anche "Vietato Morire" era stata da molti considerata ruffiana, ma io non condivido questo pensiero, proprio per niente. Per me l'unico ruffiano è quello che tradisce se stesso, e non è secondo me il caso di questo ragazzo, che ha una produzione sempre coerente con il suo stile e con le sue idee. Sarebbe stato ruffiano, secondo me, se avesse portato una roba alla Occidentali's Karma, per il semplice motivo che non gli appartiene, non è roba sua.
      Inoltre, la "bassa cucina", al Festival, secondo me era altra. Se devo essere sincera, non ne posso più delle varie Noemi e Annalisa, con belle voci ma canzoni prodotte in serie che non trasmettono nulla. L'interpretazione non è più quella dei tempi di Albano e Celentano, secondo me ha perso il cuore. Anche per questo propendo per il cantautorato: non è un caso che i Meta-Moro, Gazzé e Diodato siano stati i miei preferiti, in questo Festival.
      "Non mi avete fatto niente" è un brano che ho dovuto ascoltare più volte prima di coglierne tutte le sfumature, non è a impatto immediato, secondo me, ma ha invece un messaggio molto importante, ed è per questo che ha meritato la vittoria.
      Tu conosci il mio pensiero, perché abbiamo un modo di ragionare simile, e sai quanto detesti la banalità e quella pochezza intellettuale coerente con le logiche di Sistema. Sono quindi felice che abbiano vinto due ragazzi che non hanno major alle spalle, e hanno scritto un brano in grado di veicolare un messaggio importante, che purtroppo non tutti sono riusciti a cogliere...

      Su Diodato e Roy Paci nulla da dire. Ho avuto anche il piacere di incrociarli una sera al ristorante, prima del Festival, e quando ho condiviso il post su Twitter Roy ha risposto e ringraziato. Mi ha fatto molto piacere. :)

      Quanto alle mummie... sì, direi che ho una mezza idea. ;)

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    2. Non sono così a conoscenza della produzione musicale di Ermal meta e Moro, dunque la mia valutazione, sicuramente superficiale, è sulla base di ciò che ho ascoltato quella sera. Non ho avuto modo di riascoltarla sono sicura, come osservi, che diventerebbe più comprensibile, orecchiabile. Ma la mia osservazione non era né sul testo in sé né sulla musica, piacevolissimi e significativi.
      Trovo decisamente non casuale che al festival della canzone che è sempre stato palcoscenico dell'Italia piaciona, in qualche modo per bene, si sia provveduto ad inserire elementi di riequilibrio di quanto in quei giorni sui media stava succedendo nei confronti dei migranti (non aggiungo altro, perché so per certo che comprendi). Il monologo di Saviano, eccellente, va in questa direzione a mio avviso, così come alcune canzoni. Ora questa osservazione toglie qualcosa alla qualità della musica? niente affatto. Conferma che il festival svolge una funzione sociale o tenta di farlo. Goffamente, per qualunque argomento tratti, perché artefatto, se non nelle intenzioni nelle pratiche. Penso alla scenetta delle donne che cantano la Mannoia ecc. ecc. Avrei preferito un po' di laica valutazione. Per esempio su Gazzè, che adoro

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    3. Saviano? Ho impiegato un po' a capire: Favino. Interpretazione davvero toccante.

      Io seguo sia Meta sia Moro da tempo, e sono due delle poche voci che riesco ad apprezzare in totum. Certo, ci sono canzoni che mi piacciono di più, e altre che mi piacciono di meno, ma ciò dipende anche dal gusto personale, e dalle mie emozioni.

      Non ho visto la scenetta delle donne che cantano (ho solo letto un articolo su Facebook, forse pubblicato proprio da te) perché ho seguito interamente solo la puntata che ho visto dal vivo, per il resto facevo un po' sì e un po' no. Ora però ho capito meglio il tuo discorso. Il voler affrontare certi temi, rischia di mettere in secondo piano l'aspetto musicale, come nel caso di Gazzé. Anch'io lo ascolto da sempre, quindi mi sarebbe piaciuto vederlo sul podio, ma non al posto dei Meta-Moro, bensì di qualcun altro che proprio non riesco a farmi piacere (vedi sopra). volevi dire questo, ed è un punto di vista che in parte condivido, però penso che ci debbano essere spazio, in un Festival, anche per temi importanti, sennò l'evento diventa una sorta di isola felice, distante dalla realtà. Invece io penso che la musica, e l'arte in generale (narrativa compresa) debbano per prima cosa trasmettere un messaggio. Come dicevo prima, ho una visione un po' anni settanta. ;)

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  13. Risposte
    1. Hai trasformato Favino in Saviano e va bene.
      Pensa se avessi detto Salvini! :D

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  14. #imieiprimipensieri: Non ho seguito il Festival, stavo scrivendo e già guardo poco la televisione di mio, film e serie tv si, televisione pochissima. Non ho fatto foto di San Valentino, non ho fatto torte, anzi, ho lavorato fino a tardi. E tanto sono in dieta. Vado a camminare guardando per terra, non il cielo, perché gli occhiali da corsa non sono da vista, sul cellulare controllo i km e la velocità. Quelli che vanno in un teatro così, ad un evento così, e poi s'appiccicano allo smartphone mi fanno una tristezza infinita. Ma soprattutto a leggerti mi viene sempre più da pensare che frequenti delle cattive compagnie, dei gruppi, su Facebook! :D

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    1. Guarda, lasciamo stare! Questo è un altro dettaglio che ultimamente mi ha spinto a prendere le distanze dai social. Purtroppo, ne parlavo anche con Beppe, il mio compagno, non ne possiamo fare a meno, se lavoriamo nella comunicazione. Anche questo post è stato condiviso ovunque. Però di mescolarci con persone che non c'entrano nulla con noi e che ci incarogniscono la giornata, sì. In particolare, ci sono stati due episodi particolare. Uno forse l'hai già colto, visto che hai parlato dei gruppi. Dell'altro, se vuoi, ti racconterò in privato. Ha a che fare sempre con il Festival, e mi ha creato non poca agitazione.

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    2. No, parlavo di gruppi perché anch'io utilizzo di più i gruppi, anche se poi in realtà il grosso delle comunicazioni "di basso livello" le ho viste come commenti alle testate giornalistiche locali (che sembrano poi fomentare certe discussioni, perché più commenti, più visualizzazioni, più movimento sulle pagine, maggiori introiti pubblicitari). E non ti dico i commenti di alcuni americani sui gruppi internazionali dopo il "massacro di San Valentino" (la strage nel liceo di Parkland, in Florida)... c'è di che rimanere inorriditi. Tipo che nel 2018 ci sono già state 4320 morti per guida in stato d'ebbrezza, ma nessuno sta pensando di abolire le auto, perché non sono le auto il problema. O quello che scrive che sono molti di più i morti per aborto. O che Caino ha ucciso con una pietra, mica con una pistola... E poi ti chiedi chi l'ha votato l'ultimo presidente?!
      Siamo quasi fortunati a discutere del Festival, noi.

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    3. L'altro giorno ho sollevato un polverone su Facebook perché un mio contatto ha passato uno screenshot di un mio post contro il razzismo a un noto neofascista di Sanremo, che l'ha pubblicato sul suo gruppo stile casapound. Poi però si è scusato.

      I commenti alle notizie dei giornali fanno ridere anche me (per non piangere). L'altro giorno in un post sulla maternità, che avviene a un'età sempre più avanzata, una signora anziana sosteneva a gran voce che i figli si devono fare a vent'anni e la nostra è una generazione di irresponsabili. La gente perdeva tempo a spiegare che questa situazione non è stata proprio voluta e scelta da noi... 😉

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