Interviste agli editori #1 - Storia di Spirito e di Sostanza

La temporanea sospensione del calendario editoriale di Appunti a Margine ha portato a uno stravolgimento non solo dei miei consueti ritmi di pubblicazione, ma anche dei contenuti che decido di mettere a disposizione dei lettori. Non sento più il bisogno di seguire una scaletta rigida, di alternare tematiche tecniche ad argomenti spirituali, di rimanere focalizzata su un unico aggiornamento alla settimana quando ho voglia di scrivere due, tre o quattro volte, o quando gli impegni del mio nuovo lavoro freelance mi impediscono di essere costante come vorrei. Inoltre, sto riscoprendo il piacere di un discorso a più voci, la necessità di uscire dall'autoreferenzialità e di aprire le porte di casa ad altre persone a me accumunate dall'intento di diffondere un messaggio significativo.

Al momento sto seguendo diversi progetti, narrativi e non. Tra questi, la collaborazione con la rivista Kultural e con lo staff del Festival dell'Editoria e delle Arti, che si terrà a Belgioioso, in provincia di Pavia, dal 6 all'8 ottobre. L'evento mi sta molto a cuore, perché mai come in questa fase della vita percepisco l'arte come una forma di resistenza. 
I pesci grossi hanno le fauci spalancate e quelli piccoli non solo devono evitare di farsi divorare, ma anche ritagliarsi uno spazio nell'immensità dell'Oceano, un habitat naturale che consenta loro di vivere e crescere senza essere vittima dei predatori. La voce individuale deve saper ergersi contro i diktat di un universo simbolico che ti illude di essere un libero pensatore, ma ogni giorno cerca di dirti cosa scrivere e come scriverlo, quanto lavorare e perché, dove, in cambio di quale compenso. Tutti questi diktat tolgono energia al valore del fare, ingabbiano le idee e le trasformano in merce di scambio. 

Ogni movimento nel mondo post-moderno è circoscritto alla propria zona confort. Però è inutile dare la colpa al Sistema. Anche noi siamo complici dei carcerieri che ci tengono sottochiave. A volte ci lamentiamo di avere limiti e vincoli, ma non ci rendiamo conto di essere noi i primi a mettere dei paletti alla creatività, alla libertà d'espressione nostra e degli altri. "Il blog è mio e posso scriverci solo io. Al massimo, qualche guest-blogger adeguatamente selezionato": quanto narcisismo c'è in una frase del genere? Che senso ha questa difesa del territorio? Se trovo contenuti interessanti scritti da qualcun altro è mio dovere garantir loro la massima diffusione possibile, e utilizzando tutti i canali a mia disposizione, a maggior ragione se si tratta di interviste a individui che hanno scelto di trasformare un'idea in un progetto concreto, sganciandosi dalle convinzioni limitanti che ci vogliono tutti obbedienti, in fila per timbrare il cartellino. 

Durante le prossime settimane (o forse mesi), oltre a proseguire con i pilastri della Scrittura Consapevole, il Jolly, #imieiprimipensieri e tutte le altre rubriche, condividerò con voi alcune interviste a professionisti dell'editoria pubblicate sul Magazine Kultural. Non importa che sia stata io a redigerle o meno. Penso infatti che diffondere il loro operato possa offrire a tutti nuove spunti, nuove idee e nuove possibilità di contatto. Siamo scrittori o presunti tali. Il contatto con nuove realtà ci interessa. Conoscere le idee dei piccoli editori e i loro progetti non può farci che bene, perché la conoscenza è il preludio a un'azione efficace.

Oggi condividerò con voi l'intervista di Gabriella Candeloro a Mirko Zanona, titolare dell'Aurora Edizioni, casa editrice indipendente trentina. Nei prossimi giorni (forse già domani) invece, tornerò a parlare di Autenticità: stay on, mi raccomando! 

Aurora Edizioni - Storia di Spirito e di Sostanza - di Gabriella Candeloro

Le crisi partoriscono sempre piccoli o grandi eroi.
In contrapposizione al panorama sconfortante dell'editoria di cassetta o peggio ad ogni costo, nascono veri e propri atti di coraggio. In luoghi inaspettati e in condizioni difficili, qualcuno ancora è capace di realizzare sogni.
Un esempio calzante è la casa editrice fondata da Mirko Zanona. Aurora edizioni ha debuttato il 5 ed il 6 novembre 2016 a Chiari, in occasione della Rassegna della Microeditoria. Piccola realtà imprenditoriale trentina che si pone come obiettivo la pubblicazione e la distribuzione di racconti e saggi brevi, classici, moderni e contemporanei. Si presenta con quindici titoli e una veste grafica inusuale.
La semplicità, la cura per i dettagli e la bellezza sono di casa ad Aurora edizioni. La gentilezza e la disponibilità di Mirko hanno reso possibile questa intervista.


D: Partiamo dal progetto. Come ci si immagina una casa editrice a Vallelaghi di Trento, luogo incantevole dalla realtà apparentemente ancora a misura d'uomo. Microeditoria è un termine ancora poco usato, sembra una parola in bilico tra l'utopia e il coraggio. Naturalmente propendo per il coraggio, considerate le difficoltà che tutta l'editoria indipendente incontra ormai da decenni. Voi quali difficoltà o soluzioni coraggiose avete pensato di adottare per ritagliarvi un vostro spazio? 

R: Fin dal principio ho cercato di dare una connotazione personalissima al progetto editoriale che avevo in mente. Creare un qualcosa di unico dal punto di vista della proposta editoriale, della grafica e della presentazione: ecco la soluzione che ho adottato per ritagliare alla casa editrice uno spazio nel panorama editoriale italiano che, come ben sa chi ci lavora, è vastissimo. Volevo generare qualcosa di unico, che non si fosse mai visto. Una lama a doppio taglio, in realtà, specie agli esordi, che da una parte ci rendeva unici mentre dall'altra non riusciva a fendere la sfiducia dei lettori, abituati ad una presentazione del libro più “classica”. Ma sentivo di dover procedere su questa strada, malgrado le difficoltà, perché quando ho iniziato a pensare ad Aurora edizioni avevo due chiodi fissi: trovare e sviluppare il modo migliore e unico per valorizzare e presentare al lettore il genere del racconto e mantenere il prezzo alla portata di chiunque. Ecco il perché della scelta della legatura a punti metallici e del prezzo di 7,50 euro.

D: Sfogliando il sito di Aurora (www.auroraedizioni.com) ho notato la cura, la pulizia e la bellezza delle immagini, quasi evocative, che presentano la vostra realtà. Vorresti raccontarci quanto peso hanno la bellezza e la semplicità nelle vostre scelte editoriali? 
R: Certo. Aurora edizioni è il frutto di due anni di progettazione grafica e contenutistica, nella quale prevale un senso di semplicità (quasi minimalista) che, a livello puramente personale, ritengo indissolubilmente legato alla bellezza. Non amo le grafiche ardite, i caratteri particolarmente elaborati che, se non magistralmente utilizzati, creano confusione e risultati di dubbio gusto estetico. Non nego nella maniera più assoluta l'esistenza di bellezza nelle scelte grafiche più complesse ed sofisticate, ma personalmente sono per la semplicità. Ho cercato, adottando soluzioni grafiche e pratiche “ardite”, come la legatura a punti metallici, comune nel mondo dei periodici, di legare spazi vuoti, parole ed immagini in modo tale che creassero qualcosa di piacevolmente semplice. L'elemento di riconoscibilità, la scritta “Aurora” sul dorso è il tocco finale di questo percorso grafico. Le future copertine saranno leggermente differenti, gli elementi caratteristici però saranno tutti presenti.


D: Saggi, Echi, Pensieri Nuovi ed i Piccolini sono le vostre attuali proposte. Ci sono due collane, in particolare, che mi hanno colpita: Echi, dietro la quale si intuisce il grandissimo lavoro di ricerca bibliografica e filologica. Ci leggo qualcosa di romantico, che mi rammenta le cacce al tesoro di una bambina che rovistava nei vecchi bauli ammuffiti in angusti scantinati. E i Piccolini, brevi pagine in carta pregiata che ci raccontano la cura e l'amore per le parole. Idea originale e straordinaria eppure presentata con semplicità. Vorresti parlarci ora degli autori di cui vi prendete cura? 
R: Come avete visto il nostro catalogo spazia attraverso una grande quantità di proposte classiche: gli “echi”, la quasi totalità dei “saggi” e i “piccolini”. Il recupero funzionale di tali racconti mira a far conoscere ed amare i grandi autori del passato, e vorrebbe indurre il lettore a proseguirne la lettura. Mi immagino – ad esempio – che “Il decameroncino” di Capuana, seppur godibilissimo da solo, sia un buon trampolino di lancio per la lettura di testi più lunghi del Capuana come “Il marchese di Roccaverdina”, “Profumo”, le raccolte di racconti. Come per Capuana, così per Matilde Serao, per Grazia Deledda e tutte le altre proposte. Poi ci sono gli esordienti, i “pensieri nuovi”, autori coraggiosi che hanno creduto nel progetto Aurora edizioni prima ancora che fosse realtà, durante quei due anni di progettazione. Autori che non hanno versato un solo euro per veder pubblicati i propri lavori, che ci hanno consegnato testi rispondenti alla nostra ricerca (racconti o saggi brevi) e che hanno avuto la pazienza di percorrere con noi la strada verso il pubblico dei lettori. Ecco, a loro va gran parte del nostro impegno quotidiano.

D: Quanto è importante, nell'ambito delle vostre scelte, avvalersi della collaborazione di realtà locali ad esempio per la stampa? 

R: I volumi di Aurora edizioni sono stampati e rilegati in una piccola tipografia poco lontana dal capoluogo (Trento). Il rapporto umano, quel “ciao, Mirko” da parte del tipografo e quel mio “ciao Claudio” sono elementi imprescindibili di un'attività come quella di Aurora edizioni, che è piccola e che piccola vuole rimanere, a dimensione di uomo, di autore, di lettore. Nessun ufficio commerciale, nessuna portineria, nessun filtro di nessun tipo. È una poesia che si attenua nel momento in cui, anziché un dattiloscritto, al tipografo viene consegnata una chiavetta USB e, anziché una rumorosa “Heidelberg”, viene accesa una moderna macchina per la stampa in digitale. Ma è così: gli anni passano, la modernità ci travolge. Ma i sorrisi restano, le strette di mano, la voglia di lavorare assieme come una volta.

D: So che ci sono progetti in atto e altri in fase di sviluppo. Quali obbiettivi vi siete posti quando è nata Aurora Edizioni? 
R: Abbiamo alcune novità in uscita nei prossimi mesi, due testi entro fine anno ed altri all'inizio del prossimo. In futuro vorrei aumentare la partecipazione alle fiere, vedere più lettori, incontrare e conoscere nuovi colleghi e portare avanti alcuni progetti vincenti già testati come “Arco libri aperti”, una fiera dell'editoria trentina creata da me ed organizzata assieme a Barbara Ciaghi (gruppo Tangram).
Come Aurora Edizioni abbiamo altri progetti in sospeso, trasversali alla pubblicazione, che però non possiamo ancora comunicare in maniera esplicita. Si tratta di progetti sul territorio, in collaborazione con altri colleghi e con associazioni culturali.


D: Prima di salutarci ancora una domanda: quanto contano le nuove tecnologie per valorizzare una realtà emergente come quella di Aurora Edizioni? 
R: Impaginazione a video, files, pdf, stampa digitale, fatturazione elettronica, promozione sui social, video e contatti tramite e-mail e strumenti di messaggeria istantanea. Sì, la tecnologia nello sviluppo e nella valorizzazione di una attività editoriale è fondamentale, per me come, penso, per tanti altri colleghi. Per stare al passo con i tempi è necessario che anche imprese che producono una cosa tanto tradizionale ed antica come il libro si adeguino, e adeguarsi ad oggi significa essere presenti sui social media, significa trovare sempre nuovi spunti per promuovere il proprio lavoro sul web, significa dedicare del lavoro al miglioramento di un aspetto che fino a 10 anni fa non esisteva, ma che ad oggi è diventato irrinunciabile. Tanta tecnologia, tanta modernità, insomma, per portare avanti una splendida tradizione planetaria: la buona abitudine alla lettura.

Commenti

  1. Che posso dire? Spero di incontrarti a Belgioioso e di avere un momento per una chiacchierata. Magari mi presenterai qualcuna delle persone che interviene nel blog (chissà se avrai tempo, però...)

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    1. Il tempo ci sarà di sicuro. :)
      Appena posso ti scrivo in privato.

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  2. E' bello sentire che esistono editori capaci di scelte coraggiose e interessanti, anche in relazione ai racconti, che di solito sembrano trovare come unica collocazione le antologie dei concorsi. In bocca al lupo per l'impresa, e grazie a entrambi per l'intervista. :)

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    1. Crepi il lupo. È la prima volta che pubblico sul blog un articolo scritto per un'altra testata ma ne è valsa la pena. :)

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