Post

Visualizzazione dei post da luglio, 2014

Le 22 lezioni di Stephen King: promossa o bocciata?

Immagine
Solo una cosa può trasformarti, può operare un cambiamento: la consapevolezza. (Osho) Questo post prende spunto da un articolo uscito martedì scorso sul blog Penna Blu . Daniele Imperi ha tradotto l’articolo “22 Lessons From Stephen King on How To Be A Great Writer” pubblicato da Meggie Zhang sul sito Business Insider. Analizzando il proprio modo di scrivere, ha proposto un’interessante autovalutazione dalla quale è risultato promosso a pieni voti. Io ho deciso di fare altrettanto, e già qualcuno in rete sta gridando “Al MEME”: illustrerò uno per uno tali principi, cercando di comprendere se e quanto mi appartengono. Per ciascuno di essi, mi darò un voto. Alla fine, calcolerò la media. Il professor King mi stringerà la mano, o mi rimanderà a settembre? Staremo a vedere! 

Una verità interiore che trascende l'autobiografia

Immagine
Non si può inseguire affannosamente la bellezza con la paura alle calcagna. (Nathalie Goldberg) Quando un aspirante scrittore decide di confidarsi con me a proposito dei propri lavori, noto una costante. Le prime esperienze narrative contengono numerosi riferimenti autobiografici. C’è un profondo desiderio di mettersi in gioco. Di esprimersi. Di guardare negli occhi l’amore di un tempo. Di estirpare il dolore per la morte dei genitori. Descrivere un’amicizia. Oppure, semplicemente, ripercorrere le tappe principali della propria esistenza purificandola. Scagli la prima pietra chi è senza peccato: non è capitato anche a voi di prendere in mano una penna mossi da un viscerale desiderio di ricomprare una forma di libertà? Avete mai scritto una lettera, dopo un litigio, osservando l’incazzatura evaporare lentamente fino ad annullarsi? E, rileggendo le vostre antiche parole, quante verità psicologiche si sono palesate davanti ai vostri occhi? Quante realtà interiori

Testare il proprio romanzo: il rapporto controverso con i "lettori-cavia"

Immagine
Leggere significa affrontare qualcosa che sta proprio cominciando a esistere. Italo Calvino L’ idea per l’articolo di oggi è nata da un losco traffico di allegati, sia in entrata sia in uscita, che nell’ultima settimana ha visto protagonista la mia casella di posta elettronica. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. Io ho fatto entrambe le cose. Una mia cara amica mi ha spedito un suo pezzo, che mi è piaciuto molto. Ho ricevuto un romanzo concluso e qualche poesia. Per contro, dopo settimane passate a chiedermi se fosse il caso, ho deciso di aprirmi e tirare fuori dal cassetto una bozza, per quanto improvvisata, dell’incipit a cui ho da poco finito di lavorare. Scegliere i propri “lettori cavia”. So che il termine non è politically correct però si usa, nel gergo degli scrittori, per indicare le persone che si rendono disponibili a leggere la nostra opera prima che sia sottoposta ad eventuali editori. 

Manuali di scrittura: un punto di partenza per trovare la propria strada

Immagine
Un libro deve essere un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi. (Franz Kafka) Una decina di giorni fa, sul blog Penna Blu , è stato pubblicato un post relativo ad un concorso di scrittura organizzato dalla casa editrice Rizzoli ed avente, come premio in palio, la pubblicazione.  La storia vincitrice, proposta dalla giovane Stefania Balotelli, presentava un incipit alquanto confusionario e condito da svarioni grammaticali degni del miglior Luca Giurato. Se non ci credete, leggete qui. Personalmente sono arrivata soltanto al punto in cui la protagonista insulta la sorella dandole della lesbica. Poi non ce l’ho più fatta. So che viviamo in un’epoca in cui un “mi piace” può cambiare il mondo. Evidentemente, la signorina aveva una schiera di parenti ed amici pronti a fare click. Ma io ritengo questa roba paragonabile al mio primo romanzoide mai terminato, scritto all’età di quindici anni. Mi è capitato da poco di ritrovarne una bozza, scritta con carta e pen

Appunti a Margine compie due mesi: come è nato e come mi sta cambiando

Immagine
Non si confonda la vanità, che è bisogno e ricerca della stima altrui, con la fierezza, semplice manifestazione della propria autostima. (Vannuccio Barbaro)   Il post sui manuali di scrittura è nelle bozze da una settimana. C’è soltanto il titolo, seguito dalle prime righe. Lunedì a causa di un impegno famigliare non ho potuto scrivere, ed il buon Gaspare è accorso in mio aiuto con un guest-post programmato a tavolino, durante uno scambio di e-mail domenicale. Nemmeno oggi me la sento. È stata una giornata troppo strana. A dire il vero, tutto questo periodo lo è. A volte mi sento bipolare, mi sembra di essere calata in due esistenze diverse. Per questo motivo, oggi scrivo a ruota libera, mossa dalla necessità di condividere con voi alcune riflessioni. Vi avverto: non rileggerò questo post. Chiedo scusa in anticipo se non sarà perfetto. Penso che un editing impoverirebbe ciò che in questo momento ha bisogno d

Guest-post (1): come affrontare il tema dell'omosessualità in un'opera letteraria

Immagine
Oggi è mio ospite lo scrittore e blogger Gaspare Burgio, co-creatore del sito Nuvole Prensili, che propone un tema al contempo delicato ed importante, offrendo qualche suggerimento per affrontare il tema dell'omosessualità in un romanzo o in un racconto, senza cadere nello stereotipo. Sono molto contenta di questa collaborazione, che spero possa estendersi anche ad altri paladini del web, in quanto consente ad "Appunti a Margine" di ampliare i propri orizzonti. Il limite di un blog, infatti, è spesso quello di rimanere circoscritto alle competenze e all'esperienze del suo autore. Io non ho mai narrato storie a tema gay-lesbo, dunque non saprei proporre un articolo così approfondito al riguardo.  Presto pubblicherò una pagina che spiegherà le "regole del gioco". Nel frattempo, se avete qualche idea da propormi per i vostri guest-post, potete scrivermi ad uno degli indirizzi riportati nella pagina "contatti". 

Ambientazioni urbane: il fascino impersonale dei non-luoghi

Immagine
  Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure.  Italo Calvino Il termine nonluogo è stato coniato nel 1992 dal sociologo francese Marc Augé per indicare quegli spazi, all’interno delle aree metropolitane, che non sono identitari , relazionali e storici , bensì volti esclusivamente all’attraversamento o al consumo, al soddisfacimento di un desiderio o di un bisogno. Prendiamo ad esempio agli aeroporti, i centri commerciali, le palestre, le discoteche: nonostante la parvenza d’interazione umana (spesso superficiale) che qui avviene, sono per lo più ambienti caratterizzati dall’impersonalità e dall’individualismo. La dimensione temporale è annullata: nei supermercati non esistono orologi perché il loro obiettivo è sospendere lo scorrere del tempo e fare in modo che gli avventori si concentrino esclusivamente sull’atto dell’acquisto. Allo stesso modo, quando si è in una stazione o su un autobus la mente è rivolta verso la propria meta. Il momento presente è

Scrittura e vita quotidiana: un romanzo non si crea soltanto davanti al computer

Immagine
Il tempo manca solo a chi non ne sa approfittare. Gaspar Melchor de Jovellanos Una delle scuse che mi capita di sentire più, spesso da parte di chi vorrebbe dedicarsi alla stesura di un romanzo, è non ho tempo . Mi chiedo se il soggetto in questione dica la verità, oppure abbia contratto una delle malattie più pericolose del nostro tempo: la procrastinazione. Sono sincera: anche io ho a lungo marciato su questo alibi, nei tempi in cui mi mancava il coraggio per mettermi in gioco. Sono sempre stata consapevole del fatto che portare avanti il progetto di un libro è un gran divertimento ma è anche dannatamente impegnativo. Mi domandavo se fossi stata in grado di gestire le mie giornate affinché ogni attività non immediatamente catalogabile all’interno della diade lavoro-casa potesse trovare il giusto spazio. Tuttavia, nel momento in cui il desiderio di scrivere si è impossessato di me diventando un richiamo interiore impossibile da ignorare, l’orologio non è più s

Il quesito della blogger in trasferta: letteratura e maschilismo

Immagine
Oggi è giovedì: giorno di pubblicazione.  Sto ancora cercando di riprendermi dopo il post sulle relazioni fra i personaggi. Dire che mi abbia fatta penare è un eufemismo. Non è stato un argomento facile da affrontare. In generale, sono reduce da una settimana che potrebbe tranquillamente finire in un romanzo: un horror. Con tinte splatter e personaggi inquietanti.  Una nota di colore, tuttavia, c'è stata. Ho scritto un guest-post per il blog Anima di Carta che sarà pubblicato domani e che vi invito a leggere. Si tratta del secondo articolo dedicato alle ferite dei personaggi. Un po' lunghino, forse, ma a scriverlo mi sono divertita tantissimo. L'articolo che uscirà in trasferta è molto profondo, quindi almeno qui voglio essere leggera, evitare brani complessi e lanciare nella rete un piccolo quesito, che spero possa generare un bel dibattito.  Il mondo della letteratura è maschilista?