Guest-post (8) - Scrittura e imprenditoria: mondi paralleli


Fai il lavoro che ami e non lavorerai nemmeno un giorno della vita.
(Confucio)

Circa una settimana fa, Mattia Loroni alias Mattia L., commentatore abituale del blog, mi ha proposto un articolo che ho trovato molto interessante, perché coerente con il mio atteggiamento nei confronti della vita. Ormai un po’ mi conoscete: sapete quanto siano importanti per me la conoscenza di se stessi e la capacità di scovare aspetti positivi anche nelle routine più noiose.
Molti aspiranti scrittori hanno un rapporto ambiguo con il proprio lavoro ufficiale: da un lato, ne hanno bisogno per vivere; dall’altro, lo considerano un ostacolo alla propria realizzazione creativa, perché mangia tempo ed energie. Eppure ciascuno di noi può riuscire a trarre insegnamenti utili, da applicare anche in ambito letterario.
Invito quindi i lettori di Appunti a Margine a riflettere sulla propria esperienza professionale e a evidenziare i benefici che la scrittura ha ricevuto da essa, sia per quel che riguarda la mentalità, sia per quel che riguarda l’applicazione pratica di concetti trasversali a diverse attività.
Se qualcuno vuole fare un meme o scrivere un guest-post al riguardo, è il benvenuto nel club. Altrimenti, la finestrella dei commenti aspetta solo voi!
 
Quella che, più di un anno fa, mi ha portato ad aprire la mia gelateria, è stata una decisione molto sofferta. Vicende personali mi avevano portato a una situazione in cui dovevo per forza trovare un lavoro, ma purtroppo niente di tutto quello che avrei potuto fare (compreso il gelataio) mi attraeva: il mio sogno di laurearmi in astronomia era ormai sfumato anni prima, per una vicenda di depressione ed esaurimento nervoso legato a una relazione affettiva cominciata male e finita peggio, e quello di vivere della mia scrittura sembrava più lontano che mai. Avevo paura, in particolare, che con il nuovo lavoro non avrei avuto più tempo né voglia per scrivere, che nemmeno questa mia aspirazione si sarebbe mai avverata: sarei invece rimasto a lungo, forse tutta la vita, in un lavoro frustrante e che non mi sarebbe mai piaciuto.

A oltre un anno di distanza, sono però molto più ottimista sull’argomento: è vero che ci sono parecchi  lati del mio lavoro che ancora mal sopporto, ma dall’altra parte penso che la mia sia stata un’esperienza utile, che mi ha aiutato molto a maturare e a capire il mondo che mi circonda. In maniera inaspettata, inoltre, non solo non ho dovuto abbandonare la scrittura (anche perché con caparbietà ho continuato a praticarla), ma addirittura sono progredito: imparare il lavoro di imprenditore mi ha infatti insegnato dei principi che sono assolutamente validi anche per chi aspira a diventare un autore pubblicato. E’ un po’ difficile concentrare l’ampissimo bagaglio di conoscenze e di esperienza che ho acquisito dalla mia azienda in un solo articolo: proverò perciò a elencare giusto alcuni punti fondamentali che uno scrittore, come un piccolo imprenditore, dovrebbe sempre aver presenti nello svolgere la propria attività.

Puntare sulla qualità…
Può sembrare una banalità, ma è bene ripeterlo sempre: la prima cosa verso cui chiunque deve puntare, qualunque sia il suo lavoro, è la qualità. Per un imprenditore in particolare, il valore di ciò che crea è fondamentale, se non altro perché il suo prodotto è il suo biglietto da visita, e migliore esso è, più alta sarà la sua reputazione; oltre a questo, puntare sulla qualità è il modo più efficace  per potersi formare una clientela fissa e fedele. Entrambi i punti sono validi allo stesso modo per chi scrive: anche l’autore dovrà perciò porsi come obiettivo primario la creazione di qualcosa di alto livello, il che nel suo caso significa imparare le tecniche per rendere un testo leggibile e avvincente (“show, don’t tell”, evitare le ripetizioni, non usare troppi aggettivi, ecc.), curare molto il proprio bagaglio grammaticale e il proprio vocabolario, lavorare molto sulla costruzione delle proprie storie per renderle coerenti, realistiche, senza contraddizioni e accattivanti. E’ un lavoro durissimo, molto più di quello d’azienda (in fondo per realizzare del gelato di qualità mi basta partire da buone materie prime e manipolarle fino ad arrivare al risultato finale, procedimento che non necessita mai più di un’ora), ma comunque si ripaga in fatto di reputazione: i lettori vi riconosceranno che la storia è valida e il libro ben scritto, e saranno più che felici di tornare a leggervi alla vostra prossima pubblicazione.

... ma anche sull’originalità
Come appena detto, la qualità è necessaria, ma da sola non basta: ci vuole anche qualche caratteristica che possa distinguere il proprio prodotto da tutti gli altri, se si vuole davvero avere successo. Per fare un esempio, è inutile che un bar punti tutto sull’avere del caffè di buona qualità, se lo stesso tipo di caffè lo vendono anche negli altri cinque bar della stessa via: meglio concentrarsi su qualcos’altro, per attrarre i clienti. Allo stesso modo, scrivendo un libro fantasy pieno di elfi, nani, orchi, stregoni e signori oscuri sarà molto difficile riuscire a spiccare nel mare di libri con gli stessi cliché, anche se la trama è ben impostata e avvincente e lo stile è fluido. Questo non vuol dire che bisogna rifiutare ogni modello già esistente e cercare qualcosa di radicalmente innovativo, anche perché al giorno d’oggi è quasi impossibile: significa semplicemente provare a inserire nelle proprie storie alcuni elementi personali, cercando soprattutto di rimescolare i cliché del proprio genere in una maniera fin’ora inedita.

Il valore della pubblicità
Sia la qualità che l’originalità sono importantissime, ma c’è qualcosa che forse è ancor più fondamentale: forse è triste a dirsi, ma sto parlando della pubblicità. Un’azienda può produrre i prodotti migliori e più innovativi del mondo, ma se non riesce a farsi conoscere dal pubblico non riuscirà mai ad andare da nessuna parte, è destinata soltanto al fallimento. Allo stesso modo, uno scrittore può creare un libro degno del Nobel per la letteratura, ma se non riesce ad arrivare ai lettori rimarrà comunque nell’oblio. Per evitare ciò, un autore oltre a saper scrivere deve imparare a curare il proprio marketing, o in alternativa rassegnarsi a pagare qualcuno che lo faccia al suo posto. E’ un discorso che sembra adatto principalmente al mondo degli scrittori auto-pubblicati, ma che in realtà può essere utile per chiunque: è infatti molto improbabile riuscire a entrare nel carnet di una grande casa editrice, mentre quelle piccole spesso risparmiano del tutto sulla pubblicità. Per questo, è importante che chi scrive al giorno d’oggi sia consapevole dell’importanza del marketing, e che agisca di conseguenza coi metodi giusti: pubblicizzarsi per esempio con messaggi di spam è controproducente. A mio avviso, inoltre, non bisogna precludersi la prospettiva di spendere dei soldi per promuoversi: dopotutto da sempre le pubblicità si fanno a pagamento e non c’è nulla di immorale!

Mai avere fretta
Ho lavorato per la qualità, ho cercato di essere originale, mi sono fatto pubblicità, ma ancora stento molto ad affermarmi: possibile? La risposta è si, perché ogni cosa ha i suoi tempi. L’ho notato bene con la mia piccola azienda: ho infatti puntato con forza su tutti e tre i “punti cardine” appena elencati, ma inizialmente i risultati sono stati scarsi, e solo dopo quasi un anno si sono potuti vedere i frutti del duro lavoro svolto. Nonostante questo, sono consapevole che la clientela potenziale sia ancora per la maggior parte all’oscuro dell’esistenza della mia gelateria: la strada da fare è infatti ancora molto lunga, prima che io possa veramente “farmi un nome”. Allo stesso modo, uno scrittore non può pretendere di passare da zero al livello di fama “Stephen King” all’uscita del suo primo libro, per quanto valido esso sia: ci vorrà anzi tanto tempo e tanto lavoro in più, oltre che un pizzico di fortuna, perché possa divenire un personaggio noto almeno tra i lettori più appassionati. Di fatto, il processo attraverso cui ci si fa conoscere è paragonabile al lancio di un sasso in uno stagno, con la differenza che le onde sono molto lente a propagarsi, e a volte si perdono: è per questo che è importante lavorare sodo e “lanciare altri sassi” (ossia pubblicare altri libri e farsi promozione, in questo caso), per raggiungere sempre più clienti o lettori.

Il rapporto col pubblico
La prima regola di ogni tipo di commercio è: mai e poi mai maltrattare il cliente, se non si vuole perderlo. Vale anche per chi vuole fare lo scrittore? Fino a non troppi anni fa, la risposta era almeno in parte negativa: in fondo il libro era un discorso a senso unico, che partiva dall’autore e arrivava al lettore, senza bisogno di altro, anche se comunque la scarsa qualità del prodotto poteva causare lo stesso la sua “perdita” come fan. Da quando esiste internet, tuttavia, le cose sono un po’ cambiate: adesso chi legge può contattare chi scrive, specie se quest’ultimo ha dei profili social e un blog, entrambi importantissimi veicoli di marketing. Per l’autore diventa così fondamentale curare il rapporto che ha coi suoi sostenitori: un campo in cui è facilissimo sbagliare (io stesso sicuramente a riguardo ho fatto parecchi errori) e che proprio per questo va affrontato con la massima serietà. Personalmente il mio approccio è “da commesso” non solo sul lavoro ma anche online: ecco perché cerco di non lesinare mai in gentilezza, con tanti “grazie” e “per favore”, e tratto anche i palesi troll (che del resto sono una versione online dei tanti “clienti impossibili” della gelateria) con un’ironica gentilezza.

L’importanza dell’esperienza
Forse sarà un’ovvietà, ma l’esperienza fatta sul campo è fondamentale in ogni lato della vita: seppur lo intuissi già da prima, devo dire che il lavoro nella mia azienda mi ha aperto veramente gli occhi. Dopo aver infatti imparato alla perfezione la teoria su come realizzare al meglio il gelato, mi sono accorto di non possedere ancora gran parte dei trucchi pratici che ho appreso in seguito, per non parlare del fatto che all’apertura del negozio mi sono comunque ritrovato spiazzato: non ero ancora pronto, certe competenze le ho acquisite infatti solo col passare dei mesi, e a più di un anno di distanza son sicuro di avere ancora molto da imparare. Per chi scrive vale più o meno lo stesso: non basta imparare per filo e per segno le tecniche di scrittura, bisogna anche esercitarsi molto a lungo, per esempio scrivendo racconti o articoli di vario tipo. Anche dopo aver affrontato con successo la scrittura del primo romanzo e averlo pubblicato, il processo di apprendimento non è ancora terminato: non solo bisogna trovare il metodo giusto per gestire i fan e i critici, ma pure il proprio livello di scrittura è ancora migliorabile, è questo il classico campo in cui non si finisce mai di imparare. Ogni tipo di esperienza insomma è importante: guai a chi non lo riconosce e pensa di essere perfetto già ai primi racconti!

Insomma, di sicuro non l’avrei mai detto un anno fa, ma lavorare nella mia gelateria mi ha insegnato veramente tanto. In fin dei conti, diventare imprenditore non sarà forse necessario per diventare scrittore, ma certamente aiuta!

Il guest-blogger.
Classe 1988, sono il proprietario di una gelateria nell'entroterra marchigiano; nei sogni invece mi piacerebbe concludere gli studi abbandonati ma anche fare lo scrittore. Cerco di vincere solitudine e depressione gestendo due webzine sulla musica (Heavy Metal Heaven dedicato al mio amore per il metal, e il suo fratello minore Alternative Rock Heaven) e soprattutto, il mio blog Hand of Doom, in cui parlo di esperienze personali su vari argomenti (tra cui la scrittura). Faccio anche parte di un duo space ambient, che unisce la passione per la musica e quella per la fantascienza. Ah, e se ve lo chiedete, il mio tempo medio per risolvere il cubo di Rubik è due minuti e mezzo!

Commenti

  1. Bravo, Mattia, questo articolo mi è piaciuto molto. Penso che l'accostamento imprenditore-scrittore sia riuscito perfettamente e che tutti i punti che hai trattato siano verissimi. Mi soffermo su due, in particolare: la pubblicità e l'esperienza. La prima è il mio punto debole, io e il marketing siamo in conflitto, ahimè, non sono per nulla capace di promuovere, pubblicizzare, proporre, tutte cose essenziali per chi vuole farsi conoscere. La seconda è una fedele compagna di viaggio: ho cominciato a scrivere fin da bambina e, negli anni, ho imparato, capito, intuito, grazie a un altro strumento irrinunciabile, la lettura, ma sono convinta che l’esperienza non basti mai e che, forse, occorra un riconoscimento importante per darle sostanza, qualcuno che apprezzando veramente il lavoro che hai fatto possa farlo diventare un’esperienza e un traguardo significativi.
    (Troppo lontano, altrimenti verrei ad assaggiare il tuo gelato!)

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    1. Ciao e grazie dei complimenti! Non ti preoccupare, comunque, nel marketing online non sono molto bravo nemmeno io, me la cavo molto meglio con quello "offline", per il quale in effetti ho anche seguito dei corsi, in passato. In effetti non è tanto difficile promuovere la gelateria, basta spendere i soldi giusti in pubblicità e in sponsorizzazioni mirate; su internet è invece più difficile, anche perché capisco bene lì'essere più restio nel pagare per pubblicizzare il proprio blog, sapendo che poi quei soldi non torneranno; però sono consapevole che quando pubblicherò il mio romanzo, parte degli introiti li investirò in pubblicità, magari affidandomi a qualcuno di più esperto di me in fatto di marketing online.

      Concordo in parte anche sull'esperienza, anche se io credo che non servano solo i riconoscimenti, ma anche a volte le stroncature. Sono dolorose, ma aiutano anche a capire dove si sbaglia: almeno per me è stato così :) .

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  2. E' un po' lo stesso percorso che è bene seguire quando si apre un blog. All'inizio non ti conosce nessuno (e pazienza) ma è comunque bene partire popolando il proprio contenitore con articoli di qualità e originali, in modo che il visitatore occasionale sia incuriosito. Successivamente viene il momento di farsi pubblicità, solitamente interagendo con altri blogger (lasciando commenti intelligenti e senza mai essere troppo invadenti o presuntuosi). Di sicuro qualcuno verrà a curiosare sul blog.
    I lettori ad un certo punto inizieranno ad arrivare spontaneamente, uno dopo l'altro. Basta non avere fretta. Dopodiché entra in gioco il rapporto con il proprio pubblico, che deve essere sincero e deve far trasparire entusiasmo, disponibilità e quant'altro. L'esperienza fa il resto....

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    1. Ciao e grazie del commento! E' proprio così, anche se forse per un blog farsi conoscere è più difficile, rispetto a un negozio sul territorio. A meno di non aprire la propria azienda in un posto troppo isolato, le persone del luogo la scopriranno anche senza pubblicità, passando per caso lì davanti. In internet lo stesso non funziona: senza fare nessuno sforzo pubblicitario (e con questo intendo anche piccole cose, per esempio condividere i propri post via Facebook), nessuno leggerà mai i post del blog :) .

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    2. Non è del tutto esatto. Il passante equivale al visitatore che arriva casualmente sul direzionato da un motore di ricerca. Magari sta cercando tutt'altro ma una parola chiave lo porta a visitare il tuo blog. La stessa cosa per il passante... magari sta cercando un panettiere ma si trova a passare davanti a una gelateria.

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    3. E' vero, ma secondo me comunque è sempre più difficile per un blog. I motori di ricerca infatti privilegiano i blog più seguiti: se infatti cerchi, per esempio, recensioni metal, quelle del mio sito appaiono in Google dopo tre-quattro pagine; magari non tutti ci arrivano se fanno una ricerca superficiale c'è da dire. Non è come nei negozi, in cui ognuno ha il suo sbocco sulla strada: online è come se i negozi piccoli avessero negozi più grandi davanti. Quindi, la mia opinione è che il mondo del blogging sia più difficile di quello della semplice azienda (anche se potrei anche sbagliare ;) ).

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  3. Sull'aspetto imprenditoriale della scrittura vedo che c'è spesso un doppio atteggiamento: chi lo considera prioritario e chi non lo considera proprio, delegandolo agli editori. Credo che queste tue riflessioni siano invece molto equilibrate, perché mettono l'accento anche sulla qualità e l'originalità del "prodotto", non secondarie rispetto alla pubblicità. Anche il rapporto con le persone (i lettori nel caso della scrittura) secondo me non è da sottovalutare.
    Complimenti e in bocca al lupo per entrambe le attività. Purtroppo anche io sono troppo lontana per venire ad assaggiare il tuo gelato :)

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    1. E' vero, tanti dicono che vogliono "semplicemente scrivere", ed è un atteggiamento che fino a qualche anno fa condividevo anche io. Purtroppo però è anche per questo che il mio blog di racconti è rimasto sempre a secco di commenti e condivisioni; magari i racconti erano anche buoni, ma se nessuno li leggeva questo aveva poca importanza. Adesso che da qualche mese ho deciso di dargli una svolta, trasformandolo da blog "lasciato lì" a un progetto da valorizzare, si cominciano già a vedere i primi risultati.

      Comunque, secondo me è importantissimo per un autore sapersi fare pubblicità e curare i rapporti coi suoi fan. Come ho detto nell'articolo, so per esperienza indiretta che è difficile pubblicare con una casa editrice che investe molto nel pubblicizzare il proprio autore: quindi anche chi non ricorre al self-publishing, come credo farò io, deve comunque fare sforzi personale per cercare di ritagliarsi il proprio pubblico. Ovviamente non deve però concentrarsi su questo punto lasciando da parte la qualità del suo lavoro: in questo caso, come in tanti nella vita, ci vuole equilibrio :) .

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  4. Ottimo articolo, e molto condivisibili tutti i punti che hai preso in esame. Qualità e originalità in particolare mi chiamano. Vado a farmi un giro sul tuo blog. Grazie a te e a Chiara per gli spunti di riflessione. :)

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    1. Grazie a te per i complimenti, e spero che il mio blog ti piaccia :) .

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  5. Mi sono piaciuti molto sia il racconto della tua esperienza, sia le considerazioni, che trovo molto sensate!
    PS: non frequento molto la tua zona, ma da divoratrice di gelato ho una gran voglia di assaggiare quello in tuo, spero che mi capiti l'occasione

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    1. Mi fa piacere che ti sia piaciuto il mio articolo :) . Sono contento anche del tuo interesse (ma anche di quello degli altri commentatori) sul mio gelato, nonostante io ne abbia parlato solo come contorno e senza pubblicizzare affatto il motivo per cui sia così originale rispetto a quello normale, sembra che abbia stuzzicato l'attenzione di tutti voi. Insomma, grazie ^_^ .

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  6. Un post molto interessante che lascia spazio a diverse considerazioni. Molto condivisibile il concetto di trarre del buono da ogni esperienza di lavoro, o di vita aggiungerei, per progredire nella strada della scrittura.

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    1. Si, è vero: non solo il lavoro, ma ogni cosa nella vita può aiutare uno scrittore a migliorare, a capire meglio la realtà che lo circonda. Forse è anche questo che rende la scrittura così fascinosa, tanto che la vuole praticare anche chi ancora non ha imparato le sue regole di base :) .

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  7. Lavorativamente parlando ho accumulato davvero molta esperienza. Ora, quando sono un po' giù e penso che sarebbe bello vivere di scrittura mi dico: ehi, ma già lo fai! Di fatto passo le giornate a scrivere. D'accordo, non invento storie e non scrivo di ciò che vorrei e redigo documenti burocratici, ma almeno mi alleno a scrivere

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