Appunti a Margine compie due mesi: come è nato e come mi sta cambiando






Non si confonda la vanità, che è bisogno e ricerca della stima altrui, con la fierezza, semplice manifestazione della propria autostima.

(Vannuccio Barbaro)
 
Il post sui manuali di scrittura è nelle bozze da una settimana. C’è soltanto il titolo, seguito dalle prime righe. Lunedì a causa di un impegno famigliare non ho potuto scrivere, ed il buon Gaspare è accorso in mio aiuto con un guest-post programmato a tavolino, durante uno scambio di e-mail domenicale. Nemmeno oggi me la sento. È stata una giornata troppo strana. A dire il vero, tutto questo periodo lo è. A volte mi sento bipolare, mi sembra di essere calata in due esistenze diverse. Per questo motivo, oggi scrivo a ruota libera, mossa dalla necessità di condividere con voi alcune riflessioni. Vi avverto: non rileggerò questo post. Chiedo scusa in anticipo se non sarà perfetto. Penso che un editing impoverirebbe ciò che in questo momento ha bisogno di essere scaraventato sulla carta così come viene. Non ho mai amato particolarmente i flussi di coscienza e i post autobiografici perché ne ho abusato troppo in passato e non li so controllare. Mi sfuggono di mano. Si disegnano da soli, trascinandomi fuori dalla mia zona di comfort. Ma oggi sento di doverlo fare.  


Domani il blog spegnerà la sua seconda candelina mensile (a dire il vero la pagina di presentazione è stata messa online il 17 maggio, ma il 18 è arrivato il primo lettore) e non posso fare a meno di stilare un piccolo bilancio temporaneo. Ricordo i timori che avevo, quando ho deciso di mettermi online. Credevo di non essere pronta. Di espormi troppo. Avevo paura che lo leggessero i miei parenti, oppure i miei colleghi di lavoro. Ma forse, a spaventarmi di più, era l’idea di dover abbattere le mie censure interiori mostrandomi ai lettori così come sono. Quando scrivo, non so fingere. Mi riesce difficile anche nel quotidiano, ma so che non posso distaccarmi dai ruoli che la società mi ha cucito addosso. Ogni tanto, so scendere a compromessi. Ne sono costretta. La scrittura, invece, è per me libertà. È sincerità. È l’unico mezzo che conosco per essere me stessa, senza censure.


Vi racconto meglio come è cominciato tutto.

Già in altre occasioni ho avuto modo di raccontare che sono rimasta molti anni lontana dalla narrativa, perché alcuni problemi professionali e personali hanno “ucciso” la mia creatività per quasi un lustro. Prima di riprendere, ci ho rimuginato sopra per mesi. Poi, siccome non conosco la via di mezzo, da un giorno all’altro mi sono chiusa in casa ed ho iniziato a scrivere un romanzo di getto, senza alcuna progettazione. Inevitabilmente, è andato a perire di morte naturale. Ne ho parlato anche qui. Se volevo fare le cose sul serio, era necessario togliere la ruggine dalle mie competenze tecniche e rispolverare tutto ciò che, nel corso degli anni, avevo imparato su struttura, studio dei personaggi, show don’t tell e quant’altro. Questa volta non mi volevo arrendere. Sentivo che ricominciare a scrivere era un regalo che dovevo a me stessa perché rinunciare alla propria passione più sana è un atto contro natura. Dunque ho chiesto aiuto. Non ad una persona. Non ad un dio. L’ho chiesto alla mia intuizione. E la mia intuizione mi ha guidata, attraverso una serie di link, fino al blog Anima di Carta.Di siti, ne avevo letti tanti. Ma una volta giunta sulla pagina di Maria Teresa ho avuto la sensazione che da lì sarebbe ripartito tutto. Inizialmente non commentavo. Leggevo e basta. Anzi: studiavo come una disperata. Stampavo gli articoli. Prendevo appunti. Poi, timidamente, ho iniziato a muovere le dita sulla tastiera. Mi sono loggata. Ed ho piantato le tende.

Qualche settimana dopo, cercando nozioni che potessero consentirmi di approfondire la progettazione della trama, ho trovato Grazia, che mi ha illuminata con il suo sistema a schede. E poi, clickando sui nomi dei lettori che ritenevo scrivessero commenti interessanti, sono stata catapultata nelle case virtuali di Tenar, di Cristina, e di tutti gli altri scrittori che seguo abitualmente.

Grazie allo scambio costruttivo avuto con loro, qualcosa ha iniziato a muoversi dentro me. Ho compreso che anche io, con tutti gli anni trascorsi davanti ad un documento Word, avevo qualcosa da donare. Mi piaceva, soprattutto, l’idea di poter intraprendere un percorso, insieme ai miei lettori, che seguisse la stesura del mio primo romanzo dalla progettazione alla (si spera!) pubblicazione. Una sorta di diario di bordo, sul quale annotare tutto ciò che imparo giorno dopo giorno per poi condividerlo con gli altri. Ne ho parlato anche nella pagina di presentazione delblog.

In poche parole, a muovermi è stato soprattutto il desiderio di comunicare con la gente. Ero stufa di scrivere soltanto per me stessa. Desideravo uscire dal buio e mettermi in gioco. Già: in gioco. Questo è lo spirito con cui la vivevo all’inizio. Sicuramente non pensavo che avrebbe portato tanti cambiamenti nel mio modo di concepire la scrittura e – perché no? – anche nella mia vita.

Il merito più grande di questa paginetta è di aver accresciuto la mia autostima. L’insicurezza è sempre stato un grandissimo problema ma ogni singola parola mi sblocca un po’ di più. Gli apprezzamenti che ricevo mi danno la forza ed il coraggio per andare avanti.

Proprio oggi sono venuta a scoprire che il mio guest-post sulle ferite è entrato in un articolo intitolato “il meglio della blogosfera di giugno 2014” e che, su google +, i miei articoli circolano parecchio (a proposito: grazie a tutti coloro che li condividono). Ricevo recensioni positive sia nei commenti sia in privato e molti complimenti anche da amici che, nella vita, si dedicano a tutt’altro.

Ovviamente tutte queste lodi mi lusingano moltissimo. Però mi fanno anche incazzare un po’ con me stessa. Dove mi sono cacciata fino ad adesso? Perché ho permesso alle mie paure di inchiodarmi il cervello e al mio lavoro di farmi rinunciare a tutto? Tutto ciò che mi serviva, per uscire dal mio guscio, era solo un nanosecondo mi coraggio.

 So che non è facile emergere in questo universo confuso e, forse, al momento non è nemmeno la mia priorità. La cosa importante è che mi sto convincendo di avere delle discrete capacità e questo mi può aiutare a concludere il mio progetto. Per me, sarebbe già un traguardo importante. Ho scritto moltissimi racconti, ma ho sempre abbandonato i romanzi. So che stavolta non sarà possibile: se getto la spugna mi picchiate tutti!

Anche a livello umano, mi sento un po’ più forte. Non sempre è facile vivere un’esistenza che non hai completamente scelto. Gli ultimi cinque anni sono stati un duro colpo per la percezione che ho di me stessa, soprattutto in relazione al mio ruolo nel mondo. Sono stata molto tempo senza lavoro e poi mi sono trovata in un ambiente che mi ha accolto con una certa diffidenza. In circostanze del genere scatta un meccanismo auto protettivo e finisco per isolarmi. Ma, cosa ancor più grave, tendo a chinare la testa ed incassare se qualcuno non è gentile con me.

Negli ultimi mesi ho cominciato al alzare la testa e a mostrare un po’ di più rispetto a quello che si vede, senza il timore di essere mangiata viva o messa alla gogna.  Sono diventata più sciolta nei miei rapporti con gli altri perché non mi sento più inferiore a nessuno. Ho delle doti e ne vado fiera. Anche gli altri le stanno notando perché li vedo avvicinarsi, ogni giorno un po’ di più. Mi cercano e provano a conoscermi.

Certo, ho ancora molte questioni da risolvere e da capire. Non sempre ho vita facile sul mio luogo di lavoro e il tempo per la vita privata di riduce notevolmente. Ma io non ho più paura della gente e questa è la cosa più importante. Temo che prima o poi mi volerà anche qualche vaffanculo, perché sono stufa di essere trattata come il due di picche quando la briscola è denari. Non sono un ingegnere o un medico, ma faccio la mia parte per portare avanti i miei obiettivi, professionali e privati. Faccio ciò che amo e provo a farlo bene. Molti nemmeno ci provano. Quindi, in fondo, non sono poi così male.

Ora che ho concluso il mio post autobiografico, se vi va raccontatemi anche voi come è nato il vostro blog e qual è l’aspetto della vostra vita o della vostra professione che è cambiato maggiormente.

Commenti

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. ERRATA CORRIGE
      Il buon Gaspare dice che avere dubbi su un talento manifesto è una delle cose più comuni e costanti che vedo accadere. Proprio perché sono talenti e non sono l'usualità, e quindi nel quotidiano come ti ci confronti? Il che porta a sminuire cose per le quali inorgoglirsi.

      Come mai è nato il mio blog. Siccome ti sei aperta mi apro anche io, dato che ultimamente lo sto facendo anche nelle nuove storie che scrivo (ancora inedite).
      Ho aperto il blog perché Sara (la mia virtuale collega) mi rendeva orgoglioso di essere chi sono davvero.
      Tutto qui.
      Per la prima volta ho trovato una persona che vedeva interessante e bello quello che potevo fare con le mie risorse. Quando, di norma, ti viene richiesto di essere buffo, un poco idiota. palestrato e sano.
      Questo mi ha dato l'input per fare qualcosa (e sbattermi "non si vede quanto") che di mio avrei trascurato perché in fondo potevo benissimo farne a meno. Si sopravvive anche nel nulla. Il blog non mi sta cambiando, conferma chi sono davvero. Nel bene e nel male.

      Complimenti vivi per le tue menzioni d'onore, le meriti tutte!

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    2. Il tuo commento mi fa sorgere una riflessione.
      Mi domando se i cambiamenti portati dal blog siano IN ME oppure, semplicemente, nel modo di esprimere me stessa. Credo sia questo, in fondo, lo scopo di ciascuno di noi: vivere assecondando la propria natura. In caso contrario, il contributo che potremo portare al mondo sarà miserrimo.
      C'è un altro passo che devo compiere, per abbattere ogni fragile censura: avere il coraggio di mostrare i link che pubblico anche ai miei colleghi di lavoro. O, almeno, a tutti, perché alcuni hanno già la visibilità. L'ambito professionale è quello in cui maggiormente nascondo il mio modo di essere e credo che dovrei aggirare questi stupidi timori.

      Grazie mille per le menzioni, anche se credo che tu non abbia niente da invidiarmi... guarda sulla colonna di destra la classifica dei post più letti ;)

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    3. Seguendo i consigli tecnici che leggo altrove, i colleghi dovrebbero essere la prima nicchia da aggredire XD. E' ovvio che dipende tanto dal tuo ambiente di lavoro, se c'è parecchia tensione sembriin cerca di attenzioni. Che ne dici di fare un nuovo biglietto da visita, indicando in fondo anche l'indirizzo web del tuo blog? Lo puoi dare ai colleghi come riferimento, ai "clienti" se capita, alla gente che incontri e in questo modo chi vuole va, chi non vuole s'attacca e ti de-responsabilizzi. Costano un niente e poi ehi, sono comunque una figata.

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    4. Non credo possa essere una buona idea perchè il mio lavoro non c'entra proprio nulla con il blog, ed è un settore completamente diverso. Il mio "desiderio" se così si può definire è esclusivamente legato al fatto che io, in ufficio, mostro a livello umano il 5% di ciò che sono, per il resto sono vincolata ad antichi pregiudizi e voci ancora precedenti la mia assunzione.

      Il fatto è che quando pubblico i link agli articoli su facebook la lista dei colleghi è bloccata. Non possono vederli, eccetto tre o quattro persone con cui ho un rapporto che esula il contesto lavorativo. è stata una scelta legata al fatto che volevo proteggermi: proprio perchè sono due ambiti separati, non volevo mischiarli. Ora, invece, mi sto domandando a cosa serva rimanere nell'ombra così a lungo vivendo una vita che non mi appartiene. Credo di essere un po' depressa in questo periodo, perchè il successo del blog mi sta mostrando quanto limitante sia la mia altra esistenza.

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  2. Il tuo primo commento me lo ricordo bene, mi è rimasto impresso. E sono felice che tu abbia "piantato le tende" e che il mio angolo virtuale ti abbia aiutato in questa rinascita scrittoria. Per il resto, hai fatto tantissima strada in questi mesi e anche velocemente, quindi continua così che vai alla grande :)
    Non rammaricarti del tempo in cui non hai scritto, con il tempo capirai che avevi bisogno di quel periodo e che ha avuto la sua funzione.
    Un abbraccio

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    1. Ti ringrazio davvero per i complimenti e non vedo l'ora di mandarti il mio capitoletto. Credo che l'appoggio di tutti voi, e tuo in particolare, sia stato un bellissimo stimolo per andare avanti nel mio progetto...

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    2. P.S. devo anche ammettere che i due guest-post scritti per te sono stati a dir poco fondamentali per farmi conoscere. Ho molti lettori arrivati da "anima di carta" dunque GRAZIE :)

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  3. Tantissimi auguri per il blog, è stato bello leggere questo post!

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    1. Ti ringrazio moltissimo, sono contenta che il post ti sia piaciuto. :)

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  4. Beh, immagino quanto sia dura stare nei panni che non si amano o si tollerano poco.
    Io penso, cara Chiara, che una sorta di via di fuga ci sia sempre. Ecco, tu l'hai trovata.
    Se da un lato la routine è quella che è -e che, immagino, sarà: entra nell'ottica ma con l'idea di poter sempre migliorare la tua posizione...-, la tua vita personale non deve lasciarsi intaccare da ciò. Al massimo, appunto, potrai usare la forza (negativa) di una situazione di disagio per farne scaturire una positiva forza creativa!
    Mi fa piacere leggere che ora sei tornata in pista pronta a spaccare tutto^^

    Quanto a me: ho aperto il blog per puro cazzeggio, nel 2006. All'epoca molti miei amici virtuali aprirono il proprio spazio. Io comunque sentivo già il bisogno di fissare per sempre emozioni, ricordi e vissuto prima che tutto sparisse :)
    Ah, ovviamente, nonostante l'evoluzione subìta negli anni, faccio sempre tutto per puro cazzeggio e divertimento^^

    Moz-

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    1. Ah vedi? Dimenticavo la cosa più importante:
      TANTI AUGURI, APPUNTI A MARGINE!!! :)

      Moz-

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    2. Hai ragione, Moz. Da quando ho ripreso a scrivere, ho iniziato a ragionare in termini di lungo periodo. Consapevole che non posso avere tutto e subito, specialmente nell'ambito della scrittura, mi sono chiesta cosa voglio essere da qui a cinque anni e mi sono posta delle mete. Credo che un posto fisso sia importantissimo soprattutto di questi tempi, ed io sono fortunata ad averlo. Tuttavia occorre anche sapersi ritagliare uno spazio da dedicare alle proprie passioni, se non si vuole trascorrere un'intera vita nella mediocrità. Io ho le idee chiare su quello che vorrei. Non posso scriverlo in pubblico, ma se vuoi potremo parlarne face to face. :)

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    3. Cioè... screen to screen :D :D :D

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  5. TANTI AUGURI, APPUNTI A MARGINE!
    Il bello del blog è questo, condividere con chi ha le tue stesse passioni. Mettere in comune quello che si ha imparato e imparare dagli altri. E ogni tanto sfogarsi (occhio con i parenti, a me è capitato che scoprissero il vecchio blog ad anni di distanza e si offendessero per cose orami superate sia da me che da loro).
    Infine, come dice Miki, non bisogna neppure sottovalutare il potere terapeutico del cazzeggio puro che ogni tanto ci sta!

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    1. Anche a me era successo di avere dei problemi con parenti ed amici, con il vecchio blog creato ai tempi dell'università. è anche per questo che non mi sbilancio mai sul biografico, non faccio nomi, parlo pochissimo del mio lavoro e se ne parlo non entro nei dettagli.

      Proprio qualche giorno fa ho eliminato un commento sul tuo blog proprio perchè mi sfogavo in modo molto pesante raccontando alcune cose che mi sono accadute. E ho pensato "se qualcuno che mi conosce passa di qui sono cavoli amari!" :D

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  6. Cara Chiara, vedrai che man mano che andrai avanti, il tuo blog crescerà con te, esattamente come un bimbo! Il mio è cambiato moltissimo, come già ti dicevo, nel corso del tempo. Una mia amica, che mi ha aiutato a progettarlo, ha constatato una differenza enorme tra i miei primi, timidi post e quelli di ora. Soprattutto, dice che si percepisce che io mi stia divertendo un sacco. Ed è così! Il blog mi diverte e mi appassiona a un tempo, e mi dà un senso di libertà impagabile, perché nessuno mi dice quello che devo scrivere e come. Non ho scadenze e non ho obblighi.

    Perché l’ho aperto? Per comunicare con altri appassionati di letteratura (e non solo) come me, credo. Una specie di Circolo Culturale Virtuale, come un Club degli Scacchi on-line, per cui non devi pagare nessuna tessera associativa! Francamente devo dire che, all’inizio, ero un po’ titubante, sentendo le esperienze altrui sui propri blog: grande entusiasmo all’inizio, disillusione causa troll/invidia/seccatori di vario genere ecc. e chiusura in tempi rapidi. Forse sono fortunata, ma finora ho trovato blog e blogger di altissima qualità, ognuno con la sua voce e il suo “sguardo” unico sul mondo. Compreso il tuo. Tanti auguri, quindi!

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    1. Grazie Cristina! Anche io mi sento fortunata perchè ho trovato dei lettori fantastici, interattivi e soprattutto molto educati. In passato ho avuto qualche problema con i troll. Ricordo ancora con terrore un certo "conte dracula" che impestava il mio forum con contenuti violenti e razzisti. è stata l'unica volta che ho bannato qualcuno. Qui invece è tutto diverso. Inoltre, il fatto che siamo tutti appassionati di scrittura, ci rende propensi a commentare, alimentando lo scambio. Mio marito ha un blog che tratta di prodotti tecnologici (lo vedete nell'elenco dei blog che seguo) e non ha tanti commenti come ce ne sono sui nostri, perchè gli interessi sono diversi, la propensione stessa è diversi, molti non hanno voglia di "perdere tempo a scrivere"... ma per noi... è un onore! :D

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  7. Non è meraviglioso l'effetto domino che può avere aprire un blog ed entrare in contatto con persone che altrimenti non avresti mai conosciuto? Grazie, Chiara, di avere inserito anche me tra gli "aiutanti". Ti dico sinceramente: quando sento qualcuno dire le cose che hai detto tu, penso sempre che l'apporto di ognuno è importante, certe volte decisivo. Mio figlio raccontava di un compagno che gli aveva detto, all'interno di una conversazione sul vegetarianesimo e sulle condizioni degli animali negli allevamenti intensivi: "Ma figurati a cosa serve se tu cambi alimentazione! Servono i grandi numeri." Enrico gli ha risposto che i cambiamenti nascono sempre dal singolo, e io sono d'accordo con lui. Il tuo blog, che ti rende visibile e in qualche modo può farti sentire vulnerabile, oltre a darti forza e creare rapporti diventerà sicuramente un punto di riferimento per altre persone che hanno bisogno di qualcosa che offri: condivisione, incoraggiamento, informazione... e cazzeggio, che comunque serve. Il sasso lo hai lanciato, cara Chiara; tutti noi lo abbiamo fatto a nostro modo, e la superficie dello stagno si increspa. Ti pare poco? Auguri, "Appunti a margine"! :D
    P.S. Se posso permettermi, non darei tanta importanza al mostrare il blog ai tuoi colleghi, a meno che tu non tenga particolarmente a loro. In condizioni analoghe mi sono spesso trovata a darmi dell'idiota perché il mio gesto simbolico non aveva trovato terreno su cui atterrare. Le cose importanti vanno protette!

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    1. Leggendo il commento di Gaspare mi rendo conto di non essermi espressa bene: uscire dall'ombra ha sempre un valore per l'individuo, perciò anche far sapere del blog ai colleghi può averne. Dipende se il gesto esaurisce la sua funzione in se stesso oppure vuole essere un punto di contatto. Io parlavo del secondo caso.

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    2. Esatto! è proprio questo il punto! Ogni scrittore nel suo piccolo cambia il mondo. Il proprio, e anche quello delle persone con cui si trova ad interagire. Basta recepire un messaggio profondo, suscitare un'emozione intensa, spingere ad una riflessione su se stessi e sulla propria vita... ed il gioco è fatto. A livello energetico, si è modificato qualcosa.

      Per quanto riguarda i colleghi, è proprio questo il mio timore: non essere compresa, essere considerata "un po' matta" (già lo sono!) o, peggio ancora, vedere il mio blog strumentalizzato per alimentare pettegolezzi e malignità. L'idea di mostrarlo era nata proprio dal desiderio di creare un punto di contatto, ma per ora la decisione è ancora quella di tenere i link nascosti a tutti loro tranne quelle poche persone che ritengo sufficientemente profonde ed intelligenti da comprendere quello che sto facendo senza giudicarlo. Ogni tanto "sblocco" qualcuno, nel momento in cui mi sento pronta a questa apertura nei suoi confronti, e credo che questo sia il modo migliore di procedere, perchè mi protegge.

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