Scrivere ti rende trasparente - la parola è energia.


A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. Le note. Le emozioni. 
(Alessandro Baricco)


Oggi voglio rivelarvi un aspetto di me che probabilmente conoscete già ma che non ho mai avuto modo di affrontare apertamente sul blog.  Poiché condiziona profondamente il mio modo di scrivere, vale la pena spenderci due parole.
Come molti di voi già sanno, studio astrologia dal 2007, pratico quotidianamente meditazione dal 2008, partecipo a costellazioni familiari dal 2012 e, esattamente un anno fa, ho ottenuto il diploma relativo al primo livello reiki. Mi interessa tutto ciò che riguarda le energie (astrologia, cristalloterapia e costellazioni familiari) al punto che ormai queste discipline possono essere considerate parte integrante del mio stile di vita. Grazie a queste pratiche spirituali ho superato un momento molto difficile. Le ritengo quindi più utili ed economiche della psicanalisi. Ma, soprattutto, mi hanno resa molto intuitiva, capace di percepire a pelle ciò che si nasconde sotto l’apparenza.
“E quindi?” mi direte voi. “Cosa c’entrerà mai con la scrittura?”
C’entra, c’entra. Andiamo con ordine.

TUTTO è ENERGIA.
Qui non c’entra la metafisica. È pura scienza. Ogni cosa è permeata di energia. Guardiamo l’etimologia della parola stessa: “forza che sta dentro”. Il nostro corpo produce calore. Le nostre parole, per quanto intangibili, veicolano materia. Un complimento non ha lo stesso effetto di un insulto: la sua carica è diversa, così come diverso è l’impatto su chi riceve il messaggio. Le nostre stesse emozioni sono così potenti da trasformarci a livello fisico. Una persona arrabbiata aumenta il battito cardiaco, sente pulsare le vene in ogni parte del corpo. Un individuo triste e depresso tenderà ad assumere una postura curva, a camminare lentamente, perché ciò che sente lo schiaccia.
Le discipline che ho descritto sopra, praticate con una certa costanza per un arco di tempo piuttosto lungo, trasformano il rapporto fra l’individuo e l’ambiente circostante, perché lo rendono molto sensibile a questi movimenti invisibili. Ogni spostamento d’aria rischia di turbarlo.
Vi propongo un esempio, per farvi capire meglio quanto sto dicendo.
L’altro giorno ero in un bar con le mie colleghe e, mentre mangiavo tranquilla, ho percepito un peso che mi gravava sulla schiena. Mi sono sentita tesa, inquieta, avevo voglia di scappare.
Quando mi sono voltata, c’era un mio conoscente, seduto proprio nel tavolo dietro al mio. La nostra presentazione non è stata certa idilliaca. Qualche anno fa tampinava me ed alcune amiche. Era diventato molesto e, per togliercelo dai piedi, eravamo state costrette a cambiare locale.
Io so che quella persona non è buona. Ha dei problemi molto seri. E, nel momento in cui si è seduto alle mie spalle, questa cattiveria mi ha schiacciata. Mi sentivo male. Dovevo andarmene, però sono rimasta.
La leggerezza è tornata all’improvviso: mi sono voltata e lui non c’era più. Stava pagando alla cassa. 
Molto spesso mi capita che una semplice stretta di mano faccia scaturire sentimenti, positivi o negativi, nei confronti di qualcuno. Le mie simpatie e antipatie nascono in maniera istintiva. A volte ci sono persone che non mi piacciono e non ne capisco il motivo. Mi sento addirittura in colpa, perché so che non mi hanno fatto niente di male. Ma nella maggior parte dei casi è solo questione di tempo: gli altarini si svelano ed io capisco di aver inconsciamente intuito tutto il marciume che si nascondeva dietro la facciata. 

In sintesi.  
Mi sento sempre dire che so leggere le persone. È una caratteristica che, se usata bene, può portare grandi vantaggi sia a livello relazionale sia creativo. Infatti creo legami abbastanza empatici con gli altri e mi ritengo una persona di dare buoni consigli non preconfezionati, ma basati su ciò che una persona mi trasmette. So indossare con disinvoltura i panni dei miei personaggi e riesco a percepire le loro emozioni, ad immedesimarmi completamente con il loro sentire.
Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. A volte mi sento vulnerabile, trasparente. Assorbo come una spugna le emozioni altrui e le rendo mie. Se c’è una persona sofferente accanto a me, mi lascio travolgere. E se qualcuno sta dicendo malignità sul mio conto lo percepisco, anche se bisbiglia o sono girata di spalle. Mi accorgo se sta succedendo qualcosa di brutto nei paraggi o se due persone nascondono una relazione. E mi accorgo quando qualcuno mente a se stesso o cerca di prendermi per il culo. Sorrido e glielo lascio credere, ma mi irrito da morire. Inoltre ci sono persone con cui proprio non riesco a comunicare: mi viene l’ansia.
All’ inizio, quindi, questa ricettività mi spaventava molto, poi ho imparato a conviverci ed ho iniziato ad usarla per vivere meglio, per comprendere le persone, per prevedere e prevenire situazioni che potrebbero mettermi in difficoltà. Ma, soprattutto, l’ho messa al servizio della mia scrittura.

LA PAROLA è ENERGIA.
Ogni parola che pronunciamo crea un collegamento fra diversi piani vibrazionali. Il livello più alto (il pensiero) si unisce a quello più basso (la realtà fisica) generando energia. Ogni volta che parliamo o scriviamo, i nostri pensieri si manifestano sotto forma di onde sonore o di altre risonanze. Pertanto, possono avere l’effetto di un bacio o di un pugno su chi le riceve: tutto dipende dall’ intenzione, ovvero dall’emozione che ne è alla base.
Torniamo all’esempio del complimento e dell’insulto.
Se dico “Tizio è uno stronzo”, alimento un’emozione negativa che non è legata soltanto al significato della parola stessa o al valore che essa assume nell’inconscio collettivo, ma si nutre dell’impulso che l’accompagna. Lo scopo del nostro dire carica la frase, la rende materiale.
Per esemplificare e dimostrare quanto sto dicendo, voglio citare un esperimento: un giardiniere, mentre potava e innaffiava due piante identiche, ripeteva parole d’amore all’una e parolacce all’altra. Indovinate un po’ quale è morta prima?
Ebbene sì, amici miei: ci sono parole che rafforzano e ci sono parole che indeboliscono, ma la maggior parte degli esseri umani non se ne rende conto: si lascia fagocitare dai mass-media e ripete a pappagallo concetti miseri e depotenzianti. È considerato normale utilizzare gli insulti come se fossero intercalari. Certo, se non c’è la volontà di offendere la loro energia è più debole, ma l’impatto non potrà mai essere totalmente neutro. Ogni parola è una lama. Ogni parola contribuisce a creare una determinata realtà. E, ogni volta che ci sediamo al pc, dobbiamo essere consapevoli dell’effetto che essa avrà su noi stessi e su chi la riceverà.

L’ENERGIA VIVE SULLA PAGINA.
L’energia nutre il testo e lo rende vivo. È la forza che consente al significato profondo del nostro scritto di arrivare al lettore e di turbarlo. Diversamente ci sarebbe solo un’inutile successione di simboli senza cuore.
Qualche giorno fa, mi è capitato di rileggere uno dei primi brani che ho scritto dopo aver deciso di ricominciare. Non erano male dal punto di vista stilistico, ma è incredibile quanta paura trasparisse fra le righe, rendendo l’andamento freddo e balbettante. Ero ancora arrugginita e piena di timori inutili che davano origine a scene statiche, prive di passione. La mia insicurezza mi inchiodava il cuore e questo si ripercuoteva sul risultato.
Quando scriviamo, non possiamo essere assolutamente neutri. I nostri scritti fanno parte di noi. L’energia che abbiamo addosso in quel momento – positiva o negativa che sia – impregna le nostre parole. Per questo è importante essere assolutamente consapevoli del bagaglio che abbiamo sulle spalle, per svuotarlo di tutto ciò che crea un ostacolo.
Anche quando faccio da lettrice-cavia, specie se con bozze non adeguatamente revisionate, mi capita di avere delle sensazioni di pancia che mi informano sullo stato d’animo dell’autore. Attraverso pochi elementi silenziosi ed invisibili riesco a creare un contatto che non si basa solo su un sostegno formale e stilistico ma è qualcosa di più intimo e profondo.
Le parole sono vive. Ti si appiccicano addosso. Ti pungolano. Ti stimolano. E se le sai ascoltare, non solo con le orecchie ma con tutto il corpo, riesci a cogliere più di quanto una persona effettivamente dice.
Le parole ci rendono trasparenti agli occhi di un lettore sensibile. Lui può coglierci nel profondo, può capire tutto di noi. Dunque, prima di sederci al pc, è importante ripulirsi da tutto ciò che può creare un’interferenza. Certo, è vero che non siamo dei robot, che le emozioni non si controllano. Però è importante ricordarsi che esse aprono un varco all’interno del testo, creano una fessura attraverso la quale il lettore può raggiungerci, quindi dobbiamo essere in grado di farci sudare l’anima, quando scriviamo. Dobbiamo far sì che tutto il nostro essere si riversi sulla pagina con una scarica potentissima. Dobbiamo essere un fulmine che arriva direttamente al cuore del lettore. Dobbiamo essere in grado di stenderlo. E, soprattutto, dobbiamo renderci conto che le eccessive revisioni basate più sulla paranoia che sulla tecnica rendono il nostro scritto arido e nudo.

QUALE ENERGIA DOMINA LA MIA SCRITTURA?
In questo momento, credo che a guidarmi sia la commozione. Ultimamente ogni volta che spengo il pc ho le lacrime agli occhi. Che siano di felicità o di malinconia, stanno lì e bagnano la tastiera. Spero che al lettore tutto questo arrivi: sono perversa e mi piace far piangere la gente.
Però mi piace anche farla ridere. E nella mia energia c’è tanto, tanto divertimento. E c’è passione. C’è la volontà ferrea di raccontare non una storia qualunque ma proprio quella che ho deciso di sbattere sulla pagina, perché mi piace tantissimo, e se piace a me ho più probabilità che piaccia al lettore. Ovviamente devo anche scriverla bene: su questo sto ancora lavorando!

E la vostra energia com’è?
Quali sono gli elementi invisibili che si nascondono fra le righe delle vostre storie?

P.S. Vi consiglio di leggere “Il potere della parola” di Grazia Gironella, di tema analogo. 

Commenti

  1. Ah, ecco! In contemporanea io ho fatto un post su "l'Anima della Storia"! Che ci sia qualcosa nell'aria?
    Il mio punto di vista è, ovviamente, più "occidentale", però, alla fine, al di là dei termini e del percorso fatto, rimane il punto centrale: la scrittura non è solo tecnica. È anima, energia... Io la chiamo "Ricerca morale" e tendo a razionalizzare un po' di più (io non potrei mai essere un mistico, al massimo un filosofo), ma alla fine cambia poco.
    Del resto pratico da sempre la corsa di resistenza, che è considerata una delle forme di meditazione occidentale...

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    1. Certo che la corsa è una forma di meditazione. :) Lo zen (a differenza del buddhismo tibetano) non prevede un' assoluta immobilità. Al contrario applica i suoi principi al quotidiano, ragion per cui anche un'attività banale come lavare i piatti può essere meditativa se la persona si immerge completamente nell'attimo presente staccando il cervello. Non parliamo poi della scrittura : uno dei volumi che cito più spesso si basa proprio su questo principio.
      Appena ho un attimo leggo il tuo post. :)

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  2. Io sono molto meno telepatico, e comunque ormai tendo a un approccio più zen, per così dire. Il mio tipo di energia è diventato quello di mantenere sempre un margine di tolleranza per tutti, aspetto che si manifesta anche nei miei scritti dove non ci sono mai personaggi completamente positivi o completamente negativi, ognuno ha in se lo yin e lo yang, sia pure in proporzioni diverse.

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    1. Della polarità yin e yang ho già parlato in un altro post che si intitola, appunto, "lo scrittore bipolare". É un principio che fa parte anche della mia visione, e non potrebbe essere diversamente considerando il mio modo di concepire la vita. Però qui stavo facendo un discorso completamente diverso. Qualunque individuo mescola in sé luci ed ombre, fa convivere diverse anime in modo più o meno equilibrato, ma in momenti particolari della vita (ad esempio in un periodo di malattia o sofferenza) uno può prevalere sull 'altro, e io lo sento. Questo vale nella vita. In narrativa scelgo io se fare emergere le luci o le ombre...

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  3. Com'è la mia di energia, me lo devi dire tu. Io, invece, ti dirò cosa penso del tuo post.
    Per quanto riguarda la "sensibilità", gli scrittori ne sono dotati naturalmente. Voglio dire, chi fa tiro con l'arco è normale che abbia una buona vista, no? Chi fa lo scrittore è normale che abbia una buona sensibilità. Quello che descrivi tu, capita esattamente anche a me. Potresti essere la mia sorella gemella… solo che con il tempo ho tirato su delle belle barriere e adesso, quei tipi lì che descrivi, be', sono loro a scappare in mia presenza. Non so se mi spiego...

    Lasciamo perdere l'energia nelle cose, è un discorso troppo lungo, e concentriamoci sulle parole. A seconda di quelle che decido di usare, provoco sensazioni diverse. Questo è sempre stato chiaro. Ma voglio andare più in fondo a questa storia, perché dire che le parole contengono energia e provocano reazioni non è una banalità, ma neanche il cuore del discorso. Per andare più a fondo, ti faccio una domanda: perché alcune persone, con i loro libri, attirano immediatamente l'attenzione e catapultano il lettore all'interno della storia, e altri no? Credo che al di là della parola "talento", e lasciando perdere lo stile, le tecniche, gli argomenti, ecc., credo che ci sia qualcosa di più, una sorta di energia che sono capaci di trasmettere più di altri.

    Ora, quanto sarebbe bello riuscire a identificare questa energia e imparare a utilizzarla con consapevolezza? Ecco, questo è il vero argomento dell'energia delle parole. :)

    Che ne pensi?

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    1. Per essere scrittore devi avere una certa sensibilità e, se non ti appartiene di default, la acquisisci con il tempo. Questo principio non vale solo per noi, ma per chiunque svolga una qualche attività artistica.

      Ma veniamo alla tua domanda: quanto sarebbe bello conoscere questa energia ed utilizzarla con consapevolezza? Beh, questa è una cosa che ciascuno di noi può fare, ma tenendo conto di un fattore molto importante.

      Le vibrazioni di un essere umano esistono sono le stesse a prescindere dall'attività che svolge in un determinato momento, perché la vita non è fatta di compartimenti stagni. Se io sono positiva, questa positività influisce sul mio lavoro, sulla scrittura, sulle relazioni familiari e così via. Quando fai reiki o meditazione è qualunque altra attività a guadagnarci. Allo stesso modo, io ho qualche chakra bloccato (come quello del cuore ai tempi della scrittura paurosa) sarà l'intera sfera legata a quel chackra a risentine.

      Io credo che cercare di "pilotare" le proprie energie per trasmettere qualcosa al lettore non sia utile. Quando nella vita incontri una persona che finge di essere ciò che non è ti da fastidio, vero? L'energia non è qualcosa di artificioso, creato ad hoc per raggiungere lo scopo, in quanto ha a che fare con la nostra essenza più intima e profonda. Pertanto nostro compito è quello di mantenersi puliti (con la meditazione, il reiki o quant'altro) e fare in modo di star bene. Il resto verrà da sé.

      Se invece vuoi porre la questione su un altro piano, si può dire che le emozioni da noi provate al momento della stesura di una scena si ripercuotono positivamente o negativamente sullo scritto. Se tu ti cali perfettamente in ciò che stai facendo, se senti una comunione profonda con il tuo testo, con i personaggi, con l'ambientazione e con tutto ciò che riguarda il momento presente... beh... l'energia sarà altissima. Perché il testo riflette ciò che proviamo al momento della stesura, e questo arriva al lettore. Per questo motivo sostengo che la prima bozza debba essere scritta senza cancellare e senza tornare indietro: se esci dal flusso il vincolo si spezza, e perdi la connessione. Di conseguenza il risultato ne è impoverito.

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  4. Argomento decisamente interessante. Mi sono imbattuta nel reiki indirettamente, anni fa, in una mia amica che lo pratica e che in un paio di sedute mi ha fatto stare meglio. Credo in queste energie, entità attive che non possiamo vedere nel senso comune del termine ma percepire attraverso altri sensi.
    Io scrivo per il teatro. Metto insieme testi noti, invento un intreccio nuovo, riscrivo finali offrendo letture differenziate. Quello che sento mi anima quando ho una scrittura più prolifica è certamente un'energia forte, che mi chiede di essere espressa. E un'energia che soprattutto punta su un orizzonte lontano, in prospettiva. Mi fa sentire bene.

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    1. Chiunque se vuole può prendere il primo livello reiki, anche senza alcuna esperienza. Praticando per molto tempo si vede proprio una trasformazione caratteriale: i blocchi si rimuovono, la persona cresce e migliora.

      La scrittura, quando è mossa dall'ispirazione, sortisce un effetto simile: fa muovere energia universale. Riceviamo stimoli esterni e li trasformiamo in un'opera. Non c'è niente di più bello. :)

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    2. Credo anch'io che la scrittura abbia questo potere. Non so se qualche studio americano abbia già esaminato cosa accade dentro di noi quando scriviamo, ma deve essere qualcosa di potente.
      Tutto questo è meravigliosamente straordinario!

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    3. L'arte crea un movimento di energie che trasforma l'organismo, proprio come il reiki e qualunque altra attività che abbia un impatto emotivo. Anche lo stress modifica la conformazione delle cellule. :)

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    4. Salve a tutti,il mio profilo si apre con un aforisma che amo e che mi rispecchia "Sapeva ascoltare e sapeva leggere. Non i libri,quelli sono buoni tutti. Sapeva leggere la gente." Io credo che catturare quest'energia sia molto difficile, perchè scaturisce dagli occhi di coloro che incontri, provare a metterla nero su bianco è una sfida, perchè percepirla credo sia un dono. Trasmetterla non è facile, nei miei appunti di "vita" ci provo, non credo le discipline orientali possano insegnare come incanalarla .Se ce l'hai è tua da quando nasci, se no, no. Certo alcune professioni possono aiutare se si possiede anche una spiccata sensibilità,ma percepire l'energia e trasmetterla scrivendo sono pochi a riuscirci

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  5. Anch'io ho un approccio abbastanza occidentale forse anche in contrapposizione a mia sorella gemella diplomata in giapponese, appassionata da tempo, da prima che manga e sushi sdoganassero il paese da noi. Però per esempio so ed è vero che quando due persone o + persone litigano, e una terza entra nella stanza DOPO percepisce che qualcosa sia successo, nonostante il quel momento regni il silenzio, perché le particelle di quell'energia cattiva, le parole gridate, la rabbia sono rimaste nell'aria. Ecco non mi soffermo molto su questo a dire il vero, ma scrivendo posso concordare che sì, muovo un sacco di energia bella, quando scrivo bene e bada non intendo con risultati concreti (ieri ero molto energica nonostante un rifiuto) in termini di risposte positive da parte degli editori, ma quando sono soddisfatta di ciò che ho prodotto, ho di ciò che sto ideando nella testa, be' in effetti tutto il circondario ne è positivamente influenzato. Bacione

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    1. Sì è vero quello che dici sulle energie che rimangono negli ambienti, infatti molti consigliano di fare una pulizia completa con incensi e sale grosso prima di andare ad abitare in una nuova casa, per non ricevere gli influssi di chi ci viveva prima. Ed è vero che l'energia positiva non dipende dal risultato: è congenita, è nella gioia stessa dello scrivere. E dona la forza di reagire anche dopo una delusione.
      Un bacione a te!

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  6. In questo post trovo i colori e le emozioni che avrei messo anche nel post sull'amore. In questi giorni ricevo input da ogni dove sull'importanza della meditazione, Claire potresti consigliarmi una lettura semplice e pratica (senza tante seghe mentali) che mi aiuti a fare i primi (corti) tentativi? Un video con una voce guida sarebbe ancora meglio, ne ho provato uno su youtube che riporta alle vite precedenti e mi sono vista nei panni di un frate amanuense con la classica pelata circolare in cima alla testa e la capigliatura a scodella. Almeno ora so da dove viene la mia passione per matite e pennarelli :D

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    1. Ciao Lisa, se devo essere sincera non ho mai letto libri sulla meditazione. Certo, ho trovato degli "esercizi di visualizzazione" su libri che parlavano d'altro, ma non l'ho mai studiata nel dettaglio, proprio perché non è una cosa che si impara. Avviene spontaneamente, basta solo mettersi lì, respirare a ritmo e liberare la mente.
      Posso mandarti qualche file audio con la voce guida, questo sì. Ne ho tanti e sono utilissimi. Ne ho anche di meditazioni regressive (quelle che riportano alle vite precedenti). Ne sto scaricando un po' proprio adesso, perché ho perso tutte quelle che avevo nel passaggio da un telefono all'altro. Appena sono sul pc te le allego in una mail! :)

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  7. Stiamo seguendo un percorso molto simile, anche se entrando da "porte" diverse, perciò mi riconosco in ciò che hai detto. Le tue considerazioni sulla sensibilità accentuata, anzi, mi danno nuovi spunti di riflessione, perciò grazie! Sono convinta che vivere una costante evoluzione spirituale (che poi è l'evoluzione dell'essere umano, non qualcosa di strano o fiabesco) aiuti a scrivere in modo meno ostacolato. La scrittura a sua volta contribuisce alla crescita dell'autore. Antonella ha detto bene: al di là dell'approccio più o meno razionale, il terreno è comune. Spesso a dividerci è la terminologia... le parole, insomma, che erigono barriere o le abbattono, spesso senza la nostra volontà.

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    1. Sono molto contenta che il post ti sia piaciuto, ed è vero che spesso si tratta di una semplice differenza terminologica, e che scrivere è - anche se molti non se ne rendono conto - un vero e proprio lavoro energetico, simile a quello che si fa con il reiki, perché le parole ti scavano dentro, mostrano nuovi lati di te, ripuliscono l'anima da tutte le brutture. :)

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  8. Molta gente è marcia dentro e in malafede e proprio questo loro modo di essere prima o poi li seppellirà. Faranno tutto da soli. Una persona può cercare, Consciamente o no, una persona può fare del male, ma non sa che tipo di risonanza avranno le sue azioni o parole nella persona che li "riceve"... L'energia ritorna. Volendo si può aspettare il cadavere del nemico sulla riva del fiume (per chi un nemico ce l'ha). Prima o poi passerà.

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    1. Verissimo tutto ciò che dici, anche se la frase sul cadavere del nemico è stata un po' travisata dal senso comune. :)

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  9. Hai scritto un articolo completo di tutto: parli di energie, di capacità di trasmettere emozioni, parli di una potenziale empatizzazione fra lo scrittore, ciò che scrive ed il lettore e sono d'accordo su tutta la linea: coinvolgere, abbracciare con le parole dovrebbe essere un must per uno scrittore, una specie di missione. Mi incuriosiscono molto i tuoi studi, sembrano molto interessanti! Capire, intuire, "sentire" le persone è un privilegio che pochi possono vantare.

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    1. Sono molto contenta che il post ti sia piaciuto! :)
      La cosa più difficile è essere sempre consapevoli di queste energie, perché a volte ci si lascia fagocitare dalle faccende quotidiane, diventando un po' "automi" ... Però con il tempo e con la pratica questo atteggiamento diventa quasi uno stile di vita, viene espresso in modo assolutamente naturale.

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  10. Il tuo post mi ha fatto davvero pensare e riflettere sul potere che hanno le parole. Quante cose brutte sono accadute solo per delle parole stampate su un manifesto, e chissà quanto bene si potrebbe fare invece sfruttando a pieno questo mezzo.
    Ma sono d'accordo con te sull'energia della pagina, il bello dei libri è che riescono a trasmettere qualcosa. Mi viene in mente la citazione di un autore, di cui ora non mi ricordo il nome, che spiega che per sapere se un libro è buono serve la schiena e i brividi che sentiamo su di essa per quello che accade ai personaggi.

    Credo che ciò che leggiamo determina quello siamo e saremo, magari proprio perché le pagine sono impregnate di questa energia trasmessa dall'autore. Credo che inoltre, quando scriviamo e mettiamo le nostre emozioni sulla pagina, cambia anche noi stessi, non solo diamo energia agli altri, ma anche a noi stessi. Non so se si capisce quello che intendo.
    Ad ogni modo il post mi è piaciuto.

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    1. Certo che si capisce, ed è proprio così: ogni parola (letta o ascoltata che sia) in qualche modo ha un impatto sul nostro essere e lo condiziona. L'esempio delle piante è emblematico al riguardo. Pertanto il lavoro di scrittura può essere considerato a tutti gli effetti parte di una trasformazione interiore che si espande a più ampio raggio. :)

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  11. Vuoi dire che una pianta è morta perché il giardiniere le ha detto le parolacce? Quale fondamento scientifico si cela dietro questo?

    La parola fa parte del linguaggio. Se io dico col sorriso delle parolacce a uno dell'Amazzonia che non capisce la mia lingua, cosa portrà mai succedere? Nulla, perché nulla gli arriva.

    Su queste cose sono scettico, anzi potrei dire "ateo", che rende meglio. Sono molto pragmatico, non vedo energie se non nel senso stretto del termine.

    Non so dirti quindi quale energia ci sia nella mia scrittura, perché non ne vedo nessuna. Anzi, credo che non sia lo scrittore a dover dire quale energia abbia la sua scrittura, ma debbano essere i suoi lettori a sentirla.

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    1. L'obiezione a proposito delle parolacce dette all'aborigeno dell'amazzonia è parzialmente corretta, in quanto (come ho scritto nell'articolo) l'energia della parola è legata all'implicazione emotiva, da parte di chi la pronuncia o di chi la riceve. Nell'ultima parte del commento, comunque, fai intendere che anche per te questa energia esiste. :)

      Io studio queste cose da molti anni ormai, sono princìpi di cui ho sperimentato tutti i benefici, e che non sono campati per aria ma fanno riferimento alla fisica quantistica. Forse questo scetticismo dipende anche da una non-conoscenza dell'argomento. Mi farà piacere parlarne, se ti andrà.

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