Una vita da lettrice - Le mie cinque W.


Leggo per legittima difesa.
(Woody Allen)

Mi sono sempre piaciuti i meme, perché consentono a più blogger di confrontarsi sullo stesso argomento e di creare parallelismi fra i loro percorsi. Pertanto, ho deciso di aderire all’idea di Maria Teresa Steri, “Venti curiosità sulle mie abitudini di lettura”, come hanno fatto Daniele Imperi e LisaAgosti.
Ogni scrittore è anche un accanito lettore. È inevitabile che sia così. Dopo tutto, l’amore per la letteratura germoglia prima a livello passivo. Solo dopo aver venerato un numero incommensurabile di autori si decide di prendere in mano la penna e creare una storia. All’inizio si tratta quasi sempre di un clone del nostro romanzo preferito ma poi, passo dopo passo, si trovano nuovi spunti. Si diventa autonomi. È un percorso quasi obbligato, da cui nemmeno io mi sono sottratta.
Per descrivere la mia anima da divoratrice di romanzi senza omettere nulla, ho deciso di utilizzare le cinque W del giornalismo: con quattro voci ciascuna, la panoramica dovrebbe essere completa.



Where – Ambienti di lettura e ambienti della lettura.

1 - Quando scrivo prediligo le ambientazioni post-moderne, ma da lettrice apprezzo qualunque tipo di location, purché sia ben tratteggiata. Recentemente ho letto un romanzo la cui trama sembrava sospesa nel vuoto: odio e fastidio. Io voglio vedere i personaggi e avere l’impressione di essere con loro. I dettagli visivi infilati di straforo (le descrizioni troppo lunghe mi annoiano) sono fondamentali.

2 – Il mio luogo preferito, per leggere, è il mio divano angolare. Quando stendo le gambe sulla penisola e mi piazzo un cuscino dietro la schiena, raggiungo la pace dei sensi.

3 - Riesco a leggere ovunque, anche in luoghi affollati e rumorosi: al bar, in spiaggia, in treno o in metropolitana. Quando ancora pagavo le bollette alle poste, leggevo anche in piedi, mentre facevo la fila.
Quando, lo scorso Natale, ho ricevuto il kindle, si è spalancato un portone che mi ha traghettato in un mondo meraviglioso. Ora non ne posso più fare a meno e lo porto sempre con me. Mi sono trovata a leggere anche in cassa al supermercato.

4 - A scuola, mentre i professori interrogavano i miei compagni, tenevo il libro di testa sul banco e un romanzo sulle ginocchia. O erano talmente babbi da non accorgersene, oppure facevano finta di niente.

When – le tempistiche della mia lettura.

1 - A meno che non sia in vacanza o su un mezzo di trasporto, raramente leggo la mattina. È il momento della giornata in cui solitamente sono più attiva, quindi preferisco fare. La sera, invece, la lettura è una sorta di premio. È rilassante come un bagno caldo.

2 - Ho imparato a leggere a due anni e questo ha segnato il mio destino.

3 - Non mi sono simpatici quelli che dicono di non avere il tempo per leggere. Per me puzza di bufala e di scusa. Anche io trascorro dieci ore al giorno fuori casa, eppure… va beh, ci siamo capiti.

4 - Dal momento che mi piace immergermi nella lettura al punto da sospendere completamente la realtà, difficilmente apro un romanzo se so di non avere almeno un quarto d’ora a disposizione. Il mio record? Cinque ore consecutive, con il primo volume della Trilogia del male.

What – Cosa mi piace e non mi piace leggere.

1 - Ho una predilezione per i tomi, i malloppi, i mattoni. Più un romanzo è spesso, più mi piace. Se le pagine sono meno di trecento, non lo considero neanche, a meno che non sia stato scritto da qualche blogger mio amico. Se il numero è tra le trecento e le quattrocento ne possiamo parlare. Ma oltre le cinquecento… wow!
So benissimo che il numero di pagine non è direttamente proporzionale alla qualità di un’opera, però mi piacciono le opere complesse, con tanti personaggi e trame intricate. Mi piace dedicare un sacco di tempo alla lettura di un romanzo, immergermici completamente. Mi piace tornare a casa e non vedere l’ora di divorare pagine. E mi piace sentirmi appagata quando arrivo alla fine.
Il detto “scrivi ciò che ti piace leggere” si è rivelato un’arma a doppio taglio e mi ha incasinato la vita, perché temo proprio che il mio romanzo sarà così: un sacco di gente e mille intrallazzi per chissà quante pagine. Però cerco di essere divertente e ironica. Almeno questo lo devo, al mio lettore.

2 - Leggo prevalentemente romanzi europei. C’è stato un periodo in cui, seguendo la scia della trilogia Millennium di Stig Larsson, collezionavo gialli scandinavi (Lackberg, Marklund, Nesbo and so on). Mi piacciono i thriller che evidenziano problematiche di tipo familiare e sociale mentre detesto quelli che tirano in ballo intrighi politici, la CIA e quant’altro, perché li sento distanti.
Un libro mi piace se riesce a coniugare il mio bisogno di evasione con la necessità di ritrovare, fra sue le pagine, il mondo che conosco. Ciò non significa – come molti pensano – che io sia una fanatica dei drammoni: apprezzo anche l’urban-fantasy, perché le sue ambientazioni sono verosimili, così come le emozioni dei personaggi. Il realismo non deve essere spunto all’ennesima potenza, altrimenti leggerei un reportage giornalistico. Però anche la poesia ha bisogno di concretezza.

3 - Non sopporto le americanate stile Dan Brown e quei best-seller puramente commerciali, privi di contenuto. Non ho mai letto Fabio Volo e nemmeno le Cinquanta Sfumature. Di Moccia invece ne ho letti due, da ragazzina, e me ne vergogno un sacco. Non ditelo in giro!
L’obbrobrio più obbrobrioso in cui mi sono recentemente imbattuta è “Maledetta primavera”, di Paolo Cammilli. Il libro più bello, non lo so. Grazie al cielo, i romanzi che mi sono entrati nel cuore sono molti di più rispetto a quelli che meriterebbero il cestino della carta straccia.

4 - Le mie preferenze letterarie sono legate a ben precise fasi della mia vita. C’è stato il periodo “illuminato”, in cui leggevo solo saggi spirituali e testi buddhisti. Poi mi sono buttata sui thriller sanguinosi. Ultimamente mi sto dedicando romanzi, perché mi servono a migliorare la mia tecnica e mi piacciono tantissimo. Nel 2014 ne ho letti 36.

Who – Persone e personaggi.

1 - Mi piacciono le opere in cui i personaggi sono tratteggiati in modo serio e profondo. Ho bisogno di credere che siano veri e di relazionarmi con loro come se fossero degli amici.  Una viscerale antipatia per i protagonisti può compromettere il mio giudizio generale sull’opera. È il caso di Marina Bellezza, di Silvia Avallone: lei era una velina volgare e capricciosa, lui un misantropo depresso. Da prendere a mazzate sui denti entrambi, senza pietà.

2 - La persona che ha fatto nascere in me l’amore per la letteratura è mia nonna, che mi raccontava le grandi opere come se fossero favolette. Ne avevo parlato anche qui.

3 - Molte volte mi è capitato di affezionarmi molto più ai comprimari che ai protagonisti. Il primo caso che ricordo è con il personaggio di Loveday Carey Lewis, in “Ritorno a casa” di Rosamunde Pilcher, letto nel 1997. Migliore amica di quella lagna dell’eroina Judith, è uno dei personaggi che ricordo con maggior affetto, seguita da quel bastardone dell’ ispettore Salada dei gialli di Massimo Cassani.

4 - Quando ero single e mi presentavano qualcuno, cercavo di estorcergli due informazioni: il segno zodiacale e i romanzi preferiti. Credo che non potrei mai stare con uno che non legge. Non saprei di cosa parlare. E una cavia in famiglia fa sembra comodo.

Why – perché mi piace leggere.

1 - Posso andare prima in Cina e poi in Australia senza alzare il culo dalla sedia. Amo viaggiare con la mente e ampliare i miei orizzonti. Conoscere nuovi luoghi e nuove epoche. Altro che Marty Mc Fly!

2 - Adoro osservare il passaggio dal caos all’ordine. Man mano che si procede con la trama, anche il dettaglio apparentemente più insignificante trova la propria collocazione. Quando davanti ai miei occhi compare il quadro completo, mi esalto.

3 - Mi diverto come una pazza. Mi commuovo. Rido. Piango. E imparo sempre qualcosa di nuovo. Provo emozioni meravigliose, assolutamente impagabili.

4 - Mi piace leggere sono una scrittrice. O forse scrivo perché sono una gran lettrice? Forse è come domandarsi se sia nato prima l’uovo o la gallina, però mi piace questo circolo virtuoso e, nel suo vortice, ci sto da dio.


Chi di voi mi somiglia, cari followers?
E chi, al contrario, è distante dalle mie posizioni?

Commenti

  1. Ci assomigliamo per certi versi ma abbiamo anche molte differenze nelle nostre abitudini.

    La più evidente è che consideri positivo il fatto di andare in Cina poi in Australia senza alzarti dal divano, mentre io sarei già là che vado.
    Altre differenze: mi piace Dan Brown, gli scandinavi li compro ma me ne pento spesso, l'urban-fantasy lo prendo con le pinze.
    Quando conosco qualcuno non chiedo il segno zodiacale ma prima che passi un'ora chiedo sempre se gli piace leggere. In genere si incontrano più scrittori che lettori... dato affascinante, non credi?

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    1. Sicuramente il dato è curioso, ma anche un po' preoccupante. Molte persone che vogliono scrivere sottovalutano completamente il ruolo della lettura, per migliorarsi la propria tecnica, e non si rendono conto che non basta aver letto due o tre libercoli: occorre una conoscenza approfondita delle opere presenti e passate.

      I gialli scandinavi mi piacevano molto 4 anni fa, quando li collezionavo. Ora mi hanno un po' stufato. Da quando ho ripreso a scrivere, ne sto notando tutti i difetti: stile piatto e un sacco di infodump. Solo Nesbo rimane su alti livelli.

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  2. Non è un dato affascinante :D bensì preoccupante!! L'italia è piena di gente che si dice scrittore da sè e non legge un tubo. Perchè non ha tempo e verrebbe influenzata dalla scrittura altrui. ahahha.
    Leggo tanto, preferibilmente la sera o in pausa pranzo, Non ho un e-reader, dei miei libri/scrittori ho sempre parlato molto nel mio blog, amo tutto ciò che gira intorno alla scrittura, come il mondo dei traduttori, amo i libri anche come oggetto, certi sono proprio belli come copertina, o vedere la lunga fila dei gialli nella libreria. Amo girare per le librerie soprattutto quelle non di catena, quando scrivo perdo la cognizione del tempo, come ieri sera. Bacio sandra

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    1. Anche io ho sempre preferito le librerie non di catena, sarà perché qui a Sanremo la Mondadori è disordinatissima e non si trova nulla...
      Ma sei mai stata alla libreria esoterica in una traversa di via Torino a milano ? Luogo meraviglioso. Ci starei dentro per ore. :)

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    2. Libreria esoterica e ecumenica certo, nella sala sotto si trova un circolo letterario che ho frequentato per anni! Ci sono stata anche a dicembre.
      Bacio
      ps. preferisco questa tua nuova foto, di gran lunga

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    3. La libreria ecumenica per quanto ne so è a porta Venezia ed è di proprietà del padre dei ragazzi che hanno quella esoterica in via Torino. Ma forse mi sbaglio :)

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    4. Sull'insegna fuori in quella di v torino c'è scritto ecumenica esoterica, tutte e due, ma è + conosciuta come esoterica. E' lei è lei :D

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  3. Abbiamo diverse cose in comune, ma quella che mi ha colpito di più è stata questa: "Adoro osservare il passaggio dal caos all'ordine". Proprio così anche per me! Una sensazione bellissima.

    Grazie di aver accolto il meme, aggiungo subito il link :)

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  4. Ci somigliamo sulla lettura prevalentemente serale e sul fatto che anch'io per un certo periodo leggevo testi buddhisti. E poi neanch'io sopporto i best sellers alla Dan Brown, tanto meno Moccia ;-)
    Per il resto onestamente sono diverso: non amo i tomi troppo corposi, non leggo thriller e preferisco novelle che non superino le trecento pagine, e leggo lentamente (cinque ore consecutive non potrei mai farlo, però qui subentra anche, purtroppo, la stanchezza agli occhi che mi deriva dal trascorrere troppe ore al giorno davanti a un pc).

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    1. Anche io trascorro molte ore al giorno al pc a causa del mio lavoro. Infatti le sette ore consecutive le avevo fatte un pomeriggio in cui ero a casa. :)

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  5. Abbiamo in comune diverse caratteristiche, tra cui l'avere imparato a leggere molto presto (ma non ti batto, avevo tre anni) e l'amare i libri corposi. Per parecchio tempo me ne sono vergognata, quando gironzolavo nelle libreria con qualche amica che sceglieva testi altamente culturali di centocinquanta pagine, mentre io li guardavo come se fossero riviste. Poi ho smesso di leggere testi altamente culturali e mi sono messa l'anima in pace. Ultimamente ho inserito una novità nel mio rapporto con la lettura: siccome mi restano sempre sul gozzo libri che fatico a finire, ora ne metto uno in macchina. Ogni volta che devo aspettare e sono fuori sede, lo tiro fuori. Qualche volta succede anche al semaforo, ma non mi faccio clacsonare. ;)
    P.S. Come mai non c'è più da flaggare la casellina dell'avviso via mail per i commenti? Io non la vedo.

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    1. Io vedo la casellina, sotto il commento. Mah... che strano!
      Chiedo agli altri lettori se loro la vedono!

      A proposito di macchina, pensa che io ho letto parte del tuo romanzo aspettando Beppe in stazione.. il treno aveva 40 minuti di ritardo. Era sera, quindi c'era buio, ho dovuto accendere la lucina del cruscotto, ma ogni cinque minuti si spegneva! :D

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    2. Secondo me l'attesa fa venire automaticamente voglia di leggere, qualunque cosa. Per questo mi cucco anche il libro-piombo. ;)

      (La casellina è tornata! Forse il mio PC aveva bisogno di un buon sonno... )

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  6. Anch'io ho ho seria difficoltà con i libri, magari scritti benissimo, con protagonisti antipatici! È difficile che riesca a proseguire la lettura. È per questo che sono spesso diffidente nei confronti dei romanzi con tanti punti di vista. So già che se uno di loro non mi piacerà tenderò a saltare quelle parti e alla fine non capirò più nulla...

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    1. A me capita di saltare delle parti non tanto quando il punto di vista appartiene a un personaggio antipatico, ma quando ci sono sottotrame che mi annoiano. Tendo a comportarmi con i personaggi odiosi come mi comporto con certa gente con cui sono costretta ad aver a che fare: mi sforzo di sopportarli ma, una volta svolto il mio dovere, li saluto e vado per la mia strada...

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  7. Leggevi a 2 anni? O.O
    La scusa della mancanza di tempo per leggere ce l'hanno molti.
    Dan Brown m'è bastato leggerlo una volta, come anche Wilbur Smith e Clive Cussler.
    Non sono molto distante dalle tue posizioni, ma neanche così vicono :)

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    1. La lettura è una pratica individuale: è un bene che non siamo tutti uguali, altrimenti somiglieremmo a un gregge di pecore anche in questo! :-D
      A due anni mia mamma mi aveva comprato un bidone pieno di lettere di plastica e mi ha insegnato prima a riconoscerle (facendomi separare le a dalle b ecc..) e poi a leggiucchiare le prime parole. I libri però non sono arrivati subito. In prima elementare già leggevo e scrivevo, quindi mi rompevo le palle. Avevano cercato di farmi passare subito in seconda, ma non è stato possibile perché non sono nata nei primi sei mesi dell'anno...

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